Archiviate le elezioni Regionali in Emilia Romagna e in Calabria, il Premier Conte ha rilanciato l’azione di Governo, annunciando una seconda fase di carattere riformista e volta al progressismo, trovando una sponda nel segretario del Pd Zingaretti, che proprio nella conferenza stampa post Amministrative ha sottolineato la necessità che la Maggioranza si compatti e che il M5S operi una “scelta di campo netta contro le destre”, dando il via libera a un’alleanza strutturale già dalle prossime elezioni Regionali. Tuttavia, tali appelli sembrano essere caduti nel vuoto, data la replica immediata del capo politico reggente dei 5S, Crimi, che ha escluso la possibilità che il Movimento possa cambiare il suo assetto politico. Un appello al cambiamento che , in un’intervista pubblicata stamane da La Stampa, è arrivato anche dal capogruppo alla Camera dem Delrio, mentre contrario ad un’alleanza strutturale, anche in vista delle prossime elezioni politiche , si è detto il fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, altra forza di Maggioranza, che ha invece invitato il segretario dem a non guardare troppo al grillismo e al populismo, quanto all’area liberal-democratica e ha chiesto stabilità all’Esecutivo per fare le riforme necessarie alla crescita del Pil. Tensione, invece, nel M5S dopo il crollo elettorale alle Regionali. In attesa degli Stati Generali di metà marzo (ventilato però un possibile rinvio a dopo il referendum sul numero del taglio dei parlamentari, fissato per il 29 marzo) , infatti, malgrado i propositi di unità, si è aperta la disputa interna per la leadership. Oggi, invece, riunione per nominare il nuovo capodelegazione. Centrodestra, soddisfatto a metà per l’esito delle elezioni, con Forza Italia e Fratelli d’Italia, che hanno dimostrato il loro peso nella coalizione, e la Lega ,che, seppur gratificata dal risultato storico in Emilia Romagna, è alle prese con l’analisi sui motivi della sconfitta. Il numero due del Carroccio, Giorgetti: “Abbiamo perso i moderati”. Ieri, intanto, varate dal Governo, in Consiglio dei Ministri le nomine dei dirigenti delle Agenzie fiscali: confermati Ruffini alle Agenzia delle Entrate, Minenna alle Dogane e Agostini al Demanio e fissata per il 29 marzo, la data del referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Oggi, discussione alla Camera, sul Dl del forzista Costa, che abroga la nuova riforma della prescrizione a firma del Guardasigilli pentastellato Bonafede, il quale, presentando sempre a Montecitorio un piano di investimenti per 9 miliardi nella sua Relazione annuale sull’amministrazione della Giustizia, poi approvata con 309 sì, 200 no e 1 astenuto , a proposito della prescrizione e della riforma del processo penale, ha parlato di “divergenze note” e di un confronto nell’Esecutivo, “serrato e leale”, ma Maria Elena Boschi (Italia Viva) ha già fatto sapere che , in caso di mancato accordo, il partito renziano voterà con Forza Italia, così come la deputata del Pd Vincenza Bruno Bossio. Intanto, al fine di trovare l’intesa nell’Esecutivo, il Dl del forzista è tornato in Commissione, su voto della Maggioranza, ad eccezione di Italia Viva, che si è astenuto. Infine, Istat, Pil pro capite delle famiglie del Nord più elevato di quello delle famiglie del Sud.
di Federica Marengo martedì 28 gennaio 2020

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dissidenzaquotidiana.it
All’indomani delle elezioni Amministrative, che hanno visto trionfare in Emilia Romagna Bonaccini, il candidato di Centrosinistra e in Calabria, la candidata di Centrodestra, Jole Santelli, attestando il crollo elettorale del M5S, il segretario del Pd Zingaretti e il Premier Conte (che ieri in giornata, ha riunito a Palazzo Chigi i Ministri per approvare in Consiglio le nomine dei direttori delle Agenzie fiscali: Ruffini, alle Entrate, Minenna alle Dogane e Agostino al Demanio, e per ratificare al 29 marzo la data del Referendum sulla legge relativa al taglio del numero dei parlamentari) hanno fatto fronte comune sul rilancio dell’azione di Governo, e sulla necessità di costituire un fronte riformista e progressista, spronando i 5Stelle a modificare il loro assetto politico e ad assumere posizioni più “concilianti” su alcuni dossier come la prescrizione, la revoca delle concessioni ad Autostrade e la modifica dei Decreti Sicurezza, in linea con l’avvenuto cambiamento nei giochi di forza interni all’Esecutivo, registratosi alle Regionali.
Un’esortazione, cui i pentastellati, alle prese con la contesa interna sulla leadership e sulla riorganizzazione interna ,in vista degli Stati Generali ,e con la designazione del nuovo capo delegazione, dopo le dimissioni di Di Maio, hanno subito replicato, tramite il capo ad interim Crimi, con un netto rifiuto, rivendicando il ruolo di “ago della bilancia” , terza via tra Centrosinistra e Centrodestra.
Tuttavia, al numero uno dei dem Zingaretti, incalzato dall’ex Premier Romano Prodi a “spalancare il più possibile le porte del partito anche alle Sardine e alla società civile”, e al Presidente del Consiglio Conte, hanno fatto seguito il ministro della Difesa Guerini e il capogruppo alla Camera dem Delrio, il quale, in un’intervista a La Stampa , evidenziando le conseguenze ,a suo dire nefaste , dei decreti Sicurezza a firma Salvini, ha chiesto al M5S di intervenire sui testi con modifiche che riattivino il sistema degli Sprar (Sistemi di protezione per i rifugiati e richiedenti asilo) e quello delle espulsioni, al fine di garantire sicurezza, esortando poi ad avere maggiore coraggio in merito all’agenda di Governo su temi come il lavoro, la scuola, la lotta all’evasione.
“Siamo di fronte alla più grande crisi demografica di tutti i tempi e il sostegno alle famiglie va accentuato con più energia. Non si tratta di imporre una nostra agenda , ma alcuni punti vanno affrontati con coraggio: lavoro, crescita degli investimenti e sostegno alla famiglia”, ha dichiarato Delrio, sottolineando: “Sulla giustizia abbiamo trovato un compromesso, venga ora messo nero su bianco e si proceda con rapidità con la riforma del processo penale. La coalizione deve trovare un nuovo equilibrio. Bisogna togliere dal piatto le cose su cui abbiamo distanze, ma bisogna fare presto e non tirarla lunga”.
Quindi, sul M5S e sulla possibilità di costituire un partito unico con il Pd: “ La sconfitta è stata pesante e credo che la loro riflessione sarà profonda. Ma non penso siano estinti. Non credo sia nelle intenzioni di nessuno fare un partito unico, noi abbiamo una tradizione democratica di un certo tipo, loro altri stili, invece è possibile una contaminazione positiva, su tanti temi. Abbiamo alcune cose in comune, ma non è nemmeno pensabile un percorso di partito unico. Sì, invece, un’alleanza ,ma dipende dalla volontà di entrambi. Per ora siamo in una fase sperimentale, siamo agli inizi e bisogna capire se si riesce a fare un salto di qualità, a partire dal lavoro comune in coalizione”.
Non sembra pensarla così ,però, l’altro alleato di Governo, il fondatore e leader di Italia Viva Matteo Renzi, che , in un colloquio , sempre con La Stampa, ha ammonito il Pd a “non inseguire il populismo grillino e il giustizialismo sulla prescrizione o sulla revoca per Autostrade e a stilare piuttosto un’agenda riformista, guardando all’area liberal-democratica, per il bene degli italiani”.
E a proposito di Italia Viva, proprio i renziani,nel giorno della discussione alla Camera del dl del responsabile Giustizia di Forza Italia, Costa, che prevede l’abolizione della riforma della prescrizione (sospesa ,per effetto della nuova norma in vigore dal 1 gennaio,dopo il primo grado di giudizio) introdotta con la legge Spazzacorrotti firmata dal ministro pentastellato Bonafede, hanno fatto sapere tramite la capodelegazione, Maria Elena Boschi, che ,se non verrà trovato un accordo all’interno della Maggioranza, voteranno il testo del deputato forzista, posizione , peraltro, espressa anche dalla deputata del Pd Vincenza Bruno Bossio, intervenuta anch’essa al presidio tenuto stamane dagli avvocati penalisti davanti a Montecitorio.
Tuttavia, la Maggioranza (PD, M5S e LeU) ha chiesto il rinvio del Dl Costa in Commissione, in attesa di trovare l’intesa sia sulla prescrizione che sulla riforma del processo penale, richiesta sulla quale Italia Viva si è astenuta per non creare ulteriori spaccature, ma invitando ad accelerare sull’accordo, mentre l’Opposizione di Centrodestra, tramite la capogruppo di Forza Italia, Mariastella Gelmini, ha duramente criticato la decisione del rinvio, ammonendo: “Non si possono conculcare i diritti dell’Opposizione e i diritti di quest’Aula per provare a nascondere , attraverso un rinvio,le divisioni interne alla Maggioranza. Senza la prescrizione gli italiani vengono condannati a un “fine processo mai”, a un vero e proprio “ergastolo processuale”. Non è pensabile che la proposta di legge Costa non venga valutata e votata. L’Aula deve potersi esprimere”.
Renzi, poi, ai microfoni di Radio Capital, questa mattina, aveva anche lanciato la proposta alternativa di votare il “lodo Annibali”, dal nome della deputata di Italia Viva che ha firmato l’emendamento presentato al Decreto Milleproroghe in discussione alla Camera e che dovrebbe essere votato la prossima settimana, consistente in un rinvio della riforma Bonafede al prossimo anno, invece del “lodo Conte”, (che stabilisce la sospensione a tempo della prescrizione solo dopo le sentenze di assoluzione in primo grado e non di condanna,per cui vi è il blocco), ritenuta dai renziani, smentiti nei giorni scorsi dall’ANM, incostituzionale.
Se, però, lo stesso Costa ha chiesto il voto segreto in Aula, spiegando : “In Aula siamo convinti che la Maggioranza si possa dividere e con i voti segreti si possa approvare la nostra proposta, ma sembra che la Maggioranza voglia che la Maggioranza voglia buttare la palla in tribuna facendo tornare il provvedimento in Commissione. Non potranno comunque giocare a ping pong per sempre, prima o poi l’Aula dovrà esprimersi”, Pd e M5S, sono convinti di poter arrivare a un accordo, come affermato, quest’oggi a Montecitorio, dal Guardasigilli Bonafede, durante l’esposizione alle Camere della sua Relazione annuale sull’Amministrazione della Giustizia, rispondendo in replica agli interventi e alle domande poste dai deputati (“Sulla prescrizione ci sono divergenze nella Maggioranza e su quelle ci stiamo confrontando in modo serrato e leale).
Inoltre, nella Relazione, il ministro della Giustizia, ha anche fatto un bilancio degli investimenti nel comparto per il 2019 e di quelli previsti in Legge di Bilancio per il 2020 (circa 9 miliardi), ricordando le maggiori risorse rispetto al 2018 messe in campo per le assunzioni in Magistratura e nel personale amministrativo e per l’accelerazione nell’ambito dell’innovazione tecnologica, al fine di velocizzare i processi penali e civili , oggetto di riforme sulle quali “c’è un cantiere aperto, all’esito del quale sarà ripreso il tavolo di confronto con gli addetti ai lavori”.
Ripercorse poi, le principali novità introdotte con la legge Spazzacorrotti , in materia di lotta alla corruzione, per potenziare la quale è stato inserito tra gli strumenti investigativi l’agente sotto copertura, il Daspo ai corrotti, le norme in materia di finanziamenti ai partiti , l’irrigidimento del regime detentivo dopo la condanna definitiva nonché un nuovo regime di prescrizione entrato in vigore il 1 gennaio, la risoluzione di Maggioranza sulle comunicazioni del Guardasigilli, è stata approvata con 309 voti a favore , 200 contrari e 1 astensione.
Intanto, sul fronte dell’Opposizione di Centrodestra,se il Presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, alla luce dell’esito delle elezioni Regionali, ha rivendicato la centralità dei moderati nella coalizione, lanciando una stoccata al Governo “delle quattro sinistre”, accusato, anche alla luce del richiamo all’Italia della Corte di Giustizia UE, di non intervenire affinché lo Stato paghi e per tempo i debiti della Pubblica Amministrazione contratti con le imprese private e la leader di Fratelli d’Italia, Meloni, ha chiesto maggiore spirito di squadra nell’impostare le campagne elettorali per le prossime Amministrative e nella scelta dei candidati,chiedendo nuovamente lo scioglimento anticipato delle Camere e l’indizione delle elezioni, “poiché l’Esecutivo non rispecchia più la volontà dei cittadini italiani”, il segretario della Lega Salvini, (il cui video della “citofonata” del 21 gennaio scorso ,in un quartiere bolognese, all’abitazione di un presunto spacciatore minorenne , su richiesta dell’avvocatessa del ragazzo, è stato rimosso dalla sua pagina Facebook perché non rispettoso degli standard della community in materia di “incitamento all’odio”) ,ribadita la linea elettorale, (malgrado il numero due del Carroccio, Giorgetti, in un’intervista a La Stampa, abbia motivato la sconfitta alle Regionali in Emilia con l’incapacità di attrarre l’elettorato delle città e quello appartenente all’area moderata), ha annunciato l’intenzione di denunciare il Premier Conte e la ministra dell’Interno Lamorgese per la vicenda dello sbarco a Taranto , avvenuto nelle scorse ore, dopo quattro giorni di attesa in mare, di 400 migranti a bordo di una nave dell’ONG Ocean Viking, dicendosi pronto ad evitare alcuni “danni” che , a suo dire, starebbe commettendo la Maggioranza in Parlamento (dall’innalzamento dell’età della pensione alla cancellazione dei Decreti Sicurezza).
Infine, resi noti, oggi , dall’Istat , Istituto Nazionale di Statistica, i dati sulla crescita media nazionale, attestatasi allo 0,8%. Secondo l’Istituto, nel 2018, il Pil in volume è aumentato dell’1,4% nel Nord-Est, dello 0,7% nel Nord Ovest e dello 0,3% nel Mezzogiorno, evidenziando quindi come “il Nord Est sia stata la ripartizione più dinamica, trainata dalla performance dell’industria, al punto da doppiare il risultato del Nord Ovest, che, insieme al Centro, restano sotto la media nazionale”. La crescita più lenta, dunque, è stata registrata nel Mezzogiorno.
Il Pil pro-capite poi ha visto al primo posto l’area del Nord-Ovest, con un valore in termini nominali di oltre 36 mila euro, quasi il doppio di quello del Mezzogiorno, pari a 19 mila euro.
In testa alla graduatoria del reddito disponibile per abitante, la Provincia autonoma di Bolzano-Bozen, con 26 mila euro correnti (25,3mila euro nel 2017), seguita da Emilia Romagna e Lombardia (22,9 mila euro). All’ultimo posto, la Calabria con 12,7 mila euro, preceduta da Campania e Sicilia (13,5 mila euro e 13,6 mila euro).
A livello regionale, invece, sono state le Marche a registrare la crescita più elevata con il 3% di aumento rispetto all’anno precedente, mentre l’Abruzzo si è rivelato in crescita del 2,2%, a fronte dello 0,6% del 2017, insieme con la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen (+2%). Al Sud, sopra la media nazionale : Sardegna e Puglia (+1,4%) e Molise (+1,2%).
Rallentata, invece, la crescita in Lombardia(+0,5% nel 2018 a fronte del +2,2% del 2017), seguita dal Lazio (-0,2%) , Sicilia (-0,3%), Campania (-0,6%) e Calabria (-0,8%).
Quanto alla spesa per consumi delle famiglie, nel 2018 è stata pari allo 0,9%, appena superiore a quella del Pil (+0,8%). Gli incrementi più significativi si sono registrati in Liguria e Lazio (+1,7%, in entrambe le Regioni), seguite da Abruzzo (+1,5%), Umbria e Molise (+1,4%).
Un rallentamento deciso della spesa delle famiglie, invece, è stato rilevato per la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen e per il Piemonte, dove i consumi sono aumentati solo dello 0,3%.
L’economia sommersa e illegale, poi, rappresenta in Italia il 13,5% del valore aggiunto totale (con incidenza sul Pil,pari al 12,1%), le cui voci più rilevanti per il 2017 sono costituite dalla rivalutazione della sotto-dichiarazione dei risultati economici delle imprese (6,2%) e dall’impiego di lavoro irregolare (5,1%). L’economia illegale e le altre componenti minori (mance , affitti in nero, e integrazione domanda-offerta) hanno inciso per il restante 2,2%.
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