Si è spento sabato 6 luglio, nella sua casa di Rio de Janeiro, all’età di 88 anni, il musicista e cantante brasiliano, Joao Gilberto, padre della Bossa Nova. A darne l’annuncio, via Social, uno dei filgli, Marcelo. Fautore di una rivoluzione musicale, fondendo i suoni latinoamericani e brasiliani, con il jazz nordamericano, ha dato vita negli anni Sessanta a successi internazionali come il brano “Garota de Ipanema”, cantata, nella versione aglo-americana,da Frank Sinatra. Particolarmente fortunato , il sodalizio avviato negli anni Ottanta, con Gilberto Gil, Caetano Veloso e Maria Bethania. Ha trascorso gli ultimi anni della sua esistenza in solitudine e povertà, a causa di una disputa familiare.
di Federica Marengo mercoledì 10 luglio 2019
Per il chitarrista e cantautore brasiliano, Caetano Veloso, Joao Gilberto era meglio del silenzio e proprio nel silenzio della sua casa di Rio de Janeiro, il celebre “padre della Bossa Nova”, se ne è andato, sabato 6 luglio, all’età di 88 anni, dopo aver combattuto a lungo contro una malattia. A darne l’annuncio, tramite social, il primogenito, Joao Marcelo, (gli altri due figli sono Bebel e Luisa Carolia).
Nato il 10 giugno del 1931 a Jazeiro, nello Stato di Bahia, Joao Gilberto Prado Pereira de Oliveria, questo il nome completo dell’artista, è il sesto di sette figli di un commerciante benestante. All’età di quattordici anni, inizia a suonare la chitarra da autodidatta e a diciotto si trasferisce a Salvador de Bahia, dove si esibisce presso le radio locali. A diciannove, invece, si sposta a Rio, dove fonda il gruppo Garotos de Lua, facendosi notare da Elizeth Cardoso, che lo ingaggia per suonare nel disco “Concao do Amor Demais”, scritto e composto da Tom Jobin e Vinicius de Moraes. Colpisce di lui, il modo originale che ha di suonare la chitarra e la sua curiosità nel contaminare sonorità diverse.
Un’ispirazione, a tal riguardo, gli viene fornita dal soggiorno negli Stati Uniti, dove nel 1962, si stabilisce definitivamente (salvo un intermezzo messicano) e dove incontra il pianista e compositore Jazz, Antonio Carlos Jobim, con il quale stringe un sodalizio, fondendo Bossa Nova e Jazz, il cui frutto è il disco “Getz/Gilberto”, vero successo internazionale dell’artista che rende celebre anche la voce della prima moglie Astrud, interprete del brano “Garota de Ipanema”, riproposto nel 1967, nella versione anglo-americana, da Frank Sinatra.
Diverse , per tutto l’arco degli anni Sessanta, le perfomance di “Joazinho”(come viene chiamato da amici e familiari), in giro per il mondo, che , però, non incide sino al 1968, quando pubblica l’EP “Ela E’ Carioca”, registrato durante il breve soggiorno messicano.
Numerosi, i concerti tenuti anche in Italia, dove arriva per la prima volta nel 1963, ora in Versilia, ora a Milano, non facendosi mancare neppure le partecipazioni a programmi Rai. Celebre, la sua rivisitazioni in chiave standard Jazz di canzoni del repertorio della musica leggera, tra le quali: “Estate” di Bruno Martino.
Nel 1973, invece, esce l’ “Album bianco” della Bossa Nova, con evidenti riferimenti al “White Album” dei Beatles e , a seguire, nel 1976, il disco “The best of two worlds”, in collaborazione con la cantante Miùcha (sorella del chitarrista brasiliano Chico Buarque), divenuta nell’aprile del 1965, la sua seconda moglie dopo la separazione dalla prima, innamoratasi di Jobim, e nel 1977 “Amoroso”, con l’orchestrazione di Claus Ogerman, capace di esaltare le composizioni di Jobim , miscela di vecchi Samba e melodie nordamericane.
Nel decennio Ottanta, poi, una nuova collaborazione con i musicisti-chitarristi brasiliani Gilberto Gil , Caetano Veloso e Maria Bethania , che alla fine degli anni Settanta avevano costituito il movimento Tropicalia, contaminando i suoni della Bossa Nova con quelli del Rock.
Nel 1991,è poi la volta di “Joao”, disco nel quale non sono presenti le composizioni Jazz di Jobim, ma quelle di Veloso e di compositori in lingua spagnola.
Suonati ancora oggi, dopo cinquant’anni, i brani “Desafinado”, “Samba de uma nota so”, “Maria Ninguém” (di Carlos Lyra) , “Saudade da Bahia”, “Rosa Morena” (questi ultimi attinti dal repertorio del brasiliano Dorival Caymmi), composti insieme con Jobim, che hanno diffuso la Bossa Nova nel mondo, influenzando la musica mondiale, sono dei veri e propri evergreen.
Allontanatosi dalle scene dieci anni fa (ultima partecipazione all’Umbria Jazz) , ha trascorso la fase conclusiva della sua vita in solitudine, a fronteggiare problemi di salute, economici e familiari, vista la disputa in corso tra i figli e l’ultima moglie, Claudia Faissol, di quarant’anni più giovane, da cui viveva separato.
Di lui, hanno scritto sul Corriere della Sera, Rocco Cotroneo : “Perfezionista fino all’estremo, dotato di un orecchio fuori dal comune, cantava con un filo di voce , spesso con dissonanze ardite e i pochi tentativi di comporre in proprio furono modesti. Ma , nessuno era mai riuscito a sostituire un’intera band di Samba con un unico strumento. Perché nella batida della sua chitarra , (un modo di suonare la chitarra classica fino a quel momento mai visto )c’erano l’armonia e tutto il ritmo delle percussioni, eseguite con il solo pollice. Ancora oggi, è considerato inimitabile”.
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