-Covid19, stamane, inaugurazione del maxi hub vaccinale a Genova. Presenti, il Commissario all’Emergenza, Figliuolo e il Capo della Protezione Civile, Curcio, che hanno confermato l’arrivo a fine mese di quasi 3 milioni di dosi di vaccino e ribadito la necessità che le Regioni, marcino insieme, pur con le relative differenze, verso l’obiettivo delle 5 mila somministrazioni al giorno e dell’immunità di gregge entro l’estate, mentre il ministro della Salute Speranza ha firmato il protocollo con Regioni e Farmacie per rendere i farmacisti soggetti vaccinatori. Dal 16 aprile, poi, in arrivo il primo lotto di vaccino monodose Jhonson&Jhonson. Nel pomeriggio, dopo la partecipazione a un evento di solidarietà Coldiretti, a sostegno delle famiglie in difficoltà, il Premier Draghi ha presieduto con i ministri competenti, il Commissario Figliuolo e il Capo della Protezione Civile Curcio, il vertice con le Regioni, per discutere delle linee guida volte ad accelerare la campagna vaccinale. Intanto, Governo a lavoro sul decreto con le nuove misure anti Covid19, che dovrebbe approdare mercoledì in Consiglio dei Ministri,e che dovrebbe contenere un provvedimento per medici e operatori sanitari no vax. Possibile mediazione nella Maggioranza, a fronte delle divergenze tra linea rigorista (Pd, M5S, LeU , Italia Viva) e aperturista (Lega, Forza Italia) sulla proroga delle chiusure delle attività fino a maggio: a metà aprile si procederà a una verifica dei dati e nel caso i dati lo consentano a un graduale allentamento delle restrizioni a partire dall’apertura a pranzo di ristoranti e bar, sebbene il Viminale abbia reso nota la possibilità di viaggiare all’estero , verso mete indicate come sicure, già a partire dalle vacanze pasquali, suscitando la protesta di Federalberghi. Sul fronte interno ai partiti, frizioni nel Pd per la elezione della Capogruppo alla Camera, prevista per domani, e nei 5S, per la rifondazione del Movimento.
-Istat, previsto un recupero dell’economia dell’ Eurozona nel II trimestre.
di Federica Marengo lunedì 29 marzo 2021
A pochi giorni dalle festività pasquali, quando l’Italia, si troverà interamente in zona rossa, non si arresta il lavoro del Governo per incrementare la campagna vaccinale. A tal scopo è importante che le Regioni marcino all’unisono evitando le differenze che hanno segnato il primo trimestre di somministrazioni: è quanto ribadito stamane dal Commissario Straordinario all’Emergenza Figliuolo, recatosi con il Capo della Protezione Civile , Curcio, dopo le visite degli scorsi giorni in Calabria e in Sicilia, in Liguria, a Genova, per l’inaugurazione del maxi-hub della Fiera, utilizzato per le vaccinazioni.
“Non fermiamoci ai numeri ma utilizziamoli per fare un salto in avanti. Non siamo qua a fare classifiche. A noi interessa che il sistema paese vada avanti insieme, ognuno con le possibilità che ha e magari supportando dove c’è necessità. Sappiamo che i valori numerici possono avere un valore diverso in alcune parti d’Italia. A noi interessa ci si vaccini. A me non interessano numeri e numerini, si parla di 70-72 per cento per ogni Regione, ma non bisogna basarsi sulle percentuali. Fateci vedere anche le criticità, così le intercettiamo per lavorare insieme e risolverle. Qui ognuno fa un pezzettino o altrimenti non ne usciamo. E i famosi 500mila vaccini al giorno li raggiungeremo se ognuno farà il suo pezzettino”, ha dichiarato il Capo della Protezione Civile, Curcio, riecheggiato dal Commissario Straordinario all’Emergenza Figliuolo, con cui mercoledì prossimo sarà in Lombardia e che ha detto: “Confermo i circa tre milioni di dosi per fine mese, che ci porteranno a un totale da inizio campagna di 14 milioni e 170.000 dosi, rispetto allo stimato iniziale di 15,6 milioni, ma che è di più rispetto ai cali che inizialmente avevano paventato le aziende. E di questo ritengo si debba dare atto all’intervento del nostro primo ministro. Le Regioni hanno i loro modelli, a me interessa che raggiungano i numeri e per raggiungere i numeri sono disposto a qualsiasi cosa che rientri nella legalità. Certamente questa è una buona pratica e ne abbiamo anche altre”.
Tuttavia, al milione di dosi di Pfizer, alle 500 mila di Moderna e alle 113 milioni di dosi di Astrazeneca, si sommeranno le dosi di Jhonson&Jhonson in arrivo dal 16 aprile, mentre il Ministro della Salute Speranza ha reso noto di aver firmato il protocollo tra Regioni e Farmacie per le somministrazioni dei vaccini (escluse però le categorie dei fragili e dei soggetti allergici) , in sicurezza e previa formazione, ad opera dei farmacisti, come annunciato da lui stesso via Social: “L’unica strada per uscire dal tunnel è la campagna di vaccinazione. Ho appena firmato il protocollo con Regioni e farmacisti per far partire in sicurezza le vaccinazioni Covid nelle farmacie del nostro Paese. Oggi facciamo un altro importante passo avanti per renderla più veloce e capillare”.
Tutto ciò, mentre il Premier Draghi, partecipava all’iniziativa di solidarietà organizzata da Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica ,a sostegno delle famiglie che più hanno subito gli effetti della crisi, cui saranno destinati pacchi con prodotti alimentari Made in Italy.
Nel pomeriggio, invece, il Presidente del Consiglio ha presieduto , insieme con i ministri Gelmini (Affari Regionali e Autonomie) e Speranza (Salute) e il Commissario Straordinario all’Emergenza Figliuolo e il Capo della Protezione Civile Curcio , un vertice in videoconferenza con i Presidenti delle Regioni, per discutere delle linee guida del piano nazionale di vaccinazioni (ovvero: criterio dell’età e il doppio binario della costituzione di hub e punti vaccinali nelle città e di postazioni mobili per raggiungere paesi e luoghi isolati) per accelerare le somministrazioni (obiettivo 500 mila vaccinazioni al giorno da aprile e raggiungimento dell’immunità di gregge a luglio), dopo l’ammonimento rivolto ai rappresentanti degli enti locali per aver trascurato gli over 80 a fronte di alcune categorie professionali.
Un ammonimento al quale, Presidenti di Regioni, come Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Zaia (Veneto) e , il Presidente della Conferenza delle Regioni, nonché Presidente dell’Emilio Romagna, Bonaccini, hanno replicato lamentando la mancanza di dosi dovuta ai ritardi nella distribuzione e alla riduzione delle quantità operata dalle aziende farmaceutiche sotto contratto della UE, e chiedendo la redistribuzione in base alla popolazione e un incremento del personale per effettuare le somministrazioni.
In particolare, Bonaccini, ha anche polemizzato con il Presidente della Regione Campania, De Luca, che ha annunciato l’acquisto del vaccino russo Sputnik, in quanto non ancora accreditato come efficace e sicuro dall’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco e dall’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, invitandolo a non agire in maniera autonoma rispetto alle altre Regioni e ha esortato il Governo ad approvare in tempi brevi un provvedimento per medici e sanitari che renda obbligatorio vaccinarsi per chi è a contatto con i pazienti.
Sul tavolo, anche il nuovo decreto con le misure restrittive anti Covid19 che approderà in Consiglio dei Ministri mercoledì pomeriggio e che dovrebbe entrare in vigore dal 7 aprile. Allo studio della Ministra della Giustizia Cartabia anche un provvedimento che obblighi al vaccino medici e infermieri a contatto con il pubblico e che preveda lo scudo penale per chi somministra le dosi limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave.
Al centro del dibattito, anche le chiusure delle attività (ristoranti, bar, cinema, teatri e palestre) e l’abolizione della zona gialla, che, come preannunciato dal Presidente del Consiglio Draghi nel corso delle Comunicazioni alle Camere della settimana scorsa, in vista del Consiglio Europeo, verranno prorogate fino al 30 aprile, sebbene gli alunni delle scuole dalle Materne alla Prima Media potranno tornare a scuola in presenza, anche nelle Regioni in zona rossa.
Una decisione , quella della prorpga delle chiusure, che ha creato una divisione nella Maggioranza tra linea rigorista (Pd, LeU, M5S, Italia Viva ) e aperturista(Lega e Forza Italia), sposata quest’ultima dai Presidenti di Regione di Centrodestra, che hanno chiesto la reintroduzione della zona gialla e di programmare fin da ora le riaperture per quando la situazione epidemiologica lo consentirà, sulla base della certezza sull’arrivo dei vaccini. Al vaglio, una mediazione,caldeggiata da Forza Italia, con la verifica dei dati a metà aprile e un eventuale allentamento delle misure , qualora vi fosse un netto calo dei contagi e una minore pressione sulle strutture sanitarie. Quindi, secondo fonti i stampa, la ministra degli Affari Regionali e delle Autonomie Gelmini, avrebbe caldeggiato l’introduzione nel decreto degli automatismi nell’assegnazione delle fasce di colore alle Regioni, frenata però dalla cautela invocata dal ministro della Salute Speranza.
Ad accendere ulteriormente la polemica, all’indomani dell’annuncio del Commissario UE con delega alla task force sui vaccini Breton del certificato verde per viaggiare nei Paesi membri che attesti l’avvenuta vaccinazione o la negatività a un test o la guarigione dalla malattia, in vigore dal 15 giugno, la nota del Viminale che autorizza,effettuando un tampone all’andata e al ritorno, malgrado il divieto di spostamenti tra le Regioni e i Comuni in vigore, eccetto che per motivi di comprovata esigenza, (periodo di festività pasquali compreso), i viaggi all’estero, verso gli Stati indicati dal sito “Viaggiare sicuri della Farnesina, e che ha scatenato le proteste di Federalberghi, che ha trovato una sponda nell’Opposizione di Fratelli d’Italia, con la Presidente Meloni la quale ha definito “inaccettabile”la disposizione che “distrugge definitivamente il sistema alberghiero italiano” e ha chiesto al Governo Draghi una netta discontinuità con Conte rispetto a lockdown e a chiusure generalizzate.
Sul fronte interno ai partiti invece, tensione nel Pd alla vigilia della votazione , prevista per domani pomeriggio alla Camera, dopo quella al Senato di Simona Malpezzi, della capogruppo a Montecitorio, carica per cui sono in lizza Debora Serracchiani e Marianna Madia, con la seconda che ,mediante lettera ai deputati dem e al capogruppo uscente Delrio, inviata nel fine settimana scorso, ha manifestato disappunto per una presunta “cooptazione “ della elezione della collega Serracchiani, la quale ha rivendicato la propria autonomia, come pure Delrio ha precisato di non aver interferito nella decisione del gruppo dei deputati, divisi ad ogni modo in correnti, le quali sembrerebbero convergere, compreso quella degli ex renziani di base riformista, sulla Serracchiani.
Sulla richiesta fatta ai gruppi di eleggere due capigruppo donne è tornato questa mattina il segretario dem Letta, nel corso di un’intervista a Rai Radio Uno, nella quale ha spiegato: “Se posso permettermi di usare questo termine, credo che la scelta vada fatta in grande serenità”. Decideranno domani i deputati: i gruppi sono autonomi, per me l’unica cosa essenziale è che sia una donna. Mi stupisce come venga trattata la questione Madia-Serracchiani sui media: se fosse stato un confronto tra due uomini si sarebbe usato ben altro linguaggio. Quella del ricambio non è una battaglia, è la precondizione per stare in una società in cui uomini e donne devono avere le stesse opportunità. Io ho detto che per me la cosa fondamentale è che sia una donna, perché io sono uomo, i ministri sono uomini, almeno i due capigruppo che siano due donne. Il Pd ha fatto tre congressi e ha avuto nove candidati uomini. A chi mi dice che fatto cosa di immagine per scardinare equilibri interni rispondo: nel 2021 anche in Vaticano è stato nominato un vicesegretario donna. Io ho preso di petto una questione perché nel 2021, appunto, non esiste che il Pd debba essere un partito solo di uomini”.
Poi, sul rapporto con i circoli sul territorio e ribadendo la necessità di raggiungere l’ unità nel partito pur nella convivenza con la pluralità e diversità delle correnti, ha sottolineato: “Confesso che quando ho lanciato l’idea di parlare con i circoli, in diversi mi hanno detto che si trattava del solito metodo retorico di dire che si deve ripartire dalla base: ma io non credo che ormai la politica vada fatta con la comunicazione, si fa ancora nei territori, dalla base. Cosa dovevo fare? Dovevo vivacchiare? Per me è una scelta di amore. Alle volte in amore si fanno scelte irrazionali. Non è vero che la base non c’è più, la politica è fatta di militanti. Nel Pd non ci sono pezzi di un altro partito: con la scissione, che per altro io ho guardato da fuori, chi è rimasto lo ha fatto con convinzione. Siamo tutti democratici e democratiche, non ci sono ex. Lavoreranno come me e non sono ex..”.
In serata, poi, anche l’incontro con il Vicepresidente di Forza Italia, Tajani, nell’ambito dell’allargamento delle alleanze del Centrosinistra e la partecipazione al convegno Ispi su UE e pandemia, nel quale il numero uno dem, ribadendo l’importanza del Nex Generation EU e dialogando direttamente con il segretario della Lega, Salvini, dopo i botta e risposta delle scorse settimane, definendosi “sovranista europeo”, ha auspicato l’ingresso del Carroccio nel partito Popolare Europeo, alla luce del sostegno al Governo Draghi e della svolta europeista del partito di via Bellerio, auspicio a cui Salvini ha replicato evidenziando come “nessuno sia autorizzato ad a dare patenti di democrazia”, pur aprendo a una collaborazione “scevra da pregiudizi ed etichette”.
Frizioni, anche nel M5S, con il garante Grillo che, intervenuto a sorpresa in una riunione da remoto dei gruppi parlamentari nel fine settimana scorso ha ribadito come la regola del vincolo dei due mandati sia un pilastro del Movimento, suscitando le rimostranze degli oltre 65 tra senatori e deputati che, qualora tale norma presente nello Statuto venisse modificata, non sarebbero riconfermati nella prossima legislatura. Sulla questione, oggetto di studio da parte dell’ex Premier Conte, chiamato a rifondare il Movimento, insieme con la vicenda del divorzio dalla piattaforma Rousseau e della costituzione di una piattaforma autonoma, il garante dei pentastellati, sarebbe poi tornato nella giornata di oggi, secondo fonti interne, sottolineando: “Se si deroga al limite dei due mandati il M5S raggranellerà il 5% e chi oggi chiede che si bypassi la regola, risalente alle origini del Movimento, resterà comunque fuori dal Parlamento”.
Intanto, mentre da domani e fino al 28 maggio sarà possibile per le imprese e le Partite Iva, senza distinzione di codice Ateco, richiedere online sul sito delle Agenzie delle Entrate i ristori, stanziati dal Governo, mediante il Dl Sostegni , del valore di 11 miliardi,rivolto alla platea che abbia subito nel 2020 un calo di fatturato rispetto al 2019 del -30% della media del fatturato mensile e con indennizzi la cui entità dipenderà dai ricavi suddivisi in 5 fasce e comunque mai superiori ai 150 mila euro e con un tetto al fatturato compresi tra 5 e 10 milioni di euro, l’Istituto Nazionale di Statistica, in collaborazione con gli istituti tedesco ed elvetico ha reso note le previsioni dell’economia dell’Eurozona, evidenziando: “Nel quarto trimestre del 2020, l’attività economica nell’area dell’euro è diminuita meno del previsto ma il recupero dei ritmi produttivi è previsto a partire dal secondo trimestre 2021. Nel quarto trimestre 2020, il Pil dell’area dell’euro è diminuito dello 0,7%, osservano gli istituti di statistica, mentre la caduta dell’attività economica nel 2020 è stata del 6,6%. Secondo questa analisi la ripresa delle misure di contenimento in alcuni paesi dall’inizio di marzo per far fronte al peggioramento della situazione pandemica per il Covid-19 avrà effetti negativi che sono attesi avere solo un impatto transitorio sull’economia. Il quadro macroeconomico è caratterizzato da una elevata incertezza che accompagna sia l’evoluzione della pandemia e la velocità della campagna di vaccinazione, sia i tempi di realizzazione del programma Next Generation EU. Un aiuto potrebbe arrivare anche dalla fase di ripresa del commercio internazionale che è attesa proseguire, sostenuta dal deciso rafforzamento dei ritmi produttivi in Cina e negli Stati Uniti. Sul fronte dell’inflazione, i prezzi al consumo sono previsti in aumento nel corso del 2021. Quanto alla produzione industriale è prevista segnare un aumento congiunturale dell’1,6% nel primo trimestre 2021 per poi decelerare tra aprile e giugno (+1,2%) quando il tasso di crescita su base annua risulterà superiore al 24%, rispetto agli stessi mesi del 2020 contraddistinti dalla presenza del periodo di lockdown, che aveva caratterizzato quasi tutti i paesi dell’area. Nel terzo trimestre del 2021, la dinamica congiunturale registrerebbe aun nuovo miglioramento dell’1,3% mentre “la ripresa degli investimenti seguirebbe un ritmo più lento”.
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