Istituita a Genzano, comune dei Castelli romani, nel 1778, la manifestazione religiosa, culturale e folcloristica, che si svolge in concomitanza con la festività del Corpus Domini, è giunta quest’anno alla sua 241ma edizione. Tema del 2019: “La via della bellezza”, per rappresentare ed evidenziare la bellezza dell’arte dell’infiorare. Ospite dell’evento, Lorenzo Quinn, scultore e artista, con all’attivo numerose esposizioni, figlio dell’attore hollywoodiano, Anthony.
di Federica Marengo sabato 29 giugno 2019
Si è svolta come ogni anno, nei giorni di sabato 22, domenica 23 e lunedì 24 giugno, in concomitanza con la festività solenne del Corpus Domini, l’infiorata di Genzano, manifestazione religiosa,culturale e folkloristica del comune sui colli Albani, a pochi chilometri da Roma, riconosciuta nel 2011 dal Ministero del Turismo “Patrimonio d’Italia per la tradizione, quale espressione della capacità di promuovere il turismo e l’immagine nazionale e di valorizzare la storia e la cultura del territorio con un’interpretazione adeguata ai tempi di oggi”.
Istituita presso la cittadina laziale nel XVIII secolo, la festa consiste nell’allestimento di un tappeto floreale lungo la Via Belardi come a creare una sequenza di quadri.
La tradizione, tuttavia, era nata a Roma, nella prima metà del Seicento, ad opera del responsabile della Floreria vaticana, Benedetto Drei, e di suo figlio Pietro, che , per primi, nel 1625, crearono delle composizioni floreali a mo’ di mosaico per adornare la Basilica vaticana in onore dei Santi patroni della Capitale, Pietro e Paolo.
Alla morte del Drei, dunque, questa arte fu ereditata da Gian Lorenzo Bernini, autore di molteplici feste barocche, che la diffuse nella località dei Castelli.
Mentre nella Capitale, tale consuetudine cadde in disuso verso la fine del XVII, a Genzano, invece, proseguì ancora nel Settecento, come testimonia un manoscritto anonimo del 1824 conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, in cui si legge che nel paesino sul lago di Nemi, alcune famiglie avessero l’usanza di realizzare delle infiorate dinanzi alle loro case, in occasione delle tre diverse processioni che si svolgevano, l’una il giovedì e le altre due la domenica successiva, in concomitanza con la festività del Corpus Domini.
Secondo le cronache riportate dal manoscritto, però, siccome nessuna delle tre processioni passava per via Sforza, Don Arcangelo Leofreddi, che abitava in quella via, si rivolse a vescovo di Albano, Francois Joachim de Pierre de Bernis, affinché la processione del giovedì deviasse, includendo anche quella strada. Una volta ottenuto l’assenso del vescovo, chiese a tutti gli abitanti di Via Sforza di comporre delle infiorate, a loro spese, davanti alle loro abitazioni.
Dal 6 giugno del 1782, poi, il tappeto di fiori, non coprì più soltanto un tratto di strada, ma l’intera via, infatti alcuni fanno risalire il principio di questa manifestazione proprio a quella data.
Fra il XIX e il XX secolo, invece, la festa, pur mantenendo la cadenza annuale, ebbe numerose interruzioni, fino alla Seconda Guerra Mondiale, dopo la quale si svolse in maniera regolare.
Dal 1875, l’infiorata ha luogo in Via Belardi (già Via Livia), che congiunge la piazza principale del paese, piazza IV Novembre, con la chiesa di Santa Maria della Cima. La strada, quindi, viene ricoperta totalmente da un tappeto di 13 quadri floreali, pari a una superficie di 2000 metri quadrati, con soggetti di argomento religioso o civile, riproduzioni di note opere d’arte o motivi geometrici,protetti ai lati da colonnine ricoperte di mortella e collegate da festoni sempre di mortella, scelti da un’apposita Commissione e per comporre i quali occorrono in totale 500 quintali di petali di fiori.
Ancora oggi, come in passato, la sera del sabato centinaia di persone sono preposte a separare i petali dalle corolle , a distribuirli in cesti a seconda del colore, operazione che viene chiamata : “piluccamento”, e a preparare essenze. I cesti, una volta riempiti, vengono deposti nelle cantine e nelle grotte poste nelle vicinanze del palazzo comunale. Nel frattempo , gli artisti infioratori disegnano sul selciato della strada, prima con il gesso, e dopo, con la calce, i contorni delle scene e dei soggetti approntanti in precedenza su un bozzetto, ricorrendo anche alla tecnica dei cartoni traforati o dello “spolvero”.
Quindi, nella mattinata di domenica, si procede alla deposizione dei petali, prelevati dai cesti, suddivisi per colori, nei contorni disegnati sulla strada.
La sera della domenica viene celebrata la Messa, davanti alla chiesa di Santa Maria della Cima e, dopo la Celebrazione Eucaristica, a cui ,di solito, partecipa il vescovo di Albano, culmine della tradizione religiosa, il tappeto viene percorso dalla processione dei celebranti, recante il Santissimo Sacramento fino alla Collegiata della Santissima Trinità.
Trattandosi di materiale deperibile, il tappeto di fiori viene mantenuto intatto, sostituendo i petali appassiti fino alla sera di lunedì, quando i bambini, correndo dalla scalinata della chiesa di Santa Maria della Cima, procedono al rituale disfacimento dei riquadri, detto: “spallamento” e un carosello di colori , musica e cortei storici ,ideati dal gruppo folcloristico locale, si riversa nelle vie cittadine per trasmettere ,specie ai più giovani, le tradizioni locali, che dovranno essere perseguite nel tempo.
Quest’anno l’evento, giunto alla sua 241ma edizione, ha avuto come tema: “La via della bellezza”, intesa come congerie di concetti affini (Arte, Caos, Cosmo-Natura, Eleganza, Estetica, Fascino, Forma, Gloria, Grazia, Gusto, Meraviglia, Splendore, Stile, Sublime) ,volti a rappresentare e ad evidenziare la bellezza della storia dell’arte dell’infiorare.
Composti con petali di garofani, ginestre, crisantemi, insieme con foglie, terre e cortecce, a creare infinite sfumature che rendono la raffigurazione il più possibile verosimile a ciò che l’artista intende riprodurre, i 13 riquadri sono stati così disposti, in ordine crescente, da piazza IV Novembre alle scalette della chiesa di Santa Maria della Cima:
Alma Mater di Assunta Giacchetti
Donna Livia: “La via della bellezza” di Claudia Gianiorio e Manuela Rossi
La bellezza del genio di Antoine Cesaroni
Hymne à la Beauté di Peter Buttaroni e Sara Postorino
Ed è in certi sguardi che si intravede l’infinito di Francesca D’Erasmo
La bellezza dei fiori di Gina Raponi
Spirale di bellezza vitale di Rachele Morani
La bellezza salverà il mondo di Sara Rotondi, Enrico Del Prete e Maurizio Polidori.
Il Mosè di Michelangelo di Nando Gabbarini e Gira-Soli
Dal caos degli stili all’armonia dell’Infiorata di Gianpaolo Leuti, Francesca Leuti, Cinzia Saveroni, Luigi Ciampanella, Roberta Imbastari e gli allievi Eleonora Ciampanella, Paola Arpinelli, Giulia Leuti.
L’infinito di Andrea Farina
Dream Big/Sogna in grande di Silvia Pompili ed Eleonora Sciattella
Via Livia di Marco Casini
Nel corso delle tre giornate, inoltre, sono stati realizzati diversi eventi collaterali di carattere culturale, come mostre, concerti, esibizioni di artisti di strada locali, sfilate storiche in costume, in luoghi e strade simbolo della città, tra iquali : il Palazzo e il Parco Sforza Cesarini, il borgo antico e la piazza Tommaso Frasconi.
Ospite d’onore della manifestazione, lo scultore Lorenzo Quinn, figlio dell’ attore hollywoodiano, Anthony, autore di molteplici opere e istallazioni, ispirate a Michelangelo, Bernini e Rodin, presenti in Musei e collezioni private.
Un’arte, insomma, quella dell’infiorare, tramandata di padre in figlio che, a distanza di oltre duecento anni, non smette di affascinare visitatori, turisti e curiosi, in quanto miscela di tradizione, tecnica sapiente e culto religioso, capace di rinnovarsi, anno dopo anno, attraverso la creatività dei “Maestri Infioratori”.
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