di Federica Marengo martedì 3 maggio 2022
-Nella sessantottesima giornata di guerra in Ucraina, i bombardamenti russi si sono concentrati su Mariupol, nel sud del Paese, e , in particolare sull’acciaieria di Azovstal, roccaforte della resistenza ucraina , nonostante sia in corso da ieri l’evacuazione dei civili attraverso i corridoi umanitari, sotto l’egida dell’Onu e della Croce Rossa, rifugiatisi nei sotterranei dell’impianto siderurgico. L’Azvostal, inoltre, nel pomeriggio, è stata oggetto di un tentativo di assalto da parte delle forze russe, che ha causato la morte di due donne. Tutto ciò, mentre , secondo quanto riportato dal sindaco di Mariupol, le operazioni di evacuazione dei civili, per lo più donne, bambini e anziani, sono state rallentate, con attacchi delle forze russe, e solo 3 dei 14 autobus partiti ieri dall’impianto siderurgico sono arrivati nella mattinata di oggi a Zaporizhzhia. Ancora in attesa di essere portate in salvo, 200 persone.
Sempre nella regione meridionale dell’Ucraina, colpite dall’esercito russo, anche le città di Odessa e Kherson (dove però le truppe ucraine starebbero recuperando la città occupata dall’esercito russo); ad Ovest,quella di Kharkiv (in cui le forze russe sono in difficoltà) e di Donetsk, nel Donbass (dove, in un attacco a una fabbrica, sarebbero morte 10 persone). In serata, attaccata da missili russi anche Leopoli, al confine con la Polonia.
Intanto, Kiev,la cui Procuratrice generale ,Iryna Venediktova, sta indagando sui crimini di guerra che sarebbero stati compiuti dalle truppe russe in varie regioni nei pressi della capitale e ha accusato il Presidente russo Putin di essere il responsabile, come comandante in capo, dei crimini di guerra commessi nelle zone vicine, come Irpin dove sono stati trovato 290 corpi di civili uccisi dai russi, sostiene che l’Ungheria fosse già stata informata dalla Russia dell’avvio dell’offensiva e ha lanciato l’allarme per un imminente allargamento del conflitto alla Transnistria, alla luce dell’evacuazione repentina delle famiglie dei generali russi locali registratasi nelle ultime ore.
Mosca, invece, ha accusato Kiev di altri attacchi a Belgorod, in territorio russo.
Sul fronte diplomatico, la mattinata è iniziata con un colloquio telefonico tra il Presidente francese Macron e il Presidente russo Putin, che avevano interrotto le comunicazioni dai fatti della sttrage di Bucha. Nella telefonata, durata più di due ore, secondo una nota del Cremlino, Putin, che ha firmato un nuovo decreto con le contro sanzioni nei confronti dei Paesi ostili alla Russia (stop a forniture e materie prime, anche sui contratti in essere), affermando che l’Occidente ignora gli orrori compiuti da Kiev, avrebbe sottolineato che : “nonostante l’incoerenza e l’impreparazione di Kiev per un lavoro serio, la Russia è ancora aperta al dialogo”, mentre dall’Eliseo hanno fatto sapere che il Presidente Macron ha lanciato al Presidente Putin “un appello, affinché la Russia sia all’altezza delle sue responsabilità di membro permanente del Consiglio di sicurezza, mettendo fine alla sua aggressione devastatrice in Ucraina”, tornando ad esprimere preoccupazione per la situazione umanitaria a Mariupol e nel Donbass,e sollecitando l’apertura di corridoi umanitari e il cessate il fuoco.
Il Primo ministro inglese, Jhonson, invece, intervenuto alla Rada, il Parlamento ucraino,ha confermato il sostegno a Kiev e annunciato l’invio di nuovi aiuti: “L’Ucraina vincerà contro la Russia e sarà un Paese libero. Oggi, ho un messaggio per voi: l’Ucraina vincerà e sarà un Paese libero. Voi siete i padroni del vostro ,nessuno può e potrà imporre nulla agli ucraini. Avete sfatato il mito dell’invincibilità di Putin. Il Regno Unito invierà ulteriori 300 milioni di sterline (356 milioni di euro) in aiuti militari all’Ucraina, comprese apparecchiature per la guerra elettronica e un sistema radar controbatteria. il Regno Unito invierà altri aiuti militari all’Ucraina nelle prossime settimane nell’ambito di un pacchetto di supporto” del valore di 300 milioni di sterline, circa 350 milioni di euro. Nelle prossime settimane, noi nel Regno Unito vi invieremo missili anti-nave Brimstone, sistemi antiaerei Stormer e radar. Stiamo fornendo veicoli blindati per evacuare i civili dalle aree sotto attacco , ciò che Volodymyr (Zelensky) mi ha menzionato nella nostra telefonata più recente”,
Il Presidente ucraino Zelensky, invece, stamane, ha parlato in videocollegamento al Parlamento albanese, ringraziando per il sostegno ricevuto e, dichiarando: “Adesso tutti, nel mondo, stanno dimostrando il loro carattere. Qualcuno è grande, per quanto riguarda le sue misure, ma piccolo quando deve dimostrare il coraggio, mentre qualcuno è piccolo sulla mappa, ma ha un grande cuore. L’Albania si è subito allineata alla posizione dell’Unione europea, sostenendo le sanzioni contro la Russia, mentre nel Consiglio di sicurezza Onu, dove dall’inizio dell’anno è membro non permanente, è stata, insieme agli Usa co-autore delle risoluzioni contro Mosca. L’Albania ha offerto all’Ucraina anche armi e materiali militari, oltre agli aiuti umanitari, aprendo le porte anche ai profughi. Vi chiedo , quindi: limitate il commercio con la Russia, perché se non oggi, domani utilizzerà questi legami per colpire il vostro mercato. Chiudete i porti alle navi russi, e limitate l’arrivo dei turisti dalla Russia, perché non potrete mai sapere, se fra di loro non ci sia uno degli assassini di Bucha, o uno dei carnefici di Mariupol”.
A Bruxelles, terminato il Consiglio dei Ministri dell’Energia dei Paesi membri, non senza divisioni, (vedasi la posizione di Ungheria e Slovacchia), la Commissione UE è in procinto di varare (dovrebbe essere presentato domani) il sesto pacchetto di sanzioni a carico di Mosca ,che oltre a prevedere l’embargo sul petrolio russo, dovrebbe colpire anche un altro gruppo di banche russe.
Quanto all’Italia, il Premier Draghi, è intervenuto in mattinata a Strasburgo, nella sessione Plenaria del Parlamento.
Ricordando David Sassoli, il Presidente dell’Europarlamento recentemente scomparso, i risultati raggiunti nella gestione della pandemia, il Presidente del Consiglio, in merito alla guerra in corso in Ucraina e ai suoi riflessi sull’economia, ha spiegato : “Sono davvero felice di essere qui nel cuore della democrazia europea. Voglio prima di tutto rendere omaggio alla memoria di David Sassoli, che ha presieduto il Parlamento Europeo in anni difficilissimi. Durante la pandemia, il Parlamento ha continuato a riunirsi, discutere, decidere, a testimonianza della sua vitalità istituzionale e della guida di Sassoli. Sassoli non ha mai smesso di lavorare a quello che definì nel suo ultimo discorso al Consiglio Europeo, un ‘nuovo progetto di speranza per un’Europa che innova, che protegge, che illumina’. La guerra in Ucraina pone l’Unione Europeadavanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica. In una guerra di aggressione, non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste. L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea: la pace nel nostro continente una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati; sul rispetto dei diritti umani, oltraggiati a Mariupol, a Bucha, e in tutti i luoghi in cui si è scatenata la violenza dell’esercito russo nei confronti di civili inermi. L’Europa ,può e deve avere un ruolo centrale nel favorire il dialogo,dobbiamo farlo per via della nostra geografia, che ci colloca accanto a questa guerra, e dunque in prima linea nell’affrontare tutte le sue possibili conseguenze. Dobbiamo farlo per via della nostra storia, che ci ha mostrato capaci di costruire una pace stabile e duratura, anche dopo conflitti sanguinosi. Abbiamo reso l’Ue uno spazio non solo economico, ma di difesa dei diritti e della dignità dell’uomo. È un’eredità che non dobbiamo dissipare, per questo è il momento di portare avanti questo percorso. Il 9 maggio si conclude la Conferenza sul Futuro dell’Europa e la Dichiarazione finale ci chiede di essere molto ambiziosi. Vogliamo essere in prima linea per disegnare la nuova Europa. In un quadro geopolitico divenuto improvvisamente molto più pericoloso e incerto, dobbiamo affrontare l’emergenza economica e sociale e garantire la sicurezza dei nostri cittadini. L’Italia, come Paese fondatore dell’Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica. Una disponibilità che viene ribadita anche per quel che riguarda i negoziati di adesione all’Ue che riguardano alcuni paesi. La piena integrazione dei Paesi che manifestano aspirazioni europee non rappresenta una minaccia per la tenuta del progetto europeo. È parte della sua realizzazione L’Italia sostiene l’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’UE. Sin dall’inizio della crisi energetica, l’Italia ha chiesto di mettere un tetto europeo ai prezzi del gas importato dalla Russia. Mosca vende all’Ue quasi due terzi delle sue esportazioni, in larga parte tramite gasdotti che non possono essere riorientati verso altri acquirenti. La nostra proposta consentirebbe di utilizzare il nostro potere negoziale per ridurre i costi esorbitanti che oggi gravano sulle nostre economie. Questa misura consentirebbe di diminuire le somme che ogni giorno inviamo a Putin, e che inevitabilmente finanziano la sua campagna militare. Una misura che si accompagna a quella dell‘ampliamento dello Sure, (il fondo europeo di sostegno all’occupazione) per fornire ai Paesi che ne fanno richiesta nuovi finanziamenti per attenuare l’impatto dei rincari energetici, una misura da mettere in campo in tempi rapidi per intervenire subito a sostegno dell’economia. Con l’estensione di Sure, gli Stati potrebbero finanziare interventi di riduzione delle bollette, ma anche il sostegno temporaneo ai salari più bassi, ad esempio con misure di decontribuzione, difendendo il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto le più fragili, senza rischiare di generare nuova inflazione. Il nostro governo è nato come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d’accordo su tutto, sul bonus del 110% non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati, perché toglie la trattativa sul prezzo. Il Ministro dell’Ambiente è stato straordinario, ha fatto provvedimenti straordinari. Possiamo non essere d’accordo sul superbonus 110% e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento. Cito un esempio: il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. Poi, le cose vanno avanti in Parlamento, il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro è molto bravo”.
Nel frattempo, in Italia, il giorno dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dei decreti da 14 miliardi (finanziati, non ricorrendo no allo scostamento di bilancio,ma alla tassazione del 25% sugli extraprofitti delle imprese dell’energia) con misure a sostegno delle famiglie e delle imprese in difficoltà per via del caro energia e del caro vita e le norme per accelerare l’indipendenza dal gas russo (la proroga fino all’8 luglio del taglio sulle accise dei carburanti esteso al metano, il bonus di 200 euro per i lavoratori dipendenti, i pensionati e gli autonomi fino a 35 mila euro di reddito,il contributo da 6 miliardi per attenuare l’effetto inflazione, il fondo da 200 milioni destinato alle imprese attive nelle aree del conflitto, il superbonus 110% per le villette valido fino al 30 settembre, sconti sull’abbonamento trasporti per studenti e lavoratori appartenenti a fasce di reddito più basse e risorse per l’accoglienza dei rifugiati), il ministro della Transizione Ecologica, Cingolani, nella sua Informativa alla Camera di questo pomeriggio, ha illustrato tali norme: “Se interrompessero ora il gas russo, avremmo un serio problema con lo stoccaggio. Per raggiungere il 90% di stoccaggio per l’inverno 22-23 sarebbero necessari circa 6 mesi, arriveremmo con gli stoccaggi pieni e potremmo affrontare il prossimo inverno e quelli successivi con una certa tranquillità. Una interruzione immediata dell’export russo renderebbe critico il superamento dell’inverno 2022-23 in assenza di rilevanti misure di contenimento della domanda che ovviamente sono previste. La tensione sui mercati ha anche determinato, dopo la forte diminuzione avvenuta nel corso del 2020, un vertiginoso aumento dei costi dell’energia: per quanto riguarda il mercato del gas naturale, il prezzo al PSV (Punto di Scambio Virtuale del gas naturale in Italia) è passato dai circa 20 euro al MWh di gennaio 2021 ai circa 100 euro al MWh del mese di aprile, con un aumento di quasi 5 volte (e con punte giornaliere che hanno superato i valori record di 200 euro). Per l’Italia o per qualunque altro grande paese europeo interconnesso il price cap nazionale sarebbe estremamente difficile da sostenere e il mercato semplicemente lo salterebbe a piè pari, perché non è conveniente vendere lì il gas. Non sarebbe una politica particolarmente intelligente”.
Tuttavia, la Maggioranza si è divisa sul Dl aiuti, con il M5S che non ha votato il provvedimento, essendo contrario a una norma che concede al sindaco di Roma, Gualtieri, i poteri per la realizzazione di un termovalorizzatore per i rifiuti, cui i pentastellati si sono sempre detti contrari. Al riguardo, il Presidente dei 5S , Conte, che oggi ha incontrato il garante Grillo a un evento nella Capitale sulle energie rinnovabili, ha sottolineato come il Governo , introducendo tale norma, non abbia messo in condizione il Movimento di votare il provvedimento con misure da tempo sollecitate proprio dagli esponenti grillini.
Soddisfatti, invece, tutti gli altri partiti di centrosinistra e di centrodestra che sostengono l’Esecutivo, i quali bollano la decisione pentastellata come “inconcepibile” o “ideologica”.
Altro tema divisivo per le forze di Governo , quello del nuovo invio di armi in Ucraina, la cui contrarietà è stata ribadita dal M5S, che ha chiesto al Premier Draghi e al Ministro della Difesa Guerini di riferire in Paralamento in merito,posizione su cui sembra convergere la Lega, che si è detta “dubbiosa” sull’invio.
Sull’invio di armi a Kiev, si è espresso anche Papa Francesco che, in un’intervista esclusiva al direttore de Il Corriere della Sera, Luciano Fontana, ha dichiarato: “Ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla?. A Kiev ,per ora non vado. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Non so rispondere sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini. La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto. Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così”.
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