Iniziato ieri alla Camera, l’esame della riforma della legittima difesa. Nessun emendamento presentato dalla Maggioranza. Votati i primi 6 articoli. Polemiche tra Pd e FI, che insieme a FdI sostiene l’impianto del testo. Assenti al momento delle votazioni 32 deputati pentastellati “dissidenti”. Oggi, previsto il voto per i restanti 10 articoli, cui seguiranno le dichiarazioni di voto e la votazione finale. Il testo, poi, approderà nuovamente al Senato per il via libera definitivo.
di Federica Marengo mercoledì 6 marzo 2019

Foto: dissidenzaquotidiana.it
E’ iniziato ieri, alla Camera, alla presenza dl ministro dell’Interno, Matteo Salvini, l’esame della riforma della legittima difesa. Il testo, giunto dal Senato, presentava un errore circa le coperture finanziare ( si riferivano infatti al 2018), poi corretto in Commissione, a Montecitorio, e per questo, dopo la votazione finale, passerà nuovamente al Senato, in seconda lettura, per il via libera definitivo, previsto per la fine del mese.
Nessun emendamento è stato presentato dalla Maggioranza, neppure dai 32 deputati pentastellati dichiaratisi in disaccordo con l’impianto della riforma, i quali, tuttavia, al momento della votazione dei primi sei articoli, sono usciti dall’Aula.
I punti cardine della riforma, fortemente voluta dai leghisti, con il sostegno di FI e di FdI, affermano due principi : 1) la difesa è sempre legittima, quando ci si trovi in uno stato di “grave turbamento”, nella propria abitazione, come sul luogo di lavoro (esercizio commerciale, impresa, studio professionale) e 2) l’inasprimento delle pene per i reati che mettono a repentaglio la sicurezza della persona quali: furto, rapina e violazione di domicilio.
L’articolo 1, passato con 372 voti favorevoli e 102 contrari, infatti, modificando l’art.52 del C.p, dispone che la difesa sia sempre legittima, in caso “si compia un atto per respingere l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica da parte di una o più persone”, indipendentemente dal rapporto di proporzionalità tra offesa e difesa, non solo all’interno della propria abitazione, ma “anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale”.
L’articolo 2, invece, approvato con 378 voti favorevoli e 103 contrari, modificando l’art.55 del C.p sull’eccesso colposo, inserisce tra le cause di non punibilità, per chi si è difeso, lo “stato di grave turbamento”.
L’articolo 3, passato con 368 voti a favore e 100 contrari, modificando l’art.165 del C.p, sulla sospensione condizionale della pena, prevede che , in caso di condanna, la sospensione condizionale della pena sia subordinata al pagamento integrale dell’importo dovuto per il risarcimento del danno alla persona fisica.
L’articolo 4, approvato con 373 voti favorevoli e 99 contrari, modificando l’art.614 del C.p, relativo alla violazione del domicilio, aumenta le pene previste da 6 mesi a 3 anni, alle pene da 1 a 4 anni e da 6 mesi a 3 anni.
L’articolo 5, passato con 366 voti a favore e 100 contrari, modificando l’art.624 bis del C.p, inasprisce le pene in caso di furto in abitazione e a strappo, da 4 a 7 anni e da 4 a 10 anni con multa da 927 euro a 2000 euro, alle pene da 5 a 10 anni con multa da 1000 euro a 2.500 euro.
L’articolo 6, approvato con 367 voti favorevoli e 96 contrari, modificando l’art.628 del C.p inasprisce le pene per il reato di rapina.
Accesa, la discussione in Aula tra Pd e FI; i democratici hanno definito la legge : “pericolosa, in quanto sovverte i valori costituzionali e propone un’idea arcaica di giustizia che diventa vendetta privata”.
Particolarmente concitate le parole utilizzate dal deputato dem, Emanuele Fiano, per commentare la riforma, come riportato dal quotidiano La Repubblica : “Sulla legittima difesa si sta consumando alla Camera una doppia prova politica. La Lega testa la tenuta dei 5Stelle su temi che in passato i grillini avrebbero considerato invotabili e contemporaneamente, Forza Italia prova a richiamare, su un tema che sente proprio, la Lega di Salvini all’antica alleanza di origine. In entrambi i casi, le prove delle vecchie e nuove alleanze passano sopra il merito di quello che si sta approvando. Un insulto alla civiltà giuridica del nostro Paese, che produrrà l’obbrobrio della “difesa sempre legittima”, in barba ai principi della discrezionalità dell’azione giudiziaria e del ruolo della magistratura”.
Malumori, poi, si sono manifestati anche all’interno della stessa Maggioranza, con numerosi deputati e senatori pentastellati, poco inclini a sostenere una modifica in tal senso della legittima difesa. Perplessità, confermate dal Vicepremier e Ministro, leader pentastellato Luigi Di Maio, che in un’intervista radiofonica, rilasciata a Rtl questa mattina, ha dichiarato: “La legittima difesa è sicuramente una legge della Lega, ma è nel contratto di Governo. Io sono leale al contratto e si porta avanti e si vota. Non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel M5Stelle, come non c’era entusiasmo della Lega quando abbiamo votato la legge anticorruzione. Approvando questa legge, si comincia a dire che si possono utilizzare di più le armi e questo non è il mio modello di Paese . Il mio obiettivo è comunque spiegare ai cittadini che la difesa personale va bene, ma i cittadini devono essere difesi prima di tutto dallo Stato e dalle forze dell’ordine”.
E se il Vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha ribadito ancora, in mattinata, a margine delle celebrazioni per gli ottant’anni dei Vigili del Fuoco , “che la legittima difesa sarà legge entro questo mese”, perché “è un sacrosanto diritto per le persone perbene, di cui si parla da anni”, e gli esponenti di FI e FdI, si sono detti soddisfatti per una “vera legge di centrodestra”, l’Associazione Nazionale Magistrati, ha espresso il proprio disappunto per una legge che determinerà “una preoccupante deriva giustizialista”.
Previsto nella mattinata di oggi, alla Camera, l’esame di altri dieci articoli, seguito dalle dichiarazioni di voto e dalla votazione finale.
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