Scoperto un nuovo affresco nel Parco Archeologico di Pompei e specificamente nella domus della Regio Quinta , lungo via del Vesuvio. Si tratta di “Narciso che si specchia nell’acqua”, collocato sulla parete al centro della stessa stanza in cui, nel novembre del 2018 fu rinvenuto l’affresco di “Leda e il cigno”.
di Federica Marengo sabato 16 febbraio 2019

Foto: dissidenzaquotidiana.it
La notizia è stata resa nota il 14 febbraio : al centro della parete della camera da letto (cubiculum) di una domus dell’antica Pompei e, specificamente, nella Regio Quinta, lungo la via del Vesuvio, è emerso, dai lavori di scavo, un altro affresco : “Narciso che si specchia nell’acqua”.
Si va così, via via completando, lo scenario decorativo della stanza, alcova elegante e raffinata dei coniugi proprietari della casa, posta sul fronte orientale della necropoli, poco distante dalla Casa dei Vettii.
Appartenuta forse a un ricco commerciante o a un liberto, la domus è una fucina di continue scoperte a partire dal 14 agosto del 2018, quando, in seguito ai lavori di messa in sicurezza dell’edificio, il team di archeologi guidato dall’allora Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, scoprì sulla parete del corridoio d’ingresso della casa, un affresco rappresentante Priapo, il dio della mitologia greco-romana, figlio di Afrodite e Dioniso, ritratto nella tradizionale iconografia simbolo di fecondità e buon auspicio.
Ritrovamento, quest’ultimo, a cui ne fece seguito, a distanza di qualche mese, un altro.
Il 19 novembre, infatti, sulla parete di una delle stanze dell’abitazione, fu scoperta dagli archeologi una nuova rappresentazione, quella di : “Leda e il cigno”.
La regina di Sparta, dipinta all’interno di un clipeo (una forma circolare che rievocava lo scudo cavo tipico dell’oplita-soldato greco), sormontato da una cornice raffinatissima, è raffigurata mentre si congiunge con Giove, re degli dei,che pur di averla, ha assunto le sembianze di un cigno, in un contesto decorativo composto da due quadretti, rappresentanti: uno, un paesaggio marino e , l’altro, una natura morta.
Iconografie, queste, molto diffuse nella Pompei antica, specie tra le classi più elevate, e perciò commissionate a un artista come decorazioni per la propria abitazione da un padrone di casa parvenu, desideroso di dimostrarsi all’altezza del suo nuovo status di ricco.
Tuttavia, sebbene molto comuni nelle abitazioni signorili, tali motivi decorativi presentano una caratteristica diversa, proponendo un tratto pittorico di spiccata sensualità, non comune nelle altre rappresentazioni e probabilmente frutto dell’ispirazione, da parte del maestro esecutore, al modello scultoreo del greco Timoteo (IV secolo a.C).
E proprio in questa direzione di raffinato erotismo, in un continuo armonico e unitario di stile , si iscrive il nuovo affresco, scoperto mercoledì scorso, durante i lavori, questa volta, al centro della parete della stanza da letto della casa.
“Narciso che si specchia nell’acqua”: è questo dunque il mito greco riproposto dal pittore nella sua consueta iconografia. Il cacciatore, figlio della ninfa Liriope e del dio fluviale Cefisio ( o secondo un’altra versione di Selene ed Endimione), innamorato solo della sua immagine e perciò, punito dagli dei, è infatti ritratto mentre si specchia nelle acque di un lago, nel quale, di lì a poco, troverà la morte , cadendovi.
La Direttrice ad interim del Parco Archeologico di Pompei, già Direttrice del Parco Archeologici del Colosseo, Alfonsina Russo, commentando il rinvenimento, ha spiegato : “La bellezza di queste stanze , evidente già dalle prime scoperte ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l’ambiente di Leda e l’atrio retrostante”, mentre l’ex Direttore, Massimo Osanna, ricandidatosi per un secondo mandato e in attesa di conoscere l’esito della dura selezione internazionale, a cui ha partecipato , raggiunto dalla principali tesate, ha parlato di : “Ambiente pervaso dal tema della gioia di vivere , della bellezza e della vanità, sottolineato anche da grifoni, amorini, nature morte e scene di lotte tra animali, che si intrecciano tra loro e da menadi e satiri che, in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all’interno della parte pubblica della casa” e di una pittura : “databile agli ultimi anni della colonia di Pompei, sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C, come testimonia lo straordinario stato di conservazione dei colori”.
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