di Federica Marengo sabato 28 maggio 2022
-Nella novantatreesima giornata di guerra in Ucraina, i combattimenti e gli attacchi russi hanno continuato a concentrarsi nella regione nord-orientale del Paese, dove le forze russe, pur logorandosi, hanno fatto progressi ed espugnato Donetsk, città in cui i bombardamenti russi hanno causato la morte di 5 civili e 4 feriti, e Lugnansk, nel Donbass. Sotto attaccato delle truppe di Mosca, anche Severodonetsk, dove le truppe cecene guidate da Kadyrov hanno bloccato le vie d’uscita, mentre alle conquiste dell’esercito russo si va ad aggiungere la città di Lyman, strategico nodo ferroviario. Evacuati invece dal Luhansk, 31 civili , tra cui 13 bambini.
I bombardamenti, tuttavia, non si sono fermati neppure nella regione meridionale, ormai russificata in gran parte sotto l’aspetto linguistico e monetario. A Mykolayiv, infatti delle bombe hanno distrutto dei quartieri residenziali, causando un morto e 6 feriti tra i civili, mentre Kherson è stata interamente occupata dalle forze russe, che hanno chiuso ogni accesso al resto del territorio ucraino.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, che conta sull’invio da parte degli USA di missili a lungo raggio, nel suo consueto messaggio alla popolazione, pubblicato nella serata di ieri sui suoi canali social, ha assicurato: “Il Donbas sarà di nuovo ucraino. Al momento, la situazione è molto difficile nella regione, dove le truppe russe stanno guadagnando terreno. Ecco perché dobbiamo aumentare le nostre difese, aumentare la resistenza, così che il Donbas torni a essere Ucraina. Anche se la Russia porterà tutta la sofferenza e la distruzione nel Donbass. Noi ricostruiremo ogni città, ogni comunità”.
Sul fronte diplomatico, il Presidente russo Putin, che si è detto pronto a risolvere la questione del blocco dei porti ucraini e dell’esportazione del grano e, a riprendere i negoziati con Kiev, mettendo in guardia l’Occidente dal rifornire ancora di armi Kiev, per non creare ulteriore destabilizzazione, questo pomeriggio, ha avuto un colloquio telefonico di ottanta minuti con il Presidente francese Macron e con il cancelliere tedesco Scholz, pronti a trovare una soluzione alla questione del blocco dell’export del grano, e che hanno chiesto al numero uno del Cremlino “negoziati diretti e seri” con Zelensky ,il cessate il fuoco immediato e il ritiro delle truppe russe.
Inoltre, Macron e Scholz hanno chiesto a Putin la liberazione dei circa 2500 difensori di Azovstal fatti prigionieri dalle forze russe. Proprio in merito a tale questione, secondo quanto riportato dal Guardian, Denis Pushilin, leader della Repubblica popolare filo-russa di Donetsk, avrebbe riferito dell’intenzione di Mosca di allestire un tribunale internazionale sul territorio della Repubblica, in stile Norimberga ,per processare i militari ucraini evacuati dall’acciaieria , in alternativa allo scambio di prigionieri e che servirebbe, tra l’altro, a giustificare l’invasione dell’Ucraina ai fini della “denazificazione”, ripetutamente invocata da Mosca.
Il portavoce del Cremlino Peskov, ad ogni modo, ha assicurato che il Presidente Putin, Macron e Scholz continueranno a sentirsi telefonicamente.
In UE, invece, si attende il Consiglio Europeo straordinario del 30 e del 31 maggio cui parteciperà anche il Premier Draghi, preceduto dalla riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi dell’Unione di domani , nel quale si discuterà della guerra in Ucraina,del sostegno militare e finanziario a Kiev e della sua ricostruzione, del rischio di una crisi alimentare e umanitaria, specie nei Paesi più poveri come l’Africa (infatti, oltre al Presidente ucraino Zelensky, al vertice di Bruxelles parteciperà anche il Presidente dell’Unione Africana e , secondo il quotidiano spagnolo El Paìs, la UE starebbe ventilando l’ipotesi di organizzare una missione navale per scortare le navi ucraine fuori dal porto di Odessa verso l’Europa e l’Africa ).
Sul tavolo poi anche la questione dell’approvazione del sesto pacchetto di sanzioni che prevede l’embargo del petrolio russo, cui si oppone l’Ungheria. Al vaglio, per superare lo stallo, secondo indiscrezioni giornalistiche, la possibilità di limitare lo stop alle importazioni via mare, escludendo così l’oleodotto che trasporta il petrolio a Budapest.
In Italia, invece, al centro del dibattito politico per tutta la giornata di oggi, l’idea di un viaggio a Mosca, a titolo personale e non del Governo del segretario della Lega Salvini per chiedere il cessate il fuoco immediato, criticata trasversalmente da tutte le forze politiche di Maggioranza e Opposizione e dai ministri Guerini (Difesa) e Di Maio (Esteri), che, intervistato da Bruno Vespa alla tre giorni del Forum in Masseria, a Manduria, ha assicurato che l’Italia è in prima linea per lo sblocco dell’export di grano, lo scambio di prigionieri e cessate il fuoco localizzati, e che non smetterà mai di cercare una soluzione di pace. In serata, però, l’ipotesi della trasferta russa del leader del Carroccio sembra essere tramontata.
Nel frattempo, le conseguenze del conflitto russo-ucraino sull’economia italiana, sono state messe nero su bianco dal Centro studi di Confindustria che, nella sua analisi sulla congiuntura flash, ha evidenziato come : “L’eventuale blocco delle importazioni di gas naturale dalla Russia potrebbe avere un effetto molto forte sull’economia italiana, già indebolita. Tale shock causerebbe una forte carenza di volumi di gas per industria e servizi e un aumento addizionale dei costi energetici. L’impatto totale sul Pil in Italia, nel 2022-2023, è stimabile in quasi un -2,0% in media all’anno. L’analisi ‘congiuntura flash’ evidenzia che “nel 2/o trimestre 2022 lo scenario per l’Italia resta complicato”.
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