-Fase 2, il Ministro Patuanelli: “Possibile una riapertura delle imprese e delle attività diversificata da Regione a Regione, sulla base della diffusione del contagio. Il Ministro Speranza: “Per il 4 maggio dobbiamo costruire la Fase 2, ma la battaglia non è vinta”.
-MES, intervista del Premier Conte a un quotidiano tedesco: “MES ha una brutta fama, non dimentichiamo la Grecia. Italia lasciata sola, apprezzo le scuse. Germania, con bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell’Ue e con surplus non opera da locomotiva bensì da “freno per l’Europa”. Gentiloni (Commissario agli Affari Economici UE): “La UE non fallirà, ora misure impressionanti”. Il No della cancelliera Merkel ai Coronabond: “La condivisione dei debiti è la via sbagliata. Germania solidale, ma entro i limiti dei trattati europei”.
-Oggi, Consiglio dei Ministri e vertice con i capidelegazione di Maggioranza sulla Fase2: rinviate in autunno-inverno, le elezioni amministrative. Il 22 aprile, voto alle Camere sullo scostamento di Bilancio: in arrivo il Decreto aprile, insieme con il Documento Economico- Finanziario.
di Federica Marengo lunedì 20 aprile 2020
“Si può ragionare su una regionalizzazione delle aperture: nelle zone con un numero inferiore di persone positive è più facile valutare la catena dei contatti. C’è una concentrazione forse sbagliata su “chi” e “quando” riaprire, sono due temi certamente importanti, chi può aprire e quando, ma la prima domanda è il “come” . Così, il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli, nella serata di ieri, nel corso del suo intervento alla trasmissione Rai “Che tempo che fa”, ha paventato la possibilità che il Comitato economico-sociale, guidato da Vittorio Colao, in collaborazione con il Comitato Tecnico-Scientifico, possa elaborare un piano (attesa per mercoledì la consegna del Report al Governo) delle riaperture a partire dal 4 maggio su base regionale, anziché nazionale, tenendo conto dunque dei dati differenti per quel che riguarda il numero dei contagi da Covid19,caldeggiando però, insieme ad altri esponenti del Governo, una ripresa anticipata (fonti di stampa parlano del 27 aprile) per alcuni comparti dell’industria come : Moda, auto e cantieristica, purché in sicurezza (previa cioè attuazione di un protocollo per il lavoratori, che preveda: l’uso di mascherine, rilevazione della temperatura all’ingresso degli stabilimenti o autocertificazione, e distanza di almeno 1 o 2 metri), sebbene, già quest’oggi si sia proceduto ad alcune aperture degli stabilimenti Fincantieri.
A rafforzare l’ipotesi di una ripartenza differenziata , anche l’intervista rilasciata stamane dal ministro della Salute Speranza ai microfoni di Radio Capital: “Abbiamo tutti insieme approvato le norme perché il 4 maggio sia una data attorno alla quale dobbiamo costruire questa fase 2. Mi auguro che al più presto ci possa essere un incontro tra le forze sociali e con loro irrobustire il documento del 14 di marzo che ci ha aiutato in queste settimane difficili per avere sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma voglio essere chiaro su un punto: la battaglia non è vinta. L’Italia è stato il primo Paese a pagare un prezzo enorme, ma attenzione a pensare che il pericolo sia scampato, perché rischieremmo di vanificare i sacrifici enormi che hanno fatto gli italiani. Sacrifici che hanno consentito di salvare la vita a migliaia e migliaia di persone. Il prezzo pagato dall’Italia e dalla stragrande maggioranza dei Paesi del mondo alla fine sarà altissimo, ma i sacrifici ci hanno permesso di salvare migliaia di vite”.
Poi, in merito alla riorganizzazione della Sanità in relazione alla Fase 2, ha spiegato: “Per quel che riguarda il prossimo Decreto, investiremo risorse per rafforzare la rete di assistenza sul territorio. Un tema, infatti, sono gli ospedali Covid specializzati. Abbiamo bisogno di strutture che si specializzano sul Covid, perché gli ospedali misti facilmente moltiplicano il contagio: è molto difficile bloccarlo quando si hanno nella stessa struttura pazienti Covid e non Covid. Molte ne sono nate in giro per l’Italia, dobbiamo insistere su questo terreno. Il punto non è la data della ripresa ma il come. Noi ci attrezziamo con linee guida nazionali su come reggere questa sfida. È fondamentale insistere, sul piano sanitario, nel rafforzare la rete di assistenza territoriale. Così il virus si combatte meglio. Conta quanto sei veloce a individuare un caso positivo e isolarlo”.
Quindi, riguardo l’introduzione dell’applicazione “Immuni”, che dovrebbe tracciare gli spostamenti dei positivi al virus e avvertire eventuali contatti, sulla quale esponenti della Maggioranza , come il capogruppo alla Camera del Pd, Delrio, e dell’Opposizione (Forza Italia), hanno chiesto che sia il Parlamento a regolarizzarne l’uso con una legge, ha detto: “E’ stato già firmato il contratto così che possa accelerare nel più breve tempo possibile. L’app è uno degli strumenti: in questa vicenda non c’è una mossa salvifica. Oltre alla prima funzione essenziale di tracciare i contatti, la app potrà essere molto utile per rafforzare la sanità digitale del nostro Paese dobbiamo lavorare in questa direzione. Questa app può andare anche al di là del Covid, immaginando come il paziente a casa possa avere una modalità di comunicazione diretta con il medico e le strutture sanitarie. Credo ci aiuterà anche a colmare un divario sul terreno della sanità digitale. E ciascuna di queste misure è un pezzo di un disegno che il Governo sta mettendo in campo. Non dico che ci sono miracoli, la vera mossa sarà il vaccino”.
Infine, sulla ripresa del campionato di calcio di serie A, ha chiarito: “Io sono un grande appassionato di calcio, ma con più di 400 morti al giorno, con tutto il rispetto, è l’ultimo dei problemi. Dobbiamo ancora mettere al centro la questione sanitaria, salvare la vita delle persone. Lavoreremo perché a un certo punto si possa riprendere la vita normale, ma la priorità in questo momento deve essere ancora salvare la vita delle persone”.
Intanto, il Governo prosegue le sue trattative con la UE in vista del Consiglio Europeo del 23 aprile, nel quale si dovrebbero sciogliere i nodi riguardanti gli strumenti economici da utilizzare per contrastare la crisi economica scaturita dalla pandemia, su tutti , quello relativo ai cosiddetti : “Coronabond”, titoli di debito comune immessi dagli Stati UE sul mercato, poco graditi ai Paesi come : Germania, Olanda e Austria, timorosi di dover condividere dei rischi con Paesi come l’Italia gravati da un pesante debito.
A tal proposito, ieri, il Premier Conte, dopo un colloquio telefonico con la Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, è tornato su questa opzione, (preferita rispetto al ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati senza condizionalità, su cui insistono i “Paesi del Nord”), nel corso di un’intervista rilasciata al giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung, nella quale ha affermato: “Il Mes, in Italia, ha una cattiva fama. Non abbiamo dimenticato che ai greci, nell’ultima crisi finanziaria, sono stati richiesti sacrifici inaccettabili perché ottenessero i crediti. Molti Paesi europei hanno guardato finora soltanto ai propri vantaggi, la Germania ha un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell’UE e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da freno per l’Europa. È indiscutibile: l’Italia è stata lasciata sola . Anche Ursula von der Leyen si è scusata per questo a nome dell’Unione Europea, nell’Europarlamento. Devo dire che ho molto apprezzato questo gesto”.
Tuttavia, a rassicurare riguardo le intenzioni della UE, è intervenuto nella giornata di oggi, il Commissario agli Affari Economici, Gentiloni, dichiarando al giornale Der Spiegel: “Cifre precise ancora non ce ne sono, ma all’Europa potrebbero essere necessari 1.500 miliardi di euro. Potrebbero essere necessari aiuti nell’ordine di 1.500 miliardi per superare la crisi, l’ho già detto una volta. L’Eurogruppo ha per ora messo proposte sul tavolo da oltre 500 miliardi di euro, per finanziare il sistema sanitario, la cassa integrazione e le Piccole Medie Imprese. A questo punto restano almeno mille miliardi di euro. Certo all’inizio abbiamo avuto grossi problemi di coordinamento e alcuni Paesi hanno persino deciso di vietare l’export delle forniture mediche. Il messaggio di solidarietà non è stato sufficiente, ma le cose sono cambiate. Nel frattempo sono state prese decisioni importanti, dalla Banca Centrale Europea, dalla Commissione e anche dagli stati membri dell’Ue”.
Poi, sull’impiego di uno strumento comune per finanziare la ricostruzione e riguardo il MES, ha evidenziato: “Non possiamo permetterci di avere discussioni rivolte al passato adesso. Nessuno attualmente sta proponendo di emettere obbligazioni per finanziare il debito accumulato negli ultimi dieci anni. Ma ciò di cui abbiamo bisogno è uno strumento comune per finanziare la sfida della ricostruzione. Altrimenti rischiamo che le differenza tre le economie all’interno dell’Eurozona e nel mercato interno diventino troppo grandi e le due parti si spezzino. E questo sarebbe un grosso problema in particolare per la Germania. Sbagliato incolpare il Mes. Se nel passato ci sono stati degli errori, e ce ne sono stati, non dovremmo incolpare il Mes,ma noi stessi, chi ha preso le decisioni, i politici. Le linee di credito del Mes possono essere utili per aiutare gli Stati membri, ma naturalmente a decidere se prendere in considerazione gli aiuti deve essere ciascun Governo. Queste linee di credito hanno un chiaro scopo e una chiara dimensione:dovrebbero finanziare i costi generati dal sistema sanitario e sono praticamente quasi privi di vincoli”.
Dichiarazioni e rassicurazioni, quelle di Gentiloni, riecheggiate dal Vicepresidente della Commissione UE , Dombrovskis, che, parlando delle modalità per accedere al MES, ai microfoni di SkyTg24 , ha sottolineato: “E’ stato ben chiarito dal Presidente dell’Eurogruppo, sia nell’Eurogruppo stesso, pubblicamente, che i costi sanitari diretti e indiretti saranno interpretati in modo sufficientemente ampio”, mentre la cancelliera Merkel, rispondendo a una domanda sul Consiglio Europeo e sui Coronabond, ha ribadito: “La Germania non solo vorrebbe essere solidale, ma lo sarà. Deve però esserlo nella cornice degli attuali trattati europei, e con uno sguardo a tutti gli Stati europei. Io dico sempre che alla Germania le cose non possono andar bene se non vanno bene all’Europa. Si può anche discutere di nuovi trattati, ma servono due tre anni per trovare soluzioni. E in questa pandemia abbiamo bisogno di soluzioni veloci. Sono necessarie risposte rapide per i Paesi più colpiti dal Coronavirus. E’ evidente che stiamo parlando di una pandemia e non di errori nella gestione economica dei vari bilanci nazionali. Ho sempre detto che il nostro faro è la solidarietà e che la Germania starà bene se starà bene l’Europa tutta, e mi addolora doverlo sempre sottolineare. A livello Ue abbiamo già un pacchetto di 500 miliardi negoziato dai ministri delle Finanze, certo il bilancio Ue non sarà come avevamo previsto, e questo vale per tutti, ma i cambiamenti saranno considerati nell’ambito dei trattati, mentre noi ora abbiamo bisogno di risposte rapide”.
Sul fronte interno, invece, Esecutivo alle prese con la definizione del Piano per la Fase 2, discusso oggi pomeriggio, in un vertice a Palazzo Chigi, svoltosi dopo un breve Consiglio dei Ministri (che ha deciso il rinvio delle elezioni amministrative ,previste in sette Regioni , a una domenica fra il 15 settembre e il 15 dicembre), presieduto da Conte con i capidelegazione di Maggioranza, e con la scrittura del Decreto contenente le altre misure economiche a sostegno di lavoratori, famiglie , imprese ed enti locali, che dovrebbe essere finanziato con un nuovo scostamento di Bilancio (2 punti di Pil, pari a 36-37 miliardi), sul quale il 22 aprile sarà chiamato a pronunciarsi il Parlamento, così come sul Documento di Economia e Finanza , ovvero il quadro macroeconomico, che meglio definirà le risorse messe in campo dal provvedimento (che, secondo indiscrezioni di stampa prevederebbe un rimbalzo del Pil nel 2021, un Deficit del 4%, la sterilizzazione definitiva delle clausole dell’Iva e la revisione del Codice degli Appalti).
Tale provvedimento, noto anche come “Decreto aprile”, infatti, dovrebbe valere oltre 70 miliardi, il triplo del precedete Decreto marzo o Cura Italia, e contenere misure quali: la conferma degli ammortizzatori sociali (Cassa integrazione e Naspi) per 15 miliardi, lo stanziamento di 25 miliardi circa destinati alla Sace per le garanzie sui prestiti alle grandi aziende e di 5 miliardi al Fondo per le Piccole e Medie Imprese , la conferma per i mesi di aprile e maggio e l’incremento (da 600 a 800 euro) del bonus per Autonomi , Professionisti e Cococo, esteso poi a colf, badanti, stagionali e lavoratori discontinui (per un importo tra 200 e 400 euro, paramaetrato sull’orario di lavoro full o part time ), l’introduzione del reddito di emergenza per coloro che non beneficiano di nessun sussidio né del reddito di cittadinanza, la conferma dei congedi parentali e in alternativa dei voucher baby sitter e l’introduzione di un bonus una tantum per le famiglie con figli fino a 14 anni, parametrato sul reddito, e di un bonus vacanze in Italia (forse uno sgravio fiscale) di 325 euro per redditi fino a 26 mila euro e relativo a un periodo di almeno 3 notti, l’erogazione di fondi a Comuni, Province e Città metropolitane (3 o 3,5 miliardi) e alle Regioni (2 miliardi) e la sospensione dei tributi locali fino al 30 novembre.
Sul fronte fiscale, possibile sospensione dei pignoramenti per chi non ha ottemperato alle cartelle esattoriali e rinvio dei pagamenti degli avvisi bonari inviati dall’Agenzia delle Entrate.
Rinviato ancora il versamento di imposte e contributi (comprese le tasse su plastica e bevande zuccherate) ed esteso il credito d’imposta sugli affitti commerciali ad alberghi e ristoranti.
In discussione invece, gli indennizzi a fondo perduto per le microimprese (bar, negozi e ristoranti).
Stanziati poi 3 miliardi per Sanità e Protezione Civile, che serviranno anhe ad assumere 5 mila infermieri per l’assistenza domiciliare.
Critiche, tuttavia,sull’operato del Governo, le Opposizioni di Centrodestra, con il segretario della Lega, Salvini che ha sottolineato: “Mentre c’è chi chiacchiera e vorrebbe commissariare Lombardia, Veneto e chissà quali altre regioni, Attilio Fontana e la sua squadra assumono provvedimenti rapidi e concreti, anche dove lo Stato ancora non arriva, stanziando 3 MILIARDI per Comuni, Province e opere pubbliche (con un minimo di 100.000 euro per ogni Comune, compresi dunque quelli piccoli o piccolissimi, una cifra mai vista), 82 milioni di euro per un bonus economico a medici, infermieri e agli altri operatori sanitari, 10 milioni per le aziende che si riconvertono per produrre mascherine e camici ”, per poi bocciare l’introduzione della App per i tracciamenti dei positivi al virus (“La libertà non è in vendita”) e rimarcare in No al ricorso al Mes senza condizionalità.
Sulla stessa linea, la presidente di Fratelli d’Italia, Meloni, che , su Twitter, contestando al Governo l’esclusione dal bonus per Autonomi e Professionisti per coloro tra questi che percepiscano un assegno ordinario di invalidità e sollevando dubbi legati alla privicy sull’introduzione dell’applicazione per individuare contagiati dal Covid19 , in merito al MES, ha scritto: “MES light? Solo per un anno, poi arrivano condizioni rigide (e forse la Troika). Lo si capisce dalle parole del direttore del MES, Klaus Regling, al Corriere. Ci attirano nella trappola per topi e tra un anno scatta la tagliola. Chi racconta favola “MES light” mente agli italiani”.
Più sfumata invece la posizione di Forza Italia, che , tramite il Vicepresidente e Presidente degli Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, Tajani, pur incalzando il Presidente Conte sugli interventi economici a favore di imprese , lavoratori e famiglie,
ritenuti insufficienti, ha espresso il suo sostegno in UE per il ricorso a un Mes senza condizionalità, con una linea di credito di 37 miliardi a tasso zero.
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