-Quirinale, seconda giornata di votazioni per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, conclusasi nuovamente con un nulla di fatto. Intanto, proseguono le riunioni tra i partiti e tra i leader di centrosinistra e di centrodestra per arrivare ad individuare un candidato comune. Nel pomeriggio, vertice del centrodestra, seguito da una conferenza stampa alla Camera per annunciare la propria rosa di candidati: Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio. Nelle ore successive, riunione del Pd, M5 e LeU con bocciatura di tali candidati e apertura al dialogo per arrivare a individuare un candidato “super partes” condiviso.
-Covid19, mentre dalle Regioni , tramite documento comune,arriva la richiesta al Governo di semplificare le misure anti contagio , a cominciare dal sistema delle zone a colori e dalla quarantena per le scuole, il Consiglio UE, in merito ai viaggi nell’Unione, ha chiesto di sostituire il criterio della provenienza dalle aree di rischio con lo stato di salute della persona e con l’abolizione del tampone all’ingresso dei Paesi. Per viaggiare, dunque, sarà sufficiente il Pass, il Certificato Verde Digitale valido 9 mesi. Intanto, l’Agenas, l’Agenzia Nazionale per il Servizio Sanitario regionale, ha reso noti i dati sui ricoveri: il tasso di occupazione dei reparti cresce in 12 Regioni; stabile, a livello nazionale, al 30%. Terapie intensive stabili, al 17%.
di Federica Marengo martedì 25 gennaio 2022
Dopo la fumata nera di ieri, oggi, seconda giornata di votazioni alla Camera (fissate sempre alle 15:00) per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Tuttavia, l’esito era già scritto: i Grandi elettori hanno votato nuovamente scheda bianca (527). Sono proseguite, infatti , per tutta la giornata, le riunioni tra i leader e i partiti di Maggioranza e Opposizione per trovare un accordo su un candidato comune.
Ad aprire le danze, a ridosso dell’inizio del voto, il centrodestra, riunitosi prima della conferenza stampa alla Camera, annunciata in mattinata ,per illustrare una propria “rosa dei nomi” di candidati.
Tre, i papabili nuovi inquilini del Quirinale, tutti “non tesserati”, ovvero non esponenti dei partiti di centrodestra: l’ex ministra dell’Istruzione, Presidente della Rai e sindaco di Milano Letizia Moratti, l’ex Presidente del Senato e filosofo Marcello Pera e l’ex Magistrato ed editorialista Carlo Nordio.
Inoltre, il leader della Lega Salvini e la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni hanno anche specificato che la Presidente del Senato, Alberti Casellati,(che , secondo indiscrezioni di stampa,potrebbe in realtà essere la vera candidata, non condivisa però dall’ala governista di Forza Italia, in quanto ritenuta troppo “salviniana”) ,inizialmente inclusa tra i candidati, non è rientrata nella terna per la precisa volontà di non coinvolgere nella corsa le cariche dello Stato e che un candidato spendibile sarebbe potuto essere anche il Vicepresidente del PPE e Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento UE, Tajani, se non fosse per il suo ruolo di Coordinatore di Forza Italia, rimandando quindi alle valutazioni del centrosinistra.
Proprio il centrosinistra, Pd, LeU e il M5S, si è riunito anch’esso nel tardo pomeriggio,bocciando la terna presentata dal centrodestra, ma senza contrapporre propri candidati e aprendo, insieme con gli alleati, a un dialogo con il centrodestra sui nomi condivisi“di alto profilo” super partes, chiarendo che nessuna forza politica può vantare un “diritto di prelazione” per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Previsti per domani, quindi, nuovi incontri tra le delegazioni dei partiti di centrodestra e centrosinistra.
Intanto, sarebbero proseguiti anche i colloqui separati del Premier Draghi con i leder di Lega Salvini, Pd,Letta e M5S Conte. Sul tavolo, la possibile elezione del Presidente del Consiglio , che sarebbe caldeggiata dai dem , ma non dal centrodestra compatto e dai 5Stelle, che, invece, hanno ribadito la necessità che l’attuale Premier resti a Palazzo Chigi per affrontare le sfide che attendono il Paese: dall’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla gestione dell’uscita dalla pandemia e della ripresa economica ,passando per la revisione del Patto di Stabilità e per i venti di guerra in Europa che spirano sull’Ucraina, come sottolineato in una dichiarazione alla stampa dal Presidente penta stellato Conte.
Altro nodo da sciogliere poi, connesso a un eventuale passaggio di Draghi dalla Presidenza del Consiglio a quella della Repubblica, la scelta del nuovo Premier che andrebbe a sostituirlo (un tecnico o un politico?) e un conseguente rimpasto di Governo con cambiamenti nei Ministeri.
Tutto ciò mentre, non appare del tutto tramontata l’ipotesi di un Mattarella bis.
C’è attesa, dunque, per sapere quale intesa verrà raggiunta dalle forze politiche, che dovrebbero convergere ed esprimere un candidato comune fra giovedì- venerdì, quando dalla maggioranza qualificata di 673 voti si passerà alla maggioranza assoluta di 505.
Non solo le elezioni del Presidente della Repubblica, però, ma anche gestione della pandemia. Le Regioni, infatti, al termine della Conferenza tra i Presidenti hanno elaborato un documento da presentare al Governo nel quale chiedono di semplificare le norme anti Covid19 attualmente in vigore, a cominciare dall’abolizione del sistema delle zone di colore ,dalla quarantena nelle scuole (alla luce dell’”allarme caos” lanciato dall’Associazione Nazionale dei Presidi) e dall’eliminazione dal bollettino degli ammalati delle persone ricoverate in ospedale per altre malattie che si scoprono positive dopo aver effettuato un test.
Secondo il Presidente della Regione Liguria e Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Toti, infatti: “C’è una posizione comune delle Regioni, chiediamo una semplificazione importante delle regole Covid alla luce del quadro della pandemia: dal conteggio dei malati Covid vanno tolti i ricoverati per altre patologie e vanno anche semplificate le norme per le scuole. Ribadiamo che il sistema di conteggio dei malati Covid che inserisce anche coloro che sono positivi ,ma ricoverati per altre patologie, i colori delle regioni, il sistema dei tracciamenti delle catene epidemiologiche, sono tutte cose che appartengono al passato e non sono più coerenti con l’andamento dell’epidemia oggi e, pertanto, vanno modificati in fretta”.
Una linea, quest’ultima, confermata dal Presidente della Conferenza delle Regioni, Fedriga, che ha evidenziato: “Guardare al futuro e procedere rapidamente verso una normalizzazione della situazione che consenta una ripresa più ordinata e il rilancio del nostro Paese. Questi gli obiettivi che ci siamo posti oggi e che sono la base di una posizione che i Presidenti della Regioni hanno condiviso in modo unanime. Superare definitivamente il sistema a colori delle zone di rischio assieme all’ esigenza che la sorveglianza sanitaria sia riservata ai soggetti sintomatici rappresentano i caposaldi di un documento che sarà inviato al Governo e che sarà una piattaforma imprescindibile per il futuro confronto fra l’Esecutivo e le Regioni. Va poi semplificata, la sorveglianza nelle scuole. Sotto questo profilo per non interrompere continuamente l’attività didattica in presenza è opportuno tenere in isolamento solo gli studenti positivi sintomatici. Infine occorrerà rivedere la classificazione dei ricoveri Covid evitando di includere i pazienti positivi ricoverati per altre patologie”.
Restando in tema di modifiche alle misure anti Covid19, il Consiglio Europeo ha presentato la sua proposta relativa alle modalità per viaggiare nell’Unione, che prevede l’eliminazione del sistema delle mappe di contagio, facendo valere invece lo stato di salute della persona e il rilascio del Green o del Super Green Pass europeo, che entrerà in vigore dal 1° febbraio , la cui validità è fissata a 270 giorni (9 mesi).
Tutto ciò mentre, l’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari regionali ha reso noti i dati sui ricoveri: stabile , il tasso di occupazione in aree mediche , che si attesta al 30%. Stabile, anche la percentuale di occupazione dei posti di terapia intensiva al 17%, anche se in 7 regioni è stata superata la soglia del 20%, con la Provincia Autonoma di Trento al 27%, il Piemonte al 24%, Friuli Venezia Giulia e Toscana al 22%, Lazio, Marche e Val d’Aosta al 21%.
Dunque, si conferma la stabilizzazione dalla curva dei contagi e la discesa conseguente, anche se pesano, specie sulle previsioni di crescita, le incertezze legate agli sviluppi della pandemia e l’aumento dell’inflazione, che potrebbero compromettere la ripresa collegata anche agli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
A tal proposito e, riguardo alla revisione del Patto di Stabilità, in Audizione, presso la Commissione Affari Costituzionali e Occupazione del Parlamento UE, il Vicepresidente della Commissione europea Dombrovskis, ha dichiarato: “Nel complesso, gli Stati membri hanno dei piani di bilancio che permettono un sostegno ai conti e agli investimenti. In alcuni casi, tuttavia, abbiamo una parola di cautela per quel che riguarda l’aumento della spesa nazionale di Italia e in parte di Lettonia e Lituania. Quando le condizioni lo permettono è necessario ridurre il deficit e far diminuire il debito. La valutazione fatta sull’aumento della spese corrente di Lituania, Lettonia e Italia ci ha mostrato che per la Lituania è del 2,2% del Pil, per l’Italia dell’1,5%, e per la Lettonia è dello 0,8%. La nostra posizione è assicurare che le misure di supporto siano temporanee e mirate e che non lascino un onore permanente sulle finanze pubbliche e ciò particolarmente rilevante per gli Stati membri fortemente indebitati. Ecco perché abbiamo inviato questa piccola nota di cautela a questi tre Stati membri. Attualmente possiamo passare da un sostegno emergenziale a un sostegno più correlato alla ripresa e alla trasformazione dell’economia. Le condizioni per attivare la sospensione del Patto di Stabilità si rifanno a una recessione economica grave in tutta l’Ue. Abbiamo indicato la fine della clausola a quando l’Ue avrebbe raggiunto livelli pre-crisi, e ciò già sta avvenendo. La clausola scadrà quindi nel 2023; l’UE deve fornire degli orientamenti per un periodo intermedio, che va da qua al 2023. La nostra intenzione è presentare degli orientamenti interpretativi su come applicare il quadro fiscale nel periodo post-crisi. Esamineremo i punti del debito e della semplificazione”.
Questioni, su cui si è espresso anche il Commissario UE agli Affari Economici, Gentiloni, che ha sottolineato: “Nessuno può escludere che ci ritroveremo in una condizione economica grave, ma al momento stiamo uscendo da una crisi severa e quindi dobbiamo garantire certezza ai Paesi membri in merito alle future regole fiscali. Dobbiamo trovare il modo di rendere ottimali le nostre regole fiscali e di farlo entro il 2023. Riguardo alle misure dei Pnrr , sulla base dei dati degli Stati membri, sono complessivamente attuate in modo puntuale poiché oltre il 90% dei milestone e dei target del terzo trimestre sono completate. Circa l’80% dei milestone e dei target tra il quarto trimestre 2021 e il 2022 sono sulla strada giusta. La decisione del primo esborso per la Spagna è stata presa in maniera piuttosto accelerata perché molti degli obiettivi e dei target riguardavano decisioni e iniziative già prese dalle autorità spagnole. Ora, stiamo iniziando la nostra valutazione sulle nuove riforme e sui nuovi obiettivi da raggiungere da parte di Madrid, innanzitutto sulla riforma del mercato del lavoro. Noi sosteniamo gli accordi siglati dalle parti. Nella consultazione pubblica sulla governance economica ,conclusa a fine dicembre, c’è stata una sottolineatura sulla necessità di rendere più semplici e oggettive le nostre regole e anche su quella di mettere in discussione dei criteri come il calcolo dell’output gap che non sono osservabili. L’austerità non tornerà, questa non è la nostra proposta, c’è bisogno di regole più realistiche sui conti; il livello del debito del 60% non è stato pensato da un premio Nobel, ma è stato introdotto perché era la media del debito dei 12 Paesi firmatari dei Trattati a quell’epoca. Quindi ,ci sarebbe ragione per mettere in discussione quelle soglie ,ma non credo sia questo il modo per favorire la crescita, non è cambiando un numero che renderemo la situazione più adatta al periodo post-Covid”.
©Riproduzione riservata