di Federica Marengo domenica 15 maggio 2022
-Nell’ottantesima giornata di guerra in Ucraina, l’esercito russo ha continuato ad attaccare la Regione del Donbass, a Nord-Est, e , in particolare le città di Donetsk e di Lugansk, (anche se sembra rallentare), causando morti e feriti, ma anche la città meridionale di Mariupol e l’acciaieria Azovstal, roccaforte della resistenza ucraina, guidata dal Battaglione Azov, rimasto con altri militari, circa 1500, di cui 600 feriti, all’interno dell’impianto siderurgico, nonostante l’evacuazione di tutti i civili rifugiativisi e per la cui salvezza è stata tentata una trattativa tra le parti, anche con l’intervento della Turchia, che ha messo a disposizione le sue navi per la messa in salvo dei feriti più gravi, cui, però, Mosca, tramite il capodelegazione russo Vladimir Medinsky, ha risposto, precisando che la trattativa relativa ai combattenti dell’Azovstal, definiti , secondo l’agenzia Tass, “criminali di guerra”, “non rientra nei negoziati politici”. Un appello per l’evacuazione di questi ultimi, infine, è arrivato dalle loro mogli.
Kiev, che ha reso noto come dall’inizio del conflitto siano 227 i bambini uccisi e 420 quelli feriti, riguardo all’impianto siderurgico, ha denunciato l’uso di bombe incendiarie o al fosforo, vietate dalle convenzioni internazionali.
Tuttavia, nella notte, proprio da Mariupol , è arrivato a Zaporizhzhia un convoglio di automobili con a bordo 500 rifugiati.
Sempre, nella regione a Sud Ovest, sono proseguiti gli scontri tra le forze russe ed ucraine per il controllo dell’Isola dei Serpenti, che le truppe ucraine vorrebbero riconquistare o quantomeno impedire alle forze di Mosca di utilizzarla come piattaforma per il lancio di ordigni.
Missili russi, poi , sono stati lanciati su Leopoli, al confine con la Polonia, mentre a Nord del Paese, nella città di Kharkiv, si sarebbe conclusa ormai la ritirata dell’esercito russo resa possibile dalla pressante controffensiva delle truppe ucraine, lasciando dietro di sé una scia di sé numerose vittime civili e non. Mosca, ora, sembrerebbe puntare su Izyum, nel Nord-Ovest.
Intanto, sul fronte diplomatico, si è tenuto a Berlino il vertice dei Ministri degli Esteri della Nato, dedicato alla guerra russo-ucraina, alla messa in campo di un’azione sostenuta per affrontare l’aggressione non provocata della Russia contro l’Ucraina (seria è la minaccia nucleare da parte del Cremlino) e alla questione della richiesta di adesione all’Alleanza Atlantca, da parte di Finlandia e Svezia, che sarà ufficializzata , rispettivamente dai due Paesi, domani e martedì , su cui ha posto un veto il Presiedente della Turchia Erdogan, evidenziando come in quei Paesi siano nascosti i terroristi curdi del PKK. Ma, Ankara, non ha chiuso del tutto alla possibilità di un’intesa tra i Paesi Nato al riguardo: infatti, sarebbe in corso una mediazione per accordi bilaterali su questioni tecniche e garanzie di sicurezza.
A favore dell’ingresso nell’Alleanza Atlantica di Finlandia e Svezia, previo voto favorevole dei Parlamenti dei due Paesi, gli USA, con il segretario della Nato Stoltenberg, assente causa positività al Covid19, hanno dichiarato: “L’Ucraina può vincere questa guerra e sono fiducioso che riusciremo a realizzare l’ingresso di Finlandia e Svezia”, mentre il Segretario di Stato USA , Blinken, ha affermato: “Negli ultimi sei mesi abbiamo visto una unità senza precedenti e sono convinto che continuerà fino a quando continuerà l’aggressione russa. Ho parlato con il mio collega turco. È un processo. E la Nato è un posto per il dialogo, perla discussione, per parlare di ogni differenza che abbiamo fra noi. Sono molto fiducioso che raggiungeremo il consenso. Gli Stati Uniti sostengono gli sforzi dell’Ue per liberarsi dall’energia russa. Questa dipendenza è andata avanti per anni e non può finire in un giorno. Gli Stati stanno prendendo dei passi per sostenere questo passaggio e colma vere eventuali carenze che potrebbero verificarsi”.
Per la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, invece: “Questa guerra non finirà così velocemente. Le azioni della Russia ha comportato che due Stati potrebbero aderire alla Nato. E prima del 24 febbraio non progettavano di farlo. Perché possa iniziare il dialogo con Mosca, la Russia deve prima smettere di bombardare l’Ucraina. Siamo pronti in qualsiasi momento non solo per parlare, ma anche per fermare finalmente che la gente venga uccisa. Ma anche perché questo accada, questi bombardamenti devono fermarsi”.
Il ministro degli Esteri Di Maio, poi, nel corso della sua intervista nella trasmissione di Rai Tre ‘Mezz’ora in più”, ha dichiarato: “Siamo in una fase della guerra in cui serve a livello europeo una controffensiva diplomatica. L’Europa è la forza gentile a capo della diplomazia del mondo e deve essere quell’istituzione pronta ad allargare gli sforzi diplomatici. Non possiamo più pensare che per arrivare alla pace dobbiamo affidarci a singoli Paesi. Siamo tutti d’accordo che la Nato non deve essere coinvolta in guerra direttamente e non ci deve nemmeno essere la percezione che sia coinvolta. Non vogliamo una guerra mondiale, vogliamo che vinca il negoziato”.
Ma la replica di Mosca, riguardo al no al riconoscimento dei nuovi confini imposti dalla Russia con la forza, dichiarato dal G7, non si è fatta attendere. Infatti, il Vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, sul suo canale Telegram, ha scritto che la Russia non è preoccupata della possibilità di un non riconoscimento da parte del G7 dei confini russi, se includeranno i territori occupati dell’Ucraina, in quanto , “a contare è il reale desiderio delle persone che vivono lì”.
Il Presidente ucraino Zelensky, nel frattempo, ha chiesto alla delegazione USA di senatori incontrata ieri a Kiev, che la Russia sia inserita nella lista degli Stati terroristi, complimentandosi poi con la Kalush Orchestra per la vittoria all’Eurovision Song Contest: “Il nostro coraggio impressiona il mondo e la nostra musica conquista l’Europa. L’anno prossimo l’Ucraina ospiterà l’Eurovision! Per la terza volta nella sua storia. Faremo tutto il possibile affinché possa essere Mariupol la città ospitante”, riecheggiato dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che, dopo l’incontro con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, a Berlino, ha dichiarato via Social e in un’intervista a Bild Tv: “Altre armi e altri aiuti in arrivo in Ucraina. Abbiamo concordato di lavorare a stretto contatto per garantire che le esportazioni di cibo ucraine raggiungano i consumatori in Africa e Asia. Grato a Blinken e agli Usa per la loro leadership e il loro sostegno incrollabile. Voglio sedere in un’aula di un tribunale internazionale e vedere Putin sul banco degli imputati. Il mio compito è portare quante più armi possibile in Ucraina, attivare quante più sanzioni possibile contro la Russia, e aiutare quanti più ucraini possibili fra quanti sono scappati dal Paese”.
In Italia , invece, il nuovo invio di armi “offensive” a Kiev (il terzo decreto interministeriale che lo prevede è stato già pubblicato in Gazzetta Ufficiale) e la posizione dell’Italia nel consesso internazionale rispetto al conflitto russo-ucraino sono ancora al centro del dibattito dei partiti, in vista dell’Informativa alle Camere del Premier Draghi del 19 maggio. Il M5S, pur soddisfatto per il passaggio in Aula del Presidente del Consiglio, ha ribadito la richiesta di una votazione da parte del Parlamento, proponendo una mozione o una risoluzione, aprendo così un fronte di scontro con l’alleato del Pd, attestatosi invece sulle posizioni del Governo , anche se entrambe le forze hanno escluso una crisi dell’Esecutivo, che arriverà fino alla fine della legislatura nel 2023.
Pd, che, a sua volta, ha contestato, tacciandole di “filo-putinismo”, le perplessità espresse dal segretario della Lega, Salvini, sia sul nuovo invio di armi pesanti che sull’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato, in quanto non favorirebbe la pace tra Russia e Ucraina, dicendosi però pronto a sostenere il Governo fino al 2023.
Critica, nei confronti dell’Esecutivo, l’Opposizione di Fratelli d’Italia, che ha espresso cautela sull’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato, poiché tale ingresso potrebbe modificare degli equilibri nella UE, e sollecitato il Governo a rivedere i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, visti i mutamenti del quadro geopolitico ed economico.
A tal proposito, domani , a Bruxelles, saranno presentate dalla Commissione UE le stime di primavera sulla crescita dell’Eurozona , le quali sono state riviste a ribasso anche per l’Italia. Secondo quanto trapelato dalle bozze delle Previsioni di primavera ,il Pil 2022 è diminuito dell’ 1,5% , rispetto a marzo , quando era a +2,6%.
Prodotto interno lordo, in calo anche in UE, per via della sua stretta dipendenza dal gas russo e più vicina al conflitto, con l’inflazione passata dal 3,5% di febbraio al 6,1%.
Evidente, quindi, il rischio di una recessione e la necessità di rinviare la riattivazione del Patto di Stabilità , sospeso per via dell’emergenza pandemica, visto l’aumento dei prezzi in atto, trainato dai beni energetici.
Roma, dunque, guarda al pacchetto di misure Repower EU , elaborato dalla UE, che prevede: l’indipendenza da gas e petrolio russi entro il 2027, l’introduzione di un tetto al prezzo del gas ,solo se si verificasse l’interruzione improvvisa e totale delle forniture dalla Russia, le linee guida per la modifiche del PNRR, l’attuazione di una piattaforma congiunta per l’acquisto del gas, la velocizzazione e l’allentamento delle procedure per la realizzazione di rigassificatori, salvo poi riconvertire gli impianti con strutture a idrogeno e la formalizzazione di un appello alle famiglie per la riduzione dei consumi.
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