di Federica Marengo lunedì 23 gennaio 2023

-Nella trecentotrentareesima giornata di guerra in Ucraina, si è svolto a Bruxelles il primo Consiglio degli Affari Esteri dell’anno e il primo sotto la presidenza di turno della Svezia. Al centro della riunione dei 27 ministri degli Esteri, la situazione in Iran, nel Sahel, nel Sahara occidentale e la guerra in Ucraina, insieme alla decisione di un nuovo invio di armi a Kiev. Al termine del vertice, è stato ratificato il via libera politico a una nuova tranche di aiuti militari a Kiev per 500 milioni di euro, nell’ambito delle risorse dello European Peace Facility. La decisione formale, tuttavia, verrà presa da un prossimo Comitato dei rappresentanti permanenti presso la UE (ovvero, la riunione degli ambasciatori UE), come annunciato, stamane dall’ Alto rappresentante della Politica estera Borrell.
Nel corso della riunione , poi, i 27 ministri degli Stati UE (compresa l’Ungheria, che, però si è opposta al possibile varo da parte di Bruxelles di un decimo pacchetto di sanzioni da comminare a Mosca nel vertice UE-Ucraina del prossimo 3 febbraio), hanno discusso del via libera da parte di Berlino all’invio in Ucraina dei carri armati Leopard 2, sollecitato negli ultimi giorni dal Presidente ucraino Zelensky, ma anche da Paesi come la Polonia e il Regno Unito, e rimandato finora dal cancelliere tedesco Scholz per via delle divergenze al riguardo all’interno del governo tedesco e , dell’altrettanta posizione prudente in merito espressa dagli USA.
Ma , la ministra degli Esteri tedesca Baerbock,in un’intervista alla Tv francese LCI, rilasciata nelle ultime ore, ha aperto alla possibilità dell’invio dei mezzi corazzati Leopard2, sottolineando che Berlino, “non ostacolerà” l’invio da parte della Polonia dei carri armati tedeschi in suo possesso, atto che richiede l’autorizzazione del Paese produttore, ovvero: la stessa Germania.
Da qui, il Primo ministro polacco, Morawiecki, ha fatto sapere che la Polonia chiederà alla Germania l’autorizzazione per inviare i mezzi corazzati Leopard 2 in Ucraina. A tal proposito ,il portavoce del governo tedesco Hebestreit, ha dichiarato che “E’ importante che la Germania non compia un passo avventatodi cui potrebbe pentirsi in seguito, dunque, non verrà presa una decisione affrettata”. La Germania, però, secondo il quotidiano tedesco Welt , avrebbe iniziato il trasferimento dei sistemi missilistici Patriot in Polonia, per proteggere lo spazio aereo polacco e rafforzare il fianco orientale della Nato.
Al riguardo, il capo dell’ufficio del Presidente Zelensky, Yermak ha fatto sapere che: “Per vincere l’Ucraina ha bisogno di diverse centinaia di carri armati, non di 10-20”.
Inoltre, il Presidente del Consiglio UE, Michel, al rientro dalla sua visita a Kiev, in un’intervista a La Repubblica, ha sottolineato la necessità , oltre che di assicurare l’indipendenza della UE dal gas e petrolio russi, di rafforzare l’economia UE attraverso nuovi fondi comuni: “C’è un collegamento molto stretto tra Kiev e crescita economica. Per noi è fondamentale non aprire la porta alla frammentazione del mercato interno. Sarebbe un errore esaminare la situazione caso per caso. Servono regole comuni. Abbiamo bisogno di rendere più flessibili i mezzi esistenti nel sistema dei fondi Ue. Ad esempio, estendendo il fondo Sure. È il modo più semplice per garantire solidarietà tra i partner perché sappiamo che non tutti gli Stati hanno le medesime capacità. Serve poi un fondo sovrano. Su questo ci vorrà più tempo, non è una risposta a breve termine ma bisogna prendere una decisione il prima possibile almeno sui principi di base. Sono assolutamente convinto ,che il 2023 sarà decisivo per il prossimo decennio. Dovremo dare risposte rapide su economia, migranti, energia e difesa comune. Abbiamo bisogno di un’Europa forte. Dobbiamo fornire maggiore flessibilità ai fondi esistenti perché non tutti sono stati utilizzati al meglio. Il fondo Sure è il modo più efficiente per un accordo politico e superare la sfida di solidarietà per assicurare a tutti la stessa posizione e investire nelle nostre economie. La Bei dovrebbe essere il fulcro di questo progetto. Possiamo avviarlo su base volontaria senza costringere nessuno. Dobbiamo anche concordare una politica commerciale comune. E dire ai nostri amici americani che il loro piano di aiuti va rivisto”.
Immediata, la reazione di Mosca, con il Vice ministro degli Esteri Ryabkov, che, annunciando l’arrivo in Russia dell’ambasciatrice USA, Tracy, nei prossimi giorni, ha dichiarato: “Le forze russe “sbricioleranno” tutte le armi e i mezzi militari che i Paesi occidentali forniranno all’Ucraina. Gli avversari della Russia continuano ad alzare la posta, ma, come abbiamo detto fermamente o fiduciosamente in numerose occasioni, gli obiettivi dell’operazione militare speciale saranno raggiunti”, seguito dal portavoce del Cremlino, Peskov, che, citato dalle agenzie Ria Novosti e Interfax, ha detto: “Al momento non ci sono le condizioni per i negoziati tra Russia e Ucraina, né de facto né de jure. Ascoltiamo le dichiarazioni di Kiev, conosciamo la giustificazione legale dell’impossibilità dei negoziati da parte del regime ucraino. Pertanto, possiamo de facto riconoscere una cosa: non ci sono condizioni perché ci siano tali negoziati. I contrasti tra i Paesi Nato sulla fornitura di carri armati all’Ucraina mostra che “il nervosismo tra i membri dell’Alleanza sta crescendo. I Paesi europei che contribuiscono direttamente o indirettamente a inondare l’Ucraina di armi, ne sono responsabili, e a pagare per questo pseudo-sostegno sarà il popolo ucraino. A livello pratico, non credo che le sanzioni annunciate dagli Stati Uniti contro il gruppo russo di mercenari Wagner abbiano alcuna importanza pratica per la Russia e, soprattutto, per Wagner. Il popolo ucraino “pagherà il prezzo” dell’eventuale invio di carri armati da parte dell’Occidente. Ovviamente, tutti i Paesi che partecipano, direttamente o indirettamente, alla fornitura di armi all’Ucraina e all’innalzamento del suo livello tecnologico hanno la responsabilità della prosecuzione del conflitto e sarà il popolo ucraino a pagare il prezzo di tutto questo pseudo-sostegno”.
Poi, sugli arruolamenti , Peskov,ha chiarito: “La Russia ha completato la chiamata alle armi dei 300.000 riservisti prevista dalla mobilitazione parziale, ma il decreto del presidente Vladimir Putin che dichiarava la mobilitazione rimane in vigore per altre misure necessarie alle forze armate per portare a termine i loro compiti. Il decreto rimane in vigore relativamente a questi scopi”.
Il ministro degli Esteri russo , Lavrov, invece, nel corso della conferenza stampa , seguita all’incontro con l’omologo sudafricano, Pandor, nella quale ha annunciato la partecipazione della fregata russa Gorshkov a esercitazioni congiunte con le marine cinesi e sudafricane, con missili ipersonici Zircon di nuova generazione, fra il 17 il 27 febbraio, ha affermato che: “La guerra tra Mosca e l’Occidente non può essere più classificata come “ibrida”ed ora è quasi reale”, riecheggiato dal Vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Medvedev, che,citato da Tass, ha dichiarato: “Il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia. L’operazione speciale che si sta compiendo in Ucraina è stata una misura forzata ed estrema, una risposta alla preparazione dell’aggressione da parte degli Stati Uniti d’America e dei suoi satelliti. È ovvio che il mondo si è avvicinato alla minaccia di una terza guerra mondiale per quello che è successo. Siamo pienamente consapevoli del fatto che il conflitto ha un impatto negativo su tutti noi e, in quanto mondo in via di sviluppo, in particolare sul continente africano. Questo è il motivo per cui, come Sudafrica, dichiariamo costantemente che siamo sempre pronti a sostenere la risoluzione pacifica dei conflitti nel continente e in tutto il mondo”.
Mosca, poi, ha espulso l’ambasciatore estone, accusato di “russofobia”, spiegando in una nota diramata dal Ministero degli Esteri: “La parte russa ha deciso di declassare il rappresentante diplomatico in Russia ed Estonia a incaricato d’affari e ha ordinato al capo missione estone di lasciare la Federazione entro il 7 febbraio. La decisione è la risposta alla radicale riduzione della composizione dell’ambasciata russa voluta da Tallinn. L’’intera responsabilità per lo sviluppo della situazione ricade interamente sulla parte estone”.
A tale decisione da parte di Mosca, è seguita la reazione della Lettonia, che, tramite il ministero degli Esteri , ha fatto sapere che, “in solidarietà con l’Estonia, declasserà il livello delle relazioni diplomatiche con la Russia”.
Sul campo , proseguono i bombardamenti e i raid russi, concentratisi in particolare sulla regione nord-orientale del Donbass, su Bakhmut e Sumy e sulle regioni sud-orientali di Zaporizhzhia e Kherson.
Tutto ciò, mentre, a causa di un calo delle temperature, i limiti di consumo energetico sono già stati superati in 5 regioni: Kharkiv, Dnipro, Zaporizhzhia, Volinia e Leopoli, dove, come reso noto da Ukrenergo, sono state applicate interruzioni di energia elettrica di emergenza che, con ogni probabilità, saranno estesi anche in altre regioni. Ripristinata, invece, dall’operatore una delle linee elettriche danneggiata dagli attacchi missilistici nel sud-est del Paese.
Infine, secondo il Vice capo dell’intelligence militare ucraina, Skibitsky, che ha rilasciato un’intervista al portale baltico Delfi, ripresa da Ukrainska Pravda: ”La primavera e l’inizio dell’estate saranno decisive nella guerra in Ucraina, perché se la grande offensiva russa pianificata per questo periodo fallisce, sarà il crollo della Russia e di Putin. Il cambiamento nella leadership militare russa e il completamento della prima fase di mobilitazione dell’esercito russo indicano che l’attività principale dei russi si svolgerà nelle direzioni di Donetsk e Lugansk”.
Quanto alla politica interna italiana, non si arrestano le polemiche tra Maggioranza e Opposizione sulla riforma delle intercettazioni proposta dal Guardasigilli Nordio, con la Premier Meloni , che,ieri, smentendo le indiscrezioni di stampa riguardo a una freddezza con il ministro e a un sostegno tiepido rispetto agli interventi in materia da lui proposti , tramite una nota di Palazzo Chigi , annunciando un incontro in settimana con quest’ultimo per parlare del cronoprogramma relativo alla riforma della Giustizia, ha sottolineato che: “Dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il Presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti, tra il Presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro Nordio. Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con Palazzo Chigi.
Nello specifico, il presidente Meloni ribadisce la sua piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani.
In questo quadro, il presidente Meloni e il ministro Nordio si incontreranno in settimana per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana.Il Governo è determinato, infatti, a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all’Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese”.
Intervenuto per evidenziare il sostegno pieno delle forze di Governo allo stesso ministro Nordio e alla sua azione, anche il Presidente di Forza Italia, Berlusconi, che, in un video pubblicato sui suoi profili social, ha dichiarato: “Dopo molto tempo, l’Italia ha un ministro della Giustizia di cultura liberale e garantista, una cultura profondamente affine alla nostra. Questa è una buona notizia per il Paese, per il governo, per tutti gli italiani, di tutte le parti politiche. Noi di Forza Italia sosterremo l’azione del Ministro Nordio con assoluta convinzione. La giustizia italiana ha bisogno urgente di essere riformata, e il nostro ministro ha dimostrato di voler lavorare seriamente per questo obiettivo. Il nostro obiettivo non è certo un conflitto fra politica e magistratura. Le nostre riforme non sono contro i magistrati, sono per i cittadini. Certo, incontrano l’ostilità di alcuni settori politicizzati della magistratura. Alcuni di questi magistrati sono passati direttamente dai loro uffici giudiziari alle aule del parlamento, nelle file dei Cinque Stelle. Questo dimostra quanto poco quei magistrati potessero essere imparziali. Altri loro colleghi e amici sono rimasti nelle correnti di sinistra dell’ordine giudiziario. Ma noi sappiamo che la gran parte della magistratura è sana, è corretta, svolge il suo compito con imparzialità e con profondo senso dello Stato. Noi vogliamo valorizzare la professionalità dei magistrati seri, quelli che fanno le inchieste senza calpestare la dignità e la libertà dei cittadini, quelli che giudicano senza essere condizionati da preclusioni ideologiche o da calcoli di carriera. La polemica sull’uso delle intercettazioni, dei sistemi più invasivi, come i virus informatici, è il più tipico esempio della differenza fra la nostra visione liberale della giustizia e quella dei giustizialisti illiberali. Noi sappiamo benissimo che in alcuni casi le intercettazioni sono uno strumento di indagine necessario. Nessuno ha mai pensato di impedirne o di limitarne l’utilizzo per le indagini di mafia o di terrorismo. Quella che invece ci ripugna quella che combatteremo sempre con tutte le nostre forze, è l’idea che tutti gli italiani possano essere trattati come sospetti mafiosi o sospetti terroristi. E’ l’idea che la libertà, la privacy, l’intimità di ciascuno di noi, delle nostre case, delle nostre conversazioni, possa essere violata con la massima facilità. Che la tecnologia, con la scusa di prevenire i reati, possa controllare e soffocare la nostra libertà. E’ quello che già avviene in Cina, dove un sistema capillare e sofisticato di controlli, basato sul riconoscimento facciale e quello vocale, serve per reprimere il dissenso delle minoranze religiose. Noi non vogliamo questo modello di società. Lo ripeto, non possiamo trattare tutti i cittadini come se fossero sospetti mafiosi o sospetti terroristi. Sosterremo con convinzione le proposte sulla giustizia annunciate dal Ministro Nordio, che trovano un significativo consenso anche oltre il perimetro della maggioranza. Lo stato di diritto e la libertà dei cittadini sono grandi temi sui quali non ci si dovrebbe dividere. Sui quali maggioranza e opposizione, politica e magistratura dovrebbero lavorare insieme. Noi siamo pronti a farlo”.
Dalla Lega, invece, il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché segretario del partito, Salvini, ha dichiarato: “Leggere sui giornali intercettazioni private senza alcuna rilevanza penale è vergognoso: chi le fa uscire e chi le pubblica deve essere punito. Bisogna punire gli abusi: usare intercettazioni per interventi politici, giornalisti o giudiziari senza rilevanza è indegno di un paese civile. La riforma della giustizia, che è una priorità anche economica, deve essere fatta con gli avvocati e i magistrati. Non contro nessuno. Non bisogna tornare allo scontro tra politica e magistratura, fra poteri dello Stato, perché non si va da nessuna parte”.
Critiche, le Opposizioni, con il senatore del Pd , Delrio, concorde nell’intervenire sugli abusi per cui, però, basta applicare la norma Orlando già esistente e contrario all’uso di tale strumento di indagine limitato ai reati di mafia e terrorismo, ma non ai reati satellite come la corruzione.
Sulla stessa linea , il M5S con la capogruppo al Senato, Floridia, che ha detto: “Il governo è passato dal dire che i mafiosi non parlano al telefono a dire che le intercettazioni servono per i reati di mafia e terrorismo fino ad arrivare ad aprire ai reati come la corruzione, con una serie di capriole e retromarce davvero imbarazzanti. Le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini sempre, è assurdo che magistratura e forze dell’ordine possano esserne private rispetto ad oggi. Contro gli abusi esiste già una legge, basta applicarla”, così come Alleanza Europa Verde Sinistra Italiana, con il portavoce di SI, Fratoianni ,che ha evidenziato: “Un governo reazionario che premia i ricchi e protegge i colletti bianchi. Invece di tentare di mettere il bavaglio ai giornalisti e di bloccare le inchieste dei magistrati del nostro Paese, il governo dovrebbe pensare ad altro quando in Italia lo 0,13% della popolazione più ricca possiede una ricchezza superiore al 60% più povero. Un’ingiustizia intollerabile”.
Su posizioni convergenti con il ministro Nordio, il Terzo Polo (Azione-Italia Viva),con la capogruppo al Senato di Italia Viva, Paita , che ha sottolineato: “Le intercettazioni sono uno strumento utile alle indagini. Ciò che va evitato è l’uso distorto che rappresenta un danno per le persone. È un fatto di civiltà. Se il ministro Nordio andrà avanti su questa linea noi lo sosterremo.”
Sul fronte dei lavori parlamentari, invece, in discussione oggi alla Camera il quinto Dl Ucraina che stanzia altri fondi per un nuovo invio di aiuti militari.
Uniche forze politiche contrarie al nuovo Dl ,prorogato al 31 dicembre 2023: il M5S e l’Alleanza Europa Verde Sinistra italiana, che chiedono al Governo di intraprendere la via diplomatica che conduca alla pace.
Riguardo all’invio di nuove armi a Kiev, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani, ieri in Egitto, dove ha incontrato l’omologo Shoukry con cui ha discusso della questione Libia e della stabilità del Mediterraneo, di immigrazione, dell’impegno italiano per una maggiore cooperazione , anche riguardo alla sicurezza energetica e alle forniture di gas e della necessità di risolvere i casi Regeni e Zaki, stamane ,a Bruxelles ,per il Consiglio dei Ministri degli Affari Esteri della UE, in merito all’invio di carri armati Leopard da parte dell’Italia, Tajani ha precisato: “L’Italia non fa parte del dibattito sull’invio di carri armati in Ucraina. Della questione si è discusso nella riunione dei 27, ma che proseguirà a livello “bilaterale”. L’Italia ora si è impegnata insieme ai francesi per la consegna di sistemi di difesa anti-missili e il lavoro prosegue in quella direzione”.
Intanto, nella serata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni, è volata ad Algeri, dove, appena arrivata, ha deposto una corona di fiori al Monumento del Martire e si è recata sulla nave della Marina militare italiana Carabiniere “per portare un saluto e il ringraziamento del Governo ad Ammiraglio, Comandante ed equipaggio per il loro prezioso lavoro e per come ogni giorno difendono credibilità e interessi italiani, per poi cenare con il Primo Ministro algerino Benabderrahmane, che l’ha accolta e con cui ha discusso di energia, rapporti bilaterali estesi a più ambiti commerciali.
Stamane, invece, la Premier si è recata presso il giardino dedicato al fondatore dell’Eni , Mattei , inaugurato dal presidente della Repubblica Mattarella nel novembre 2021, accompagnata dal ministro algerino dell’Energia e delle Miniere, Mohamed Arkab, dall’ambasciatore italiano ad Algeri, Giovanni Pugliese, dall’amministratore delegato dell’Eni, Descalzi, e dal presidente di Confindustria, Bonomi.
La presidente del Consiglio, è poi giunta al Palazzo presidenziale El Mouradia per l’incontro ufficiale con il presidente della Repubblica algerina democratica e popolare, Tebboune. Qui, accolta dal picchetto d’onore e dallo stesso Tebboune, dopo un bilaterale, ha presenziato alla cerimonia di firma degli accordi di cooperazione che riguardano , oltre alle forniture di gas, anche il partenariato di Confindustria, la cooperazione spaziale e la costruzione di un gasdotto per l’idrogeno.
Al termine della cerimonia, nel corso della conferenza stampa con il Presidente Tebboune, la Premier ha dichiarato: “Ringrazio il presidente algerino e l’intero governo per questa accoglienza, non a caso la prima missione bilaterale che il nuovo governo ha inteso fare a dimostrazione di quanto l’Algeria è partener affidabile e di assoluto rilievo strategico. La missione avviene nell’anniversario della firma di trattato di amicizia e di buon vicinato firmato nel 2003 ad Algeri. Noi celebriamo la ricorrenza firmando una dichiarazione congiunta che sottolinea l’eccellenza delle nostre relazioni, ma non ci vogliamo fermare qui. Vogliamo sperimentare nuovi campi di questa collaborazione, rafforzarla nel campo energetico, politico e culturale. Puntiamo a un partenariato per aumentare prospettive di crescita, in ottica di costruire ponti tra sponde del Mediterraneo e stabilizzare la regione, che per l’Italia e l’Europa è strategica. Serve un piano Mattei per l’Africa, su base paritaria con i paesi della sponda sud del Mediterraneo per trasformare le crisi in occasioni”.
Il Presidente Tebboune, invece, ha affermato: “La visita di Giorgia Meloni riveste importanza particolare, a 20 anni dalla firma del trattato di coooperazione, e desidero esprimere la mia soddisfazione per il livello delle relazioni strategiche tra i due paesi amici. Abbiamo ribadito di rafforzare la collaborazione nel settore energetico e per gli investimenti italiani Concordiamo sul sostegno alla missione Onu per risolvere la questione del Sahara occidentale”.
L’amministratore delegato di Eni Descalzi, riguardo all’obiettivo del Governo di rendere l’Italia un hub energetico strategico per il Mediterraneo, ha spiegato: “Venendo tutto il gas dal Sud, se abbiamo un collo di bottiglia tra Campania, Abruzzo e Molise il concetto di hub è potenziale, non si entra in energia cinetica. È un grande potenziale che non si esprime. Dal Sud possono arrivare al massimo 126 milioni di metri cubi al giorno, questo è il collo di bottiglia e siamo quasi al limite”.
La Premier Meloni, a seguire, in un punto stampa all’esterno del Palazzo Presidenziale, ha poi risposto a una serie di domande dei cronisti su varie questioni, dalla crisi energetica, allo sciopero dei benzinai, passando per la riforma delle intercettazioni e la proroga delle concessioni ai balneari.
In particolare, sullo sciopero indetto dai sindacati dei proprietari dei distributori di benzina Faib, Fegica e Figisc-Anisa , che hanno confermato la serrata del 25 e del 26 gennaio a partire dalle 19:00 del 24 alle 19:00 del 27 sulla rete ordinaria e dalle 22 :00 sulle autostrade, malgrado le modifiche al Dl Trasparenza, ha affermato : “ll Provvedimento è giusto, non si torna indietro. Li abbiamo convocati già due volte, il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai. Pubblicare il prezzo medio è di buon senso. Su altro siamo andati incontro. Nessuno vuole colpire la categoria ma è necessario fare ordine” .
Il Codacons, tuttavia ha presentato un esposto in Procura per un’ interrruzione di pubblico servizio, mentre Assoutenti ha chiesto lo stop della protesta, visto il maltempo in tutta Italia.
Sulle concessioni balneari invece la Presidente Meloni, ha aperto ad una ulteriore proroga , sollecitata dai partiti di Maggioranza , all’applicazione delle norme europee sulla concorrenza per regolamentarele concessioni balneari, sebbene da Bruxelles sia arrivato un richiamo al rispetto della direttiva Bolkenstein in materia di concorrenza. In merito , la Presidente Meloni ha spiegato: “La questione è complessa. Non ho cambiato sul tema della difesa dei balneari da una direttiva che non andava applicata, quello che ora si tratta di capire è quale sia la soluzione più efficace a livello strutturale. Io immagino una soluzione non temporanea, convocheremo le associazioni dei balneari prima del voto degli emendamenti (al decreto Milleproroghe) per capire se è più efficace la proroga o altre soluzioni, il mio obiettivo è mettere in sicurezza quegli imprenditori”.
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