Mentre cresce l’attesa per il vertice di Maggioranza a Palazzo Chigi sulla prescrizione, fissato per domani alle 18:30, il segretario dem Zingaretti, in vista del conclave del partito che si svolgerà il 13 e il 14 gennaio prossimi in un abbazia nel Reatino, ha anticipato uno dei temi al centro della verifica di Governo: la revisione dei Decreti Sicurezza , approvati dal Conte 1,a firma dell’ex ministro dell’Interno Salvini, che si è detto pronto a dare battaglia in Parlamento per evitare modifiche. E sempre a proposito del leader leghista,al via questa mattina presso la Giunta a procedere per l’immunità del Senato i lavori per decidere entro 30 giorni se l’ex titolare del Viminale dovrà o non dovrà essere sottoposto a processo per sequestro di persona aggravato, in relazione al caso della nave Gregoretti. Sul fronte vertenze industriali, dopo lo spiraglio apertosi per il dossier ex Ilva di Taranto con la proroga dell’uso dell’Altoforno 2 stabilita ieri dal Tribunale del Riesame di Taranto, che dovrebbe spianare la strada alla trattativa tra Governo e ArcelorMittal per un piano industriale e ambientale da presentare entro il 31 gennaio, il neo commissario di Alitalia, Leogrande , sentito ieri in Commissione Trasporti della Camera, nell’ambito dell’esame del Dl su Alitalia, insieme con il rappresentante di Lufthansa Eberhart , ha annunciato la nomina a dg di Zeni e la messa a punto di un piano industriale pubblico, al quale la compagnia tedesca potrebbe partecipare come partner commerciale. Ascoltato oggi, l’ad di Ferrovie dello Stato, Battisti, e il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli.
di Federica Marengo mercoledì 8 gennaio 2020
A poche ore dal vertice di Maggioranza sulla prescrizione e la riforma del processo penale, che si terrà domani, a Palazzo Chigi, intorno alle 18:30, al termine del quale si saprà se il M5S e il Guardasigilli Bonafede, firmatario della norma presente nella legge Spazzacorrotti , in vigore dal 1 gennaio e che abolisce l’istituto giuridico dopo la sentenza di primo grado,intendono cambiare la propria linea, assecondando così le richieste degli alleati di Governo, Pd e di Italia Viva, che vorrebbero introdurre limiti temporali precisi e celeri allo svolgimento dei processi penali onde evitare il “fine processo mai”, o se questi ultimi debbano preparasi a votare alla Camera , ciascuno un ddl alternativo depositato alla Camera e al Senato: i dem, il proprio, che prevede una sospensione della prescrizione di 2 anni per l’Appello e di 1 anno dopo la Cassazione, ai quali si possono aggiungere altri 6 mesi se c’è il rinnovo dell’istruzione dibattimentale , e i renziani, il testo del forzista Enrico Costa, che abolisce la prescrizione, il segretario del Pd, Zingaretti, in vista del conclave, la due giorni di riunione del 13 e del 14 gennaio del partito in un’abbazia nel Reatino, per fare il punto sulla verifica di Governo e sul crono programma 2020 (oggetto del Consiglio dei Ministri rinviato a dopo le elezioni Regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna e in Calabria), ieri sera, nel corso della trasmissione “Otto e mezzo” , in onda su La7, ha annunciato che uno dei temi al centro della nuova azione dell’Esecutivo darà la revisione dei due Decreti Sicurezza, a firma dell’ex ministro dell’Interno, Salvini, approvati dal Conte 1.
In particolare, la revisione riguarda il Decreto Sicurezza Bis, sul quale il Presidente della Repubblica Mattarella ha avanzato dei rilievi (in merito alle multe esose, fino a 1 milione di euro per chi salva i migranti, per lo più le Ong e, per quanto concerne la parte del decreto dedicata all’ordine pubblico,l’assenza di una gradazione nell’ammenda ,pena minima 6 mesi di reclusione, per chi oltraggi un pubblico ufficiale ,tra i quali non figurerebbero, però, magistrati).
Del resto, già la ministra dell’Interno Lamorgese , nei mesi scorsi, durante un’Audizione in Parlamento, aveva annunciato che le modifiche fossero pronte, fatto confermato dal suo Vice, Matteo Mauri, nel corso di un’intervista pubblicata martedì scorso da La Repubblica, e dal Premier Conte, durante la conferenza stampa di fine anno.
Tuttavia, il Pd ha già presentato in Parlamento, il 24 ottobre scorso, una proposta di legge a firma della deputata Giuditta Pini, assegnata il 22 dicembre alla Commissione Affari Costituzionali della Camera, la quale prevede l’abrogazione di tre articoli del primo Decreto Sicurezza , convertito in legge nel dicembre 2018.
Disposta , dunque, la cancellazione del Capo I relativo alle “Disposizioni urgenti in materia di disciplina di casi speciali di permesso di soggiorno per motivi umanitari e di contrasto all’immigrazione illegale”, del Capo II , riguardante le “Disposizioni in materia di protezione internazionale” e del Capo III sulle “Disposizioni in materia di cittadinanza”.
In merito al Decreto Sicurezza Bis, poi, la legge Pini modifica la parte relativa alle ONG, e quella sui poteri affidati al ministero dell’Interno, intervenendo su quattro articoli (1,2,3 e 3bis) del Capo I. In particolare, il testo dem mira ad eliminare i nuovi poteri, seppur mitigati, in capo al titolare del Viminale che, nell’esercizio delle sue funzioni, di concerto con i ministri della Difesa e delle Infrastrutture, e nell’esercizio delle funzioni di coordinamento e nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia, avvisato il Presidente del Consiglio, può limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica.
Inoltre , la legge presentata dai dem si ripropone di abrogare anche l’articolo 2, relativo alle Ong e alle multe salate alle navi che violino il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane (salvo si tratti di naviglio militari o di navi in servizio governativo non commerciale). Il suddetto articolo prescrive che il comandante della nave sia tenuto ad osservare la normativa internazionale e i divieti e le limitazioni e che , in caso di violazione del divieto di ingresso , transito o sosta in acque territoriali italiane , notificato al comandante o all’armatore e al proprietario della nave, si applichi a ciascuno di essi, le sanzioni penali, quando il fatto costituisca reato, la sanzione amministrativa per un ammontare da 10.000 fino a 50.000 mila euro e la confisca della nave.
Infine, al legge a firma Pini abroga il delitto di resistenza o violenza da parte del capitano della Ong contro una nave da guerra , previsto dall’art.1100 del codice di navigazione, introdotto nel Decreto Sicurezza Bis.
Poco probabile, però, che l’iter di discussione alla Camera venga avviato a breve, essendo la Commissione Affari Costituzionali impegnata in congiunta con la Commissione Bilancio nell’esame del Decreto Milleproroghe e di una proposta dei 5Stelle sul conflitto di interessi.
Un annuncio, quello di Zingaretti, cui è subito seguita la replica del leader della Lega Salvini, che , su Twitter, ha scritto: “Il Pd vuole modificare i Decreti Sicurezza , togliendo poteri a sindaci e forze dell’Ordine , e facendo ripartire il business legato all’immigrazione clandestina? Ci provi, la Lega è pronta a raccogliere un milione di firme degli italiani per indire un referendum su sicurezza e immigrazione. In Italia, si arriva se si ha il permesso e il diritto di arrivare . Punto”.
E proprio il leader del Carroccio, è al centro delle cronache di questi giorni per il voto della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, che il 20 gennaio dovrà decidere sull’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per sequestro di persona aggravato richiesta dal Tribunale dei ministri di Catania, nell’ambito della vicenda della nave Gregoretti della Guardia Costiera italiana, cui , nel luglio scorso, fu negato l’ok allo sbarco di 131 migranti tratti in salvo al largo di Lampedusa.
Oggi, infatti, la Giunta, si è riunita per la prima volta, prendendo atto della memoria difensiva depositata dall’ex titolare del Viminale il 3 gennaio nella quale Salvini ha ribadito di aver agito nell’interesse dell’Italia, col pieno coinvolgimento di Palazzo Chigi e dei Ministeri competenti, in modo analogo a quanto accaduto per la nave Diciotti, contrariamente a quanto sostenuto dal Premier Conte, che sostiene di essere intervenuto solo in merito alla redistribuzione degli immigrati nei Paesi UE, e dal capo politico 5Stelle e ministro degli Esteri, allora Vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Di Maio, allegando documentazione comprovante (dichiarazioni pubbliche ed e-mail ) .
A tale riunione seguiranno altre, già calendarizzate per il mese di gennaio (il 9, il 13, il 14, il 15 e il 20), prima del voto definitivo del 20 (la Giunta è infatti chiamata ad esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento dell’atto) e dell’esame della proposta elaborata dal Presidente del suddetto organismo parlamentare, Maurizio Gasparri, che ha smentito l’indiscrezione di stampa diffusasi ieri, secondo cui tale votazione avrebbe potuto essere rinviata a dopo le elezioni Regionali del 26 gennaio per evitare condizionamenti e ripercussioni sul voto.
Sul fronte delle vertenze industriali, ascoltati in Audizione alla Camera, in Commissione Trasporti, nell’ambito dell’esame del Dl su Alitalia, il neo commissario straordinario di Alitalia, Leogrande, il quale ha spiegato di essere in attesa del piano industriale messo a punto dallo Stato e del bilancio finale dei commissari per poter proiettare i numeri del piano, tenendo conto che la compagnia ha bruciato fino ad ora 300 milioni di euro all’anno , cifra da ridurre per rendere più appetibile l’investimento anche dell’amministrazione pubblica e che è molto difficile non pensare ad un’aggregazione tra compagnie,e ha annunciato la nomina del nuovo direttore generale, Giancarlo Zeni e il prossimo incontro con i manager di Lufthansa.
Lufthansa, che, tramite il suo rappresentante Eberhart, sentito anch’esso alla Camera, ha ribadito l’interesse della compagnia per una partnership commerciale e non per un investimento diretto , rassicurando circa l’eventualità di un ridimensionamento , considerato “ultima ratio”, nel caso in cui un risanamento pluriennale, attraverso un abbassamento dei costi , un aumento dell’utilizzo del personale e delle macchine e il l’intervento di un partner forte, si riveli inefficace.
Sentiti oggi, invece, in Commissione Trasporti di Montecitorio, l’ad di Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti,che ha evidenziato: “Il 31 ottobre FS ha presentato una proposta di offerta di acquisto dei rami di azienda di Alitalia , una offerta condizionata ad alcune condizioni che noi ritenevamo imprescindibili quali, ad esempio , che ci fossero delle risultanze soddisfacenti per le due diligence relative a ogni singolo relative a ogni singolo aspetto dell’operazione , all’individuazione di uno o più investitori perché noi non avevamo intenzione di prendere la maggioranza dell’operazione e che ci fosse un primario vettore aeronautico che per know how potesse garantire un pieno rilancio della compagnia. Tra le altre condizioni quella che dall’Antitrust nazionale ed europeo non ci fossero ricadute negative sulla nostra azienda e che il Mef garantisse il cambio di Statuto sulla possibilità per FS di svolgere anche il servizio di trasporto aereo. Come FS non siamo stati coinvolti nella nuova procedura di salvataggio di Alitalia, ma nel caso siamo disponibili a sentire che cosa possono volere, per dare un contributo dal punto di vista della nostra esperienza. Al termine di una lunga serie di confronti e verifiche sulla vicenda Alitalia in cui ad esempio Lufthansa non ha mai risposto formalmente a nessuna iniziativa che avevamo richiesto Ferrovie è uscita di fatto dall’operazione: pertanto abbiamo chiuso i rapporti con nostri advisor e chiesto la restituzione della garanzia offerta il 31 ottobre 2018. Con gli ad di Delta e Lufthansa non siamo andati avanti con interlocuzioni di carattere industriale, li ho sentiti a Natal,,ma per pura cortesia amichevole”.
Poi, riguardo al piano del neo commissario Leogrande e su Atlantia, controllata della famiglia Benetton, altro possibile partner di cordata nella precedente trattativa, ha chiarito: “Non conosciamo di fatto che tipo di operazione voglia portare avanti, quindi non sappiamo nulla della nuova procedura. Su Atlantia, l’approccio della società è stato condizionato ad altre vicende” (evidente il riferimento alla possibile revoca delle concessioni autostradali in seguito all’inchiesta della Procura di Genova post crollo del Ponte Morandi nell’agosto 2018).
E mentre Atlantia, in un documento inviato alla stessa Commissione della Camera, ha evidenziato l’inadeguatezza del piano di Delta, apparso sin da subito, “non sostenibile sotto vari aspetti”: dal cospicuo numero di rotte strutturalmente in perdita ,che non danno respiro al potenziale del mercato del Nord America (area elettiva di sinergia con Delta), alla previsione di una crescita dei ricavi per passeggeri mai raggiunta prima, anche in virtù di non precisamente definite iniziative da realizzarsi, passando per un’ipotetica ottimizzazione dei costi non supportata da una completa analisi di fattibilità”,e ha messo in luce, invece, la maggiore compatibilità con il piano presentato da Lufthansa e la disponibilità a proseguire il confronto per l’individuazione del partner industriale e di un piano industriale condiviso, solido e di lungo periodo per un effettivo rilancio della compagnia, in quanto non corrisponde al vero che Atlantia si sia sfilata dal Consorzio per rilanciare Alitalia, essendosi ritirata per non aver rinvenuto le condizioni necessarie per aderirvi, come costantemente evidenziato nei frequenti incontri di aggiornamento tenutisi con l’amministrazione straordinaria, il ministro dello Sviluppo Economico, Patuanelli, nel medesimo consesso, ha dichiarato: “Non c’è scritto da nessuna parte che ci sia il closing entro il 31 maggio, è materialmente impossibile. Il 31 maggio è il termine che viene dato al commissario per espletare la procedura di cessione, ed è paragonabile al 31 ottobre 2018. Continuare a parlare di Atlantia è assolutamente inutile”.
Crescono, dunque ,l’attesa per la discussione sul decreto prevista al Senato il 29 e il 30 gennaio, la preoccupazione per i fondi a disposizione dell’ex compagnia di bandiera, 400.000 euro, stanziati tramite il Decreto Fiscale e ora sotto la lente della Commissione UE, che ne paventa un aiuto illegittimo di Stato e le critiche delle Opposizioni di Centrodestra che contestano una “svendita” , da parte del Governo giallo-rosso, dell’ex compagnia di bandiera.
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