L’8 dicembre scorso nella solennità dell’Immacolata Concezione, si è svolto, nelle città di Roma e di Napoli, presieduto da Papa Francesco, nella Capitale, e, dal Cardinale Sepe, nel capoluogo partenopeo, il tradizionale rito dell’omaggio alla Vergine, rispettivamente in piazza di Spagna e in piazza del Gesù. Entrambi, hanno affidato le città a Maria, pregandoLa di illuminare i cuori dei corrotti e dei criminali , perché per cambiare il volto delle due città, logorate dalla delinquenza e dal male, è necessario ripartire dal singolo, da ognuno di noi.
di Federica Marengo sabato 14 dicembre 2019
“O Vergine Maria, oggi io ti affido tutti coloro che, in questa città, e nel mondo intero, sono oppressi dalla sfiducia, dallo scoraggiamento a causa del peccato; quanti pensano che per loro non c’è più speranza , che le loro colpe sono troppe e troppo grandi, e che Dio non ha certo tempo da perdere con loro. Li affido a te , perché tu non solo sei madre e come tale non smetti mai di amare i tuoi figli, ma sei anche l’Immacolata , la piena di Grazia, e puoi riflettere fin dentro le tenebre più fitte un raggio della luce di Cristo Risorto. Lui, e Lui solo , spezza le catene del male , libera dalle dipendenze più accanite , scioglie dai legami più criminosi, intenerisce i cuori più induriti”. Così, Papa Francesco nella sua preghiera alla Vergine, pronunciata, domenica scorsa, 8 dicembre, in piazza di Spagna, ai piedi della statua di Maria, in occasione della Festa dell’Immacolata Concezione.
Arrivato in piazza di Spagna , intorno alle 16:00,dopo essersi recato presso la Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare dinanzi all’icona della Salus Popoli Romani, com’è solito fare all’andata e al ritorno dei Suoi viaggi internazionali, il Pontefice ha trovato ad accoglierlo il Cardinale Vicario, Angelo De Donatis, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, i Vescovi ausiliari e il Cardinale Fernando Filoni, ex Prefetto della Congregazione di Propaganda Fide, (incarico ora rivestito dal Cardinale Luis Antonio Tagle), da poco nominato “Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Quindi, ascoltato in silenzio il piccolo coro di religiosi, che ha eseguito alcune litanie, ha pronunciato la Sua orazione, nella quale ha richiamato i romani e, tutti i fedeli, alla purezza del cuore, per combattere la corruzione, lanciando un monito: “Tu, Madre, ci rammenti che non è la stessa cosa essere peccatori ed essere corrotti : è ben diverso. Una cosa è cadere , ma poi, pentiti, confessarlo e rialzarsi con l’aiuto della Misericordia di Dio. Altra cosa è la connivenza ipocrita col male, la corruzione del cuore, che fuori si mostra impeccabile, ma dentro è pieno di cattive intenzioni ed egoismi meschini. Tu madre, ci ricordi che, sì, noi siamo peccatori, ma non siamo più schiavi del peccato. E perciò la corruzione di batte a partire da noi stessi. Quanto bisogno abbiamo di essere liberati dalla corruzione del cuore, che è il pericolo più grave. Se questo avviene dentro le persone , come cambia il volto della città!. Nei piccoli gesti e nelle grandi scelte, i circoli viziosi si fanno a poco a poco virtuosi, la qualità della vita diventa migliore e il clima sociale più respirabile”.
Monito, seguito, infine, da un ringraziamento: “Ti ringraziamo, Madre Immacolata, di ricordarci che, per l’amore di Gesù Cristo, noi non siamo più schiavi del peccato, ma liberi, liberi di amare, di volerci bene, di aiutarci come fratelli, pur se diversi tra noi. Grazie perché, col tuo candore, ci incoraggi a non vergognarci del bene, ma del male; ci aiuti a tenere lontano da noi il maligno, che, con l’inganno, ci attira a sé, dentro spire di morte: ci doni la dolce memoria che siamo figli di Dio, Padre d’immensa bontà, eterna fonte di vita, di bellezza e di amore”.
Nello stesso giorno, però in mattinata, a Napoli, dopo aver officiato la Messa nella chiesa del Gesù Nuovo o chiesa della Trinità Maggiore,il Cardinale Crescenzio Sepe, si è recato nella Piazza antistante per rivolgere il Suo discorso alla città, alla presenza del sindaco Luigi De Magistris , del Prefetto Carmela Pagano e delle autorità militari, al termine del quale, i Vigili del Fuoco, servendosi di una scala telescopica hanno deposto , com’è tradizione, ai piedi della statua in rame della Vergine, collocata in cima alla guglia di un obelisco, una corona di fiori.
Nella Sua prolusione, il Cardinale Sepe ha rivolto un appello alla Vergine Maria, affinché “ponga fine alla violenza che continua a seminare morte, lutti e paura in città”.
Poi, rivolgendosi direttamente ai criminali, li ha esortati a “deporre le armi”, perché : “Le nostre città sono ferite , offese, condizionate dalla violenza di ogni genere , innanzitutto dalla violenza delle armi, ma anche dalla violenza del malaffare, delle illegalità, del commercio delle droghe , della maldicenza, della sopraffazione, del bullismo. Persino serate belle, che possono essere trascorse gioiosamente tra amici, sono , per molti giovani , occasione di scontri, di liti, di accoltellamenti, di pistolettate, di sangue. Basta uno sguardo male interpretato e non tollerato a suscitare una reazione violenta, scatenando gli istinti peggiori, comportamenti assurdi e bestiali, con il ricorso alle armi. Siamo caduti nella logica della criminalità, specialmente quella della camorra: ostentare la forza attraverso ogni tipo di arma che possa determinare ferimento e morte. Molte persone armate non sono camorristi, ma sono diventate come loro: arroganti, intolleranti, violenti e cattivi. Insomma criminali”.
Quindi, l’appello ai malavitosi, specialmente ai giovani, a deporre le armi, che “determinano paura e spargimento di sangue e che possono causare la morte morale o quella fisica” e ad arrendersi alla pace, alla giustizia, alla legalità, al bene ,alla bellezza della vita e all’amore, che è Gesù Cristo, il quale, “davanti alla provocazione “salva te stesso”, donò la propria vita per la salvezza di tutti”, perché “salvare se stessi e gli altri ,vuol dire salvare la memoria di chi ci ha messi al mondo, significa proteggere chi verrà dopo di noi lasciando un mondo che abbia come fondamento ciò che Dio ci ha donato: la vita, la bellezza, la gioia di vivere nella pace”.
I baby criminali, così come gli adulti, devono gettare le armi nei rifiuti, in quanto oggetti creati per rifiutare la vita: questa,infatti, è l’unica alternativa a una vita passata a nascondersi per sfuggire alla morte e al carcere. Gettarle, le armi, anche in chiesa, anche nell’anonimato per riappropriarsi “e consegnare a se stessi e alla città un presente e un futuro degni del dono della vita”.
Infine, una serie di interrogativi incalzanti rivolti ai criminali e un’unica risposta: “Vi chiedo. E’ vita quella di tenere con sé qualcosa che ha come finalità togliere o ferire l’esistenza? E’ vita essere temuti perché abbiamo la forza delle armi? E’ vita determinare nei nostri cari, oggi, e persino domani, la vergogna di essere stati violenti?. No!, Questo non è vita. Questo è già morte e non basta avere qualche immaginetta sacra e dire una preghiera per stabilire una relazione buona con il Signore. No!. Quella non è Fede ,ma magia, superstizione…è come le armi , nel senso che hanno a che vedere con la morte e non con la Grazia di Dio, che consiste nel vivere in pace e per la pace”,seguita da un’esortazione ai cittadini napoletani : “In questo giorno dedicato alla nostra Madre Immacolata, tutti insieme facciamo che questa denuncia sia una occasione propizia perché diventi un vero e proprio annuncio di salvezza ,ma anche un impegno a fare rete, attraverso l’adesione formale a questo mio Appello, perché tutta la città ritrovi il gusto del bene e della civile convivenza, coinvolgendo anche quelli che hanno scelto la strada dell’errore, del male, della violenza. Affidiamo a Maria questo nostro grido di dolore, sicuri che Ella, Madre della Vita, saprà convertire anche i cuori più induriti a gettare le armi e a convertirsi al Bene, che è Dio. Mai, come in questo caso, ‘A Maronna c’accumpagna! (“La Madonna ci accompagni”)”.
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