di Federica Marengo martedì 1°marzo 2022
In attesa del nuovo incontro diplomatico tra le delegazioni russa e ucraina, che dovrebbe avvenire domani , in una località al confine tra Bielorussia e Polonia, a Kiev e in altre città si combatte ferocemente. Nella notte scorsa, infatti, l’armata russa ha intensificato i bombardamenti e i raid missilistici su Kharkiv e su Kherson e sulla base militare di Okhtyrka, tra Kharkiv e Kiev. E proprio a Kharkiv, questa mattina, è stata colpita da un missile la sede del Governo regionale, con l’obiettivo, secondo la Bbc, di uccidere il Governatore e il suo staff.
Tutto ciò, mentre una colonna di mezzi russi, lunga 60 Km è ormai alle porte di Kiev e la città di Mariupol, territorio strategico per la creazione di un ponte con la Criemea, è completamente sotto assedio. Bloccato agli ucraini, l’accesso al Mar d’Azov.
Dunque, il bilancio del conflitto si aggrava giorno dopo giorno. Secondo l’Onu, le vittime civili nei primi cinque giorni di combattimento sono oltre 400, ma il numero è destinato a crescere nelle prossime ore. Tra le vittime, anche bambini, al momento, almeno sedici.
Il Presidente russo Putin, ancor più isolato, ha minacciato l’Unione Europea e i Paesi che forniranno armi a Kiev, assicurando: “Saranno responsabili delle loro azioni”.
Proprio l’economia russa,è messa a dura prova dalle sanzioni comminate dalla UE, dalla Gran Bretagna e dagli USA, tanto da lanciare l’allarme default. La Banca Centrale russa infatti , per fronteggiare la difficilissima situazione, ha raddoppiato i tassi di interesse, portandoli al 20%, ma le banche locali sono vicine al fallimento e la Borsa di Mosca ha deciso di non aprire neppure quest’oggi. Inoltre, l’agenzia di rating Standard &Poor’s ha tagliato il rating delle grandi banche russe.
Male , tutte le Borse europee, compresa Milano e le banche. Bene i titoli dell’industria degli armamenti e dell’energia. Nuova fiammata dei prezzi di gas e materie prime.
E il quadro economico della Russia è destinato a peggiorare ulteriormente, vista la volontà emersa nel confronto in videoconferenza all’Eliseo cui hanno partecipato Gran Bretagna, Germania , USA, Canada e Giappone (il Premier Draghi non ha potuto prendervi parte per motivi tecnici), di introdurre a danno di Mosca nuove sanzioni che colpiscano altre banche, altri oligarchi e i fondi sovrani russi, sebbene gli alleati non abbiano nascosto le preoccupazioni per il potenziale rischio di escalation molto forte di Putin, pur ribadendo il proposito di determinare il collasso dell’economia russa , anche se ciò causerà un “leggero aumento dell’inflazione in UE”.
Stessa linea,quella di ulteriori sanzioni, sposata dal Premier inglese Johnson, che stamane ,nell’ambito del viaggio lampo in Polonia ed Estonia, ha incontrato il Premier polacco, Morawiecki, in prima linea per l’accoglienza dei rifugiati ucraini.
Restando in Europa, a Bruxelles, in mattinata, seduta plenaria del Parlamento, con l’intervento in videoconferenza , dopo il discorso della Presidente Metsola, del Presidente ucraino Zelensky, che ha dichiarato : “Sapevamo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare ma la tragedia che stiamo vivendo è immane. Siamo sotto i bombardamenti, sotto l’attacco dei missili, è stata una mattinata tragica questa. Stiamo dando la nostra vita per la libertà. Putin parla di operazioni contro le infrastrutture militari, ma si trattata di bambini, ieri ne ha uccisi 16 con i suoi missili. Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell’Ucraina verso l’Europa venga incoraggiata. Vogliamo essere membri a pari diritti dell’Ue. Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo. Provate che siete con l’Ucraina”.
A seguire, poi, l’intervento della Presidente della Commissione UE, Von der Leyen, che ha sottolineato: “Per l’Europa questo è il momento della verità. Quello in corso è uno scontro tra lo stato di diritto e lo stato delle armi, tra democrazie e autocrazie, tra un ordine basato su regole e un mondo di nuda aggressione. Accogliamo gli ucraini che devono fuggire dalle bombe di Putin, proponiamo di attivare il meccanismo di protezione temporanea per fornire a questi rifugiati uno status sicuro e l’accesso alle scuole, alle cure mediche e al lavoro. Uomini, donne e bambini stanno morendo, ancora una volta, perché un leader straniero, il presidente Putin, ha deciso che il loro Paese, l’Ucraina, non ha diritto di esistere. Questo non lo possiamo accettare. Ne’ ora ne’ mai. Il presidente Zelenskyy e il popolo ucraino sono una vera fonte di ispirazione. L’ultima volta che abbiamo parlato, mi ha parlato di nuovo del sogno del suo popolo di entrare a far parte della nostra Unione. Oggi, l’UE e l’Ucraina sono già più vicine che mai. C’e’ ancora una lunga strada da percorrere. Dobbiamo porre fine a questa guerra. E dovremmo parlare dei prossimi passi. Ma sono sicura: nessuno in questo emiciclo può dubitare che un popolo che difende così coraggiosamente i nostri valori europei non appartenga alla nostra famiglia europea”.
Quindi, nel pomeriggio, il Parlamento UE ha espresso voto favorevole (637 sì, a fronte di 13 contrari e 26 astenuti) alla mozione per l’avvio della procedura di adesione dell’Ucraina all’Unione.
Spostandoci in Italia, in mattinata, parallelamente alla seduta dell’Europarlamento, il Premier Draghi ha tenuto in Senato le sue Comunicazioni sul conflitto tra Russia e Ucraina, replicate nel pomeriggio alla Camera.
Nel suo discorso, il Presidente del Consiglio ha sottolineato: “L’invasione della Russia in Ucraina segna una svolta nella storia europea. Molti si erano illusi che la guerra non avrebbe avuto più spazio in Europa. Termina l’illusione che l’integrazione economica e politica che avevamo perseguito con la creazione dell’Unione Europea ci mettesse a riparo dalla violenza. Che le istituzioni multilaterali create dopo la Seconda Guerra Mondiale fossero destinate a proteggerci per sempre. In altre parole, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici. Invece, le immagini che ci arrivano da Kiev, Kharkiv, Maripol e dalle altre città dell’Ucraina in lotta per la libertà dell’Europa segnano la fine di queste illusioni. L’eroica resistenza del popolo ucraino, del suo Presidente Zelensky, ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili. Ora tocca a noi tutti decidere come reagire. L’Italia, non intende voltarsi dall’altra parte. Il disegno revanscista del presidente Putin si rivela oggi con contorni nitidi, nelle sue parole e nei suoi atti. Nel 2014, la Russia ha annesso la Crimea con un referendum illegale, e ha incominciato a sostenere dal punto di vista finanziario e militare le forze separatiste nel Donbass. La settimana scorsa, ha riconosciuto, nel più totale sprezzo della sovranità ucraina e del diritto internazionale, le due cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk. Subito dopo, in seguito a settimane di disinformazione, ha invaso l’Ucraina con il pretesto di ‘un’operazione militare speciale. Le minacce di far pagare con ‘conseguenze mai sperimentate prima nella storia’ chi osa essere d’intralcio all’invasione dell’Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma, unitaria. Tollerare una guerra d’aggressione nei confronti di uno Stato sovrano europeo vorrebbe dire mettere a rischio, in maniera forse irreversibile, la pace e la sicurezza in Europa. Non possiamo lasciare che questo accada. L’invasione da parte della Russia non riguarda soltanto l’Ucraina. È un attacco alla nostra concezione dei rapporti tra Stati basata sui diritti. Non possiamo lasciare che in Europa si torni a un sistema dove i confini sono disegnati con la forza. E dove la guerra è un modo accettabile per espandere la propria area di influenza. Il rispetto della sovranità democratica è una condizione alla base di una pace duratura. La lotta che appoggiamo oggi, i sacrifici che compiremo domani sono una difesa dei nostri principi e del nostro futuro. Ed è per questo che chiedo al Parlamento il suo sostegno. Un altro segnale preoccupante proviene dalla vicina Bielorussia, i cui cittadini domenica hanno votato a favore di alcune rilevanti modifiche della Costituzione ed eliminato lo status di Paese ‘denuclearizzato’. Questo potrebbe implicare la volontà di dispiegare sul proprio suolo armi nucleari provenienti da altri Paesi. Mentre condanniamo la posizione di Putin, dobbiamo ricordarci che questo non è uno scontro contro la nazione e i suoi cittadini – molti dei quali non approvano le azioni del loro Governo. Dall’inizio dell’invasione, sono circa 6.000 le persone arrestate per aver manifestato contro l’invasione dell’Ucraina , 2.700 solo nella giornata di domenica. Ammiro il coraggio di chi vi prende parte. Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra. L’Europa ha dimostrato enorme determinazione nel sostenere il popolo ucraino. Nel farlo, ha assunto decisioni senza precedenti nella sua storia , come quella di acquistare e rifornire armi a un Paese in guerra. Come è accaduto altre volte nella storia europea, l’Unione ha accelerato nel suo percorso di integrazione di fronte a una crisi. Ora è essenziale che le lezioni di questa emergenza non vadano sprecate. In particolare, è necessario procedere spediti sul cammino della difesa comune, per acquisire una vera autonomia strategica, che sia complementare all’Alleanza Atlantica. La minaccia portata oggi dalla Russia è una spinta a investire nella difesa più di quanto abbiamo fatto finora. Possiamo scegliere se farlo a livello nazionale, oppure europeo. Il mio auspicio è che tutti i Paesi scelgano di adottare sempre più un approccio comune. Un investimento nella difesa europea è anche un impegno a essere alleati” In seguito all’intensificarsi dell’offensiva russa, abbiamo adottato una risposta sempre più dura e punitiva nei confronti di Mosca. Sul piano militare, il Comandante Supremo Alleato in Europa ha emanato l’ordine di attivazione per tutti e 5 i piani di risposta graduale che ho illustrato la settimana scorsa. Questo consente di mettere in atto direttamente la prima parte dei piani e incrementare la postura di deterrenza sul confine orientale dell’Alleanza con le forze già a disposizione. Mi riferisco al passaggio dell’unità attualmente schierata in Lettonia, alla quale l’Italia contribuisce con 239 unità. Per quanto riguarda le forze navali, sono già in navigazione e sotto il comando Nato. Le nostre forze aeree schierate in Romania saranno raddoppiate in modo da garantire copertura continuativa, assieme agli assetti alleati. L’Italia è pronta a ulteriori misure restrittive, ove fossero necessarie. In particolare, ho proposto di prendere ulteriori misure mirate contro gli oligarchi. L’ipotesi è quella di creare un registro internazionale pubblico di quelli con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro. Ho poi proposto di intensificare ulteriormente la pressione sulla Banca centrale russa e di chiedere alla Banca dei Regolamenti Internazionali, che ha sede in Svizzera, di partecipare alle sanzioni. Sul fronte dell’approvvigionamento energetico. In caso di interruzioni nelle forniture di gas dalla Russia, l’Italia avrebbe più da perdere rispetto ad altri Paesi europei che fanno affidamento su fonti diverse. Questo non diminuisce la nostra determinazione a sostenere sanzioni che riteniamo giustificate e necessarie. Al momento, le forniture di gas non sono interrotte ma anche in caso di completa interruzione del flusso dalla Russia non dovrebbero esserci particolari problemi grazie ai volumi dello stoccaggio e ai flussi da altri Paesi. Il Governo è al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche. Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas. Tuttavia è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni. Tenendo presente che l’Italia importa circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia. In ogni caso, nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe comportare problemi. L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. Dunque ,la nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altra capacità di importazione. Ma in assenza di forniture dalla Russia, la situazione per i prossimi inverni rischia di essere più complicata. Il Governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. Le opzioni al vaglio, perfettamente compatibili con i nostri obiettivi climatici, riguardano prima di tutto l’incremento di importazioni di gas da altre fornitori , come l’Algeria o l’Azerbaijan; un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione; eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevedrebbero comunque l’apertura di nuovi impianti. Se necessario, sarà opportuno adottare una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e quello termoelettrico. Il gas rimane un utile combustibile di transizione. Dobbiamo ragionare su un aumento della nostra capacità di rigassificazione e su un possibile raddoppio della capacità del gasdotto TAP. Dobbiamo prima di tutto puntare su un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili , come facciamo nell’ambito del programma Next Generation EU. Dobbiamo continuare a semplificare le procedure per i progetti onshore e offshore , come stiamo già facendo,e investire sullo sviluppo del biometano. È importante muoverci nella direzione di un approccio comune per lo stoccaggio e l’approvvigionamento di gas. Farlo permetterebbe di ottenere prezzi più bassi dai Paesi produttori e assicurarci vicendevolmente in caso di shock isolati”.
A seguire, gli interventi dei senatori, e la replica del Presidente Draghi, nella quale ha evidenziato: “Quando ci sono grandi cambiamenti, la sensazione è di entrare in periodo completamente diverso di quanto visto finora, in questi momenti la prima pulsione è di fare i conti con se stessi e con gli altri, di dire ‘Io avevo visto giusto, tu no, ho ragione’ oppure dire ‘io ho sbaglio però per buoni motivi’. Ho la sensazione che questo sia marginale, non è il momento di fare i conti con se stessi e con gli altri ma di fare i conti con la storia, non quella passata ma di oggi e di domani. A questo punto, il passato, quello che abbiamo fatto, gli errori… Tutto questo è utile perché migliora la consapevolezza personale, ma è inutile se ci divide. Quello che abbiamo davanti è qualcosa che ci deve unire. A giudizio di Draghi con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia entriamo in periodo diverso, in cui il futuro cambierà radicalmente. Ho sentito prima dire che ci vuole più Europa, spesso queste sono state solo invocazioni e nessuno le sentiva come realtà, ma la realtà è che c’è più Europa. la risposta è stata pronta, ferma, rapida forte e unita. Questo è il grande cambiamento rispetto ad un atteggiamento velleitario degli ultimi decenni quindi questa è una cosa importantissima. Forse Putin ci vedeva impotenti, divisi, inebriati dalla nostra ricchezza. Si è sbagliato: saremo pronti a reagire e ribattere. Ho sperato fino alla fine che si potesse evitare questa mostruosità, non ci siamo riusciti perché era stato tutto premeditato da tanto tempo, le riserve della Banca centrale russa dalla guerra di Crimea ad oggi sono state aumentate sei volte, alcune sono state lasciate in deposito presso altre Banche centrali in giro per il mondo, altre presso banche normali. Non c’è quasi più nulla, è stato portato via tutto, queste cose non si fanno in giorno, in mesi, mesi e mesi. Non ho alcun dubbio che ci fosse molta premeditazione e preparazione. Bisogna pensare che da tutto ciò si esce con la pace e per la pace ci vuole il dialogo, ma ho l’impressione che questo non sia il momento. Avete visto ieri il secondo, il terzo tentativo del presidente Macron di parlare, avete visto che ogni volta le dichiarazioni di Macron sono smentite da fonte russa. Verrà un momento e per questo occorre tenere sempre, sempre l’attenzione vigile, occorre afferrare quel momento quando si presenta, ho l’impressione che ora non ci si sia, ma noi restiamo pronti in ogni caso. I valori fondanti della nostra Repubblica sono minacciati e il Senato ha voluto esprimere il suo sostegno al Presidente Zelensky, agli ucraini, all’azione che l’Italia farà e al Governo e per questo voglio ringraziarvi”.
Da qui, la votazione sulla risoluzione bipartisan, sottoscritta dalla Maggioranza e dall’Opposizione di Fratelli d’Italia, che impegna l’Esecutivo a: “Esigere dalla Russia l’immediato stop delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino; assicurare sostegno e solidarietà all’Ucraina attivando al più presto ogni azione per fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica, nonché , informando il Parlamento e coordinamento con gli altri Paesi UE e alleati , la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa”.
Risoluzione, che a Palazzo Madama, ha incassato 244 voti a favore, 13 contrari (tra cui il Presidente della Commissione Esteri, in quota 5Stelle Petrocelli) e 3 astensioni, e alla Camera, dove il Premier ha sottolineato la volontà di perseguire con convinzione la pace, respingendo le accuse di rassegnazione.
Approvato , quindi, anche l’invio in Ucraina di armamenti ed equipaggiamenti (secondo la legge 185 del 1990) per rafforzare il fronte Est della Nato e il piano e gli stanziamenti per l’accoglienza dei rifugiati.
Bocciate, invece, le altre quattro risoluzioni presentate dal Gruppo Misto.
Prevista per domani, l’Audizione della ministra dell’Interno Lamorgese sull’emergenza rifugiati.
Nel frattempo, nel pomeriggio, dopo un colloquio telefonico tra i Ministri degli Esteri di Cina, Wang Yi, e Ucraina, Kuleba, in seguito al quale Kiev ha chiesto la mediazione di Pechino nella negoziazione per il cessate il fuoco, l’aviazione russa ha compiuto un nuovo raid su Kharkiv, colpendo un edificio residenziale e causando 7 vittime e 24 feriti. Poi, l’attacco alla torre della Tv di Kiev, che ha provocato la morte di 5 civili, e il bombardamento sul memoriale della Shoah.
In serata, il Presidente ucraino Zelensky, nel corso di un’intervista rilasciata a CNN e Reuters ,dal bunker in cui è nascosto, ha chiesto al Presidente USA Biden di dare un messaggio “forte e utile” sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel discorso sullo Stato dell’Unione che terrà questa sera, rimarcando: “E’ una situazione molto seria, non siamo in un film. Io non sono una figura iconica, l’Ucraina lo è. Il mondo non può perdere qualcosa di così speciale”.
Domani, invece, all’ONU, si voterà sulla bozza di risoluzione contro l’aggressione della Russia.
E mentre la Turchia, chiuso il Mar Nero alle navi militari ha fatto sapere che non imporrà sanzioni alla Russia, perseguendo la via del dialogo bilaterale con Russia e Ucraina e ,Kiev si prepara alla sesta notte di combattimenti e bombardamenti, il funzionario del ministero dell’Interno ucraino, Vadym Denysenko, ha annunciato che le forze russe sono entrate nella città di Kherson, nell’Ucraina meridionale, città dalla grande importanza strategica, in quanto si trova nei pressi dell’estuario del fiume Dnepr.
-Quanto all’economia italiana , l’Istituto Nazionale di Statistica ha reso noti i dati sull’inflazione , in costante crescita da otto mesi, raggiungendo a febbraio il 5,7% , (pari al +0,9% su mese) su base annua e ai massimi dal novembre del 1995, trainata dai beni energetici e dai beni alimentari.
Un aumento, che si riscontra anche per i prezzi dei beni per la cura della persona e della casa, aumentati di 1 punto percentuale , oltre il 4%, determinando un incremento della spesa per le famiglie di 1.800 euro all’anno e di 2000 euro per le famiglie con due figli. A pesare, l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia.
Sempre dall’Istat, buone notizie , invece, sul fronte del Pil , con una crescita eccezionale registrata nel 2021, avendo il Prodotto interno lordo raggiunto il 6,6%, mentre il debito pubblico è sceso al 150,4% del Pil (nel 2020, era al 155,3% del Pil). E ora si teme per gli effetti sulla crescita del conflitto russo-ucraino.
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