di Federica Marengo lunedì 6 giugno 2022
-Nella centotreesima giornata di guerra in Ucraina, dopo la controffensiva e la riconquista del 50% di Severodonetsk da parte delle forze ucraine, la situazione nella città è tornata a peggiorare , tuttavia, le autorità locali hanno fatto sapere che Kiev continua la sua resistenza, sebbene l’esercito russo sia più potente.
Raid delle forze di Mosca poi sono stati registrati a Kiev,così come nella regione Sud-Est, a Soledar, nella regione di Donetsk e a Lysychanski, nel Luhansk. Colpite da bombardamenti russi, anche Sumy e Kharkiv, nell’Ucraina orientale, dove sono morte tre persone e dove è stato colpito uno stabilimento che riparava veicoli armati.
Nella regione meridionale del Paese, a Zaporizhhia, invece, quasi il 60% del territorio è nelle mani delle truppe russe e il direttore dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Grossi ,ha annunciato che è in preparazione una imminente missione internazionale alla centrale nucleare locale, occupata dalle forze di Mosca.
Colpita dai missili russi, poi,Mykolaiv, dove i bombardamenti russi hanno causato un morto e 29 feriti.
A Mariupol, invece,Vadim Boychenko, il consigliere del sindaco ,Petro Andriushchenko, ha dichiarato: “La gente sta invano in fila per sei ore nel caldo e al sole davanti all’ex centro commerciale Metro per ricevere aiuti alimentari dagli occupanti russi ma vengono distribuiti solo 400 pacchi al giorno. Non c’è acqua potabile e non è possibile reperirla da nessuna parte nel territorio dei ‘quartieri generali umanitari’. Negli ultimi giorni ogni ora almeno dieci persone vengono portate in ospedale per svenimento. La puzza che giunge dall’obitorio, a 200 metri di distanza, diventa ogni giorno più intensa. Il tutto per un pacco come questo. Perchè non c’è altro modo di ottenere cibo. L’aiuto umanitario russo è bullismo e umiliazione. Come qualsiasi cosa facciano in città”.
Lo Stato maggiore di Kiev poi ha fatto sapere che le truppe russe hanno schierato armi pesanti, come i sistemi missilistici balistici tattici ipersonici a corto raggio Iskander-M, in territorio bielorusso lungo il confine con l’Ucraina.
Mosca, infine, ha riferito di un attacco ucraino nella regione di Kursk, al confine con la Russia e ha annunciato la restituzione a Kiev dei corpi dei combattenti dell’acciaieria Azovstal.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, che ha visitato la prima linea orientale del fronte pesantemente bombardata dalle truppe russe, nel suo consueto videomessaggio serale alla popolazione, pubblicato sui suoi canali social, ha dichiarato: “Siamo stati a Lysychansk e a Soledar. Sono orgoglioso di tutte le persone che ho ncontrato, a cui ho stretto la mano e dato il mio sostegno. Abbiamo qualcosa per loro, ma non scenderò nei dettagli, mentre da loro ho preso qualcosa per voi, che è importante: fiducia e forza”, per poi avere un colloquio telefonico con il Primo Ministro inglese Johnson, alle prese con il voto di sfiducia dei suoi parlamentari, determinato dallo scandalo legato alle feste organizzate da quest’ultimo nel pieno della pandemia da Covid19 e delle restrizioni sanitarie, nella quale il capo di Downing Street, ha rinnovato il sostegno all’Ucraina, e confermato, dopo gli USA, l’invio di missili a lungo raggio della portata di 80 Km.
Immediata la reazione di Mosca, che , tramite il capo della Commissione Difesa della Duma di Stato, Andrei Kartapolov,ha avvertito che, nel caso in cui l’Occidente fornisse all’Ucraina lanciarazzi multipli a lungo raggio (MLRS), la Russia potrebbe colpire le infrastrutture di trasporto e le agenzie governative di Kiev.
Sul piano diplomatico, invece, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha annullato la sua visita in Serbia (il cui Presidente ha espresso sulla vicenda il suo disappunto), poiché i Paesi confinanti: Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro hanno chiuso lo spazio aereo, impedendo a quest’ultimo di arrivare a Belgrado. Lo stesso Lavrov , nel corso di una conferenza stampa online, ha commentato così la questione: “L’impensabile è accaduto”: Si è trattato della privazione a uno stato sovranità di svolgere la propria politica estera. Avevamo programmato di prendere in considerazione un’ampia agenda: volevamo parlare, ovviamente, del partenariato strategico in rapido sviluppo nelle nostre relazioni bilaterali, ma, a quanto pare, i burattinai di Bruxelles non hanno voluto concederci un altro forum per poter esporre e riaffermare nella capitale serba la posizione della Russia sulla questione del Kosovo e sulla questione della Bosnia-Erzegovina”.
Quindi, sull’invio di armi a lungo raggio da parte di Londra e sui negoziati con Kiev, Lavrov ,ha sottolineato: “La Russia è pronta a colpire territori ucraini più lontani dai propri confini quanto più potente sarà la portata delle nuove armi che Kiev riceverà dall’Occidente. Il Presidente Putin ha già commentato la situazione che emergerà con l’arrivo di nuovi armamenti, io posso solo aggiungere che più lunga sarà la gittata degli armamenti che fornirete, più noi sposteremo avanti dal nostro territorio la linea oltre la quale la presenza dei neonazisti verrà considerata una minaccia per la Federazione Russa. L’Ucraina non vuole avere colloqui, si è rifiutata. E abbiamo tutte le ragioni per credere che stia soddisfacendo le richieste della leadership anglosassone del mondo. Eravamo pronti a lavorare con onestà sulla base delle proposte presentate dai colleghi ucraini. E la bozza di accordo scritta sulla base di queste proposte è rimasta in mani ucraine per quasi un mese e mezzo”.
Quanto al Presidente russo Putin, nel messaggio agli organizzatori del Forum economico internazionale di San Pietroburgo per il 25esimo anniversario della sua fondazione , ha dichiarato: “Le sanzioni e i molti anni di errori economici occidentali hanno portato a un’ondata di inflazione globale, alla distruzione delle catene di approvvigionamento e alla carenza di cibo. Gli anni ’20 di questo secolo diventeranno un periodo di rafforzamento della sovranità economica per la Federazione Russa, che prevede lo sviluppo accelerato delle proprie infrastrutture e della propria base tecnologica, un aumento qualitativo del livello di formazione degli specialisti, nonché la formazione di un sistema finanziario indipendente ed efficiente. Allo stesso tempo, l’economia russa farà sempre più affidamento sull’iniziativa privata e, naturalmente, manterrà la sua rotta verso l’apertura e un’ampia cooperazione internazionale. Sono sicuro che il forum continuerà a dare un contributo significativo alla soluzione di molti compiti prioritari che l’umanità deve affrontare e i suoi tratti distintivi rimarranno sempre fiducia reciproca, all’insegna di un dialogo fruttuoso e della collaborazione”.
Posizione, quella di Putin, condivisa dalla Cina, che, tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian ,rivolgendosi alla UE, ha evidenziato come le sanzioni non siano un modo corretto per risolvere la crisi: “La Cina sostiene l’Ue nello svolgere un ruolo attivo nel processo di persuasione della pace e promozione dei colloqui e nella costruzione finale di un quadro di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile. I cittadini europei potrebbero pagare un prezzo maggiore e il mondo dovrà affrontare grandi sfide come la crisi energetica e la crisi alimentare”.
In merito alla questione del blocco dei porti ucraini e delle esportazioni di grano, il quotidiano russo Izvestia ,citando una fonte informata di alto rango, ha rivelato che Mosca avrebbe concordato con Kiev e Ankara uno schema preliminare per l’uscita da Odessa delle navi ucraine con il grano: i militari turchi saranno impegnati nello sminamento e scorteranno le navi in acque neutrali. Lì, le navi incontreranno le navi russe e le scorteranno sul Bosforo. Secondo il quotidiano russo, ripreso dai media ucraini, finora lo schema è stato concordato solo per Odessa, dove, peraltro, si è recato il ministro tedesco della Cultura, Claudia Roth, per una visita di due giorni su invito dell’omologo ucraino Olexandr Tkachenko.
Scettico su tale schema, si è detto il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, che su Twitter ha scritto : “Putin dice che non utilizzerà le rotte commerciali per attaccare Odessa. Questo è lo stesso Putin che ha detto al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al presidente francese Emmanuel Macron che non avrebbe attaccato l’Ucraina, pochi giorni prima di lanciare un’invasione su vasta scala contro il nostro Paese. Non possiamo fidarci di Putin, le sue parole sono vuote”.
In Italia, stamane, il segretario generale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ambasciatore Ettore Francesco Sequi, ha convocato alla Farnesina, su istruzione del ministro Luigi Di Maio, di concerto con Palazzo Chigi, l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, il quale, nei giorni scorsi aveva affermato che la linea dei media e di alcuni politici italiani è ostile alla Russia, per ribadire la condanna per l’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa e l’auspicio del Governo italiano che si possa giungere presto a una soluzione negoziata del conflitto su basi eque e di rispetto della sovranità ucraina e dei principi del diritto internazionale. Sequi ha anche sottolineato l’importanza di definire rapidamente un’intesa per sbloccare le esportazioni di grano dai porti ucraini al fine di evitare gravi conseguenze per la sicurezza alimentare globale.
Secondo quanto riportato in una nota dall’ambasciata russa: “Durante l’incontro con il segretario generale Ettore Sequi, Razov si è soffermato sulle dichiarazioni talvolta inaccettabili di alti funzionari italiani nei confronti della Russia e della sua leadership, chiedendo “moderazione ed equilibrio, tradizionali per la politica estera italiana, nell’interesse del mantenimento di relazioni positive e di cooperazione tra i popoli russo e italiano a lungo termine“. A detta dell’ambasciata russa ,sono stati poi forniti chiarimenti anche in relazione alle proposte dell’Italia per porre fine al conflitto in Ucraina e agli appelli per lo sblocco delle esportazioni di grano dai porti ucraini.
Al riguardo, il ministro degli Esteri Di Maio, a Napoli per un dibattito sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , ha detto: “E’ inaccettabile che la Russia dia lezioni di libertà all’Italia. E’ in Russia che quando si protesta contro la guerra si viene arrestati. Qui siamo in un Paese libero ,dove i media stanno raccontando la guerra, e stanno raccontando che la Russia è l’aggressore, ed è giusto che sia così. Ricordiamo che fino al 24 febbraio l’Italia, i Paesi europei e tutti i nostri partner abbiamo cercato con tutte le nostre forze di trovare una soluzione diplomatica, ma la notte del 24 febbraio Putin ha deciso di aggredire l’Ucraina e questo è un fatto storico incontrovertibile. Continueremo a lavorare per la pace e per un’escalation diplomatica, ma per volere la pace bisogna essere in due. L’Ucraina ha fatto importanti aperture negli ultimi mesi ma la Russia continua a intensificare i bombardamenti sul Donbass. Noi lavoriamo con un’iniziativa che ovviamente coinvolge tutti i Paesi del Mediterraneo, i nostri partner, le agenzie delle Nazioni Unite, e questa settimana terremo un importante evento di dialogo con tutti i Paesi del Mediterraneo per trovare una soluzione che per esempio eviti una crisi alimentare che provocherà maggiori flussi migratori verso l’Italia. Siamo tutti d’accordo che dobbiamo arrivare alla pace e siamo d’accordo che serve un’escalation che sia diplomatica e non militare, e fino ad ora tutti gli aiuti che abbiamo dato all’Ucraina, anche di tipo militare, si sono basati su una risoluzione del Parlamento ma soprattutto sul principio di legittima difesa. Ricordo che in questo momento la Russia sta continuando ad avanzare in un Paese che non è la Russia, e lo sta facendo con i carri armati, con armi, e gli ucraini si stanno solo difendendo”,
Nel frattempo, in campo per la pace, il Presidente della Repubblica Mattarella, che , in occasione del 208° anniversario di costituzione dell’Arma dei Carabinieri, ha evidenziato: “Viviamo a livello nazionale e internazionale momenti particolarmente delicati e impegnativi. Il nostro paese sta sviluppando un programma decisivo di riforme con il Pnrr” e “sul piano internazionale la guerra scatenata dalla Federazione russa contro l’Ucraina sta minando le basi della sicurezza nel mondo. E’ un grande impegno quello a cui siamo chiamati per assicurare pace, sicurezza e progresso”.
Sul fronte della politica interna, mentre il Premier Draghi è a lavoro sulle Comunicazioni del 21 giugno al Senato, in vista del Consiglio Europeo , ha presieduto un Consiglio dei Ministri e si prepara alla visita, prevista per domani ,della Presidente della Georgia, Paese, che per proteggersi dalla minaccia russa, come Svezia e Finlandia, guarda sempre più all’ingresso nella Nato, i partiti di Maggioranza discutono dell’eventuale nuovo invio di armi a Kiev e del salario minimo, alla luce dell’ok di Bruxelles alla Direttiva in materia, che dovrà essere recepita dal Parlamento italiano.
In merito all’eventualità di un quarto decreto per l’invio di armi a Kiev, il Pd , preoccupato dal voto sfavorevole di M5S e Lega , partiti contrari e fermi sostenitori della linea diplomatica, che vedrebbe il venir meno del sostegno al Governo, ha invitato le forze dell’Esecutivo alla responsabilità e all’unità, mentre per Forza Italia sarebbe una “scelta folle mettere a rischio la tenuta del Governo”, e Italia Viva ha bollato come “show elettorale”le posizioni dei leghisti e dei pentastellati.
Quanto all’introduzione del salario minimo, favorevoli Pd e M5S, con la sponda dei sindacati (la Cgil ha chiesto di tassare i patrimoni per finanziare la misura) e di Bankitalia (scettica ,invece, Confindustria), mentre contrario è l’intero centrodestra , sia al Governo che all’Opposizione, che rilancia invece il taglio del cuneo fiscale e la revisione-abolizione del Reddito di Cittadinanza.
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