di Federica Marengo domenica 5 giugno 2022
-Nella centoduesima giornata di guerra in Ucraina, dopo settimane di tregua, le forze russe hanno ripreso ad attaccare con un bombardiere TU-95 e con 5 missili da crociera, lanciati dal Mar Caspio, la capitale Kiev (che resta dunque obiettivo principale di Mosca), dove all’alba sono state registrate diverse esplosioni, una delle quali ha colpito uno stabilimento con vagoni per il trasporto di cereali da esportare, e dove , secondo quanto riportato dalla Difesa russa, sarebbero stati distrutti dei blindati forniti dai Paesi dell’Europa orientale (così come vicino a Odessa, sarebbe stato abbattuto un aereo con un carico di armi), mentre un missile russo a bassa quota ha sorvolato la centrale nucleare di Mykolayiv, nella regione meridionale del Paese, dove le forze ucraine hanno abbattuto 4 missili russi.
A Severodonetsk, nell’Est dell’Ucraina, invece, l’esercito russo, dopo la rapida avanzata delle scorse settimane, sembra aver perso terreno, consentendo alle truppe ucraine di riprendere parti del territorio.
Tutt’altro scenario, invece, a Krematorsk e alla periferia di Lysychansk, assediata dai filorussi (anche se il generale russo Kutuzov sarebbe stato ucciso oggi durante i combattimenti ) , mentre nel distretto di Izyum, nella regione di Kharkiv, sono stati trovati altri 28 corpi di civili uccisi dalle truppe russe occupanti.
Intanto, nel suo discorso notturno alla popolazione, il Presidente ucraino Zelensky ha dichiarato: “Le truppe russe hanno nuovamente sparato sulle aree di confine della regione di Sumy, Mykolaiv, città e comunità della regione di Zaporizhia, regione di Kharkiv. La situazione a Severodonetsk, dove continuano i combattimenti di strada, rimane estremamente difficile. Attacchi aerei, artiglieria, razzi. Ad oggi, il numero totale di vari missili russi usati contro l’Ucraina è 2503. I nostri eroi mantengono le loro posizioni e fanno di tutto per infliggere le massime perdite al nemico”, mentre il ministro della Difesa ucraino, Reznikov, in un discorso al forum Globsec-2022 di Bratislava, ha evidenziato che le forze ucraine: “Hanno bisogno di armi pesanti, in particolare lanciarazzi multipli, così come altra artiglieria, carriarmati, sistemi antinave, droni e difese aeree e missilistiche. La situazione ora sta cambiando lentamente, nei primi mesi di guerra ci siamo concentrati sull’ottenere armi anticarro e antiaeree portatili, ora la la natura della guerra è cambiata e ci servono più armi pesanti. Nella regione di Kherson la Russia sta costruendo una difesa organizzata in profondità”.
Da Mosca, invece, il primo canale russo, ha continuato a diffondere delle anticipazioni sulle dichiarazioni rilasciate dal Presidente Putin in un’intervista al canale Rossiya 24, il quale , convinto che consegnare altre armi a Kiev da parte degli occidentali abbia l’unico obiettivo di “estendere il conflitto il più possibile“, avrebbe dichiarato: “All’inizio dell’operazione speciale della Russia, l’esercito ucraino aveva circa 515 lanciarazzi multipli, 380 dei quali sono stati distrutti, ma alcuni sono stati rimpiazzati e attualmente Kiev ha circa 360 unità di tale equipaggiamento. I droni da ricognizione ucraini che hanno volato dall’inizio dell’operazione speciale sono tutti di fabbricazione straniera. Se i sistemi Himars saranno consegnati, ne trarremo le conseguenze appropriate e useremo le nostre armi distruttive, e ne abbiamo in quantità sufficienti, per colpire obiettivi che non stiamo ancora colpendo. Gli Stati Uniti si sono impegnati a consegnare alle forze ucraine quattro lanciarazzi di precisione Himars, ma con una gittata limitata a 50 chilometri. Secondo me, tutto questo clamore su ulteriori consegne di armamenti generalmente persegue l’unico obiettivo di prolungare il conflitto armato il più a lungo possibile. Se l’Occidente fornirà missili a lungo raggio a Kiev, la Russia ne prenderà atto e colpirà strutture finora risparmiate dalla guerra. La fornitura statunitense del lanciarazzi multipli (Mlrs) all’Ucraina è collegata al ripristino delle perdite di equipaggiamento militare ucraino, dice Putin. Presumiamo che questa fornitura dagli Stati Uniti e da alcuni altri Paesi sia collegata alla compensazione delle perdite del suo equipaggiamento militare, non c’è nulla di nuovo qui e non cambia nulla nella sostanza. E ci sono anche applicazioni per la fornitura di artiglieria, si tratta anche di ripristinare ciò che è stato perso o distrutto durante le ostilità; non cambia nulla dal momento che l’esercito ucraino è armato con sistemi simili della produzione sovietica Grad, Smerch, Uragan”.
Nel frattempo, alla vigilia dell’incontro dell’8 giugno ad Ankara con il ministro degli Esteri russo Lavrov e con l’Onu, per discutere della questione del blocco dei porti ucraini e del grano, il portavoce del Presidente Erdogan, Ibrahim Kalin ha reso noto che allo studio vi sarebbe l’ipotesi di un passaggio dei cereali attraverso il Bosforo e i Dardanelli, seguito da Erdogan stesso, che, ribadendo la contrarietà della Turchia all’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia (le quali ,oggi, hanno preso parte alle esercitazioni dell’Alleanza Atlantica nel Mar Baltico), ha affermato: “Le Nazioni Unite possono prendere una decisione nella guerra Russia-Ucraina? Possono prendere una decisione su Ucraina e Russia? Non possono. Come mai? Perché (la Russia) è un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ora stanno iniziando a dirlo loro stessi. Hanno cominciato a dire che questo non poteva più accadere. Arriveranno a ciò che diciamo noi”.
A rilanciare, ancora una volta un appello per la Pace, Papa Francesco,che, nel corso del Regina Coeli di questa mattina, in piazza San Pietro, ha detto: “Ai responsabili delle nazioni: non portate l’umanità alla rovina; si mettano in atto veri negoziati, concrete trattative per un cessate il fuoco”, mentre il patriarca Kirill, parlando nel corso di una funzione in Bielorussia, ha evidenziato: “La Chiesa ortodossa è il pilastro spirituale di Russia, Bielorussia e Ucraina e la sua divisione per motivi politici non può essere giustificata. La Chiesa ortodossa è il sostegno spirituale della Russia, della Bielorussia e dell’Ucraina , di tutti i nostri paesi slavi fraterni, e non solo dei paesi slavi. Questo grande dono della fede ortodossa deve essere rafforzato, soprattutto nel cuore dei giovani, perché i giovani le persone sono sotto la forte influenza del moderno flusso di informazioni una divisione che distrugge l’unità con Cristo e con la sua Chiesa, commessa per il bene di qualsiasi obiettivo politico, sociale o di altro genere umano, è uno scisma e non può essere giustificato”.
Proprio sulla ripresa dei negoziati, da Napoli, dove si è recato in visita presso importanti realtà industriali, è intervenuto anche il ministro degli Esteri Di Maio, che ha dichiarato: “Il vero tema in questo momento è quello di ravvivare il negoziato. C’è stato questo tentativo della Turchia di far parlare Zelensky e Putin. Dobbiamo riuscirci ma voglio essere sincero: in questo momento vedo una strada in salita”.
Restando in Italia, a dividere i partiti di Maggioranza, alla vigilia delle elezioni Amministrative e del Referendum sulla Giustizia del 12 giugno, non solo la questione del nuovo invio di armi a Kiev ,ma anche la questione dell’introduzione del salario minimo, sulla scorta dell’accordo quadro riguardo alla Direttiva UE in materia, che dovrebbe essere approvato nelle prossime ore a Bruxelles.
Infatti, quanto alla prima questione, le Comunicazioni del Presidente del Consiglio Draghi alle Camere del 21 giugno, in vista del Consiglio Europeo, nelle quali quest’ultimo farà il punto sul ruolo dell’Italia nella guerra russo-ucraina, e la conseguente votazione di una Risoluzione, potrebbero mettere a rischio la tenuta della Maggioranza, essendo sia il M5S che la Lega contrari al quarto invio di armi a Kiev, come sottolineato dal ministro dello Sviluppo Economico e capodelegazione del Carroccio al Governo, Giorgetti, ma anche dal segretario del Pd Letta, che ha avvertito: “Le tensioni nella maggioranza sono tali che sulle comunicazioni di Draghi sull’Ucraina rischia davvero di cadere. Se accadesse, sarebbe una cosa negativa per tutti, PNRR a rischio,ma siamo pronti a un confronto con le forze che sostengono l’Esecutivo”.
In merito al salario minimo, invece, se il Pd, con il segretario Letta e con il ministro del Lavoro Orlando e il M5S, con il Presidente Conte e il ministro per le Politiche Agricole Patuanelli, si sono detti a favore della misura , sostenuti dai sindacati, nel centrodestra, si è detto contrario “all’introduzione per legge che comprometterebbe la contrattazione tra sindacati e imprese”, il ministro della Pubblica Amministrazione , in quota Forza Italia, Brunetta, mentre il ministro dello Sviluppo Economico, capodelegazione leghista al Governo, Giorgetti ,si è espresso per il sì, ma ricavando gli stanziamenti dal taglio del cuneo fiscale e dalla riduzione della spesa pubblica.
Critica nei confronti dei provvedimenti economici del Governo, l’Opposizione di Fratelli d’Italia, che ha chiesto agli alleati di colazione di fare chiarezza su possibili rapporti con il Pd , in vista delle elezioni Politiche del 2023.
Sul tema aumento dei salari e salario minimo, è tornato nel pomeriggio di oggi il segretario della Cgil, Landini,che, intervenuto nella trasmissione di Rai Tre , “Mezz’ora in più“, ha dichiarato: “I 200 euro una tantum in busta paga decisi dal governo non bastano: serve aumentare la tassazione sugli extraprofitti, aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie e dare il via ad un contributo di solidarietà per cui chi ha di più sostiene chi ha di meno. Ai lavoratori sotto i 35mila euro di reddito annuo manca una mensilità. O i partiti e il Parlamento tornano ad essere in sintonia con il mondo del lavoro e con le persone che continuano a pagare le tasse, altrimenti rischiano pesante, perché quando ormai metà dei cittadini italiani non ci va, perché non si sente più rappresentato, dovrebbe essere un campanello d’allarme per tutti. Dico che oggi che anche le persone più ricche stanno avvertendo che stanno avvertendo che il livello di diseguaglianza che si è determinato rischia di mettere in discussione il sistema”.
Attende come sarà costruita la misura del salario minimo per esprimersi, invece, il Presidente di Confindustria Bonomi,che nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento, ha sottolineato: “ E’ innegabile che i redditi sotto i 35 mila euro stanno soffrendo. Allora dobbiamo intervenire in modo serio. E non è con i 200 euro una tantum che si risolve il problema, perché con una bolletta sono già finiti. Quindi , è opportuno abbassare il costo del lavoro e mettiamo i soldi in tasca agli italiani. E questo è strutturale, le risorse ci sono. Non fosse altro che questo Paese paga mille miliardi di spesa pubblica. Abbiamo lanciato il patto per l’Italia, per realizzarlo bisogna sedersi ad un tavolo. Le nostre proposte sono chiare, quelle degli altri ancora non le ho sentite. Noi proponiamo di tagliare le tasse sul lavoro, mentre le proposte del ministro Orlando non le ho ancora sentite. Quando riceverò una proposta seria e articolata, e se è migliorativa rispetto alla mia, sono pronto a firmarla. A proposito del salario minimo,poi, non è un tema di Confindustria. I contratti di Confindustria sono tutti oltre i 9 ore l’ora. Quindi, non siamo né contrari e nemmeno a favore. Il tema del salario minimo è come verrà costruito”.
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