-Conferenza Stato-Regioni su Dpcm e su decreto cornice con misure restrittive per le feste di Natale. Perseguita dal Governo la linea rigorista, con la conferma del sistema della ripartizione delle Regioni in fasce di contagio, il coprifuoco alle 22:00 anche a Natale e a Capodanno, la chiusura di bar e ristoranti alle 18:00 e nel giorno di Natale e Santo Stefano, e lo stop allo spostamento tra le Regioni anche se in zona Gialla, salvo il ritorno nei luoghi di residenza e il ricongiungimento con familiari. Il ministro per gli Affari Regionali Boccia: “Evitare spostamenti tra Regioni e stop a circolazione dopo le 22:00, due punti centrali e imprescindibili del modello di sicurezza che stiamo costruendo”. Il ministro della Salute Speranza: “Per i giorni di festa maggiori restrizioni”. Bocciata, la proposta delle Regioni dell’arco alpino di aprire gli impianti di sci ai soli clienti d’albergo e ai proprietari-affittuari di case. A seguire, vertice di Maggioranza sempre su Dpcm, ma anche sul Recovery Plan, a fronte delle tensioni interne sulla task force per gestire i fondi erogati dalla UE.Tensioni interne al Governo anche sulla riforma del Mes, mentre le Opposizioni di Centrodestra si ricompattano, non senza il malumore dei forzisti.
– Istat e OCSE attenuano le stime della crescita per l’Italia, del il 2021-2022, causa, seconda ondata di contagi e incertezza sull’evoluzione della pandemia: “Ripresa lenta e diseguale”.
di Federica Marengo martedì 1 dicembre 2020
La conferma sulle indiscrezioni relative alle misure anti Covid19 per le Festività natalizie , arriverà solo domani sera ,quando a poche ore dal passaggio del ministro della Salute Speranza in Parlamento, per illustrare il piano per le vaccinazioni e lo stesso provvedimento del Dpcm, che dovrebbe essere accompagnato da un decreto cornice , si terrà un Consiglio dei Ministri, che varerà il provvedimento.
Stamane, infatti, a fronte della riunione straordinaria di ieri tra le Regioni, si è tenuta la Conferenza Stato-Regioni, presieduta dai ministri Boccia (Affari Regionali) e Speranza (Salute) e dal Commissario all’emergenza Arcuri, estesa anche ad Anci e UPI, nella quale sembrerebbe essere prevalsa la linea rigorista del Governo, a fronte delle richieste avanzate dagli amministratori locali (i Presidenti di Lombardia, Fontana, Veneto, Zaia, Liguria, Toti , ed Emilia Romagna, Bonaccini), di consentire almeno gli spostamenti tra Regioni della stessa fascia di rischio, la mobilità verso le seconde case,l’apertura di bar e ristoranti oltre le 18:00 e l’apertura degli impianti sciistici limitata a clienti di hotel e ai proprietari-affittuari di case.
Richieste, queste ultime, respinte dall’Esecutivo, onde evitare assembramenti e spostamenti in massa che potrebbero dare luogo a gennaio a una terza ondata di contagi. Dunque, come ribadito anche nel corso del vertice svoltosi questo pomeriggio tra il Premier Conte , i capidelegazione di Maggioranza e i ministri competenti, coprifuoco dalle 22:00 alle 6:00 di mattina confermato anche per la Vigilia e per il Capodanno, con anticipazione di due ore della Messa della notte di Natale , come pure la ripartizione delle Regioni nelle tre fasce di rischio , bar e locali chiusi alle 18:00, ma apertura dei negozi prorogata alle 21:00 per evitare la calca, no all’apertura di impianti sciistici (questione sulla quale il Governo sta cercando un coordinamento europeo per non subire la concorrenza di Austria,che nelle ultime ore ha fatto sapere, tramite Media, di procedere alla chiusura durante il periodo natalizio e , in ambito extra UE ,della Svizzera) e probabile chiusura a Natale degli hotel nelle aree dello sci , stop alla mobilità tra le Regioni , anche se collocate in area Gialla a basso rischio contagio (come del resto potrebbero essere gran parte delle Regioni dopo il monitoraggio dei dati di venerdì prossimo), con deroghe per il rientro nei luoghi di residenza e , a quanto si apprende, per il ricongiungimento con i familiari, mentre dall’Unione Europea, proprio quando ,secondo fonti di Maggioranza, il Premier avrebbe sondato i capidelegazione su una possibile riapertura delle scuole il 14 dicembre, filtrano indiscrezioni sulle “Raccomandazioni” per le feste natalizie in arrivo domani, tra cui figurerebbero: il rientro posticipato a scuola dalle vacanze di una o due settimane o la didattica a distanza per evitare eventuali focolai presso gli istituti e l’esortazione a seguire le funzioni religiose online o attraverso radio e Tv.
“La riunione di stamattina tra il Governo e le Regioni è andata bene ed è stata costruttiva. L’accordo si “è chiuso su due punti fermi che riguarderanno l’impianto principale del Dpcm”, ha commentato il ministro per gli Affari Regionali, Boccia, a margine del vertice, evidenziando: “Dopo i sacrifici fatti in queste settimane e guardando anche quelli fatti dagli operatori sanitari, noi proponiamo un divieto di mobilità temporaneo anche per le aree gialle. Eviteremo la terza ondata solo se dicembre diventerà il mese in cui azzereremo questi dati drammatici. Ma ancora nulla è stato deciso sulle limitazioni da proporre, perché è chiaramente una decisione che verrà presa nel confronto finale in Parlamento. Bisogna evitare gli spostamenti tra Regioni e mantenere il limite delle 22 per la circolazione: sono 2 punti centrali e imprescindibili del modello di sicurezza che stiamo costruendo insieme. Dunque, evitiamo deroghe perché potrebbero minare la tenuta stessa dell’impianto”.
Dichiarazioni quelle di Boccia, riecheggiate poi dal ministro della Salute Speranza, che ha affermato: “Per i giorni di festa maggiori restrizioni; poi a inizio anno incrociamo piano vaccini. Resta divisione del Paese in zone (ma confronto in corso su ponderazione indicatori); dai dati possibile tutto il Paese nelle prossime settimane in zona gialla. Dobbiamo evitare di arrivare a gennaio in situazione complicata. Sullo sci il confronto va fatto a livello europeo, il problema non è lo sci, ma tutte le aggregazioni e i flussi di persone e quindi gli assembramenti che ne derivano”.
A seguire, il commento del Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e Presidente della Regione Liguria, Toti, che ha detto: “Oggi abbiamo avuto un confronto proficuo con il Governo, partendo anche dalle prime considerazioni che abbiamo inviato ieri sera. Ora attendiamo di valutare nel dettaglio le norme del prossimo Dpcm. Il Ministro Boccia e il Ministro Speranza ci hanno preannunciato l’invio di un testo nelle prossime ore, dopo il necessario passaggio in Parlamento. C’è la consapevolezza comune in un’ottica di leale collaborazione istituzionale della necessità della massima condivisione delle regole che dovranno essere stabilite e che riguarderanno un periodo dell’anno come quello delle imminenti festività, particolarmente delicato e strategico sul piano socio-economico. Così come c’è un’assoluta percezione dell’esigenza di non abbassare la guardia in termini di prevenzione e sicurezza. Abbiamo sottoposto al Governo diverse questioni e fra queste sottolineo il superamento dei termini per il passaggio tra le diverse fasce, un’azione strategica condivisa per contrastare di ogni forma di assembramento, anche per determinare misure eque, l’esigenza di una forte campagna di comunicazione che aumenti il grado di consapevolezza dei cittadini, e il tema degli automatismi dei ristori”, incalzato dal Presidente del Veneto, Zaia: “E’ inutile decidere sui teatri, sui cinema, sugli impianti sciistici. Se il problema è quello degli assembramenti, il Governo decida sugli assembramenti. Ho chiesto che la norma sia perequativa e indicazioni sui ristori. Comunque, la Conferenza delle Regioni deve dare un parere sul testo finale, il dpcm dovrebbe quindi essere scritto a quattro mani dal Governo e le Regioni, e dovrà essere di lunga gittata, con una visione di prospettiva. Al momento, i presupposti per il confronto ci sono tutti, abbiamo davanti 48 ore, a differenza delle altre volte i tempi ci sono. Per quanto riguarda gli impianti sciistici, ho ricordato ai Ministri che se si chiudono le piste da sci da noi si chiudano anche negli altri Paesi. Il Ministro Boccia dice che il Premier sta lavorando, perché tutti chiudano, staremo a vedere. Dell’ipotesi di chiudere gli hotel in montagna nel periodo natalizio, invece, nel corso del confronto Governo-Regioni di questa mattina non se n’è parlato”.
Non solo decreto cornice e Dpcm per le feste di Natale, però , al centro del vertice di Maggioranza di questa sera, ma anche il Recovery Plan, alla luce dei contrasti emersi sulla struttura delineata dal Presidente Conte per la realizzazione del piano di riforme nel segno delle direttive UE necessario ad accedere alle risorse (209 miliardi tra erogazioni a fondo perduto e prestiti),del Recovery Fund, pilastro del Nex Generation EU. La task force,che dovrebbe essere guidata ,oltre che da una cabina di regia politica affidata al Premier e ai ministri Gualtieri (Economia), Patuanelli (Sviluppo Economico) e Amendola (Affari Europei e Comitato Interministeriale) , da 6 manager per ogni ambito di intervento (digitalizzazione,transizione ecologica e sostenibilità, coesione sociale e territoriale, Università e Ricerca, riforme della Giustizia e della Pubblica Amministrazione) e affiancati da una struttura di 300 esperti e da un organismo di vigilanza (l’Anac), non sembra entusiasmare le forze di Governo, in particolare Italia Viva, con il fondatore e leader del partito, Renzi, che, nella sua E-news, ha dichiarato: “Leggo di task force, cabine di regia, nuove assunzioni, addirittura 300 consulenti da far lavorare a Palazzo Chigi. Come ho detto personalmente al Premier, nel corso di un colloquio nel suo ufficio, per spendere bene i soldi europei non servono 300 consulenti, ma basta un Governo. Non servono migliaia di progetti, ma serve una visione. Non occorrono complicate task force, ma ci vuole la forza di chi ha un’idea e la sa realizzare. Non servono mille progetti, basta avere una visione dell’Italia da qui a dieci anni: infrastrutture, sostenibilità non solo ambientale, innovazione digitale, identità culturale, bioscienza e sanità cyber security”, trovando una sponda nelle Opposizioni di Centrodestra ,per le quali la task force è il “confronto e la collaborazione con il Parlamento”.
Altro argomento divisivo , poi, la modifica dei trattati che regolano il Meccanismo di Stabilità Europeo o Fondo Salva-Stati, votata ieri dall’Eurogruppo, ovvero dai ministri delle Finanze dell’area Euro, volta a prevenire le crisi degli Stati invece che curarle, una volta scoppiate, con i programmi di aggiustamento costati al fondo internazionale la sua fama non proprio rassicurante e sul quale il Parlamento, a partire dal Senato, si esprimerà il 9 dicembre.
L’obiettivo della riforma, avviata oltre due anni fa, è rafforzare e semplificare l’uso degli strumenti a disposizione del Mes prima del salvataggio di un Paese, ovvero le linee di credito precauzionali, utilizzabili nel caso in cui un Paese venga colpito da uno shock economico e voglia evitare di finire sotto stress sui mercati. La riforma elimina il Memorandum (che ha imposto condizioni rigidissime alla Grecia) sostituendolo con una lettera d’intenti che assicura il rispetto delle regole del Patto di stabilità. Inoltre, la riforma affida al Mes anche un altro compito, a tutela dei contribuenti: fornire un paracadute finanziario (backstop) al fondo salva-banche (il fondo unico di risoluzione europeo alimentato dalle banche stesse), qualora, in casi estremi, dovessero finire le risorse a disposizione per completare i “fallimenti ordinati” delle banche in difficoltà, elemento mancante dell’Unione bancaria che l’Italia aveva fortemente richiesto e che , con il via libera alla riforma, entrerà in vigore prima del previsto, cioè nel 2022 invece del 2024.
Tuttavia, se il Ministro dell’Economia Gualtieri e il Commissario UE agli Affari Economici Gentiloni si sono detti soddisfatti dell’esito del voto in linea con il mandato ricevuto dalle Camere nel dicembre 2019, riecheggiati dal Pd e da Italia Viva , a esprimere dissenso sull’esito della votazione è stata una parte del M5S, facente capo all’ala “dibattistiana” e anti-governista, espressa dall’eurodeputato Corrao (“Crimi parla a titolo personale, Gualtieri negozia senza il mandato di una forza che rappresenta i 2/3 della Maggioranza” ) ,a dispetto del via libera alla riforma (ma non all’utilizzo della linea di credito senza condizioni ,eccetto che per l’indirizzo di spesa prettamente sanitario, che è cosa distinta) dato dal capo reggente Crimi, difeso dall’ex capo politico e ministro degli Esteri Di Maio (che , però, sul Mes sanitario ha precisato: “Non mi sottraggo al dibattito sul Mes. Il Mes è debito e il ministro Gualtieri, con cui lavoro benissimo, ha detto chiaramente che non sono 37 miliardi di euro, ma 300 milioni di euro. Il Mes non solo non serve, ma non dà neanche 37 miliardi. Lega però con lacci e lacciuoli che non ci possiamo permettere, che ricordano i tempi dell’austerity. la riforma del Mes è peggiorativa e finché ci sarà il M5s al governo, non si userà, anche perché non ci sono i numeri in Parlamento. Il dibattito non ha neanche ragione di esistere”) e dall’ala governista e moderata , che ora punterebbe, come attestato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in quota 5S, Fraccaro , alla “Green rule” europea che permetterebbe di scorporare gli investimenti sostenibili dal deficit.
Divisioni sulla riforma del Mes, si sono riscontrate però anche all’interno delle Opposizioni di Centrodestra, con Fratelli d’Italia e Lega contrari sia alla riforma del Fondo Salva Stati che al ricorso alla linea di credito sanitaria, contrarietà che ha indotto il segretario della Lega Salvini, a minacciare scissioni in caso di voto favorevole di Forza Italia,il cui Presidente Berlusconi, ha prontamente chiarito in una nota: “Forza Italia voterà no alla riforma del Mes. Il 9 dicembre non sosterremo in Parlamento la riforma del Mes perché non riteniamo che la modifica del Meccanismo di Stabilità approvata dall’Eurogruppo sia soddisfacente per l’Italia e non va neppure nella direzione proposta dal Parlamento europeo. Due sono i motivi che principalmente ci preoccupano. Il primo: le decisioni sull’utilizzo del fondo verranno prese a maggioranza dagli Stati. Il che vuol dire che i soldi versati dall’Italia potranno essere utilizzati altrove anche contro la volontà italiana. Il secondo: il Fondo sarà europeo solo nella forma perché il Parlamento europeo non avrà alcun potere di controllo e la Commissione europea sarà chiamata a svolgere un ruolo puramente notarile. Purtroppo sono state ignorate le nostre proposte per una indispensabile riforma del Mes che sono state confermate dal voto del Parlamento europeo. E questo non rappresenta certamente un fatto positivo. Per queste ragioni quindi Forza Italia non voterà in Parlamento per questa riforma del Mes. La riforma in questione non ha nulla a che vedere con l’utilizzo dei 37 miliardi destinati alla lotta contro il Covid”, suscitando però, malgrado la precisazione sulla necessità di ricorrere alla linea di credito sanitaria, il malcontento e la protesta dei parlamentari azzurri, che hanno subito chiesto un confronto chiarificatore rinviato alle prossime ore per evitare spaccature .
Intanto, diffuse dall’Istat e dall’OCSE, le previsioni 2021-2022 per la crescita dell’Italia e degli altri Stati dell’area Euro.
A tal proposito, l’Istituto Nazionale di Statistica ha rilevato nel terzo trimestre una contrazione dell’economia italiana del 5% , a fronte del calo tendenziale del 4,7% registrato ad ottobre. Ad essere rivista al ribasso, anche la stima del Pil acquisito, che si otterrebbe con una variazione nulla nel quarto trimestre. Dal -8,2% di ottobre, poi, l‘Istat è passato a -8,3%, mentre la variazione acquisita del Pil italiano per il 2020 è pari a -8,3.
Quanto all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, quest’ultima , nelle sue Prospettive Economiche ha previsto, a fronte del brusco calo del Pil nel 2020, una crescita del 4,3% nel 2021 e del 3,2% nel 2022.
In crescita, però , anche il debito (nel 2020 sfiorerà il 160% in rapporto al Pil. Molto lenta la discesa negli anni a venire: nel 2021 il debito/Pil si attesterà al 158,3%, nel 2022 al 158,2%. Il deficit in rapporto al Pil sarà pari al 10,7% quest’anno, per poi ridursi al 6,9% nel 2021 e al 4,4% nel 2022 ) e il tasso di disoccupazione che, dal 9,4% del 2020, passerà all’11% del 2021 e resterà elevato, al 10,9%, fino al 2022.
Quindi, avverte l’OCSE, nel suo commento: “La ripresa sarà lenta e disuguale. Le restrizioni legate al Coronavirus e l’incertezza peseranno sull’attività economica, gli investimenti e l’occupazione fino al raggiungimento dell’immunità generale, quando un vaccino efficace sarà stato distribuito ampiamente, stimolando il consumo e facilitando il risparmio. La crescita dei consumi dovrebbe ripartire, ma la propensione delle famiglie al risparmio “resterà elevato”. Gli investimenti dovrebbero trovare nuova linfa nel 2022, poiché gli investimenti pubblici aumenteranno e le imprese in settori più resilienti” inizieranno a intraprendere “investimenti sostitutivi. Al contrario, , il settore dei servizi si riprenderà più lentamente poiché la domanda interna e il turismo rimarranno deboli fino a quando un vaccino efficace non sarà ampiamente diffuso. Questo aggraverà il mercato del lavoro e le disuguaglianze regionali”.
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