di Federica Marengo martedì 14 giugno 2022
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Bombardamenti sulle città ucraine.
-Nella centoundicesima giornata di guerra in Ucraina, le forze russe hanno continuato l’avanzata verso Kharkiv nel nord del Donbass, a fronte dell’arrivo di un battaglione di rinforzi, sebbene, al momento, procedano lentamente. Nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno bombardato otto località della regione, causando morti e feriti tra i civili”. Le località colpite “con missili, razzi artiglieria e carri armati” sono: Avdiivka, Bakhmut, Dobropillia, Tonenke, Novoselivka Persha, Netaylove, Kurakhivka e New York.
Smentita, invece, la conquista russa di Oldsaltov, ad est della regione, oggetto da alcuni giorni di attacchi da parte dell’artiglieria di Mosca.
A Luhansk, invece, distrutti dall’esercito russo tutti e tre i ponti che collegavano la regione a Severodonetsk , (controllata ad oggi per l’80% dalle forze di Mosca), che permettevano i rifornimenti e l’evacuazione dei civili, mentre a Bucha, nei pressi di Kiev, scoperta una nuova fossa comune con sette corpi, presumibilmente di civili torturati.
Ancora sotto assedio russo anche Donetsk, mentre a Leopoli, al confine con la Polonia, è stato intercettato un missile russo.
A proposito di Severodonetsk, prosegue poi la resistenza all’interno dell’impianto chimico Azot, che il generale russo Mikhail Mizintsev, ha esortato ad abbandonare, annunciando per domani la creazione di un corridoio umanitario sotto il controllo russo per la messa in sicurezza dei civili rifugiativisi.
Nella regione meridionale del Paese, invece, nonostante la controffensiva delle forze ucraine, che sarebbero sul punto di riconquistare Zaporizhzhia e Kherson, le autorità filorusse hanno fatto sapere che proprio la città di Kherson, “rimarrà sempre russa”.
Quanto all’acciaieria Azovstal, i prigionieri sarebbero stati trasferiti nella colonia penale di Sukhodolsk, mentre altri 64 cadaveri sarebbero stati restituiti da Mosca.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, nel suo consueto videomessaggio alla popolazione , pubblicato sui suoi canali social, ha dichiarato: “La battaglia per la regione del Donbass passerà alla storia come una delle più brutali combattute in Europa e per l’Europa. Gli ucraini devono affrontare il vantaggio significativo dei russi nella quantità di equipaggiamento e, in particolare, nei sistemi di artiglieria. Il prezzo di questa battaglia per noi è molto alto. È spaventoso. E attiriamo quotidianamente l’attenzione dei nostri partner sul fatto che solo un numero sufficiente di artiglieria moderna per l’Ucraina garantirà il nostro vantaggio e, infine, la fine della tortura russa del Donbass ucraino”.
Zelensky, poi, intervistato dall’emittente tedesca ZDF, ha esortato il cancelliere tedesco Scholz, che potrebbe recarsi a Kiev nella giornata di giovedì, insieme con il Presidente francese Macron e con il Premier Draghi, ad assumere una posizione più chiara sulla Russia: “Abbiamo bisogno che il cancelliere Scholz ci rassicuri che la Germania sostiene l’Ucraina. Lui e il suo governo devono decidere. Scholz e il suo governo devono prendere una decisione: non dovrebbe esserci alcun tentativo di mantenere un equilibrio nelle relazioni tra Ucraina e Russia. La Germania ha iniziato le consegne di armi più tardi rispetto ai Paesi vicini. Questo è un dato di fatto. I Paesi UE non devono limitarsi alle foto di rito e ad annunciare un aumento del sostegno allo status di candidato nell’Ue e sanzioni più severe contro la Russia”. L’Ucraina ha bisogno di più armi a lungo raggio. L’esercito ucraino ha abbastanza munizioni e armi, ma ha bisogno di più armi a lungo raggio”.
Dichiarazioni , quelle del Presidente ucraino Zelensky, riecheggiate dal capo staff dello stesso Presidente ucraino, Yermak,che, alla vigilia della riunione a Bruxelles della ‘lega per l’Ucraina’ a trazione Usa, altresì detto “gruppo Ramstein”, ha evidenziato: “Ramstein-3 dovrebbe essere il giorno in cui la comprensione dell’importanza della forza per raggiungere la pace e costruire un nuovo ordine mondiale sostituisce il desiderio di trovare un compromesso con coloro che ricorrono alla violenza: più armi pesanti e addestramento operativo per le nostre forze armate”.
Dal Cremlino, invece, il portavoce Peskov, che, in una intervista all’agenzia Tass, ha parlato del prossimo Forum economico internazionale di San Pietroburgo, a cui il 17 giugno parteciperà lo stesso presidente Presidente Putin, ha dichiarato: “La Russia è un Paese troppo grande perché la guerra ad essa (con le sanzioni, ndr) non torni indietro come un boomerang. Tutte queste restrizioni, le sanzioni che sono state introdotte (contro la Federazione Russa), stanno colpendo i prezzi di energia, cibo e così via”.
Quanto all’accelerazione della procedura per l’annessione alla UE, il portavoce della Commissione UE, Mammer, ha annunciato che l’Esecutivo UE “non ha ancora definito il parere sulla candidatura dell’Ucraina e che ieri si è tenuta solo una riunione di confronto tra i commissari e il parere sarà espresso nella riunione del Collegio che si terrà venerdì”.
In merito all’adesione dell’Ucraina alla UE, il portavoce della Casa Bianca ha dichiarato che gli USA non interferiranno nel dibattito sull’adesione all’Unione Europea, mentre il Segretario della Difesa Austin, ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti per fornire a Kiev nuove armi.
Infine, Papa Francesco , nel suo messaggio per la sesta Giornata dei Poveri ,che si celebrerà il 13 novembre scorso, e in una conversazione con dieci direttori delle riviste della Compagnia di Gesù, raccolte da La Stampa, ha fatto riferimento alla “presenza di una superpotenza che vuole imporre la sua volontà , contro il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Per questo, si ripetono scene di tragica memoria e ancora una volta i ricatti reciproci di alcuni potenti coprono la voce dell’umanità che invoca la pace”.
Il Pontefice, che ha anche sottolineato la necessità di un giusto salario ed orario di lavoro, ha anche affermato di voler parlare con il patriarca russo Kirill da pastore nel corso del viaggio di settembre in Kazakistan e che “Per capire la guerra in Ucraina “dobbiamo allontanarci dal normale schema di ‘Cappuccetto rosso”: Cappuccetto rosso era buona e il lupo era il cattivo”.
Quanto all’Italia, il Premier Draghi, terminata la sua visita in Israele e Cisgiordania, nella conferenza stampa congiunta con il Premier Bennett, sul blocco dei porti ucraini e delle esportazioni di grano dall’Ucraina, ha dichiarato: “Dobbiamo operare con la massima urgenza dei corridoi sicuri per il trasporto del grano ucraino, tra poche settimane il nuovo raccolto sarà pronto e a quel punto potrebbe essere impossibile conservarlo”.
Sul fronte dei negoziati, invece, il Presidente del Consiglio ha ribadito: “Il governo italiano continua a lavorare perché si giunga quanto prima a un cessate il fuoco e a negoziati di pace nei termini che l’Ucraina riterrà accettabili”.
Quanto al rapporti tra i due Paesi: “Israele rappresenta per l’Italia un Paese amico, un partner fondamentale. I nostri rapporti sono stretti e si sono rafforzati ulteriormente negli ultimi anni in ambito sanitario, economico, commerciale. Dall’inizio della pandemia, c’è stato un continuo scambio di informazioni tra i nostri Governi, per migliorare le nostre strategie di vaccinazione e di contenimento dei contagi. Vogliamo che questa collaborazione in campo medico e scientifico prosegua e si estenda anche a molti altri campi. Nonostante il Covid-19, gli scambi commerciali sono aumentati nel 2021, e questa tendenza sembra confermata anche quest’anno. Vigliamo rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione, soprattutto nei settori più innovativi, come la robotica, la mobilità sostenibile, l’aerospazio e la tecnologia applicata all’agricoltura. L’Italia è impegnata con la massima determinazione a contrastare l’antisemitismo, in tutte le sue forme. E a difendere i valori fondanti della nostra Repubblica e dell’Unione Europea: pace, fratellanza, tolleranza”.
Nel pomeriggio, Draghi è si è recato al Palazzo di Ramallah per incontrare il Primo Ministro palestinese, Mohammad Shtayyeh. I due hanno firmato delle intese bilaterali su occupazione giovanile, conservazione del patrimonio culturale, statistica applicata al settore agricolo e salute.
Al termine dell’incontro, il Premier, confermando l’impegno dell’Italia per la soluzione dei due Stati, ha evidenziato: “Questa visita riafferma l’ottimo rapporto tra i nostri Paesi, nonché il fermo impegno dell’Italia nel processo di pace tra Palestina e Israele. Dobbiamo continuare a lavorare per ridurre le tensioni, a tutti i livelli. E dobbiamo restare uniti nel condannare la violenza e difendere i diritti umani, civili e religiosi”.
Riguardo alla politica, all’indomani delle elezioni Amministrative e del flop del Referendum abrogativo sulla Giustizia,i partiti hanno dibattuto sui loro assetti interni. Se nel centrodestra, il sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega non sembra preoccupare il segretario del Carroccio Salvini e neppure il Presidente di Forza Italia, Berlusconi, che hanno sottolineato come a vincere sia la coalizione unita e hanno rinnovato il sostegno al Governo fino alla fine della legislatura, nel centrosinistra ,il segretario del Pd, Letta, ha insistito sulla necessità di realizzare il “campo largo”, l’alleanza che compatti tutte le forze progressiste: dal M5S, passando per Leu e Sinistra Italiana, ai centristi di Italia Viva e Azione, che però , hanno escluso la possibilità di entrare in coalizione con i penstallati. Pentastellati, che, alla luce del risultato insoddisfacente delle elezioni Amministrative , guardano a una riorganizzazione del Movimento e minacciano una uscita dal Governo, in quanto il sostegno a quest’ultimo avrebbe eroso il consenso tra gli elettori.
In merito ai lavori parlamentari, l’incontro tra la Guardasigilli Cartabia, il ministro dei Rapporti con il Parlamento D’Incà e i capidelegazione di Maggioranza per discutere della Riforma della Giustizia, ora in Senato dopo l’ok della Camera, si è concluso con un nulla di fatto, avendo la Lega deciso di non ritirare gli emendamenti presentati e di migliorare la riforma della Giustizia alla luce delle indicazioni avute dai cittadini recatisi alle urne con il Referendum, sebbene non sia stato raggiunto il quorum, mentre Italia Viva starebbe valutando il da farsi. Le altre forze politiche di Governo, invece, vorrebbero approvare il provvedimento così com’è entro la settimana.
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