Alla vigilia della 70esima edizione del “Festival della Canzone italiana”, in onda dal 4 all’8 febbraio su Rai Uno, ripercorriamo insieme la storia della gara canora più longeva della Televisione.
Gli anni dal 1951 al 1970.
di Federica Marengo sabato 1 febbraio 2020
L’esterno del Teatro Ariston di Sanremo dove ogni anno si svolge il Festival della canzone italiana
Foto: dalla Rete
dissidenzaquotidiana.itCominciamo allora dalle origini, datate 1951, quando il direttore degli eventi e delle pubbliche relazioni del Casinò di Sanremo, Angelo Nicola Amato, e il conduttore radiofonico Angelo Nizza, decisero di creare una manifestazione musicale per incrementare il turismo nel comune ligure anche nei mesi invernali. E fu così che, il 29 gennaio 1951, trovato un accordo con l’EIAR di Torino e con le case discografiche di Milano, nel salone delle feste del Casinò, si tenne la prima edizione, radiofonica del Festival, poiché in Italia non vi era stato ancora l’avvento della Televisione.
A condurre , fu Nunzio Filogamo e la prima vincitrice , su soli tre cantanti che si alternarono nell’esecuzione di venti brani, fu Nilla Pizzi con il brano “Grazie dei fiori”.
Nulla di nuovo, poi, nella seconda edizione, che vide trionfare ancora la Pizzi con ben tre canzoni: “Vola colomba”, aggiudicatasi il primo posto, “Papaveri e papere”, il secondo, e “Una donna prega”, il terzo.
Nella terza edizione, invece, quella del 1953, il primo cambio di regolamento: fu introdotto, infatti, l’obbligo della doppia interpretazione, con due orchestre diverse, per ogni brano: una, di tipo “classico”, affidata alla direzione del maestro Cinico Angelini e una di tipo “moderno”, diretta da Armando Trovajoli.
Ma la vera e propria rivoluzione avvenne nel 1955, un anno dopo l’inizio, sul primo canale della Rai-Radio Televisione italiana, dei programmi sperimentali e delle rubriche come “Arrivi e partenze”, condotta dall’esordiente Mike Bongiorno, ovvero: la trasmissione della manifestazione in diretta radio Tv e in Eurovisione.
Se nei primi anni dell’evento sanremese, a trionfare furono la melodia e le canzoni dai testi inneggianti all’amore, fu solo nel 1958 che si aprì una nuova fase nella storia del Festival. Quell’anno, difatti, a vincere , con il brano “Nel blu dipinto di blu”, meglio noto come “Volare”, fu la coppia : Domenico Modugno-Johnny Dorelli, che inaugurò l’era del “cantautorato” e degli interpreti, proseguita,nel 1961, con la vittoria di Renato Rascel e Tony Dallara, con la canzone: “Romantica”.
Gli anni Sessanta, scanditi dalle conduzioni di Mike Bongiorno (dal 1963 al 1967), videro l’esordio ,sul palco del Festival, degli “urlatori”, come: Mina, che vi partecipò con “Non sei felice”, “E’ vero”, “Io amo tu ami” e “Le mille bolle blu”; dei cantautori, tra i quali Umberto Bindi (che presentò in gara il brano: “Non mi dire chi sei”) e Gino Paoli (che , in coppia con Tony Dallara, eseguì il brano: “Un uomo vivo”), e dei gruppi “beat”. Tuttavia, il podio, nel corso degli anni, fu appannaggio di brani melodici e tradizionali.
Nel 1964, ad esempio, anno nel quale la partecipazione alla gara, in abbinamento ai cantanti italiani, fu estesa anche a cantanti stranieri come :Paul Anka, Gene Pitney e Ben E.King, a conquistare l’ambito Leone sanremese e l’Eurovision Song Contest (la manifestazione canora dei Paesi dell’allora Comunità Europea , cui per diritto partecipava , in veste di rappresentante dell’Italia, il cantante vincitore della kermesse ligure) , fu la sedicenne Gigliola Cinquetti, con la canzone : “Non ho l’età (per amarti)”.
Intanto, nel 1966, archiviata l’innovazione dell’accoppiata in gara “celebrità internazionali e interpreti italiani”, i cantanti iniziarono a presentare nella competizione canora brani dai risvolti sociali: fu quello infatti l’anno in cui il “molleggiato”, Adriano Celentano, ritornò sul palco del Casinò sanremese con la canzone “ambientalista”: “Il ragazzo della via Gluck”, subito eliminata, ma apripista per le canzoni in concorso nel 1967: “La rivoluzione” di Gianni Pettenati e “Proposta” de “I Giganti”. E proprio l’edizione del 1967, oltre che dai “fermenti rivoluzionari”, fu segnata dal suicidio del cantautore, della “scuola genovese”, Luigi Tenco, in gara con il brano “Ciao amore, ciao”, cantato in coppia con la compagna Dalida, incentrato sul tema dell’emigrazione dalla campagna alla città e del disagio dei ceti meno abbienti e contadini nei riguardi del “miracolo economico” e della società industriale e consumistica.
L’eliminazione della canzone dalla finale, fu alla base del gesto di “protesta” del cantautore, almeno secondo quanto scritto in un biglietto di addio lasciato da quest’ultimo nella stanza dell’albergo in cui alloggiava e dove fu ritrovato privo di vita. Fu dunque con la morte di Tenco, fatto cui, durante le serate conclusive del Festival, non si fece alcun riferimento, che ebbe fine il periodo d’oro della kermesse, sul quale, come sull’Italia, iniziarono a spirare i venti del Terrorismo.
Nonostante questo, però, l’edizione del 1968 , presentata per la prima volta dal conduttore, Pippo Baudo, reduce dal successo del programma della domenica pomeriggio “Settevoci”, con l’ausilio dell’attrice Luisa Rivelli, offrì il meglio della musica leggera in circolazione a quel tempo in Italia.
Sul palco della 18esima edizione del Festival di Sanremo,infatti, salirono gli esordienti: Fausto Leali, Al Bano e Massimo Ranieri, i quali si contesero il primo posto, strappato loro dal cantautore, Sergio Endrigo, con il brano “Canzone per te”, eseguito in coppia con il cantautore brasiliano Roberto Carlos.
Poi, a salutare l’inizio del 1969, anno del primo attentato terroristico presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana, che inaugurò la stagione della “strategia della tensione” e dell’acuirsi in ambito internazionale della Guerra Fredda tra Paesi del Blocco Orientale, guidati dall’URSS e del Blocco Occidentale, guidato dagli USA, fu la vittoria al “Festival dei Fiori” di una canzone d’amore: “Zingara”, cantata dal duo Iva Zanicchi–Bobby Solo, replicata, seppur ricorrendo a stili interpretativi e contenuti diversi , nel 1970, (anno di contestazioni di piazza promosse da operi e studenti) dalla coppia , nella vita e nello Spettacolo, Claudia Mori-Adriano Celentano, vincitrice con il brano antisciopero,contestatissimo da sindacati e collettivi operai ,“Chi non lavora non fa l’amore”.
Quindi, sull’evento musicale della Riviera ligure, calò una cappa pesante: quella degli anni di Piombo.
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