-Governo e Ministri a lavoro sul nuovo Dpcm con misure anti Covid19 più restrittive, alla luce del rapido innalzamento della curva dei contagi. Al vaglio, l’ipotesi di lockdown regionali o limitati alle città o ai Comuni con indici Rt di trasmissione del virus superiori a 1, e con possibile divieto di mobilità. Da sciogliere, anche il nodo Scuola, con la ministra dell’Istruzione Azzolina che difende la didattica in presenza, (perché quella a distanza favorisce disuguaglianze tra chi ha accesso alla connessione e chi no) , resistendo al pressing del PD e dei Presidenti di Regione, alcuni dei quali hanno già disposto, mediante ordinanza, la didattica a distanza tra il 75%e il 100% per le scuole Superiori, che verrebbe estesa alle classi della Terza Media. Nuova riunione del Comitato Tecnico Scientifico in serata, seguita da un vertice del Premier con i capidelegazione e i capigruppo di Maggioranza, mentre domani sarà il turno delle Regioni. Il Ministro Di Maio, intanto, apre alla collaborazione invocata dalle Opposizioni per la costituzione di una cabina di regia, invocata dallo stesso Centrodestra, trovando una sponda nel Pd e nelle altre forze di Governo.
-Confesercenti, allarme sulla seconda ondata: -10miliardi di consumi. Studio della Fondazione dei Consulenti del lavoro: il 55,9% dei posti persi ,a causa della crisi Covid19, è delle donne. Il Commissario UE agli Affari Economici Gentiloni: “Usiamo la crisi per migliorare il nostro sistema di sviluppo. Di fronte a noi, sfide inedite. Primi soldi del Recovery Fund dalla tarda primavera del 2021 e sarà il 10% del totale”. Gualtieri (Mef) “Pronti a finanziare misure aggiuntive, se necessario. Sistema in grado di reggere lo shock. Useremo tutti gli strumenti UE, sia prestiti che sussidi”.
di Federica Marengo sabato 31ottobre 2020
Sono ore di fibrillazioni nel Governo: l’indice di contagio del virus Covid19 continua a salire e la curva epidemiologica a impennarsi: ben 11, infatti sono le Regioni attenzionate e due ,le città sorvegliate speciali: Milano e Napoli. Così, la giornata di oggi è stata scandita da un nuovo vertice tra il Premier Conte, i capidelegazione di Maggioranza, il ministro per gli Affari Regionali Boccia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fraccaro e il Comitato Tecnico Scientifico, per discutere del nuovo Dpcm con ulteriori misure restrittive (l’ ipotesi al vaglio sarebbe quella di un locdown o di zone rosse in Regioni , Comuni o città più colpite dal virus),che potrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri già lunedì 2 novembre e quindi in Parlamento, dove il Presidente del Consiglio si recherà per Comunicazioni, seguite dal voto su risoluzioni di Maggioranza e Opposizioni.
Prevista , poi, nella tarda serata, una riunione del Comitato Tecnico Scientifico, seguita da un altro confronto di Conte con i capidelegazione e i capigruppo di Maggioranza,mentre per domani è fissata una riunione con le Regioni.
In mattinata, invece, il Presiedente Conte, è intervenuto da remoto alla Festa dell’Ottimismo del quotidiano Il Foglio, dove , intervistato dal Direttore Cerasa, ha spiegato: “Abbiamo adottato un quadro di misure restrittive e a livello regionale ci sono dei Governatori che stanno adottando misure ancora più restrittive, ma dopo gli aggiornamenti di ieri sul ritmo di crescita dei contagi da Coronavirus ci stiamo confrontando con gli esperti e valutando se intervenire ancora. In primavera inoltrata confidiamo di essere venuti a capo di questa situazione e speriamo che qualche mese prima usciremo dalla curva più preoccupante”.
Quindi, sull’ipotesi di chiusura delle scuole, oggetto nelle scorse ore di aspre discussioni tra la ministra dell’Istruzione Azzolina, contraria , le forze di Governo ,come il Pd, a favore, e i Presidenti di Regione,i qual hanno già disposto mediante ordinanza la didattica a distanza per il 75-100% delle scuole Superiori (in Campania, invece, il Presidente De Luca ha chiuso tutte le suole di ogni ordine e grado), ha chiarito: “L’impennata dei contagi rischia di mettere in crisi anche la didattica in presenza a scuola, ci sono dei Presidenti di Regione che hanno preso misure più restrittive, ma non è quello il nostro obiettivo, noi vogliamo difendere, speriamo fino alla fine, la didattica in presenza, ma siamo vigili sull’obiettivo primario che è la salvezza del Paese e la tutela della salute e la protezione del tessuto economico”.
Poi, Conte, raccogliendo la sollecitazione del Ministro Di Maio a istituire una cabina di regia con le Opposizioni di Centrodestra ,che hanno lamentato lo scarso coinvolgimento da parte del Governo, ha annunciato di aver chiesto un tavolo di confronto con il Parlamento sulla nuova stretta, al fine di concertare le prossime decisioni: “Ho chiesto se c’è la possibilità di confrontarsi con il Parlamento perché è un’esigenza del Governo stesso quando ci sono decisioni da assumere in tempi rapidi. Se avessimo un tavolo di confronto certificato dal Parlamento, il Governo sarebbe ancora più sereno nel prendere decisioni che coinvolgono tutti gli attori”.
A seguire, sulla questione del Trasporto pubblico, ha ammesso: “Ci sono delle criticità, le abbiamo registrate, io non le ho negate. Abbiamo visto che soprattutto in alcune fasce orarie, in alcune grandi città ci sono delle criticità. Anche qui abbiamo investito. Ammettiamo che c’è criticità: in alcune fasce orarie e in alcune città ci sono dei momenti in cui le distanze non si riescono proprio a rispettare. Ma sapete cosa significa rispettare le distanze quelle di massima precauzione all’interno di un vagone di una metro o di un autobus? Significa triplicare, quintuplicare, decuplicare il numero dei vagoni degli autobus. Sapete quali sono le cifre? Sono miliardi e miliardi che non possiamo neppure immaginare. Ovviamente abbiamo lavorato per ricorrere al noleggio, investito 300 milioni”, mentre su vaccino, Recovery Fund e politiche del Lavoro, ha sottolineato: “Abbiamo avuto una video conferenza con i leader europei. Ci sono contratti sottoscritti che prevedono delle consegne, c’e’ un’agenzia europea che ha già iniziato la rolling review. Noi confidiamo di avere un vaccino per dicembre ma solo alcune dosi ,quindi, dovremo fare un piano per intervenire sulle fasce più fragili o esposte al rischio di contrarre il virus. Per avere tutte le dosi per contrastare la pandemia dovremo sicuramente aspettare primavera. I sussidi li prendiamo tutti. Noi abbiamo una impostazione diversa dalla Spagna, perché vogliamo avvalerci anche dei prestiti in quanto ci tornano utili per realizzare il progetto riformatore del Paese. Abbiamo carenze di strutture, dobbiamo correre di più della media europea e la crisi deve tramutarsi in opportunità con un modello di sviluppo sostenibile. Non ci interessano solo gli indici economici, ma anche la qualità della vita dei cittadini. La riforma dell’articolo 18 non è sul tavolo non è all’ordine del giorno. Ieri, il Governo ha deciso il blocco dei licenziamenti e ha messo sul piatto la Cassa integrazione Covid gratuita fino a fine marzo. Le misure di protezione sono necessarie, tanti economisti hanno additato l’Italia come un modello. Quando andremo a fare un piano, potremo integrare lo smart working nel disegno di una pubblica amministrazione efficiente”.
Infine, l’auspicio: “Se crediamo nell’uomo, nel senso di umanità, si può essere ottimisti. Perché anche una pandemia può essere una esperienza unica e speriamo irripetibile. Speriamo che sia un’esperienza trasformativa e che alla fine di tutto potremo anche fare la lista degli errori, ma l’importante è che cercheremo di cogliere da quest’esperienza uno stimolo per essere persone migliori”.
La conferma dell’intenzione dell’Esecutivo di procedere con chiusure locali, laddove l’indice di contagio stia crescendo in modo esponenziale , è poi arrivata dal ministro per gli Affari Regionali Boccia, che , nel suo intervento in collegamento a “Digithon”, la maratona dei progetti di start up digitali, ha dichiarato: “Se ci vorrà, se c’è la necessità di una, due, tre settimane di stop in alcuni territori, perché l’Rt non è uguale dappertutto, questa cosa evidentemente in questo momento va spiegata bene e va rafforzata anche attraverso gli strumenti tecnologici di cui ci siamo dotati. In questo momento le aree interne non sono nella condizione delle aree metropolitane, dove c’è una maggior difficoltà legata alla densità di popolazione. Io penso che l’Italia abbia avuto la forza fino ad oggi di andare avanti perché il concetto ‘prima la salute, prima la difesa della vita e poi il business’ è stato un concetto su cui le imprese stesse ci hanno sostenuto e io le ringrazio, perché se non ci fosse stata la compattezza con il mondo delle imprese e del lavoro, noi non ci saremmo riusciti già da marzo-aprile, con la differenza che allora non avevamo gli strumenti, non avevamo la mascherine, non avevamo i ventilatori, non avevamo nulla e, come noi, anche tutto il mondo occidentale che era stato preso in contropiede: oggi abbiamo tutto ,i ventilatori ci sono, gli strumenti ci sono, le attrezzature ci sono, le imprese hanno dei protocolli certi e hanno investito, e per questo le ringrazio, così come hanno investito i commercianti, coloro che si occupano di servizi, tutti, e sono cose per le quali noi abbiamo consapevolezza che aver investito non significa aver perso ma aver garantito la sicurezza per oggi o per domani”.
Quindi, su Sanità e scuola, ha detto: “Se c’è una cosa che il Covid spazza via, è che su alcuni diritti non c’è più discussione, non ci possono essere vincoli di bilancio che comprimono i diritti universali e fra questi certamente salute e scuola sono i principali. E non si torna più indietro neanche sui tagli passati, quante volte abbiamo fatto una discussione sulla necessità di utilizzare le tecnologie per sopperire anche ad alcune limitazioni sulla sanità per esempio, e ne discutevamo in un contesto europeo dentro il quale i vincoli di bilancio in alcuni casi, io penso scellerati, imponevano dei tagli; poi c’era chi li faceva, chi non li faceva, chi tagliava da un’altra parte, ma il nodo era di fatto ‘ci sono vincoli, bisogna rispettare quei parametri, si tagliano alcuni servizi’: ecco, questo aspetto non ci sarà più. Però non basta ,perché noi abbiamo il dovere di garantire un salto di qualità sull’utilizzo delle tecnologie in sanità e scuola ed è lo sforzo che sta facendo Paola Pisano, che non può fare da sola, che deve fare tutto il Parlamento unito, tutta la politica unita”.
In ultimo, la rassicurazione: “Ne usciremo grazie ai sacrifici che tutto il Paese è stato chiamato a fare e dovrà ancora fare, ma saremo più forti di prima perché l’innovazione tecnologica e l’innovazione digitale che abbiamo messo in campo ci aiutano nelle decisioni e aiutano in quota parte ognuno di noi nei comparti in cui operiamo . Da questa vicenda ,l’Italia ne uscirà più robusta, il terzo trimestre con quel +16,1 di Pil non è un caso. La capacità di reazione del Paese in quei tre mesi rispetto ai dolorosi precedenti sei mesi, soprattutto i quattro mesi precedenti, dà il senso di un Paese eccezionale. Però ,non dobbiamo avere fretta e soprattutto non dobbiamo pensare che finisca nei 15 giorni successivi o nel mese successivo ,ma questo Covid arrivato al tempo della società digitale noi lo batteremo e lo batteremo anche grazie all’innovazione tecnologica”.
Quanto all’aspetto economico dell’emergenza, il Commissario UE all’economia, Gentiloni, intervenuto anch’esso alla Festa de Il Foglio , ha spiegato: “Penso che grossomodo i tempi previsti saranno rispettati, nella tarda primavera dell’anno prossimo potrebbe arrivare la prima tranche,il 10% del piano. Se l’Italia fa un piano che comprende anche i prestiti sono circa 20 miliardi. In tutto si tratta di circa 200 miliardi di euro di cui 127 in forma di prestiti e 82 a fondo perduto. Intanto, sono arrivati i primi 10 miliardi di prestiti dal Sure, il programma gestito dalla Commissione Ue per finanziare cassa integrazione e misure a sostegno del lavoro nei paesi membri. La quota complessiva destinata al nostro paese è al momenti di 27 miliardi di euro”.
Poi, parlando del difficile periodo che l’ Europa sta attraversando per via della pandemia e dell’inevitabilità di misure restrittive come i lockdown introdotte in molti Paesi dell’Unione, ha evidenziato: “Sono giorni di grande preoccupazione. Mai abbiamo avuto uno stress test così forte per le nostre democrazie. Bisogna avere una grandissima fiducia nei nostri sistemi democratici, nel primo tempo di questa pandemia i modelli democratici su quelli populisti hanno senz’altro avuto la meglio e così deve essere anche nella seconda fase. La situazione non è fuori controllo in nessun Paese europeo, incluso il Belgio e tuttavia diversi Paesi a cominciare da Francia, Belgio, Inghilterra, Germania ed altri che sono meno sotto i riflettori, hanno preso decisioni drastiche. Credo sia abbastanza inevitabile arrivare a decisioni drastiche, con lo sforzo di salvaguardare alcuni aspetti della nostra vita, del lavoro e del sistema di istruzione soprattutto per i più giovani . Si tratta di un percorso abbastanza scritto nei diversi Paesi europei che avrà le sue conseguenze sociali e sull’economia. Abbiamo davanti delle sfide davvero inedite, perfino il vaccino che è una speranza di tutti noi sarà una sfida. Se noi avremo la possibilità di vaccinare alcuni miliardi di esseri umani questo comporterà problemi economici, logistici e anche incognite sanitarie, perché non è mai capitato di avere un vaccino completamente nuovo da somministrare in tempo tanto ridotto. Non abbiamo certezze del quadro che abbiamo di fronte, stiamo sperimentando questa seconda fase della pandemia con livelli molto allarmanti tra i vari Paesi tra cui l’Italia e abbiamo una prospettiva se tutto va bene nei prossimi mesi di distribuire un vaccino, ma la sfida dal punto di vista scientifico, economico, logistico sarà enorme anche quando saranno disponibili i vaccini”.
Anche il ministro dell’Economia Gualtieri, presente in videoconferenza allo stesso evento, ha affermato ottimista: “Non possiamo limitarci a prevedere una gestione ordinaria delle risorse del Recovery: occorre rafforzare capacità di progettazione e spesa anche definendo una struttura ad hoc che possa disporre anche di poteri sostitutivi nel caso la spesa si rallenti e non venga realizzata. Se serviranno risorse aggiuntive le mobiliteremo come sempre abbiamo fatto. In particolare, abbiamo sempre detto che accompagneremo qualsiasi intervento restrittivo con adeguate misure e siamo nelle condizioni di affrontare diversi scenari”, rispondendo così a una domanda sull’attivazione del Meccanismo Europeo di stabilità o Fondo Salva Stati per le spese sanitarie dirette e indirette dell’ammontare di 37 miliardi per l’Italia, ricusata dal M5S : “ll Mes pone problemi politici all’interno della Maggioranza, nel senso che un partito è a favore e uno è contrario. Io non sono certo tra quelli a cui non piace il Mes: l’ho negoziata io quella linea. Per giunta, il Mes ha condizionalità addirittura inferiori a quelle del Recovery. E del resto pochi giorni fa al Tesoro è arrivato un bonifico da 10 miliardi da parte della Commissione Europea. Si tratta della prima tranche dei fondi Sure, per la Cassa integrazione attraverso cui risparmiamo 200 milioni di euro. Ecco, funzionano allo stesso modo del Mes, che per me resta uno strumento utile e conveniente, visto che è un prestito a tassi zero, inferiori a quelli che otteniamo sui mercati. Con il Mes, inoltre, i risparmi sarebbero superiori ai prestiti Sure: circa 350 milioni all’anno per dieci anni”.
Rassicurazioni, queste ultime, cui si contrappone l’allarme lanciato da Confesercenti, riguardo l’impatto della seconda ondata di Covid19 sui consumi. Secondo l’associazione delle imprese, infatti: “La seconda ondata del Cronavirus spaventa gli italiani e congela i consumi, bloccati dalla paura e dalle nuove restrizioni alle attività, bruciando tra gli 8 e i 10 miliardi di euro di spesa delle famiglie nel quarto trimestre di quest’anno cioè da ottobre a dicembre. Una settimana stimavamo che le nuove restrizioni avrebbero comportato una riduzione dei consumi di 5,8 miliardi di euro. Ciò sotto l’ipotesi che le misure potessero essere rimosse già alla fine della prima settimana di novembre, senza dunque impatti sulle spese natalizie. La stima però deve ora essere rivista in senso pessimistico, sia alla luce della dinamica dei contagi italiani sia in considerazione dei provvedimenti adottati dagli altri Paesi europei e dall’Italia con l’ultimo Dpcm. La chiusura anticipata alle 18.00 di ristorazione e dei bar , oltre a mettere a terra il settore , sta facendo sentire i suoi effetti su tutti gli altri consumi, portando a un crollo generalizzato degli incassi anche nel commercio. La perdita è stimabile, per il settore, in circa 50 milioni di euro al giorno. Anche perché la corsa dei contagi nei Paesi europei e la dimensione ‘continentale’ che stanno assumendo le restrizioni amplifica l’impatto sulla fiducia delle famiglie e sulla loro propensione a spendere. In questo quadro , è necessario un sostegno più ampio alle imprese. Troppi settori sono esclusi dal dl Ristori. Per questo chiediamo al Governo di attivare un tavolo di monitoraggio per individuare le imprese che sono realmente in sofferenza, a prescindere dal codice Ateco. L’effetto di questa seconda ondata va infatti oltre le restrizioni stabilite dal Dpcm. Per molte attività, già logorate dalla crisi innescata dalla pandemia, potrebbe voler dire la chiusura definitiva. Per questo riteniamo che sia assolutamente necessario anche bloccare le procedure di fallimento: se non si farà così, il rischio è di far cadere le imprese nelle mani della criminalità organizzata”.
Tuttavia, la pandemia ha prodotto effetti anche sull’occupazione, determinando , secondo i dati riportati dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, fra il secondo trimestre del 2019 e lo stesso periodo del 2020, la perdita di 470 mila posti di lavoro per lo più occupati da donne. Su 100 posti di lavoro persi, infatti, il 55,9% erano di donne. L’occupazione maschile, che ha dato prova di maggior tenuta, ha perso invece, un 2,7% su 371 mila occupati.
Tra i settori più colpiti: il ricettivo e ristorativo, seguiti dall’assistenza domestica, dalla scuola, dalla sanità e dalla Pubblica amministrazione, con forme di contrattuali a tempo determinato, part time, ma anche con forma di lavoro autonoma.
In ultimo, ha specificato il Report della Fondazione dei Consulenti del Lavoro, : “Durante il lockdown primaverile le donne hanno gestito di fatto un sovraccarico di senza precedenti. Durante il lockdown, il 74% ha continuato a lavorare rispetto al 66% degli uomini. e realtà lavorative e la rigidità del mercato del lavoro e la difficoltà a conciliare, da sempre, lavoro e famiglia hanno visto con la crisi un allontanamento delle donne. Nell’ultimo anno la tendenza, è cresciuta sensibilmente, facendo registrare tra giugno 2019 e 2020 un incremento di 707 mila donne inattive (+8,5%), soprattutto nelle fasce giovanili. Le donne apportano un contributo rilevante all’occupazione in termini di qualificazione e competenza, che non può disperdersi ulteriormente. Solo nelle professioni intellettuali il 54% è donna. Per questo è necessario attuare un mix di politiche ,dal potenziamento dell’offerta e dell’accessibilità’ dei servizi che favoriscono la conciliazione vita-lavoro a percorsi formativi spendibili nel mercato del lavoro ,che sostengano concretamente l’occupabilità delle donne, arginando il rischio che molte di loro possono chiamarsi fuori dal circuito lavorativo”.
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