Mentre continuano i lavori per approntare la prossima Manovra economica, il Premier Conte ha annunciato in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, investimenti nelle infrastrutture e nel green per 70 miliardi di euro, di cui 20 al Sud. Prospettata, la possibilità di sostituire il taglio del cuneo fiscale con un bonus di 400 euro per i lavoratori precari. Intanto, il ministro dell’Economia,Gualtieri, intervenuto stamane alla presentazione del rapporto del centro studi di Confindustria, ha rassicurato: “Effetti positivi in termini di ridistribuzione dei redditi da una limitata rimodulazione Iva”. Appello agli imprenditori: “Abbiate fiducia ne futuro del Paese”, ma gli industriali avvertono: “Crescita ferma, rischio recessione in caso di altro shock. Manovra restrittiva”. E nella Maggioranza non si smorza la tensione tra Conte, Renzi, Orlando, Zingaretti e Di Maio, sul taglio del cuneo fiscale e sul caso Russiagate-Copasir. Sul fronte dell’Opposizione, vertice nella serata di ieri tra Berlusconi, Salvini e Meloni : “Centrodestra compatto, maggiore coordinamento dell’opposizione in Parlamento”.Fissato per oggi, alla Camera, l’inizio della discussione che nella giornata di domani dovrebbe portare al voto definitivo sul taglio dei parlamentari. Di Maio: “Mi aspetto un voto trasversale”, mentre il Premier Conte, sempre questa mattina, ha incontrato i sindacati a Palazzo Chigi per discutere dell’imminente legge di Bilancio: fissati nei prossimi gironi, tre tavoli tecnici.
di Federica Marengo lunedì 7 ottobre 2019
Foto: dissidenzaquotidiana.it1
Fine settimana di tensione nella Maggioranza, quello appena trascorso, con una serie di botta e risposta tra l’ex Premier, Matteo Renzi, e il Presidente del Consiglio in carica, Giuseppe Conte, in merito alla prossima Manovra e ad alcune misure che essa dovrebbe contenere, a cominciare dal taglio del costo del lavoro.
A detta del fondatore di Italia Viva , infatti, finanziare tale aumento attraverso la rimodulazione dell’Iva sarebbe un errore, che non libererebbe comunque risorse sufficienti (troppo pochi i 40 euro a lavoratore stanziati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e da Palazzo Chigi), a scapito di un ulteriore aumento del deficit . Altra cosa, sarebbe invece quella di incidere sulla spesa pubblica, in costante aumento, tagliandola e al contempo rimodulare gli interessi sul debito.
E’ questa infatti, la posizione espressa venerdì scorso , nel corso di un’intervista al Corriere della Sera dal senatore di Scandicci, che, nei giorni scorsi ha anche precisato che nessun provvedimento volto ad aumentare l’Iva e le tasse verrà votato dal suo partito.
Dichiarazioni, che non hanno lasciato indifferente il Premier, che ha invitato Renzi a non esprimere opinioni individuali e critiche, ma a collaborare all’unità del Governo, puntualizzando come, in ogni caso, 40 euro di aumento per i lavoratori dipendenti, non sia una cifra da irridere.
Una reazione, quella del Presidente del Consiglio Conte, che ha innescato la controreplica di Renzi, che , a mezzo Social, ha precisato di non voler contrastare l’Esecutivo, ma bensì le tasse, per scongiurare ogni innalzamento.
Da qui, le ulteriori reazioni del Vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, che, ieri, in occasione della giornata conclusiva della festa Dems a Rimini, ha esortato Renzi a non lanciare ultimatum dalla Leopolda alla maniera di Salvini “dal Papeete”, per non mettere a rischio la tenuta del Governo e la democrazia liberale.
“Noi, non vogliamo fare quattro campagne elettorali parallele, noi vogliamo cambiare l’Italia e per cambiare l’Italia non si fanno ultimatum, interviste a distanza, non si dice: “Devi fare questo altrimenti…”. Noi disinneschiamo il rischio populista e sovranista solo se diamo un segnale, in pochissimi mesi sulla lotta alle diseguaglianze sociali, altrimenti falliamo la nostra missione. Le diseguaglianze sono la benzina che fa andare avanti il motore sovranista. Se qualcuno ha altri disegni lo dica subito, noi non siamo interessati”, ha dichiarato Orlando, aggiungendo: “Da Italia Viva, una posizione sospetta e incredibile. C’è u milione di lavoratori al di sotto della povertà. Quando uno nota che un terzo della busta paga va in tasse, per alcuni può essere una disperazione. Queste persone vanno aiutate. Dobbiamo fare in modo che alla fine del mese molte persone ci arrivino meglio”.
Parole, così commentate dal fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, ospite, nella stessa giornata di ieri ,del programma di Lucia Annunziata, “In mezz’ora in più”: “Orlando, lo vedo un po’ agitato,per fare un termine di paragone deve conoscere almeno uno dei due posti. Siccome alla Leopolda non s’è mai visto, viene il dubbio che sia andato qualche volta al Papeete. Questi hanno fatto la guerra al Matteo sbagliato. Hanno fatto la guerra a me anziché combattere Salvini. Io e Salvini non siamo la stessa cosa, Orlando non l’ha capito. Italia Viva vuole destabilizzare il Governo? Non è vero. Se il Governo l’ho voluto fare un mese fa, non posso destabilizzarlo oggi, sarebbe schizofrenia”.
Poi, in merito alla questione sollevata dal leader della Lega,Salvini, circa l’incontro segreto, avvenuto a fine settembre tra il capo degli agenti dei servizi segreti italiani (Copasir) ,Gennaro Vecchione, i vertici e il ministro della Giustizia USA Barr ,(che sta controinvestigando sull’inchiesta Russiagate, guidata dal Procuratore Muller ,per la quale il Presidente Trump avrebbe ricevuto aiuti dalla Russia per influenzare la campagna elettorale che ha portato alla sua elezione, a scapito della candidata democratica, Hillary Clinton) di cui il Parlamento non è stato informato (l’affaire è stato ricostruito e reso noto dal solo New York Times) e di cui sapeva solo il Premier, avendo le deleghe ai Servizi di intelligence, ha esortato Conte a recarsi presso il Copasir per fare chiarezza riguardo alla vicenda e a cedere la delega sui servizi a un professionista, smentendo poi l’ipotesi di un suo accordo con l’ex Presidente USA ,Obama ,per impedire l’elezione di Trump.
Una querelle, quest’ultima, nella quale si sono inserite anche le voci del segretario Pd, Nicola Zingaretti (“Basta parole divisive”) e del capo politico dei 5Stelle e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha invitato a “fare le cose e a non fare proclami”, e che, in un colloquio con il Fatto Quotidiano, si è detto preoccupato per la tenuta della Maggioranza.
“Leggo troppe interviste tra Pd e Italia Viva, gli uni contro gli altri. Così si dà la percezione di una lite continua nel Governo. Non bisogna rincorrere uno che ha il 4%, gli fanno solo un favore. Bisogna prendere a esempio i Ministri Lamorgese e Gualtieri che prima di dire fanno. Penso sia il momento di fare un punto tra Ministri e capigruppo per dare chiaramente le regole di ingaggio, perché i problemi di comunicazione potrebbero diventare politici”, ha poi annunciato il leader pentastellato, soffermandosi su Russiagate (“Mi fido ciecamente di Conte e sono certo che darà tutte le risposte necessarie al Copasir”) e sulla riforma del taglio dei parlamentari ,in dirittura di arrivo alla Camera (“Mi aspetto che venga votato a grande maggioranza e in modo trasversale, anche dai parlamentari di Opposizione. Il 90% degli italiani vuole il taglio”).
E la replica di Renzi non si è fatta attendere. Infatti, tramite la sua Enews, nella quale ha presentato il programma del decennale della Leopolda, ha sottolineato: “Dicono tutti che Italia viva è un piccolo partito, che ha sondaggi bassi, che non cresceremo mai. Però poi parlano tutti di noi. Chissà perché. Forse perché pensano che stiamo crescendo anche in Parlamento vista l’adesione di Annamaria Parente, bravissima senatrice esperta di sociale e di lavoro, che all’ultimo congresso, peraltro, aveva votato Zingaretti. Diciamo la verità. Il punto è che stiamo discutendo di proposte e idee concrete, come : il Piano Verde per il futuro del Paese, il Family Act e il Piano Industriale per tornare a crescere, non di chiacchiere”.
Intanto, tra un botta e risposta e l’altro, proseguono i lavori per la stesura della Manovra (da presentare a Bruxelles entro il 20 ottobre), dopo l’approvazione della Nota al DEF, e il Presidente Conte, nel corso di un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, nella quale ha rivelato di non essere sereno, di fronte agli ultimatum di Renzi e di temere una crisi di Governo, ha anche annunciato lo stanziamento di 70 miliardi per investimenti in Infrastrutture ,Green New Deal, (di cui 20 da destinare in un Piano per il Sud) e nell’istituzione di un’Agenzia per la lotta alla fuga dei cervelli, riecheggiato dal Viceministro dell’Economia Antonio Misiani, che,alla luce delle polemiche sul taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti fino a 26 mila euro annui, ha rilanciato tramite Facebook, con un’altra proposta : rinviare il taglio sul costo del lavoro vero e proprio, mettendo in campo un bonus per i lavoratori precari o “incapienti” , esclusi dagli 80 euro di Renzi e solo in alcuni casi beneficiari del reddito di Cittadinanza, che guadagnano meno di 8 mila euro all’anno e che rientrano quindi nella no tax area.
A essere coinvolte, sarebbero quasi quattro milioni di persone che potrebbero avere già da gennaio almeno 40 euro al mese sottoforma di assegno, il cui reddito, secondo alcuni calcoli, potrebbe migliorare dell’11%, pari a uno stipendio in più.
Si tratterebbe, quindi, di modificare il piano sostenuto finora e utilizzare, per il prossimo anno, i 2,7 miliardi di risorse a disposizione in gran parte per questo provvedimento, che avrebbe il vantaggio di avere attuazione immediata (a fronte del taglio del cuneo che partirebbe solo da luglio 2020).
Poche sono le risorse a disposizione, (sono ancora in via di definizione le misure per reperire i 7 miliardi programmati dal recupero dell’evasione fiscale) e numerose le richieste avanzate dai diversi Ministeri: dall’abolizione del superticket, su cui nelle ultime ore è tornato il ministro della Salute, Speranza( “E’ possibile attuarla da subito, occorrono solo 500 milioni”, ha detto a La Repubblica), con sostegno del segretario dem Zingaretti, al Family Act della ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Bonetti, che prevede l’allungamento del congedo parentale per i padri (10 giorni) e interventi a favore delle famiglie con figli.
Ed è proprio alla luce della esiguità delle risorse a disposizione che ha fatto discutere, all’interno del M5Stelle, la notizia arrivata nel fine settimana scorso, da Palazzo Chigi, dell’impegno preso dall’Italia, a rispettare gli accordi ( anche per via delle penali altissime da pagare in caso di rescissione dell’accordo) presi con gli USA sull’acquisto degli aerei da guerra 90 F35, ribadito durante la recente visita a Roma del Segretario di Stato Mike Pompeo.
Tuttavia, dai pentastellati è arrivato l’alt, con il capogruppo in commissione Esteri , Gianluca Ferrara, che ha espresso il suo “stupore”, perché “il Movimento ha sempre criticato questo programma militare. Un progetto insostenibile che molti Paesi, USA compresi, hanno già tagliato. Una rinegoziazione è doverosa anche da parte dell’Italia. Confidiamo che il nostro Premier farà la scelta giusta”.
E nella mattinata di oggi, dal Centro studi di Confindustria , che a Roma, ha presentato il Rapporto “Dove va l’economia italiana e gli scenari di politica economica”, è stato lanciato l’allarme : zero crescita nel 2019 e nel 2020 e rischio recessione, qualora le politiche dell’Esecutivo rimanessero invariate e non fossero disattivate le clausole Iva. Incerte, anche le coperture per la Manovra, rispetto a un deficit indicato del 2,2%.
Previsione negativa, a cui sono seguite le rassicurazioni del ministro dell’Economia, Gualtieri, presente all’evento, il quale ha chiarito: “Il Governo vede aspetti positivi in termini di ridistribuzione dei redditi da una limitata rimodulazione Iva ,magari a gettito zero , che possono avere funzione ridistributiva positiva e supportare la transazione del nostro sistema dei pagamenti verso il digitale. Il Governo vuole disattivare integralmente le clausole Iva ma non integralmente in deficit”, precisando che il piano dell’Esecutivo prevede una serie di investimenti pubblici e privati nel green per l’ammontare di 1.000 miliardi, alla luce della revisione del Patto di Stabilità e Crescita europeo, per poi concludere, dopo aver illustrato il proposito di stimolare la domanda interna (mediante investimenti e consumi), anello debole del sistema economico italiano, con un appello agli industriali ad avere fiducia nel futuro del Paese, la cui crescita per il 2020 è prevista in aumento, fino allo 0,6%.
Dati non proprio positivi quelli sul Pil, forniti dagli industriali, confermati anche dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), che ha reso noto nella sua nota mensile come l’indice anticipatore dell’andamento dell’economia per i prossimi mesi manterrà un profilo negativo, rivelando che la fase di debolezza economica proseguirà, sebbene sia stato registrato un live miglioramento nei conti pubblici , con risvolti sull’incremento congiunturale del Pil sia nel primo che nel secondo trimestre (+0,1%), a fronte però dell’indice di produzione industriale in calo per il secondo trimestre consecutivo. Tutto ciò, nel quadro di una crisi commerciale globale determinata dalla guerra di dazi tra USA e Cina, da fattori geopolitici destabilizzanti e dal rallentamento dell’economia cinese.
Incontro con i sindacati, invece, per il Premier Conte, che stamane , a Palazzo Chigi, alla presenza del ministro dell’Economia Gualtieri e del Lavoro Catalfo, ha ricevuto le parti sociali per discutere della Manovra, illustrandone i capisaldi: 1) blocco degli aumenti Iva, 2) taglio al cuneo fiscale e potenziamento delle misure a beneficio della sicurezza sul lavoro, 3) sostegno alle famiglie ,4) contrasto all’evasione fiscale, 5)un piano di rilancio per il Mezzogiorno, 6) investimenti nell’innovazione e nella sostenibilità ambientale.
Fissati, quindi, al termine del confronto, per i prossimi giorni, tre tavoli tecnici Governo-sindacati : sulle modalità di riduzione del cuneo fiscale, sulla revisione della Legge Fornero e sui contratti pubblici, cui si aggiungerà un vertice sul caporalato.
Soddisfatti, riguardo il metodo di ascolto e collaborazione, usato dal Governo, i segretari di Cgil, Cisl e Uil , Landini, Furlan e Barbagallo, che hanno chiesto di attuare una vera lotta all’evasione, di stanziare più fondi per il taglio del costo del lavoro e di avviare un confronto anche sulla rivalutazione delle pensioni.
Giornata, intensa, infine, anche sul piano dei lavori parlamentari con la legge di riforma sul taglio dei parlamentari , fortemente voluta dal M5Stelle e arrivata alla Camera per la quarta e ultima lettura prima della votazione finale, che dovrebbe svolgersi nella serata di domani.E’ stata avvita questa mattina, infatti, la discussione generale della proposta di legge costituzionale C.1585-B, recante Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione , in base alla quale Montecitorio passerà da 630 a 400 deputati, mentre il Senato da 315 a 200 eletti, che ha visto la mancata partecipazione dei deputati della Lega per protestare contro l’assegnazione del Reddito di Cittadinanza ad ex terroristi.
A votare a favore del provvedimento, anche il Pd (contrario nelle passate deliberazioni) LeU e Italia Viva, che , però hanno posto al sì la condizione che venga approvato un pacchetto di riforme, del sistema elettorale e relativo alla distribuzione dei parlamentari nei collegi, al fine di garantire la democrazia e la rappresentanza, fissando un vertice tra i capigruppo in serata per decidere al riguardo.
Per il sì, anche il Centrodestra,( salvo eventuali scambi Pd-M5Stelle con altri provvedimenti come lo ius Soli) che , nella serata di ieri ha rinsaldato la compattezza della sua alleanza a livello regionale (sarebbero stati così assegnate le regioni al voto: Umbria e Romagna alla Lega, Campania e Calabria a Forza Italia e Marche e Molise a Fratelli d’Italia) e nazionale in un vertice a Milano, tra Berlusconi (Forza Italia), Salvini (Lega) e Meloni (Fratelli d’Italia), al termine del quale i tre leader , in una nota congiunta, si sono detti pronti a opporsi a un Esecutivo diviso, troppo sbilanciato a sinistra e incapace di raggiungere risultati, ricorrendo a un maggior coordinamento delle Opposizioni in Parlamento.
Ritrovata unità del Centrodestra, anche nelle critiche rivolte alle politiche migratorie (“Bisogna difendere i confini, evitare le partenze”) ed economiche ( “Errori nella Nadef: il Governo è affetto da dipendenza tossicologica “tassa e spendi”, tipica della sinistra più radicale”), messe in campo dal Governo giallo-rosso.
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