di Federica Marengo domenica 3 aprile 2022
-Nella notte che ha preceduto la trentanovesima giornata di guerra, sono tornate a risuonare le sirene in molte città dell’Ucraina. A Kiev, le forze ucraine hanno abbattuto 8 bersagli aerei dell’aviazione russa e la Viceministra della Difesa ucraina ha dichiarato che la regione intorno alla capitale è stata completamente liberata e che i soldati russi si sono ritirati (ma, sembrerebbe solo per riorganizzarsi e concentrare lo scontro nel Donbass e a sud dell’Ucraina).
A Mykolaiv, sul Mar Nero, invece, distrutto dall’esercito russo il porto, mentre a Mariupol, dove per il sindaco le truppe di Mosca impedirebbero l’evacuazione della popolazione rimasta e ,dove queste ultime avrebbero trasferito con la forza 40 mila persone in territori sotto il loro controllo, si è ritentata l’apertura di corridoi umanitari, poi bloccati anche a Kharkiv.
Stamane, poi, Mosca ha riferito di un impianto di petrolio e di un deposito di carburante distrutti a Odessa, dove nel pomeriggio, sono tornate a suonare le sirene di allarme, con le autorità che hanno invitato la popolazione a tornare nelle proprie abitazioni o a recarsi nei rifugi.
Reso noto poi, dal Presidente della Commissione diritti umani del Parlamento dell’Ucraina, che tra gli 86 prigionieri ucraini rilasciati dalla Russia, il 1° aprile scorso, in uno scambio , ci sono 15 soldatesse , rasate a zero “in segno umiliazione, arroganza, disprezzo”.
Colpito nell’est dell’Ucraina , dall’esercito russo, un ospedale, causando un morto e tre feriti (questi, i numeri accertati al momento).
Tuttavia, la notizia più scioccante è arrivata da Bucha, a nord-ovest dell’Ucraina, dove , dopo il ritiro delle truppe russe, sono stati scoperti cadaveri di civili che sarebbero stati uccisi con esecuzioni sommarie e fosse comuni nelle quali , secondo gli investigatori ucraini, sarebbero sepolti centinaia di civili e il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, ha parlato di “massacro deliberato” da parte delle forze russe e ha chiesto nuove sanzioni “devastanti” ai Paesi del G7, ovvero il quinto pacchetto, che eviti il raggiro dei blocchi attuato finora da Mosca.
A tal proposito, il Presidente del Consiglio Europeo, Michel, ha confermato il varo di nuove sanzioni da parte della Commissione Europea, dicendosi “scioccato dalle immagini inquietanti delle atrocità commesse dall’esercito russo nella regione vicina a Kiev” e ha assicurato che la UE assiste e assisterà l’Ucraina e le Ong nella raccolta delle prove necessarie per il perseguimento presso le Corti internazionali. Finora, secondo la Procuratrice di Kiev ,dalle zone liberate dalle forze russe, da Bucha a Gostomel, sarebbero stati recuperati 410 corpi.
Di “genocidio e di crimini di guerra”, ha parlato il Presidente ucraino Zelensky, che , in un videomessaggio, ha spiegato come Mosca abbia come obiettivo la conquista del Donbass e del sud del Paese (intento, poi confermato dalle dichiarazioni del Cremlino, che ha evidenziato l’importanza di “salvare le Repubbliche separatiste di Donetsk e di Lugansk”).
La condanna per le atrocità di Bucha è quindi arrivata anche dalla Presidente della Commissione UE, Von der Leyen, che ha chiesto di aprire un’inchiesta indipendente su tali orrori indicibili, riecheggiata dalla Presidente del Parlamnto UE, Metsola.
La richiesta di un’inchiesta indipendente sugli “spaventosi crimini di Bucha”, è stata avanzata anche dal cancelliere tedesco Scholz (che ha anche ribadito l’arrivo di nuove sanzioni a carico di Mosca e di aiuti militari per l’Ucraina per difendersi), mentre il Premier Draghi, tramite una nota, ha esortato Mosca a cessare subito le violenze contro i civili, sottolineando: “Le immagini dei crimini commessi a Bucha e nelle altre aree liberate dall’esercito ucraino lasciano attoniti. La crudeltà dei massacri di civili inermi è spaventosa e insopportabile. Le autorità russe devono cessare subito le ostilità, interrompere le violenze contro i civili, e dovranno rendere conto di quanto accaduto. L’Italia condanna con assoluta fermezza questi orrori, e esprime piena vicinanza e solidarietà all’Ucraina e ai suoi cittadini”.
La ferma condanna agli atti di Bucha è arrivata anche dai leader dei partiti di Maggioranza e di Opposizione italiani, che hanno chiesto sia di istituire una commissione d’inchiesta che di valutare l’embargo delle forniture di petrolio e gas russi e dal ministro degli Esteri Di Maio, che , su Twitter, ha scritto: “Da Bucha, immagini agghiaccianti. Corpi di civili ucraini a terra, uccisi, con le mani legate. Crudeltà, morte, orrore. Accertare il prima possibile l’esistenza di crimini di guerra. Queste atrocità non possono restare impunite. Con il popolo ucraino, la guerra russa va fermata”, così come dal Segretario generale della Nato, Stoltenberg, che ha dichiarato: “Si tratta di un atto di brutalità mai vista da decenni, le notizie che arrivano dalla città a nordovest di Kiev sono orribili e inaccettabili. Appoggiamo con forza un’indagine su quanto accaduto a Bucha da parte della Corte penale internazionale, organismo che ha già aperto un’inchiesta sui crimini di guerra in Ucraina. Il ritiro delle truppe russe dalla zona di Kiev, non è un ritiro reale ma piuttosto un riposizionamento. Non sono troppo ottimista su una de-escalation in Ucraina. Gli attacchi continuano e siamo anche preoccupati un potenziale aumento dei raid”, mentre il Segretario di Stato, Blinken ha definito l’invasione dell’Ucraina: “Un rovescio spettacolare per la Russia. Avevano tre obiettivi all’inizio: il primo era di assoggettare l’Ucraina e toglierle la sua sovranità e indipendenza, il secondo era affermare la potenza russa e il terzo dividere l’Occidente e la Nato. Su questi tre fronti hanno già perso. Stiamo facendo di tutto per sostenere l’Ucraina, in particolare con le armi, convinto che questo darà peso a Kiev nel tavolo negoziale”.
Infine, è l’Onu di Ginevra, tramite una nota, a sollevare seri interrogativi su crimini di guerra a Bucha: “Non siamo ancora in grado di commentare direttamente le cause e le circostanze della morte di civili a Bucha, ma ciò che è noto fino ad oggi solleva chiaramente interrogativi seri e inquietanti su possibili crimini di guerra e gravi violazioni del diritto umanitario internazionale”.
A tali condanne, giunte poi nel corso della giornata da tutti i leader degli Stati UE ed extra UE, tra cui la Polonia, che si è detta disponibile ad ospitare armi nucleari USA, qualora lo chiedessero, in quanto “rafforzerebbe in modo significativo la deterrenza su Mosca e la Gran Bretagna”, e la Gran Bretagna, che ha assicurato altre armi di difesa, definendo “crimini di guerra” gli atti compiuti dalle truppe russe, si è poi aggiunta la richiesta alla UE del ministro della Difesa tedesco Christine Lambrech di discutere lo stop alle forniture di gas da Mosca, anche alla luce del blocco deciso dalla Lituania, primo Stato dell’Unione a decidere in questo senso.
Forte anche l’esortazione a fermare la guerra “sacrilega” in Ucraina, “Pese martoriato”, arrivata da Papa Francesco, nel corso della recita dell’Angelus, al termine della messa celebrata nel piazzale dei Granai di Malta, nell’ambito del suo 36°viaggio apostolico.
Dal canto suo, il Cremlino ha respinto ogni accusa e, tramite il ministro della Difesa ha bollato come “fake” le foto ed i video sui morti di Bucha che sarebbero stati prodotti da Kiev e dai media occidentali, aggiungendo che la cittadina è stata bombardata dagli ucraini quando era ancora controllata dai russi.
Inoltre, in merito alle sanzioni UE, il portavoce Peskov, ha sottolineato: “Non può esserci un vuoto o un isolamento completo per la Russia, è tecnologicamente impossibile nel mondo moderno, il mondo è molto più grande dell’Europa e la stessa Russia è molto più grande dell’Europa. Prima o poi l’Europa dovrà dialogare con noi, che Washington lo voglia o meno”, mentre riguardo ai negoziati e alla sollecitazione da parte del Presidente turco Erdogan , primo tra i mediatori in campo, di un incontro tra il Presidente ucraino Zelensky e il Presidente russo Putin, il capo negoziatore Medinsky, ha detto: “Putin e Zelensky non sono ancora pronti per incontrarsi a un negoziato. La bozza di accordo non è pronta per essere sottoposta a un incontro al vertice. Ripeto e ripeto ancora: la posizione della Russia su Crimea e Donbass resta immutata”.
Sul fronte politico interno, Governo al lavoro su un altro provvedimento a sostegno di famiglie e imprese più in crisi per via del caro bollette , caro carburante e inflazione, oltre a quello in discussione al Senato, e sulle alternative alle forniture di gas dalla Russia. Su quest’ultimo fronte, varie sono le soluzioni in campo: dal rafforzamento della cooperazione con altri Paesi, come Azerbijan, dove si è recato nelle ultime ore il titolare della Farnesina, Di Maio (oggi, in Armenia) e Algeria, l’importazione di gas liquefatto dagli USA e dal Congo, l’affitto o l’acquisto da parte di Snam, di 2 rigassificatori, oltre i 3 già presenti in Italia e lo sviluppo e il potenziamento della produzione interna, per un aumento annuo di 9-13 metri cubi di gas.
Infine, in discussione in settimana, presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera, la proposta di legge sullo Ius Scholae del deputato pentastellato Giuseppe Brescia, che prevede che possa fare richiesta per la cittadinanza chi sia arrivato in Italia prima di aver compiuto 12 anni e porti a termine un percorso scolastico di 5 anni, per modificare la quale sono stati presentati 700 emendamenti: 640 solo da Lega e Fratelli d’Italia, che chiedono verifiche sulla conoscenza di tradizioni , sagre e feste popolari regionali. Restando nel centrodestra, una, invece la proposta di modifica presentata da Forza Italia, che prevede il completamento di tale ciclo di studi con successo, mentre dieci sono gli emendamenti presentati dal centrosinistra. Necessario , dunque, trovare una mediazione nella Maggioranza per l’approvazione alla Camera e ancor più per il via libera definitivo al Senato, dove i numeri sono più risicati, entro maggio.
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