Sul fronte UE, dove l’affluenza ha registrato il dato più alto degli ultimi vent’anni, la vera e propria rivelazione, in termini elettorali, è stata quella dei Liberali dell’Alde e dei Verdi, mentre in netto calo sono risultati i Popolari del Ppe, che, pur non avendo la maggioranza, restano il primo partito e i Socialisti dell’S&D. Avanzano i sovranisti che , però, non sfondano. In Italia, la Lega è il primo partito con il 34,33%, seguito dal Pd, con il 22,69% . Crollo del M5S, al 17,07%. Arretra, ma tiene ,Forza Italia, all’8,79%; in crescita e , per la prima volta con suoi rappresentanti a Strasburgo, Fratelli d’Italia, al 6,46%. Il Vicepremier Salvini: “Niente crisi né rimpasti. Leali al Governo, ma ora avanti con choc fiscale, Tav e Autonomie”.
di Federica Marengo lunedì 27 maggio 2019
Smentiti, coloro che ritenevano le elezioni Europee di scarso interesse per l’elettore medio dei Paesi dell’Unione. Tra euroscettici ed europeisti convinti, ciascuno ha espresso, comunque, tramite il voto, il proprio punto di vista. Niente astensionismo, dunque. Dati alla mano (diffusi dal portavoce capo del Parlamento UE, Jaume Duch) le votazioni per rinnovare l’arco parlamentare di Strasburgo hanno mobilitato il 51% dei cittadini dell’Unione, ovvero la percentuale più alta di affluenza registratasi dal 1979, da quando gli esponenti dell’Europarlamento vennero eletti a suffragio universale e dalle ultime consultazioni del 2014.
Quanto al dato politico, invece, Ppe e S&d, i due partiti di coalizione al governo della UE nei sei anni appena trascorsi,pur rimanendo i cardini di un blocco europeista, hanno perso la maggioranza, insidiati dai liberali dell’Alde e dai Verdi, che, insieme, possono contare su 500 deputati.
Il partito Popolare Europeo e quello dei Socialisti democratici, infatti, pur restando il primo partito e il secondo, l’uno con 179 seggi e l’altro con 150,hanno perso rispettivamente 38 e 37 deputati, mentre i liberali dell’Alde e i Verdi con 107 e 70 seggi, hanno guadagnato 39 e 18 deputati in più, attestandosi come indispensabili per dar vita a una nuova coalizione.
Bene, anche il gruppo di estrema destra Enf(alleato di Rassemblement National di Marine Le Penn e della Lega di Matteo Salvini) ,con 58 seggi e 21 deputati in più e l’Efdd (alleato del M5S e del partito pro Brexit di Nigel Farage), con 56 seggi e 15 deputati in più.
Male, invece, i conservatori dell’Ecr, con 58 seggi e 18 deputati in meno e la Sinistra unitaria europea (Gue), con 38 seggi e 14 deputati in meno.
Nello specifico, in Germania, dove l’affluenza ha superato il 60%, il livello più alto dal 1989, ha prevalso ancora il Cdu/Csu, centrodemocratico cristiano (28%), anche se in calo (-7 punti dalle Europee del 2014), così come in forte perdita il partito socialista dell’Spd(15,6%).
Vero e proprio exploit per i Verdi, per la prima volta nella storia, seconda forza politica a livello nazionale (tra il 20,8% e il 21,8%); al di sotto delle aspettative l’ultradestra dell’Afd (7%),in crescita rispetto alle Europee del 2014, ma in calo di 2 punti rispetto alle ultime elezioni nazionali.
Ottimo risultato dei Verdi anche nel Land di Brema, al voto per rinnovare il Parlamento, dove dopo 73 anni di dominio dell’Spd, la maggioranza è stata conquistata dal Cdu, prospettando così l’ipotesi di una coalizione, in ogni caso, a trazione ecologista.
In Francia, la lista di destra Prenez le Pouvoir, sostenuta dal Rassemlement National di Marine Le Pen ha superato, con il 23,3% dei voti, Renaissance, appoggiata da En Marche del presidente Macron (22,4%), ottenendo però lo stesso numero di deputati (23), seguiti dai verdi di Europe Ecologie (13,42).
In Spagna, confermato il successo avuto alle politiche del 28 aprile scorso dal partito socialista operaio spagnolo (Psoe), guidato da Pedro Sanchez, con il 32,83% dei consensi e 20 seggi nell’europarlamento, seguito dal partito popolare PP, indietro di almeno 10 punti (20,2%) e con 12 deputati (4 in meno, rispetto alle Europee del 2014). Bene, i centristi di Ciudadanos (12,23%), con 7 deputati. In perdita, la sinistra radicale di Podemos (10,08%), con 6 seggi; non ha sfondato l’estrema destra di Vox, alla sua prima partecipazione alle Europee (6,22%), con 3 deputati.
Nel Regno Unito, alle prese con le dimissioni della premier Teresa May, la crisi dei partiti conservatore e laburista e con l’incognita Brexit, a trionfare è stato il partito neonato,pro-uscita dall’Unione, di Nigel Farage (31%), con 28 seggi, seguito da Libdem (21%), con16 seggi, Labour (14%), con 10 seggi, Verdi (12%), con 7 seggi e Tory (9%), con 4 seggi.
In Olanda, risultato soddisfacente per i laburisti del PvdA di Frans Timmermans (18,10%), seguiti dai liberal-conservatori del premier Rutte (15%) e dai Cristiano-democratici (12,3). Non ha raggiunto la soglia di sbarramento (4%) il PW, partito di estrema destra di Geet Wilders, alleato della Lega di Matteo Salvini(3,85%).
In Austria, ottima prova del partito Popolare di Sebastian Kurz, che ha vinto con il 34,9% e 7 seggi, superando i socialdemocratici della Spoe (23,4), con 5 seggi, in calo (-0,7) rispetto al 2014 e i liberali euroscettici di FPO (17,2%), con 3 seggi, in perdita per via dello scandalo corruzione che, alla vigilia delle elezioni, ha coinvolto il vice-cancelliere, leader del partito Strache.
In Polonia, successo per il partito diritto e giustizia (Pis) dell’euroscettico di destra Kaczynski(42,4%), con 21 seggi, seguito dalla Coalizione europea centrista (Ke) al 39,1%, con 18 seggi.
In Ungheria, affermazione di Fidesz, il partito del premier Viktor Orbàn(52,14%), con 13 seggi, seguito da DK-Coalizione democratica (16,26%), con 4 seggi e dal Movimento Momentum(9,92%), con 2 seggi.
In Bulgaria, vittoria per i conservatori del Gerb, partito del premier Borisov (31,6%), seguito dal Partito Socialista (23,35%) e dal Movimento dei diritti e delle libertà (13,8%).
In Belgio, evidente crescita, sia a livello federale che europeo dell’estrema destra di Vlaams Belang (12,1%), secondo partito dopo Fiammingo Nova (14,2%), seguiti dai socialisti (9,7%) e dai cristiano democratici (9,1%), entrambi in calo. Bene, i Verdi di Groen (7,3%) e di Ecolo (7,1).
In Croazia, vittoria dei conservatori Hdz, anche se in calo, con 4 seggi, a pari merito con i Socialdemocartci.
In Slovenia, successo del Partito Democratico SDS e del Partito Popolare SLS (26,43%), seguiti dal partito Socialdemocratico SD (18,64%) , dalla lista LMS del premier Sarec (15,58%) e dai cristiano democratici di Nuova Slovenia (11, 07%).
In Lussemburgo, vittoria per i liberali (21,44%), seguiti dai cristiano-sociali del presidente della Commissione UE Juncker (21,1%) e dagli ambientalisti (18,91%).
In Danimarca, in testa i Socialdemocratici (22,85%), seguiti dai liberali (20,55%), ai quali appartiene la commissaria alla Concorrenza uscente, candidata alla presidenza della Commissione Vestager, e dal partito del Popolo Danese (13,2%), alleato della Lega di Matteo Salvini, in perdita a fronte del 26,6% del 2014.
In Finlandia, buon risultato per i conservatori della Coalizione nazionale (20,7%), sebbene in calo rispetto al 2014, seguiti dalla Lega Verde (15,9%) e dai socialdemocratici (14,7%) e dall’ultradestra euroscettica (14%).
In Irlanda, vittoria dei moderati-popolari del Fine Gael, partito del premier Leo Varadkar (29%) con 4 seggi, seguiti dal partito repubblicano-socialdemocratico Fianna Fàil–FF(15%) , con 2 seggi dai Verdi (15%) con 2 seggi, dagli Indipendenti (15%) ,con 2 seggi, dal Sinn Féin (13%). Fuori i Laburisti (3,5%) e i Socialdemocratici(1,50%).
In Portogallo, buon risultato per il Partito Socialista del premier Antonio Costa (33,8%), con 10 seggi, seguito dai Socialdemocratici (22%) con 6 seggi, dal blocco di sinistra (9,5%) con 2 seggi e dai Verdi (6,06%).
In Grecia, sconfitto Syriza, il partito del premier Tsipras, (25%), superato dai conservatori di Nea Demokratia (33,5%).
In Lituania, affermazione per i conservatori dell’Unione della patria (17,41%), seguiti dai socialdemocratici (16,9%) e dal partito populista l’Unione dei Verdi e Contadini lituani (13,5%).
In Lettonia, il partito centrista Nuova Unità del premier Karins ha superato (26,4%) il partito russofono Socialdemocratico Saskana (17,45%) e l’Alleanza nazionale Coal.Na (16,40%).
A Cipro, vittoria dei conservatori di Disy (31,8%), seguiti dai comunisti di Akel (26%) e dai socialdemocratici (11,9%). Eletto per la prima volta al Parlamento europeo, da quando la parte greco-cipriota, riconosciuta dalla comunità internazionale, si è unita alla UE nel 2004, un deputato turco-cipriota: Niyazi Kizilyurek, insegnante universitario eletto nella lista dei comunisti di Akel.
A Malta, ottimo risultato dei laburisti del premier Josef Muscat (55,9%), seguito dal partito nazionalista (36,2%).
In Italia, dove, secondo i dati del Viminale, l’affluenza è stata del 56,10%, in calo rispetto al 58,69% delle Europee del 2014, con la percentuale più alta rilevata in Umbria (67,7%) ed Emilia-Romagna(67,3%), e quella più bassa registrata in Sardegna(36,25%) e in Sicilia(37,51%), la Lega si è attestata come primo partito con il 34,33%, con 28-29 eurodeputati, seguita dal Pd, con 22,69% e 18-19 eurodeputati, dal M5S, con il 17,07% e 15-16 eurodeputati, in calo rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo 2018(32,68), da Forza Italia, con l’8,79% e 7-8 eurodeputati e da Fratelli d’Italia, con il 6,46% e 5-6 eurodeputati. Sotto la soglia di sbarramento e dunque, fuori dal Parlamento UE, +Europa-Italia in Comune al 3,09%, Europa Verde al 2,29% e La Sinistra all’1,74%.
Attesi in queste ore, i risultati definitivi delle amministrative, per l’elezione del nuovo presidente e del Consiglio della Regione Piemonte e dei sindaci in 5 capoluoghi di Regione (Firenze, Bari Perugia,Potenza e Campobasso ) e in 3.800 Comuni, di cui 25 capoluoghi di provincia.
Secondo la terza proiezione, diffusa dal consorzio Opinio per la Rai, con copertura del campione del 29%, in Piemonte, dove si è registrato un lieve calo della partecipazione (63,4% rispetto al 66,45% delle precedenti amministrative) sarebbe in vantaggio Alberto Cirio del centrodestra, al 46,09, seguito dal governatore uscente del Pd Sergio Chiamperino,al 38,8%, da Giorgio Bertola del M5S al 13,7% e da Valter Boero de Il popolo della Famiglia, con lo 0,6%.
Sul fronte comunali, invece, con affluenza anch’essa in calo(68,01%, rispetto al 70, 98 delle precedenti elezioni) , a Livorno, governata da Filippo Nogarin dei Cinque Stelle, vi sarebbe un testa a testa tra Luca Salvetti (29,8%), candidato del centrosinistra e Andrea Romiti(29,7%), candidato del centrodestra, seguiti da Marco Bruciati, candidato di Potere al Popolo (14,8%).Quarta (12,8%),Stella Sorgente, candidata del M5S e assessore della giunta uscente.
A Firenze, a fronte di una copertura del campione dell’8%, sarebbe in testa il sindaco uscente Dario Nardella del Pd, con il 52,2%, seguito da Ubaldo Bocci, del centrodestra con il 31,3%.
A Bari, sarebbe in netto vantaggio, sul competitor, Pasquale Di Rella del centrodestra(21,8%) e quindi eleggibile al primo turno, il sindaco uscente Antonio Decaro del Pd(70,8%).
A Lecce, in testa Carlo Maria Salvemini del centrosinistra con il 49,7%, seguito da Saverio Congedo del centrodestra ,con il 33,2%.
A Perugia, è avanti il sindaco uscente Andrea Romizi del centrodestra, con il 54,6%, seguito da Giuliano Giubilei del centrosinistra con il 30,5% e da Francesca Tizi del M5S con il 7%.
A Campobasso, testa a testa tra Roberto Gravina del M5S e Maria Domenica D’Alessandro del centrodestra, entrambi con il 34,5%, seguiti da Antonio Battista del centrosinistra, con il 27,4%.
A Potenza, avanti il candidato leghista Mario Guarente con il 48,1%, seguito da Valerio Tramutoli di Basilicata possibile con il 24,1% e da Bianca Andreatta del centrosinistra, con il 18,4% .
A Modena, in vantaggio Gian Carlo Muzzarelli del centrosinistra, con il 51,3%, seguito da Stefano Prampolini del centrodestra, con il 30,6% e da Andrea Giordani, del M5S con il 12,5%.
A Reggio Emilia, in testa l’uscente Luca Vecchi del Pd, con 44,9, seguito da Roberto Salati del centrodestra, con il 30,7% e da Rossella Ognibene del M5S, con il 16,6% e da Cinzia Rubertelli di Alleanza Civica con il 5,6%.
A Bergamo, avanti il sindaco uscente Giorgio Gori del centrosinistra con 57,9%, seguito da Giacomo Stucchi del centrodestra con il 35,1%.
Quindi, se la proiezione venisse confermata, il M5S avrebbe perso Livorno, che andrebbe al ballottaggio, e nei comuni di Bergamo, Modena, Firenze e Bari sarebbero confermati i sindaci uscenti del centrosinistra, come pure a Perugia, dove resterebbe il primo cittadino uscente di centrodestra.
Primo partito, la Lega con il 35,6%, prevalente in quasi tutto il Nord, seguita dal Pd, con il 22%, prevalente al Centro-Sud e il M5, con il 13,4%, prevalente al Sud e nelle isole, nonostante il calo di elettori rilevato sul territorio. Seguono Forza Italia, con l’8,3%, Fratelli d’Italia, con il 5,4% e Unione di Centro con il 3,4%.
“Un voto del genere impone di lavorare. Lavoro, lavoro, lavoro e il lavoro passa da una riduzione delle tasse, una riduzione della pressione fiscale è un dovere , è prevista nel contratto di Governo. Lavoro per una Manovra che abbia uno choc fiscale positivo. La Manovra economica di autunno la vogliamo improntare al taglio delle tasse. Sono sicuro che il nuovo Parlamento Europeo e la nuova Commissione Europea saranno più amici dell’Italia, più di quanto non lo siano stati con il Pd negli ultimi cinque anni. Risulta in arrivo una lettera della Commissione europea sull’economia e il debito italiani. Vedremo. Penso che gli italiani diano mandato a me e al Governo di ridiscutere in maniera pacata parametri vecchi e superati. Lega e 5Stelle sono due partiti che ormai da un anno, contro molti, se non tutti , superano il 50%. E’ un unicum a livello continentale e vedremo di usarlo bene. Ho sentito il presidente del Consiglio, ho ribadito la lealtà della Lega al contratto di Governo, che non è mai stata in discussione. Ma il mandato a fare, ora, è chiaro, dall’Autonomia alla Tav”, ha così commentato, questa mattina, in conferenza stampa dalla sede del partito in via Bellerio, a Milano, l’esito delle Europee, il Vicepremier, Ministro e leader del Carroccio, Matteo Salvini, ringraziando gli oltre 2 milioni di elettori, che hanno votato il partito e anche chi lo ha criticato.
“Per noi le elezioni Europee sono andate male. Impariamo e non molliamo. La nostra gente si è astenuta: queste persone attendono risposte. Ora ci sono promesse da mantenere che non abbiamo dimenticato: salario minimo orario, provvedimenti per le famiglie con figli e l’abbassamento delle tasse. Ho sentito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e gli ho chiesto di convocare prima possibile un vertice di Governo. Mai come adesso c’è bisogno di umiltà e lavoro. Ora, il movimento ha bisogno di tutti per una riorganizzazione, per essere vicini ai territori. Ho sempre trattato la Lega alla pari, non ho mai fatto pesare che si dovessero approvare due provvedimenti del Movimento per ogni provvedimento della Lega. Anche per questo, per me, non cambia nulla, dobbiamo continuare a lavorare con lealtà per gli obiettivi del contratto di Governo. Il contratto non si cambia e lo tuteleremo: saremo argine. Il ministro dell’Economia ha detto che i soldi ci sono per fare la Flat Tax per il ceto medio e allora per me si può fare , io ci sono, facciamola. Prima facciamo il tavolo su Flat Tax e salario minimo e prima ci mettiamo al lavoro, era un tavolo che si doveva fare un mese fa”,ha dichiarato ai cronisti, in un incontro ufficiale tenutosi questo pomeriggio al Mise, il Vicepremier, Ministro e capo politico pentastellato Luigi Di Maio.
“La sfida delle Europee ha rimesso in gioco l’alternativa. E il primo passo per la costruzione dell’alternativa , è la ripartenza. Eravamo dati per spacciati , ai margini del gioco politico italiano, gli italiani ci hanno aiutato a voltare pagina. Da oggi, siamo il pilastro non solo dell’Opposizione, ma anche dell’alternativa. Dobbiamo costruire una nuova alleanza di centrosinistra. Dopo la Lega, il Pd è il partito che cresce di più ed è l’alternativa al Governo Salvini. Noi mettiamo al primo posto l’interesse dell’Italia. Di fronte a un Governo che rischia di metterci in posizione marginale difenderemo l’Italia rappresentandola al meglio nella nuova maggioranza che si formerà nelle istituzioni europee”, ha sottolineato stamane, in conferenza stampa, presso la sede del Pd, il segretario Nicola Zingaretti.
“Siamo ancora indispensabili, senza Forza Italia il centrodestra perde. Noi siamo l’unica forza moderata di una coalizione vincente solo se corre insieme e io resto a Bruxelles l’unico argine al populismo anti-europeo. Più di questo non si poteva fare, ho dato il massimo”, ha detto, secondo quanto riportato da fonti AdnKronos, il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che, riabilitato dal Tribunale di Sorveglianza di Milano nel maggio 2018, dopo la condanna dell’agosto 2013 per frode fiscale nell’ambito del processo sui diritti Mediaset e conseguente decadenza da senatore per effetto della legge Severino, ha potuto candidarsi come capolista, ottenendo 557 mila preferenze che gli consentiranno di insediarsi per la terza volta a Bruxelles.
“E’ un risultato straordinario, è il secondo miglior dato di crescita dopo Matteo Salvini, faccio i complimenti a lui. Siamo cresciuti del 50% rispetto alle politiche ed è tutt’altro che scontato. La prima cosa che balza agli occhi è che FdI non si dà limiti da oggi, visto questo risultato. La seconda è che c’è un’alternativa possibile, questo gli italiani hanno detto. Lega e FdI rappresentano una maggioranza alternativa. Questo è il segnale che hanno dato gli italiani facendo crescere Lega e FdI. Gli italiani hanno detto che non vogliono il M5S al Governo, siamo pronti ad assumerci la nostra responsabilità. Poi spetterà a ciascuno degli attori in campo seguire le indicazioni degli italiani oppure no”, ha evidenziato la leader di FdI ,Giorgia Meloni, parlando quest’oggi ai cronisti, presso la sede del suo comitato elettorale.
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