-Governo, riunione del Premier Conte alle 18:30 con i Ministri Provenzano, Gualtieri, Amendola e Patuanelli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fraccaro, i capidelegazione di Maggioranza e due esponenti per ciascun partito di Governo, per discutere della bozza del Recovery Plan, ma proseguono le tensioni con Italia Viva, che, a una prima lettura del documento, si è detta insoddisfatta, in quanto il piano non avrebbe una “visione” per il rilancio e la ripresa del Paese. Inoltre, il partito renziano, ha posto sul tavolo altre questioni come : l’accesso al Mes sanitario, la cessione delle deleghe ai Servizi Segreti, il no alle proposte per le Famiglie e per il lavoro femminile da inserire nel Recovery Plan. Tuttavia, Pd, M5S e LeU fanno quadrato intorno al Premier e rilanciano l’azione di Governo, prospettando, però, in caso contrario, la sola ipotesi del voto anticipato. Sempre più probabile, dunque, la parlamentarizzazione della crisi e la conta dei voti di fiducia all’Esecutivo in Parlamento. Tra gli scenari possibili: un rimpasto, un Conte Ter o un Governo tecnico. Intanto, dalla Presiedente della Commissione UE, Von der Leyen arrivano parole rassicuranti riguardo l’accordo sul Recovery Plan: “Ottimi progressi con l’Italia”. Opposizioni di Centrodestra, critiche e per niente inclini a sostenere un “Governissimo”, specie Lega e Fratelli d’Italia. Intanto, in UE, ottimismo è stato espresso dalla Presidente della Commissione, Von der Leyen, rispetto all’intesa con l’Italia sul piano di ripresa.
-Istat, aumentano il reddito delle famiglie e il potere d’acquisto. In aumento, gli occupati su base mensile (+63%), ma in calo netto( -390 mila) su base annua.
di Federica Marengo venerdì 8 gennaio 2021
La nuova bozza del Recovery Plan, con investimenti raddoppiati per 222 miliardi in Sanità, Infrastrutture, Sud, Istruzione e Ricerca, Digitalizzazione, Cultura e Turismo e Competitività, inviata nella serata di ieri da Palazzo Chigi ai partiti di Maggioranza, non è piaciuta a Italia Viva.
A comunicarlo, nella mattinata di oggi , ai microfoni di Rai News24, la ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Bonetti, che ha dichiarato: “La gestione del nuovo Recovery Plan richiede una maggiore condivisione e una visione più chiara. Prima di decidere vogliamo conoscere. Per noi il Mes è una condizione essenziale per la sanità italiana. Non prenderlo toglierebbe 36 miliardi ai cittadini italiani. Il voto è uno scenario possibile, ma non il più probabile. Italia Viva è pronta a mettersi in gioco con le proprie idee per il bene del Paese”.
Sul tavolo, inoltre, la questione della cessione delle deleghe ai Servizi Segreti e il mancato accoglimento nel testo per accedere ai 209 miliardi (tra prestiti e contributi a fondo perduto) del Recovery Fund delle proposte del partito fondato da Renzi in merito agli investimenti per le Famiglie e per interventi a supporto dell’impiego femminile.
A seguire, poi, l’ulteriore avvertimento della ministra per le Politiche Agricole ,in quota renziana, nonché capodelegazione presso il Governo, Bellanova, che, nel suo intervento nella trasmissione “Ore 14” su Rai 2, ha sottolineato: “Per me, il tempo è finito, ora servono risposte. Sono mesi che chiediamo un accordo programmatico di Governo, perché non si può andare avanti con un Dpcm e un dl alla settimana, non si può portare avanti così un Paese grande come l’Italia. Noi critichiamo e facciamo proposte, il punto è se poi quelle proposte vengono accolte, non si può solo distribuire bonus e ricorrere alla cassa integrazione. Questo tappa buchi non basta, c’è bisogno di programmare per dare prospettive. Questa esperienza di Governo è al capolinea, abbiamo fatto un Cdm dalle 21 all’1 di notte per decidere se aprire la scuola il 7 o l’11… lo capiscono anche i bambini che si è conclusa un’esperienza”.
Poi, alla domanda se il Governo Conte bis sia giunto al capolinea, ha chiarito: “Questo dipende da Conte, da come vuole affrontare la situazione di grande emergenza in cui verte il Paese. Le risposte vanno date al Paese, ai cittadini, non al collocamento dei ministri o dello stesso Conte”.
Dichiarazioni, anticipate ieri dal leader di Italia Viva, Renzi, che , nella trasmissione Tg2 Post, nonostante l’apertura del Premier alle modifiche al Recovery Plan e al rimpasto, aveva evidenziato: “Presenteremo un nostro documento che chiederà: sì o no al Mes? Le nostre richieste sono più soldi per la sanità che vuol dire prendere il Mes. Non saremo complici di uno sperpero, siamo pronti a dimetterci e andare all’opposizione. Se Conte, come sembra,vuole cercare i voti dei responsabili in Aula lo aspettiamo lì. Se non ha i numeri, c’è un altro Governo, non le elezioni”. Dunque, cresce l’attesa per il confronto, parte in presenza, parte in videoconferenza, iniziato alle 18:30, a Palazzo Chigi, tra il Presidente Conte, i Ministri : Provenzano (Sud), Gualtieri (Economia) , Amendola (Affari Europei), Patuanelli (Sviluppo Economico) , il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fraccaro, i capidelegazione di Maggioranza e due esponenti per ciascun partito forza di Governo, per discutere della versione aggiornata del Recovery Plan e trovare un’intesa sull’attivazione del Mes sanitario, (su cui però sia il Premier che i 5Stelle hanno già ribadito la contrarietà) e la cessione delle deleghe all’intelligence finora detenute dal Premier (intesa, possibile, date le indiscrezioni di stampa secondo cui Conte si sarebbe convinto ad affidare i Servizi Segreti a un tecnico).
Se si giungesse a un’intesa nella Maggioranza , quindi, il documento sarebbe analizzato in Consiglio dei Ministri, e , una volta approvato, passerebbe in Parlamento per l’esame da parte delle Camere e da lì andrebbe al vaglio delle Opposizioni e delle parti sociali.
In caso di mancato accordo, invece, si aprirebbero diversi scenari: un rimpasto, un Governo Conte Ter , un Governo di tecnici o il voto anticipato, sebbene l’ipotesi più plausibile sembrerebbe essere quella di una parlamentarizzazione della crisi, ovvero la ricerca alla Camera e al Senato del voto di fiducia (secondo i retroscenisti il Premier potrebbe contare , specie al Senato dove i numeri della Maggioranza sono risicati, di una manipolo di “responsabili”, malgrado le annunciate indisponibilità dei centristi Quagliariello e Romani).
Tuttavia, il segretario del Pd, Zingaretti, nel corso della Direzione nazionale del partito ,svoltasi in mattinata, ha blindato il Premier Conte, sottolineando la necessità di rilanciare il patto di legislatura, sicuro che, in caso di crisi, la sola alternativa possibile sarebbero le elezioni anticipate.
“Anche se siamo nel pieno di una vicenda politica in evoluzione, ho ritenuto utile e opportuno convocare la direzione nazionale per informare il gruppo dirigente sullo sviluppo della situazione politica. La direzione sarà riconvocata presto per seguire gli sviluppi della situazione. E’ un passaggio fondamentale per il futuro non solo del Governo ma del Paese. Si può raggiungere l’obiettivo. Se prevale un vero dialogo. Una predisposizione di tutti all’ascolto, e il rispetto di ognuno rispetto agli altri componenti della Maggioranza che sostiene il Governo. Sono fiducioso. Ma anche consapevole della delicatezza di questo passaggio”, ha affermato il numero uno dei dem, continuando: “Il logoramento dei rapporti politici già in passato, nella storia della Repubblica, ha portato a un’evoluzione incontrollabile, il cui esito sono state proprio le elezioni anticipate. Noi non abbiamo mai temuto il voto. Non lo temevamo quando Salvini ha deciso di porre fine al Governo nell’estate del 2019, non lo temiamo ora, ma poiché il rischio è reale, concreto, ribadiamo con maggiore forza che per noi l’Italia ha più bisogno di sconfiggere il virus e di un solido progetto di sviluppo. E che questo compito spetta a questa alleanza. Si può raggiungere l’obiettivo. Se prevale un vero dialogo. Le misure eccezionali di sostegno varate dal Governo in questi mesi sono state indispensabili per ridurre”.
Stanco, dei continui ultimatum di Italia Viva, invece, il Vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera Bordo, che ha detto: “Gli ultimatum, le minacce di strappo, il rilancio continuo stanno purtroppo trasformando la discussione sul rilancio dell’azione di Governo in un teatrino che rischia ormai di diventare insopportabile. Cominciamo ad essere stanchi noi di questo spettacolo, figuriamoci gli italiani. In questi giorni, è stato fatto un sforzo importante, chiesto a gran voce anche dal Partito Democratico, per correggere il piano del Recovery fund. Sono stati fatti passi avanti non indifferenti sulla sanità, le infrastrutture, il turismo, le politiche attive del lavoro, la parità di genere, l’integrazione sociale. Ma nonostante questo, Italia Viva continua a chiedere più uno, come se volesse, a prescindere, far saltare comunque il banco. Non c’è più molto tempo e neanche credo che Renzi possa abusare ancora a lungo della pazienza e della responsabilità del resto della Maggioranza. Questo è il momento delle scelte. C’è ancora spazio, come noi sosteniamo, per trovare una sintesi e ripartire, rafforzando l’azione e la squadra di Governo con un patto politico di legislatura. Diversamente, ognuno si assumerà le proprie responsabilità di fronte al Paese”.
Premier blindato e rilancio dell’azione di Governo anche per LeU e per il M5S, con il ministro degli Esteri Di Maio, che ha evidenziato: “Questo Governo deve andare avanti perché il Paese non può rischiare di cadere nell’immobilismo, non sono accettabili giochi di palazzo. Il problema non è Conte, anzi Conte va rispettato esostenuto, se dobbiamo discutere di qualcosa non discutiamo di poltrone ma di temi. Non serve cambiare il Premier ed è inconcepibile il dibattito in corso in queste ore», semmai servono idee, pianificazione, programmazione. Lavoriamo tutti a un patto di Governo più articolato che dia certezze sui temi ad ogni forza politica, ma insieme a Conte. Va proposto ai nostri partner un nuovo patto per l’Italia anche con le riforme costituzionali e nuovi strumenti e diritti nell’economia e nel sociale. Anche perché ciò che ora conta più di tutto è il Recovery plan perché sulla base di questo strumento avvieremo la ricostruzione del Paese. Per questo, al di là di tutte le tensioni che ci sono nel governo dobbiamo mettere in sicurezza il Recovery plan il prima possibile approvando un progetto ambizioso. In questa fase è pericoloso per il Paese tornare al voto, perché significherebbe perdere parte del Recovery, significherebbe dare il colpo di grazia alla nostra economia» e «chi lo provocherà si assumerà la sua responsabilità”.
Sul fronte, delle Opposizioni di Centrodestra, invece, critiche nei confronti del Governo sulla gestione del Recovery Plan e della verifica di Maggioranza e per niente inclini a sostenere un “Governissimo” , Lega , Fratelli d’Italia e Forza Italia ,che ha lanciato la proposta di un Recovery Plan alternativo, sollecitando a incrementare i fondi per la Sanità con l’accesso al Mes da 36 miliardi senza condizionalità, (se non quello legato all’indirizzo di spesa).
Ottimismo invece è stata espresso dalla Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen,in merito all’intesa sul Recovery Plan. Quest’ultima infatti, a margine della conferenza stampa nella quale ha annunciato il raggiungimento di un accordo con Pfizer e BioNTech per l’acquisto di altre 300 milioni di dosi del vaccino, il primo approvato dall‘Ema, ha dichiarato: “Sul piano di ripresa stiamo parlando con il governo italiano, così come parliamo con gli altri governi, ma nello specifico ci sono ottimi progressi”.
Intanto, l’Istituto Nazionale di Statistica ha reso noti i dati riguardo il reddito delle famiglie e il potere d’acquisto nel terzo trimestre, registrando nel primo caso, un aumento del 6,3 % rispetto al trimestre precedente e, nel secondo una crescita del 12,1%, con una propensione al risparmio pari al 14,6%, in diminuzione di 4,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma in crescita di 6,5 punti rispetto al terzo trimestre del 2019.
Quanto al rapporto Deficit-Pil, nel terzo trimestre ,quest’ultimo, è balzato al 9,4% dal 2,2% nello stesso trimestre del 2019, con il peggioramento dei saldi “dovuto sia alla riduzione delle entrate, sia al consistente aumento delle uscite, dovuto alle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti dell’emergenza economica e sanitaria su famiglie e imprese“. Complessivamente, nei primi tre trimestri del 2020 le amministrazioni pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al 10,1% del Pil, in deciso aumento rispetto al 2,8% del corrispondente periodo del 2019.
Infine, riguardo agli occupati, rilevata a novembre 2020 una crescita nel numero, dopo la stabilità del mese di ottobre, pari a +0,3% ,ovvero +63 mila unità. Su base annua, invece, si continua invece a registrare un calo pari al’1,7%, ovvero -390mila unità.
“I livelli di occupazione e disoccupazione registrati a novembre 2020″, ha scritto , infatti, l’Istituto in una nota: “Sono inferiori a quelli di febbraio 2020, rispettivamente di 300 mila e di oltre 170 mila unità, mentre l’inattività è superiore di quasi 340 mila unità. Rispetto a febbraio, il tasso di occupazione è più basso di 0,6 punti percentuali e quello di disoccupazione torna invece a essere inferiore di 0,5 punti”.
Dati, che potrebbero peggiorare all’indomani dello stop al blocco dei licenziamenti e all’erogazione della Cassa integrazione gratuita per i datori di lavoro a partire dal 31 marzo , se tali misure non dovessero essere prorogate, così come ipotizzato dalla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Catalfo.
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