di Federica Marengo domenica 17 aprile 2022
-Nella notte, che ha preceduto la cinquantaduesima giornata di guerra in Ucraina, l’allarme antiaereo è risuonato in quasi tutte le Regioni , tra le quali: Odessa, Kharkiv, Poltava, Donetsk, Sumy, Mykolayv. Dunque, Mosca sembra smentire il proposito di concentrare l’attacco solo nella parte sud-orientale dell’Ucraina, ovvero nel Donbass e a Mariupol e Odessa, preparando un attacco su vasta scala ,che potrebbe comprendere anche un ritorno nella capitale Kiev, come ventilato dai media degli USA, sulla base di indiscrezioni da parte di fonti del Pentagono.
Tornando alla regione meridionale dell’Ucraina, a Mariupol ,città sotto assedio da più di un mese e quasi completamente distrutta, Mosca ha lanciato nella notte l’ultimatum alle forze ucraine, asserragliate nell’acciaierie Azvtal insieme con il battaglione Azovstal: “Salvi se vi arrendete entro le 6:00”. Un ultimatum che, però, non è stato raccolto dalle truppe ucraine, che continuano tuttora a resistere.
Tuttavia, Mosca, ha fatto sapere in mattinata di aver accerchiato con il suo esercito proprio a Mariupol e proprio nella suddetta acciaieria, 400 mercenari stranieri.
Inoltre, la città portuale sulla costa orientale dell’Ucraina, secondo la Difesa di Kiev, potrebbe essere teatro, nei prossimi giorni ,di un possibile sbarco delle forze russe.
A tal riguardo, il Presidente ucraino Zelensky, rilanciando l’accusa ai russi di “genocidio”, ha dichiarato che la presa della città segnerebbe la fine dei negoziati, spiegando, nel corso di un’intervista alla CNN, registrata qualche giorno fa, che: “Sono pronto a impegnarmi nella diplomazia con la Russia per cercare di porre fine alla guerra, ma che gli attacchi di Mosca agli ucraini lo rendono più difficile. Qual è il prezzo di tutto questo? Sono le persone. Le molte persone che sono state uccise. E chi finisce per pagare? L’Ucraina. Solo noi. Per noi , questo è davvero un grande prezzo. Se c’è l’opportunità di parlare, parleremo. Ma parlare solo sotto un ultimatum russo? È una domanda sull’atteggiamento nei nostri confronti, non sul fatto che il dialogo sia buono o cattivo, è impossibile”.
Quindi,Zelensky, ha evidenziato, in merito ai negoziati, che: “La battaglia per il Donbass per noi è molto importante. Kiev, non cederà quella parte di territorio perché farlo potrebbe condizionare il corso della guerra. Non mi fido dell’esercito e della leadership russi. Ecco perché non possiamo perdere questa battaglia per l’est”, chiedendo poi al Presidente degli USA Biden di inviare più armi e celermente (sembra sia arrivata oggi la prima parte delle nuove armi per 800 milioni di dollari stanziati dagli Stati Uniti) e al Presidente francese Macron, che qualche tempo fa aveva invitato a non usare termini come “genocidio” per non compromettere le trattative con il Cremlino, a recarsi in Ucraina per constatare: “Sono grato per l’assistenza militare di Biden ma non è abbastanza. Abbiamo bisogno di più armi. Non ci basteranno mai, stiamo difendendo il nostro Paese. Ci servono oggi o domani. Non tra qualche mese Non si può combattere un Paese che è 20 volte il nostro solo con il carattere”, ha detto ancora il leader ucraino. “Credo che Biden verrà a Kiev ma spetta a lui decidere. Quanto a Emmanuel Macron, l’ho invitato a visitare l’Ucraina per vedere con i propri occhi che le forze russe stanno commettendo un “genocidio”, gli ho parlato. Penso che voglia garantire che la Russia si impegni in un dialogo”.
Infine, il Presidente dell’Ucraina, ha lanciato una stoccata ad alcuni Paesi UE e a Mosca: “Non molti Paesi hanno aiutato davvero l’Ucraina. Ovviamente, ci serve di più, ma sono lieto che (Joe Biden nda) ci abbia aiutato. Credo che adesso stiamo avendo un dialogo più pulito. E’ un dialogo che ha avuto qualche svolta inattesa, e non solo verbale. E’ stato molto, molto difficile perché non ci sono molti Paesi che ci abbiano aiutato davvero. Quel che più conta è la rapidità con cui le armi verranno consegnate e ha definito infondata la preoccupazione di alcuni alleati sull’impreparazione delle forze ucraine all’utilizzo di determinati armamenti. Ci sono persone che stanno offrendo soluzioni ma sembra che siano solo egoistiche, quindi non fanno davvero per noi. Siamo preparati a utilizzare qualsiasi tipo di equipaggiamento ma serve che venga consegnato molto in fretta. Siamo in grado di imparare a usare nuovi equipaggiamenti ma devono arrivare in fretta. Possiamo combattere la Federazione Russa anche per 10 anni. Non possiamo rinunciare al nostro territorio, ma dobbiamo trovare una sorta di dialogo con la Russia. Se ne sono capaci, allora siamo pronti, se c’è l’opportunità di parlare, allora parleremo, ma non sulla base dell’ultimatum russo. E’ una questione di atteggiamento nei nostri confronti. Prima ciò accade, meno persone moriranno”.
In serata, Kiev, tramite il numero due dell’ufficio di Presidenza, Igor Zhovkva, ha poi reso noto di aver completato il questionario per lo status di candidato all’ingresso in UE.
Sfumata quindi per oggi , l’intesa con Mosca per i corridoi umanitari, mentre, attacchi, si sono susseguiti durante tutta la giornata ,anche in altre città e regioni dell’Ucraina, in particolare a Kharkiv, dove il sindaco ha denunciato 23 bombardamenti in 24 ore, mentre a Trostianets, nella regione settentrionale di Sumy, cinque bambini sono stati feriti da trappole con ordigni lasciate dalle truppe di Mosca, e a Kherson, le forze russe hanno sparato su ragazzi in fila per acquistare il pane, uccidendone uno. Attaccata dai soldati russi anche Zolote, nel Luhansk, dove sono stati colpiti e uccisi due civili.
Intanto, il Cremlino, che ha convocato l’ambasciatore israeliano in Russia Alex Ben Zvi per discutere riguardo la condanna dell’invasione russa dell’Ucraina e la decisione del ministro degli esteri Yair Lapid di votare a favore della sospensione di Mosca dal Consiglio Onu dei diritti umani, tramite il ministro degli Esteri Kuleba, intervistato dalla Cbs, ha fatto sapere che : “Non ci sono state recenti comunicazioni diplomatiche tra la Russia e il suo Paese e che la situazione a Mariupol potrebbe portare a un blocco ai negoziati”, riecheggiato dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza ed ex presidente Dmitrij Medvedev, che ha avvertito: “Il default della Russia potrebbe comportare il default dell’Europa. Le sanzioni anti-russe possono provocare una iperinflazione in Europa”.
Riguardo alle sanzioni, la Presidente della Commissione UE Von der Leyen, che ha esortato gli Stati membri a consegnare rapidamente le armi a Kiev, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano tedesco Bild Am Sonntag, che : “Il prossimo round di sanzioni UE contro la Russia (il sesto) prenderà di mira il petrolio e le banche, in particolare Sberbank; le sanzioni previste dovrebbero includere la più grande banca russa, già presa di mira da Stati uniti e Regno Unito. Stiamo esaminando ulteriormente il comparto delle banche, in particolare Sberbank, che rappresenta il 37% del settore bancario russo. E naturalmente ci sono le questioni energetiche. La priorità assoluta è ridurre le entrate di Putin”.
Dichiarazioni a cui Mosca ha replicato, sottolineando tramite il portavoce del Cremlino, Peskov, che: “La Russia è in grado di “reggere” l’attuale confronto con l’Occidente”.
In Italia, invece, il Premier Draghi, nella prima intervista rilasciata a Il Corriere della Sera dal suo insediamento a Palazzo Chigi nel febbraio 2021, ribadendo l’unità del Governo, nel quale non sono mancate tensioni, sui provvedimenti allo studio (riforme della Giustizia e della Concorrenza e delega fiscale) e l’intenzione di proseguire fino alla fine della legislatura,e, smentendo l’intenzione di candidarsi in futuro, in merito alla guerra in Ucraina e ai rapporti con il Presidente Putin, ha detto: “Ci siamo telefonati con il presidente Putin prima dell’inizio della guerra. Ci siamo lasciati con l’intesa che ci saremmo risentiti. Alcune settimane dopo però ha lanciato l’offensiva. Ho provato fino alla fine a parlargli, anche in un’ultima telefonata l’ho chiamato per parlare di pace e gli ho chiesto di incontrarsi con Zelensky e di imporre un cessate il fuoco, mi ha risposto che i tempi non sono maturi. Sulle eventuali ricadute delle sanzioni sul gas, stiamo parlando di uno, due gradi di temperatura. La pace vale dei sacrifici”.
Da piazza San Pietro ,dove ha celebrato la solenne Messa di Pasqua, e ha impartito la benedizione Urbi et Orbi alla presenza di 50 mila fedeli, invece, Papa Francesco è poi tornato a chiedere la pace, affermando: “In noi, c’è ancora lo spirito di Caino, che guarda Abele non come un fratello, ma come un rivale, e pensa a come eliminarlo. Invece di uscire dalla pandemia mano nella mano. Sia pace per la martoriata Ucraina, si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre. Il pontefice cita il Manifesto Russell-Einstein del 1955: “Metteremo fine al genere umano?”.
Al Pontefice, in mattinata, era stato inviato un messaggio di auguri pasquali e per il suo imminente onomastico , il 23 aprile, dal Presidente della Repubblica, Mattarella, nel quale si legge: “In questo tempo di profonda inquietudine i più fondamentali diritti umani vengono tragicamente calpestati, in Ucraina così come in molte altre regioni del mondo. La guerra di aggressione, somma negazione di quegli imprescindibili vincoli di fratellanza sui quali si fonda l’umana convivenza, continua in queste settimane a seminare lutti indicibili, a separare famiglie, a violare l’innocenza dei più piccoli e fragili. In questo tempo di profonda inquietudine, i più fondamentali diritti umani vengono tragicamente calpestati, in Ucraina così come in molte altre regioni del mondo. La guerra di aggressione, somma negazione di quegli imprescindibili vincoli di fratellanza sui quali si fonda l’umana convivenza, continua in queste settimane a seminare lutti indicibili, a separare famiglie, a violare l’innocenza dei più piccoli e fragili. Lo spirito pasquale rinnova nelle coscienze l’invito a mantenere viva la speranza e saldo l’impegno per una pace fondata sulla giustizia, mentre il messaggio che Vostra Santità instancabilmente diffonde a difesa della dignità della persona costituisce per tutti, credenti e non credenti, una feconda fonte di ispirazione all’impegno per l’altro e verso l’altro. Con il vivo auspicio che l’appello a rifuggire dalla violenza possa essere accolto dall’intera famiglia umana , e nello spirito di profonda amicizia che unisce l’Italia alla Sede Apostolica , Le rinnovo le espressioni della massima considerazione per il Suo alto Ministero, pregandoLa di accogliere gli auguri di tutti gli italiani e miei personali per la Santa Pasqua e per l’ormai prossima ricorrenza del Suo onomastico”.
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