Continua la discussione all’interno della Maggioranza sulla nota al Documento di Economia e Finanza varato in Consiglio dei Ministri, e sulle misure fiscali approntate per reperire i 14 miliardi di flessione su Deficit, di cui 7,5 miliardi dovrebbero essere reperiti grazie al contrasto all’evasione. Lettera del fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, al Corriere della Sera: “No all’aumento dell’Iva per finanziare il taglio al cuneo fiscale. Piuttosto, tagliare spesa pubblica e rimodulare il debito”. Ieri, in serata, vertice di Maggioranza a Palazzo Chigi, su Alitalia, dopo la lettera con cui Atlantia, socio della cordata che dovrebbe rilevare l’ex compagnia aerea di bandiera, ha espresso perplessità sull’accordo, mentre i lavoratori degli stabilimenti Whirlpool di tutta Italia, in sciopero, hanno manifestato a Roma. Istat, ha reso noti i dati economici del secondo trimestre : migliora il deficit, ma sale la pressione fiscale. In aumento, anche il reddito, il risparmio e il potere d’acquisto delle famiglie. Ufficializzato alla Camera il Rapporto Asvis (Alleanza Futuro sviluppo sostenibile): “Italia, indietro sullo sviluppo sostenibile, urgente piano di lavoro per i giovani”. Sul fronte immigrazione e riduzione degli sbarchi, Di Maio (Esteri) e Bonafede (Giustizia), hanno presentato alla Farnesina un decreto interministeriale per velocizzare i tempi e la burocrazia dei rimpatri, mediante nuovi accordi con 13 Paesi europei e africani, ma da Milano, gli ha fatto eco la ministra dell’Interno Lamorgese: “Bene, ma non abbiamo la bacchetta magica. Difficile sbilanciarsi sui tempi”. Lega, dopo interrogazione parlamentare depositata in Senato su presunti conflitti di interesse, ha chiesto che il Presidente Conte riferisca in Parlamento su incontro a Roma tra ministro della Giustizia americano Barr e servizi segreti del Copasir per raccogliere informazioni su inchiesta Russiagate del Procuratore Muller. Il Premier: “Nulla da nascondere, riferirò al Copasir”.
di Federica Marengo venerdì 4 ottobre 2019
Non si arrestano le discussioni in seno alla Maggioranza sulla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, approvata nel corso del Consiglio dei Ministri di lunedì 30 settembre. A sollevare il dibattito , soprattutto l’ipotesi, peraltro smentita dal Premier, Giusppe Conte, di un aumento selettivo/rimodulazione dell’Iva per finanziare le misure bandiera della prossima Manovra, tra cui: il taglio del cuneo fiscale a vantaggio di lavoratori e imprese e il sostegno alle famiglie del ceto medio-basso.
Quindi, nonostante il Presidente del Consiglio abbia chiarito, come tale eventualità inizialmente presa in considerazione, sia stata poi messa da parte, a fronte delle coperture provenienti dal contrasto all’evasione fiscale e dall’incentivazione all’uso di strumenti di pagamento digitale, il fondatore di Italia Viva, partito sostenitore della Maggioranza, ha inviato al Corriere della Sera una lettera nella quale ha ribadito la sua contrarietà all’aumento/rimodulazione dell’Iva per reperire le risorse necessarie a ridurre il costo del lavoro (2,2 miliardi, a partire da luglio 2020 e 5,4 miliardi dal 2021, per un totale di 7 miliardi di euro), giudicate comunque insufficienti dagli imprenditori di Assolombarda e Confindustria.
Infatti, lanciata una stoccata al Governo Letta, reo di aver aumentato la tassa sul valore aggiunto in un momento di stagnazione economica, cui ha opposto i risultati ottenuti dalla sua premiership (22 miliardi di riduzione del cuneo, nel triennio 2015-2017), l’ex Premier e segretario Pd, ha definito tale operazione un “autogol” dell’Esecutivo, proponendo, per tornare a crescere, dopo “la devastante fase negativa del Governo populista”, lo sblocco del pacchetto di 36 miliardi di investimenti pubblici tenuti fermi “dai lacci della burocrazia e dall’inconcludenza politica”.
Dunque, la ricetta economica fornita da Renzi, per ricavare le risorse necessarie a un taglio imponente del costo del lavoro, senza aumenti delle tasse, che consentirebbe agli imprenditori di assumere e ai lavoratori di spendere, si compone di due ingredienti : la riduzione della spesa per beni e servizi (aumentata negli ultimi anni in maniera “ingiustificata”, ha scritto) e la rimodulazione del debito, che farebbe risparmiare ogni anno almeno mezzo punto di Pil. Perché, ha concluso il fondatore di Italia Viva, non senza una frecciata al Governo giallo-rosso di cui è alleato, “per sconfiggere il populismo ci vuole la politica. Non gli slogan o i giochi delle tre carte”.
Tuttavia, tra una polemica e l’altra, l’Esecutivo Conte 2, continua a lavorare per trovare le risorse necessarie a finanziare l’aumento di deficit per 14 miliardi che la UE dovrebbe concedergli, necessario ad attuare i provvedimenti pro-lavoratori e pro- famiglie, paventati e, a tal proposito, secondo indiscrezioni giornalistiche, al netto dei 7 miliardi, frutto della lotta all’evasione, ne mancherebbero ancora 5 per coprire l’intero ammontare, i quali dovrebbero essere reperiti da alcune misure fiscali, in chiave anti-frode e green, che però, hanno già indotto alla protesta numerose categorie. Si andrebbe dall’accorpamento delle imposte sulla casa, Imu e Tasi, alle sanzioni pesanti in caso di sospensione, revoca di licenze, autorizzazioni e concessioni pubbliche, in aggiunta alle sanzioni accessorie già previste per violazioni nell’ambito tributario, passando per Iva ridotta per chi paga con moneta elettronica e leggermente più alta per chi usa le banconote (che, però, non convince né Renzi nè Di Maio), pagamento delle tasse sul lavoro di colf, badanti e baby-sitter da parte del datore di lavoro (ma sono già insorte le Associazioni del comparto), riduzione delle detrazioni e deduzioni per i redditi alti compresi tra i 100 mila e i 300 mila euro e totale azzeramento oltre tale soglia, il taglio dei sussidi , delle esenzioni , degli sconti fiscali e dei trasferimenti diretti relativi a diesel e carburante, dannosi per l’ambiente ( ma il Governo ha già escluso l’intervento sul gasolio agricolo) e , infine, ipotesi di modifiche al meccanismo pensionistico di Quota100.
Tutto questo, alla luce delle vertenze industriali che l’Esecutivo giallo-rosso deve affrontare, tra le quali: il caso Alitalia, su cui ieri, nel tardo pomeriggio, si è tenuto a Palazzo Chigi un vertice tra il Premier Conte e i Ministri interessati al dossier, fortemente irritati, dopo che Atlantia, holding, controllata di Autostrade ,in capo ai Benetton, sotto inchiesta per il crollo del Ponte Morandi a Genova e per la presunta mancata manutenzione di altri viadotti, tra i partner della cordata che dovrebbe rilevare l’ex compagnia di bandiera (assieme a Delta, Ferrovie, Ministero dell’Economia e delle Finanze), ha inviato una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico esprimendo perplessità sul piano di rilancio della compagnia, e arrivando a prospettare un ritiro dalla cordata in assenza di un intervento del Governo per riequilibrare i ruoli tra i protagonisti in campo, su tutti Delta, anche se, secondo quanto riportato da alcune testate, in realtà sul piatto ci sarebbe la revisione delle concessioni autostradali (commistione ritenuta da Conte: “inammissibile”) , introdotte nella Nota al DEF e che potrebbero rivelarsi insostenibili per il gruppo e su cui il Governo non ha ancora espresso la sua posizione, mentre manca poco al 15 ottobre, data “improrogabile” di scadenza del termine per l’offerta vincolante. Convocate, quindi, le parti sociali.
Altra questione poi, quella della Whirlpool di Napoli, i cui 420 dipendenti, insieme con quelli delle altre sedi dell’azienda americana produttrice di lavatrici, che ha prospettato la cessione alla società svizzera PRS e la riconversione del sito di Via Argine o la chiusura e il licenziamento, hanno manifestato nella mattinata di oggi, accompagnati dai sindacati, sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere il rispetto dell’accordo firmato dalla multinazionale USA il 25 ottobre 2018, con il quale quest’ultima si impegnava a proseguire l’attività industriale in Italia, lamentando inoltre la scarsa affidabilità della start up che dovrebbe acquisire il sito, a detta dei rappresentanti sindacali, in possesso di un capitale sociale insufficiente per sostenere un simile investimento.
Immediato, l’incontro tra sindacati e il Ministro Patuanelli, che ha fissato per mercoledì 9 ottobre, a Palazzo Chigi, un tavolo sulla vertenza, alla presenza del Presidente Conte e dei vertici dell’azienda.
Una nota positiva, però, è arrivata, sempre nella mattinata di oggi, dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), che ha diffuso i dati economici del secondo trimestre, attestando un aumento del reddito disponibile delle famiglie dello 0,9% ,sia in termini nominali che reali, tradottosi nella crescita del potere d’acquisto. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,9%, in aumento di 0,8% punti percentuali rispetto al trimestre precedente, facendo crescere, però, solo in parte i consumi, mentre si è riscontrato un aumento della propensione al risparmio.
Quanto al Pil, (prodotto interno lordo), il suo rapporto con il deficit è stato pari all’1,1%, dall’1,3% nello stesso trimestre del 2018, andamento possibile grazie a una dinamica delle uscite meno accentuata di quella delle entrate, con incrementi rispettivamente del 2,0% e del 2,5%).
Su, invece, la pressione fiscale , pari al 40,5%, in aumento di 0,3% punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2018.
Negativo, invece, il quarto Rapporto ASviS (Alleanza Futuro Sostenibile) 2019, presentato alla Camera dal portavoce Enrico Giovannini, che ha fotografato e analizzato l’andamento del Paese rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, rapporto presentato stamani ,alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo il quale, l’Italia “resa lontana dal sentiero scelto nel 2015, quando si è impegnata ad attuare tale Agenda”.
L’Italia, infatti, migliora in alcuni campi come : salute, uguaglianza di genere, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale, ma peggiora in povertà, alimentazione e agricoltura sostenibile, acqua e strutture igienico sanitarie, sistema energetico, condizioni dei mari ed ecosistemi terrestri. Stabile, invece, l’educazione e la lotta al cambiamento climatico.
Perciò Asvis ha rilevato “evidenti ritardi in settori cruciali per la transizione verso un modello che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale, e fortissime disuguaglianze, comprese quelle territoriali”, esortando a costituire una task force per organizzare la formazione e l’occupazione dei giovani, a introdurre azioni concrete in Manovra e a riscrivere il piano integrato energia-clima alla luce della decarbonizzazione prevista per il 2050.
Un monito che è stato subito raccolto dagli esponenti del Governo italiano, con il ministro dell’Economia Gualtieri, che ha rinnovato l’impegno ad attuare un cambio di passo, realizzando investimenti orientati alla sostenibilità ambientale e sociale, resi possibili dalla revisione del Patto di Stabilità e dall’emissione di “green bond”, specificamente indirizzati a interventi in direzione della sostenibilità, riecheggiato prima dal Commissario agli Affari Economici UE, in pectore, Paolo Gentiloni, che ha sottolineato come l’obiettivo sia quello di mettere in campo oltre mille miliardi in investimenti ambientali e poi dal Presidente della Camera Fico, che ha evidenziato l’irresponsabilità di chi neghi l’urgenza della riconversione rispetto all’attuale modello di sviluppo ambientale, economico e sociale.
E un intervento in tal senso, ovvero quello della sostenibilità e degli investimenti nell’ambito del Green New Deal, è giunto anche dal Premier Conte, ad Assisi per le celebrazioni dedicate al Santo patrono d’Italia, Francesco, il quale ha anche replicato alla lettera inviata al Corriere della Sera da Renzi, invitando gli alleati di Governo a “non fare i fenomeni” e “non mistificare la realtà”, ma a “sedersi ai tavoli con il massimo impegno”, poiché, in merito all’aumento/rimodulazione dell’Iva, ancora nessuna misura è stata definita e varie ipotesi sono allo studio del MEF e della Ragioneria dello Stato.
Parole, queste ultime, a cui ha fatto seguito la replica del coordinatore di Italia Viva Ettore Rosato, che, interpellato dall’Ansa, ha dichiarato: “Nessuno di noi fa il fenomeno. Come ha spiegato oggi Renzi sappiamo far di conto. Con noi, il taglio del cuneo fiscale è stato di 22 miliardi e non abbiamo aumentato l’Iva. Se serve , siamo a disposizione per dare una mano e al tavolo ci siamo seduti con Bellanova e Marattin. Quelli che facevano i fenomeni li conosce bene : sono quelli con cui lei ha governato lo scorso anno, non siamo noi”.
Sul fronte dell’immigrazione, pure legata alla sostenibilità, alla cambiamento climatico e alle disuguaglianze, stamane, il ministro degli Esteri, Di Maio, ha presentato alla Farnesina, insieme con il ministro della Giustizia, Bonafede, un decreto interministeriale,firmato dallo stesso Guardasigilli e dalla ministra dell’Interno Lamorgese, volto a velocizzare i rimpatri, portando i tempi da due anni a quattro mesi, mediante l’inserimento di 13 Paesi (Algeria,Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Senegal, Serbia e Ucraina) nel programma apposito, e accelerando le procedure burocratiche per la definizione dei Paesi di origine dei migranti, in capo alle commissioni territoriali.
Proprio sulla celerità con cui i magistrati potranno smaltire le domande di asilo, si è soffermato il Guardasigilli Bonafede, mentre la ministra dell’Interno Lamorgese, a Milano per il Comitato pubblico di ordine e sicurezza, ha frenato gli entusiasmi, rilevando la complessità del fenomeno (“Nessuno ha la bacchetta magica”) e la necessità di applicare il decreto (“riparliamone fra 6 mesi”) per valutarne l’incisività e i risultati, pur ammettendo che esso possa abbreviare i tempi.
Intanto, se il segretario dem Zingaretti, ha ribadito che per il Pd, la priorità è il taglio delle tasse sul lavoro e da Palazzo Chigi, fonti interne, hanno fatto sapere che una prima riduzione del cuneo fiscale equivarrebbe a un aumento di 40 euro mensili per i lavoratori dipendenti,gli attivisti dissidenti pentastellati, in occasione del decennale del Movimento, hanno pubblicato in Rete, un documento, la “Carta di Firenze”, in più punti, risultato di un incontro svoltosi domenica scorsa a Firenze, nel quale rivendicando la contrarietà all’alleanza con il Pd e alla costituzione dell’attuale Governo, hanno chiesto la revisione dello Statuto, il superamento della figura del capo politico, mediante l’introduzione di organi elettivi e collegiali a livello nazionale , regionale e provinciale, l’attribuzione della piena proprietà e della gestione del Sistema operativo Rousseau, maggiore trasparenza sulle spese dei portavoce e democrazia interna con il superamento del feticcio web , la convocazione di un’assemblea fisica nazionale e la riorganizzazione dal basso che valorizzi i gruppi e gli attivisti locali.
Tensione, a cui sembra replicare il garante del Movimento Beppe Grillo , che, sul suo Blog, festeggiando i dieci anni del Movimento, ha scritto: “Se siamo riusciti ad allearci con il Pd e loro con noi possiamo vederla in due modi: necessità di poltrone oppure uno step evolutivo della politica”.
All’attacco, l’Opposizione di Centrodestra, con la Lega che, questa mattina, ha organizzato un sit in in piazza del Campidoglio, a Roma, per invitare la sindaca Raggi, in questi giorni al centro di polemiche per le dimissioni dell’intero CDM di Ama, partecipata del Comune addetta alla gestione dei rifiuti, a rimettere il suo mandato. Per il segretario del Carroccio, Salvini, che ha espresso pentimento per aver caldeggiato l’elezione della grillina ai ballottaggi delle comunali 2016, la sindaca pentastellata è “il peggior sindaco dal Dopoguerra, un’ incosciente e un’incapace che mette a rischio la salute dei bambini che vanno a scuola. Un romano estratto a sorte dalla guida telefonica, credo possa fare meglio”.
E attacchi, non sono stati risparmiati neppure al Ministro Di Maio e al suo decreto per velocizzare i rimpatri (“ad oggi l’unico dato certo è che gli sbarchi, con i porti aperti sono triplicati”) e al Premier Conte, a cui il segretario della Lega ha chiesto di riferire in Parlamento su presunti conflitti di interesse e su un incontro tra il ministro della Giustizia americano Barr e gli agenti dei servizi del Copasir sull’inchiesta Russiagate condotta dal Procuratore Muller e la possibile connessione con il Tweet endorsment di Trump al Governo Conte bis , nei giorni della crisi e delle consultazioni, ottenendo in risposta dal Presidente del Consiglio l’impegno a chiarire nella sede del Copasir.
Critici, nei confronti del Governo, soprattutto in materia di politiche economiche, i parlamentari di Forza Italia, che hanno evidenziato il pericolo aumento delle tasse e “stangata per le famiglie”, senza alcuna prospettiva di crescita economica per il Paese, incalzati dalla Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha esortato la Maggioranza a non colpire i nuclei familiari tassando colf e badanti e ha presentato una mozione di sfiducia nei riguardi del ministro dell’Istruzione Fioramonti, autore, qualche anno fa , di offese sul web all’indirizzo di politici e Forze dell’Ordine, intercettate dal quotidiano Il Giornale e per le quali il titolare del dicastero di Viale Trastevere si è scusato.
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