di Federica Marengo mercoledì 9 dicembre 2020

-Prova superata per il Governo Conte. Le Camere infatti hanno approvato la risoluzione presentata dalla Maggioranza, dando così mandato al Premier per trattare a Bruxelles sulle modifiche del trattato che regola il Meccanismo Europeo di Stabilità, alla vigilia del Consiglio Europeo, che si terrà in presenza, a Bruxelles, il 10 e 11 dicembre.
Nel discorso presentato dal Presidente del Consiglio in mattinata alla Camera e, nel pomeriggio, al Senato, questi, ha richiamato la Maggioranza alla coesione dinanzi alle sfide europee, rinnovando alle Opposizioni l’invito a dialogare. Inoltre, sempre riguardo al Mes, Conte, sottolineando le migliorie ai trattati apportate grazie al contributo dell’Italia, ha annunciato di voler sottoporre alla Commissione Europea una modifica della struttura e della funzione , per poi precisare, rispetto al Programma di riforme per accedere alle finanze del Recovery Fund: “Porrò con la massima determinazione e urgenza l’esigenza che l’ambizioso programma di riforme ‘Next Generation Eu’ possa essere avviato nel più breve tempo possibile. I cittadini dei 27 stati membri non perdonerebbero un segnale che contraddica l’accordo raggiunto in sede europea. La dimensione sanitaria della risposta europea al Covid deve essere accompagnata da una risposta economica: rimane urgente una soluzione che superi il veto ungherese e polacco. C’è esigenza di un ambizioso programma di riforme con il Next GenerationEU . Sosteniamo gli sforzi della presidenza tedesca per una soluzione rapida dello stallo”.
Poi, sul tema, nel corso delle Comunicazioni al Senato, ha anticipato una notizia giunta dalla UE: “Vi anticipo, doverosamente, ma con la massima cautela, che nelle ultimissime ore sembrerebbe aprirsi uno spiraglio positivo sul negoziato con Polonia e Ungheria sul veto posto dai due Paesi sul Next Generation Eu. Invito alla cautela, perché fino alla fine. Attendiamo di leggere una dichiarazione condivisa sulla condizionalità, ma non possiamo assolutamente rinunciare a quanto già riconosciuto e affermato sul tema, sarebbe assolutamente compatibile con gli obiettivi e i principi già affermati”.
Quindi, a seguire: il dibattito nelle rispettive Aule con le dichiarazioni di voto e le votazioni e l’approvazione sia alla Camera che al Senato della risoluzione presentata dalla Maggioranza, ricompattatasi dopo le tensioni registrate nei giorni scorsi all’interno del M5S e con Italia Viva, i cui parlamentari hanno apposto la firma al testo dopo aver ascoltato il Premier ,come preannunciato ieri.
Tra gli impegni principali presenti nella risoluzione, la Maggioranza ha sollecitato il Governo a “sostenere la profonda modifica del Patto di Stabilità e Crescita prima della sua reintroduzione, la realizzazione dell’ Edis, il sistema europeo di assicurazione dei depositi bancari, e anche un processo che superi il carattere intergovernativo dello stesso Mes, che sono priorità per il nostro Paese al fine di costruire una nuova stagione dell’integrazione europea. Lo stato di avanzamento dei lavori su questi temi in agenda sarà verificato in vista della ratifica parlamentare della riforma del trattato del Mes”, ottenendo alla Camera 314 voti a favore, 239 contrari e 9 astensioni, mentre sulla parte della risoluzione che impegna il Governo “a finalizzare l’accordo politico raggiunto all’Eurogruppo e all’ordine del giorno dell’Eurosummit sulla riforma del trattato del Mes, 297 voti a favore , 256 contrari e 7 astensioni, registrando così una perdita di voti da parte della Maggioranza, rispetto a quelli espressi su gran parte della risoluzione. A chiedere la votazione per parti separate è stato un deputato del gruppo Misto.
Tuttavia, non sono mancati, in seno al M5S, che ha sostenuto le modifiche grazie al raggiungimento di un compromesso e che ha ribadito il No all’attivazione del Mes sanitario, i dissidenti : sei deputati , i quali hanno espresso voto contrario, che hanno così motivato il loro no: “Votare sì, vuol dire votare contro Conte e contro il Paese, la nostra è una scelta di coerenza, è uno dei concetti sottolineati nei vari interventi”.
Sì unanime del Pd, invece, con il deputato dem De Luca che ha evidenziato : “In Italia è partita una caccia alle streghe irresponsabile sul Mes, negoziato da un governo di centrodestra: chi oggi pensa di votare contro la riforma, non vota per abolirla, ma vota per lasciare in vigore una riforma che è così da 8 anni lasciandola in vigore con tutti i suoi difetti”. Lo dice Piero De Luca del Partito democratico. “Non è vero che la riforma mette in pericolo i risparmi del cittadini e aiuta le banche tedesche e francesi, sono cumuli di bugie”. “Mandato pieno al governo sulla riforma del Mes”, seguito dal capogruppo Delrio ,che ha invitato il Premier ad “avere come linea guida, l’immagine di Papa Francesco che ieri da solo ha pregato, deve avere umiltà, ascolto, orecchio attento al Paese che sta soffrendo molto, molto, molto” .
Sì convinto, anche da Italia Viva, con il coordinatore e Vicepresidente della Camera Rosato e con il deputato Colaninno ,che hanno ribadito il doppio sì alla riforma del Mes bancario e all’attivazione della linea di credito del Mes sanitario da 36 miliardi per l’Italia, priva di condizionalità, (se non quella relativa all’indirizzo di spesa), sebbene l’intervento più caustico sia stato quello in Senato del leader e fondatore Matteo Renzi, che ha evidenziato: “I duecento miliardi sono una conquista ma anche una grande responsabilità: noi non scambieremo il nostro si alla proposta di governance con uno strapuntino. Non stiamo chiedendo che nella cabina di regia ci sia uno nostro. Il 22 luglio abbiamo chiesto una cosa: di fronte ai 200 miliardi da spendere o il parlamento fa un dibattito vero, oppure perdiamo la dignità delle istituzioni. Non va bene che ci arrivi alle 2 un emendamento alla manovra una proposta con manager al posto dei ministri: colleghi del Pd, eravamo nello stesso partito quando uno di noi firmò un ricorso alla Corte contro chi non voleva farci discutere la manovra. Allora era Salvini, ora è lo stesso. E’ una discussione essenziale per le istituzioni. La task force non può sostituire il parlamento: dov’è il sindacato? Ma non è solo un problema di metodo, anche di merito. Come si fa a dare 9 miliardi alla Sanità. Io al Governo misi 7 miliardi alla Sanità e si parlò di tagli, per me ce ne vogliono il doppio, il triplo. Dico una cifra: 36, quelli del Mes. Siamo pronti a discutere ma non a usare la manovra come veicolo di quello che abbiamo letto sui giornali, compresi i servizi. Se c’è una norma che mette la governance con i servizi votiamo no”.
Sì, anche da LeU.
Respinta, invece, sia alla Camera che al Senato , la risoluzione unitaria presentata dalle Opposizioni di Centrodestra, contrario alle modifiche del Trattato sul Mes, in quanto “penalizzanti” per l’Italia, ma ,almeno per quel che riguarda Forza Italia, sostenitore del ricorso al Mes sanitario. Unico voto a favore delle modifiche al Mes bancario, fra gli azzurri, il responsabile economico Brunetta, che, invece, plaudendo ai cambiamenti apportati al Meccanismo Europeo di Stabilità, ha bollato come “propaganda” le posizioni a favore del no, le quali rischiano di indebolire la posizione dell’Italia in Europa e di isolarla.
Duri, nei confronti della Maggioranza, gli interventi a Montecitorio della Lega, con Borghi, che,rivolgendosi ai deputati pentastellati, ha detto: “Avete la possibilità di rimanere nella storia come qualcuno che ha difeso il proprio Paese. Approvate questo scempio? Da oggi rimangono i patrioti e quelli che nel tempo verranno additati come traditori”, il segretario Salvini, che al Senato ha detto: “Il MES è come Robin Hood al contrario: toglie soldi a chi ha bisogno per salvare le banche dei tedeschi che non ne hanno bisogno”, riecheggiato dalla Presidente di Fratelli d’Italia ,Meloni ,che ha esortato i pentastellati a “non aver paura di una scelta coraggiosa che reputate giusta. A chi agita lo spauracchio delle elezioni anticipate, perché pensa che siete troppo attaccati alla poltrona dimostrate che non siete in vendita. Questo può essere il più grande “vaffa day” di tutti i tempi. Ci sono occasioni che non hanno prezzo”.
“Poco credibile e privo di visione ”, invece, per la capogruppo alla Camera di Forza Italia, Gelmini, “il progetto di rilancio del Paese grazie ai fondi UE”, in merito al quale ha poi lamentato lo scarso coinvolgimento del Parlamento”, mentre il deputato e portavoce dei forzisti alla Camera e al Senato Mulè ha evidenziato: “Cronache dell’ipocrisia: il presidente Conte dice agli italiani che ‘debbono essere riconsiderate in modo radicale struttura e funzione del Mes, affinché sia trasformato in uno strumento completamente diverso. Quindi nel nome dell’ipocrisia e dell’incoerenza la Maggioranza poltronara voterà favorevolmente a una riforma che sanno essere sbagliata e dannosa per l’Italia. Siamo in queste mani”.
Prima delle Comunicazione del Premier al Senato, dove la risoluzione di Maggioranza è stata approvata con 156 voti a favore, 129 contrari e 4 astenuti, una videoconferenza di Conte con il Presidente della Repubblica Mattarella e i ministri Gualtieri (Economia), Di Maio (Esteri) e Amendola (Affari Europei), che, per via delle misure anti Covid19, ha sostituito il tradizionale pranzo al Quirinale in vista della partecipazione di Conte al Consiglio Europeo. Tra i temi trattati, nel colloquio da remoto: l’emergenza sanitaria e la necessità di coordinare con la UE le regole di viaggi e rientri e le quarantene per chi si sposta all’estero, la collaborazione ,sempre con l’Europa, per il cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni di Co2 del 55% entro il 2020, con particolare attenzione ai Paesi che fanno fatica ad attuarla , il veto al bilancio pluriennale della UE e al Recovery Fund di Polonia e Ungheria e la Brexit, sui cui la posizione dell’Italia è quella di una collaborazione, ma senza concedere vantaggi a uno Stato non più membro dell’Unione.
Slittato, il Consiglio dei Ministri per approvare la bozza del Piano di rilancio e ripresa dell’Italia da presentare a Bruxelles, per ottenere le finanze del Ricovery Fund, mentre resterebbe ancora da sciogliere il nodo sulla governance per attuare i progetti e gestire i fondi in arrivo dall’Europa, alla luce del no di Italia Viva alla struttura approntata dal Presidente del Consiglio, ribadito anche oggi dalle ministre Bellanova(Politiche Agricole) e Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia)che hanno minacciato le dimissioni , in caso di mancato ritiro da parte di Conte della task force.
Proprio a proposito di Recovery Fund, buone notizie dalla UE, con l’agenzia Bloomberg che ha annunciato il raggiungimento di un accordo tra Polonia, Ungheria e Germania (che detiene la presidenza di turno del Consiglio UE, e un ruolo di mediazione) per superare la norma che stabilisce un vincolo tra rispetto dello stato di diritto ed erogazione delle finanze del Recovery Fund, inviso ai due Paesi, i quali ,per impedirne l’attuazione, hanno posto un veto sull’approvazione del Bilancio pluriennale dell’Unione , da dare entro fine anno, pena l’esercizio provvisorio ,che ridurrebbe il budget di spesa a disposizione dell’Unione, garanzia per il Recovery Fund.
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