di Federica Marengo venerdì 15maggio 2022-05-13
-Nella settantottesima giornata di guerra in Ucraina, le forze di Kiev continuano nella loro avanzata a Nord Est del Paese per liberare i villaggi intorno a Kharkiv, mentre lo scenario opposto si registra più a Sud, nella regione del Donbass, dove le truppe di Mosca premono sulle città, in particolare su Luhansk, anche se l’obiettivo non è più quello di conquistare nell’immediato l’intera regione, ma dapprima le città di Severodonetsk e di Lysychansk, per poi dare l’assalto a tutto il territorio.
Nella regione meridionale del Paese, invece, sempre sotto assedio e bombardamenti da parte dell’esercito russo, Mariupol e l’acciaieria Azovstal, roccaforte della resistenza ucraina, guidata dal Battaglione Azov e dai circa 1500 soldati rimasti nell’impianto siderurgico, di cui 600 feriti, per la cui evacuazione sarebbe in atto una trattativa tra le parti.
Colpite dalle truppe russe, anche le città di Zaporizhzia , Mykolaiv e Kherson, ma anche l’Isola dei Serpenti nel Sud Ovest ,sul Mar Nero, dove si susseguono i blitz delle forze russe, perno del traffico navale e piattaforma per il lancio di missili verso Odessa e le città meridionali.
Esplosioni , infine, sono state udite a Kiev,nonostante la capitale ucraina sia stata liberata , ma per le autorità locali, che hanno ridotto il coprifuoco, in vigore dalle 23:00 alle 5:00, si tratta delle operazioni di sminamento in corso e non di attacchi da parte dei russi, invitando però la popolazione a fare sempre attenzione al suono delle sirene in quanto la città resta obiettivo sensibile.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, intervistato per la prima volta in Italia, da Bruno Vespa nella trasmissione di Rai Uno, Porta a Porta, ha aperto alla ripresa dei negoziati solo quando Mosca abbandonerà il Paese , escludendo la cessione della Crimea e di altri territori dell’Ucraina, riecheggiato stamane dal ministro degli Esteri Kuleba, atteso lunedì a Bruxelles per il Consiglio degli Esteri, il quale ha respinto ogni ultimatum proveniente dalla Russia.
Il Presidente ucraino, poi, nel consueto videomessaggio alla popolazione pubblicato sui suoi canali social, ha evidenziato come le forze russe nei tre mesi di conflitto abbiano distrutto numerose strutture ospedaliere e sanitarie impedendo le cure degli ucraini.
Tuttavia, Mosca, irritata per l’annuncio da parte di Finlandia e Svezia di una imminente richiesta di adesione alla Nato, approvata sia dal Presidente USA Biden che dalla UE, attraverso una rappresentanza della missione permanente della Federazione Russa all’Onu, ha fatto sapere: “Nel loro desiderio di strangolare la Russia, le potenze occidentali sono pronte a tutto, incluso far resuscitare il nazismo. L’isteria anti-russa , scatenata dagli occidentali, non ha nulla a che fare con una genuina preoccupazione per il destino dell’Ucraina stessa e del suo popolo. Sono pronti a tutti, fino a far rinascere il nazismo nelle manifestazioni più brutte”.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov, invece, all’indomani dello stanziamento da parte dell’Unione Europea di 500 milioni di euro di aiuti militari all’Ucraina, a margine della partecipazione al vertice dei Ministri degli Esteri, ha attaccato la UE, dichiarando: “Le azioni dell’Ue rivelano che Bruxelles svolgerà la funzione di appendice della Nato. L’Ue è diventata un attore aggressivo e preso atto di questa contingenza. L’innocuità del desiderio di Kiev di entrare nell’Unione europea è discutibile”, mentre il portavoce del Cremlino, Peskov, che ieri aveva avvertito sul rischio di un’escalation e di una guerra nucleare determinata dal continuo rifornimento di armi da parte degli USA e dei suoi alleati, ha precisato: “Non c’è alcun progresso nella stesura di un possibile documento che Putin e Zelensky possano firmare. La Russia non è contraria ad un incontro tra i due presidenti ma è impossibile tenerlo senza adeguata preparazione”.
Nel pomeriggio, poi, il Presidente russo Putin, che ha presieduto il Consiglio di sicurezza nel quale si è discusso dell’operazione militare in Ucraina e delle potenziali minacce poste dalla decisione di Finlandia e Svezia di entrare nella Nato (contestata anche dal Presidente turco Erdogan, in quanto i due Paesi “ospiterebbero terroristi curdi del Pkk”), ha avuto un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Scholz, nel quale, secondo quanto riferito dal Cremlino: “E’ stata fatta una valutazione di principio sullo stato dei negoziati russo-ucraini, sostanzialmente bloccati da parte di Kiev”.
Il cancelliere tedesco Scholz , inoltre, secondo quanto riportato dal comunicato di Berlino, avrebbe esortato il presidente Putin, a un cessate il fuoco “quanto prima” in Ucraina, respingendo le accuse di quest’ultimo sulla “diffusione del nazismo” nel Paese e , avrebbe anche ricordato al Presidente russo la “responsabilità speciale” di Mosca per l’approvvigionamento alimentare mondiale, “particolarmente sotto pressione a causa della guerra” russo-ucraina.
In serata, la possibile svolta segnata dalla telefonata del ministro della Difesa USA, Austin al ministro della Difesa russo Schoigu: si tratta del primo colloquio USA-Russia dall’inizio della guerra in Ucraina, auspicato anche dal Presidente del Consiglio Draghi nella sua visita ufficiale a Washington, soprattutto alla luce della possibile crisi alimentare e umanitaria che potrebbe scaturire dal blocco dei porti del Mar Nero e delle navi che trasportano il grano.
Durante il colloquio, secondo quanto riportato dal Pentagono, Austin avrebbe chiesto a Schoigu un rapido cessate il fuoco in Ucraina e messo in evidenza l’importanza di preservare canali di comunicazione.
Della questione allargamento della Nato a Finlandia e Svezia, si parlerà domani, a Berlino,nel corso del vertice dei Ministri degli Esteri della Nato.
A Berlino, infatti, ,nel frattempo, si è svolto il G7 con riunione ministeriale sui temi degli Esteri e dell’Agricoltura (alla luce della distruzione dei raccolti, causata dalla guerra in Ucraina, “granaio d’Europa”, oltre che del blocco dei porti e delle esportazioni), senza trascurare la questione energetica e dell’indipendenza dei Paesi UE dalle forniture di gas e petrolio russi.
In merito, il Commissario UE alla Politica estera Borrell, ha spiegato: “Continueremo a lavorare per l’isolamento internazionale della Russia. Il G7 mostrerà un fronte unito per sostenere l’Ucraina. Sono sicuro che sarà questo il risultato di questo incontro. Forniremo all’Ucraina le armi di cui ha bisogno. L’Ue darà un contributo ulteriore di altri 500 milioni di euro. In tutto così contribuirà con 2 miliardi di euro. Ci vuole un accordo e un impeto politico per liberarci dalla dipendenza del gas russo. La guerra continua e lunedì i ministri degli Affari esteri forniranno un ulteriore slancio durante
la riunione in programma a Bruxelles. Perché ,anche se comprendiamo tutte le esigenze dei Paesi membri, allo stesso tempo serve un accordo”.
Ancora stallo, invece, sul sesto pacchetto di sanzioni che prevede tra le misure principali l’embargo graduale del petrolio russo, per via del veto di Paesi come l’Ungheria, contraria allo stop repentino, di cui si dovrebbe discutere lunedì prossimo, nel corso della riunione dei Ministri degli Esteri a Bruxelles.
Ad ogni modo, alla luce del taglio delle forniture di gas da parte di Gazprom dovuto alle contro sanzioni russe, annunciato sia per la Polonia che, nelle ultime ore , per la Finlandia, (in quest’ultimo caso , formalmente per via di bollette non pagate), la Commissione Europea ha elaborato il piano Repower Eu per il raggiungimento di un’indipendenza nell’approvvigionamento entro il 2027 e per una transizione energetica ,che verrà presentato ufficialmente il 18 maggio , ma di cui circola una bozza, che prevede l’introduzione di un tetto al prezzo del gas ,ma solo a condizione che l’interruzione delle forniture dalla Russia sia totale e il razionamento del gas in coordinamento tra gli Stati membri sulla base del principio di solidarietà.
A proposito di sanzioni, ma finanziarie, varato dalla Gran Bretagna e , annunciato dalla Ministra degli Esteri Truss, l’ultimo pacchetto di sanzioni contro la rete finanziaria del Presidente Putin, che includono anche la sua ex moglie, la famiglia e la sua cerchia ristretta. Tra i nomi inseriti nella nuova lista, secondo il Guardian, anche la ex first lady russa ed ex moglie di Putin, Lyudmila Ocheretnaya e la presunta fidanzata Alina Kabaeva. L’elenco delle sanzioni britanniche ad oggi include più di 1.000 individui e 100 entità.
Quanto all’Italia, il Premier Draghi, che mercoledì 18 maggio riceverà a Palazzo Chigi la Premier Finlandese Sanna Marin e giovedì 19 terrà un’Informativa alle Camere sulla guerra russo-ucraina e sulla missione in USA, ribadendo il sostegno all’Ucraina e l’impegno dell’Italia per il cessate il fuoco e la ripresa dei negoziati con il supporto di UE e USA, è intervenuto, insieme con il Presidente della Repubblica Mattarella la ministra per il Sud Carfagna e ad altri Ministri al Forum Ambrosetti, “Verso Sud Strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo”, tenutosi a Sorrento (Napoli), per parlare del ruolo centrale del Mezzogiorno per la diversificazione delle fonti di energia, guardando alla cooperazione con i Paesi del Mediterraneo come l’Algeria e , per la ripresa , alla luce degli ingenti finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di cui beneficia (il 40% delle risorse, pari a 80 miliardi).
Nel suo discorso, il Presidente Draghi ha quindi sottolineato: “La struttura del PNRR prevede che lo stanziamento di finanziamenti sia vincolato al rispetto delle scadenze, al raggiungimento di precisi obiettivi. Dobbiamo procedere rapidamente con l’agenda di riforme concordata con l’Unione Europea, per non perdere accesso ai finanziamenti e superare le fragilità strutturali che hanno rallentato la crescita dell’Italia e del Sud. Vogliamo accompagnare la transizione energetica nell’intera regione e contribuire, insieme alle autorità locali, a creare nuova occupazione e opportunità di crescita. Lo sviluppo dell’area mediterranea non può essere visto soltanto sotto il profilo delle politiche di coesione. È, piuttosto, la risposta a una lunga serie di sfide comuni: l’autonomia energetica, la tutela dell’ambiente, il miglior inserimento dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro. Va incontro all’esigenza di una maggiore integrazione europea, di una più forte proiezione dell’Europa nel Mediterraneo. E dobbiamo costruirlo insieme , Governo e Regioni, pubblico e privato, Nord e Sud. Un diverso corso della storia è possibile. Tocca a noi fare in modo che non resti un miraggio, ma diventi realtà. Oggi, l’area mediterranea ha un livello di integrazione inferiore alle sue potenzialità. Circa il 90% del commercio nel Mediterraneo avviene tra Paesi dell’Unione Europea. Appena il 9% sono scambi tra l’Europa e la sponda Sud del Mediterraneo. Solo l’1% sono scambi tra paesi della sponda Sud. Per invertire la rotta, investiamo innanzitutto nelle infrastrutture. Oltre metà dei fondi del PNRR e del Fondo Complementare in progetti infrastrutturali sono destinati al Mezzogiorno. Stanziamo 1,5miliardi per i porti al Sud, per renderli più efficienti, sostenibili, moderni. Potenziamo l’alta velocità e miglioriamo il collegamento del sistema portuale al resto della rete, per facilitare il trasporto di merci. Dobbiamo rafforzare la cooperazione tra Paesi del Mediterraneo anche nella politica energetica. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina almeno il 40% dei fondi al Sud -finanziamenti che si sommano a quelli del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Con il PNRR riduciamo i divari territoriali nei servizi, in particolare nell’istruzione, tramite investimenti mirati nella scuola, nella ricerca, nelle università. Dobbiamo fare in modo che tutti i cittadini italiani possano accedere a servizi della stessa qualità e con la stessa facilità”.
Al centro del dibattito dei partiti, però, ancora i temi del nuovo invio di armi all’Ucraina e del ruolo di Paese mediatore dell’Italia nella guerra in Ucraina, con il segretario del Pd, Letta che ha rilanciato l’idea di una Confederazione , a patto che non sia una UE di serie B, esprimendo soddisfazione per la missione di Draghi in USA, che ha posto l’Italia a guida della UE nel processo di pace tra Russia e Ucraina e ,dicendosi favorevole all’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato, pur consapevole che questo avrà degli effetti sull’assetto geopolitico.
Su posizioni più morbide , il Presidente del M5S, Conte, che ,dettosi a favore dell’ingresso dei due Paesi baltici nell’Alleanza Atlantica,ha plaudito all’impegno dell’Italia per la Pace e la ripresa di un negoziato, espresso dal Premier, riecheggiato nel centrodestra di Governo, dal segretario della Lega Salvini,che ha ribadito il no all’invio di armi offensive, mentre il numero due del Carroccio , capodelegazione e Ministro dello Sviluppo Economico, Giorgetti, si è detto scettico sull’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia, poiché ciò potrebbe fomentare ulteriormente l’animosità di Mosca.
Contro l’invio di armi pesanti e per il cessate il fuoco, Forza Italia. Critica nei confronti della missione in USA del Premier Draghi, definita “non compiuta” , Fratelli d’Italia, che ha parlato di rischi che l’allargamento a Finlandia e Svezia potrebbe costituire per la Nato, chiedendo riguardo alla situazione economica una revisione degli stanziamenti del PNRR.
Una richiesta di riferire in Parlamento sulla posizione dell’Italia nel conflitto e di una votazione delle Camere in merito ,è arrivata da Sinistra italiana.
In ultimo, riguardo alla pandemia, pubblicati dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, i dati del monitoraggio settimanale, secondo cui , fra il 20 aprile e il 3maggio, l’incidenza è scesa a 458 casi per ogni 100 mila abitanti, rispetto ai 559 della settimana scorsa; stabile, l’indice di contagio Rt a 0,96, sotto la soglia epidemica fissata a 1.
In calo ,anche il tasso di occupazione delle terapie intensive al 3,4 %, a fronte del 3,7%di una settimana fa e dei reparti ordinari a 12,6% dal 14,5% della settimana scorsa. Quindi, le Regioni sopra la soglia di occupazione dei reparti scendono a 0, con l’eccezione dell’Umbria a +31,6%, mentre 10 Regioni sono sopra la soglia del 15% , rispetto alle 12 di una settimana fa. Nessuna Regione, invece, a rischio alto.
Tuttavia, la circolazione del virus resta sostenuta e gli esperti esortano specie i fragili e gli anziani ad effettuare la 4°dose di vaccinazione e tutta la popolazione ad osservare la prudenza e l’uso delle mascherine al chiuso e in luoghi particolarmente affollati.
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