Martedì mattina, nel Suo ultimo giorno in visita ad Abu Dahbi, Papa Francesco ha celebrato Messa all’interno dello Zayed Sports City, alla presenza di 43 mila cattolici, esortandoli, nel segno di San Francesco d’Assisi, a perseverare nella fratellanza, nella mitezza, e nella pace, perché, ha detto : “Il cristiano parte armato solo della fede umile e del suo amore concreto”. Poi, nel viaggio di ritorno a Roma, a bordo dell’aereo papale, la conferenza stampa con i giornalisti.
di Federica Marengo giovedì 7 febbraio 2019
Nella mattinata di martedì 5 febbraio, una folla di 43 mila cattolici, per lo più immigrati di varia nazionalità e riti, distribuita sugli spalti dello Zayed Sports City, lo stadio di Abu Dahbi, ha accolto Papa Francesco, giuntovi per celebrare Messa nell’ ultimo giorno della sua visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti.
Acclamato anche all’esterno dell’edificio da 90 mila fedeli, (cui si sono aggiunti i 4 mila musulmani, donne e uomini, residenti nella penisola del Golfo Persico, che, malgrado l’Islam sia la religione ufficiale del Paese e la Sharia legge civile, hanno ottenuto il permesso dal governo per assistere alle celebrazioni), all’inizio della sua omelia, Bergoglio, si è rivolto alla comunità cattolica, paragonandola alla comunità di Filadelfia, cui Gesù si riferisce spesso nel libro dell’Apocalisse. “Essa, infatti, ha custodito la parola di Gesù, senza rinnegare il suo nome e ha perseverato, cioè è andata avanti, pur nelle difficoltà”, ha detto Francesco, sottolineando: “E c’è un aspetto importante : il nome “Filadelfia” significa: “amore tra i fratelli”. L’amore fraterno”.
Quindi, citando la prima delle “Beatitudini” (“Beati i miti”), ha spiegato: “Non è beato chi aggredisce o sopraffà, ma chi mantiene il comportamento di Gesù che ci ha salvato: mite, anche di fronte ai suoi accusatori”.
Poi, al termine di una breve digressione nella quale ha ricordato le istruzioni date da San Francesco d’Assisi ai frati, su come interagire con i Saraceni e i non cristiani (“Che non facciano liti o dispute,ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani”), ha concluso, esortando: “Le Beatitudini, non sono per superuomini, ma per chi affronta le sfide e le prove di ogni giorno. Chi le vive, secondo Gesù, rende pulito il mondo. E’ come un albero che, anche in terra arida, ogni giorno, assorbe aria inquinata e restituisce ossigeno. Vi auguro di essere così, ben radicati in Gesù e pronti a fare del bene a chiunque vi sta vicino. Le vostre comunità siano oasi di pace”.
In seguito, finita la celebrazione, il Vicario Apostolico dell’Arabia del Sud, Paul Hinder, ha ringraziato Papa Bergoglio, ricordando che: “Ottocento anni fa San Francesco d’Assisi si incontrò con il Sultano Malik Al Kamil in Egitto, fu un incontro caratterizzato dal reciproco rispetto. In modo analogo, Lei, è venuto in un Paese musulmano con l’intenzione di fare come fece San Francesco nel 1219. Noi cristiani cerchiamo di seguire la direttiva che San Francesco diede allora ai suoi fratelli e di vivere spiritualmente tra i musulmani, non impegnandoci in discussioni e semplicemente riconoscendo che noi siamo cristiani”.
Nel pomeriggio, il Pontefice è risalito a bordo dell’aereo papale, (atterrato poi in serata all’aeroporto di Ciampino), per il viaggio di ritorno a Roma; viaggio nel corso del quale ha tenuto la consueta conferenza stampa con i giornalisti accreditati.
Vari gli argomenti trattati: dal documento sulla Fratellanza firmato al Founder’s Memorial insieme con il Grande Imam di al-Azhar, al-Tayyib (“E’ stato preparato con grande riflessione e pregando. Nasce dalla fede in Dio, che è Padre di tutti e Padre della pace ed è stato fatto nello spirito del Concilio Vaticano II”), alla condanna della violenza contro i cristiani da parte di alcuni gruppi “che si dicono islamici” (“I saggi del Consiglio dicono che non è l’islamismo”), e alla situazione in Medio Oriente e nello Yemen, in particolare (“Ho trovato una buona volontà per avviare processi di pace”), passando per le denunce di abusi da parte delle religiose (“E’ vero, ci sono dei casi. Ci sono stati sacerdoti e anche Vescovi che hanno fatto questo”. E’ un problema. Stiamo lavorando. Voglio andare a vanti”) e la crisi in Venezuela (“Ci sono piccoli passi, l’ultimo è una mediazione. Ci vuole la volontà di ambedue le parti. Se saranno entrambe le parti a chiederlo, siamo sempre disposti”).
©Riproduzione riservata