-Governo, via libera alla bozza del Recovery Plan nel corso del Consiglio dei Ministri svoltosi nella tarda serata di ieri, ma con l’astensione delle due Ministre di Italia Viva, Bellanova e Bonetti, preludio all’ apertura di una crisi dell’Esecutivo, ufficializzata, insieme con le dimissioni delle due Ministre renziane, nel corso della conferenza stampa tenuta da Renzi nel pomeriggio alla Camera. Appelli a scongiurare la crisi e alla responsabilità, sono arrivati dalle altre forze di Maggioranza e dal Presidente della Repubblica, Mattarella, con cui il Premier ha avuto un colloquio interlocutorio per fare il punto sulla situazione, aprendo poi a una ricomposizione dello strappo per un rilancio del patto di legislatura. Incerto, lo scenario. Possibili le dimissioni del Premier Conte o la verifica in Parlamento di una Maggioranza alternativa che sostenga il Governo dopo la fuoriuscita di Italia Viva. A tal proposito, sarebbero disponibili dei “responsabili”, afferenti all’area di Centro. Critiche, le Opposizioni di Centrodestra, che chiedono il ritorno alle urne. Dalla BCE, intanto, la Presidente Lagarde fa sapere: “La ripresa dipende dalla rapidità del Recovery Fund”.
-Covid19, il ministro della Salute Speranza ha riferito in giornata alle Camere sul nuovo Dpcm, con le misure restrittive anti contagio che entrerà in vigore dal 16 gennaio, dopo un’ulteriore riunione del Governo con le Regioni, prevista per domani. Confermato il sistema della ripartizione delle Regioni in fasce, lo stop allo spostamento tra le Regioni , anche tra quelle poste in area Gialla, il divieto di asporto per i bar dalle 18:00 e la possibilità di far visita ai parenti o agli amici in un numero massimo di due persone. Inoltre, prorogato lo stato di emergenza al 30 aprile. Tra le novità, la riapertura dei Musei nelle Regioni collocate in area Gialla. Scuola, la ministra dell’Istruzione Azzolina insiste sulla riapertura: “La scuola è sicura e per molti è ancora di salvezza”.
di Federica Marengo mercoledì 13 gennaio 2021

Il via libera alla bozza del Recovery Plan è arrivata nella tarda serata di ieri, in Consiglio dei Ministri, con l’astensione però delle Ministre di Italia Viva, Bellanova (Politiche Agricole) e Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia), determinata dal no del Premier Conte (suffragato anche dal no del M5S e ,per le Opposizioni, di Lega e Fratelli d’Italia) all’attivazione del Mes sanitario, condizione posta dai renziani per l’ok al piano da 222,9 miliardi per la ripresa e la resilienza del Paese.
La crisi di Governo, dunque, è stata ufficializzata dall’ex Premier con l’ annuncio in conferenza stampa, fissata da Renzi alla Camera per le 17:30, poi slittata alle 18:00, delle dimissioni delle ministre renziane e del sottosegretario agli Esteri renziano Scalfarotto e dunque, l’uscita di Italia Viva dalla Maggioranza.
La mattinata, però, è stata scandita dai numerosi appelli delle altre forze di Maggioranza alla ricomposizione dello strappo, determinato da un botta e risposta, avvenuto nella giornata di ieri, tra il Premier Conte e il leader di Italia Viva sul passaggio all’Opposizione dei renziani, qualora, in caso di crisi, si dovesse dare vita a un Governo Conte Ter .
Una posizione , quella assunta dal Premier Conte , peraltro non concordata con i dem e con gli alleati di Governo,che non è piaciuta al Pd e al suo segretario Zingaretti, che ha parlato della necessità “di fare di tutto per riprendere il dialogo, per trovare una soluzione alla crisi e affrontare con responsabilità i prossimi decisivi passaggi come lo scostamento di Bilancio e i ristori economici alle imprese”, per poi, rilanciare, tramite Social, il patto di legislatura per il bene del Paese.
Sulla stessa linea, anche il ministro degli Esteri, i quota 5Stelle Di Maio, seguito poi dal garante del Movimento dei pentastellati ,Grillo, che , riprendendo sui Social una lettera del deputato pentastellato Trizzino a Maggioranza e Opposizione, ha fatto appello per dare vita a un Governo di unità nazionale, con la partecipazione di tutti i partiti , affidato sempre alla guida Conte.
Concorde sul dialogo e la ricerca di una mediazione anche LeU, con il capodelegazione alla Camera, Fornaro.
Moral suasion da parte del Presidente della Repubblica Mattarella, che , incontrato in mattinata il Presidente della Camera Fico, poiché preoccupato per la rottura in piena pandemia, secondo quanto riportato dalle cronache quirinalizie, nel primo pomeriggio si è confrontato con il Presidente Conte, salito al Colle, sollecitando la risoluzione più repentina possibile dello stallo, ricordando al Premier che lo strappo nell’Esecutivo determinerebbe un vuoto di potere che rallenterebbe in Parlamento l’approvazione del Recovery Plan , così come dello scostamento di Bilancio da 25 miliardi per finanziare il quinto Dl Ristori (oggetto del Consiglio dei Ministri che dovrebbe tenersi domani). Inoltre, il Presidente Mattarella, avrebbe ricordato che una Maggioranza solida non potrebbe essere determinata dal voto dei singoli senatori “responsabili”, ma da una formazione politica organica con un programma (e come da Costituzione, presentatasi alle ultime elezioni).
Al termine dell’incontro, poi, ai cronisti presenti all’uscita dal Quirinale, Conte, non ha escluso di aprire a una ricomposizione dello strappo con Italia Viva, con la proposta di una riunione con i capidelegazione di Maggioranza per trovare un’intesa e rilanciare il “patto di legislatura”.
A seguire, le dichiarazioni e le risposte del leader e fondatore di Italia Viva Renzi, nel corso dell’incontro con la stampa a Montecitorio: “La crisi è aperta da mesi, ma non da Italia Viva. Ci vuole coraggio a dimettersi. Nell’affermare la fiducia incrollabile nel Presidente della Repubblica noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le Ministre e il Sottosegretario hanno scritto al Presidente del Consiglio. Se le forze politiche dell’attuale Maggioranza hanno voglia di affrontare i temi sul tappeto lo facciano, ma senza continui giochi di parole. La democrazia ha delle forme e se le forme non vengono rispettate, allora qualcuno deve avere il coraggio anche per gli altri per dire che il Re è nudo. Le questioni poste al Presidente del Consiglio sono tre. La prima di metodo. Quelli che ora ci fanno la morale erano per andare alle elezioni e consegnare il Paese alla destra populista. Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri. Questo significa che l’abitudine di governare con i Decreti legge che si trasformano in altri Decreti legge, l’utilizzo dei messaggi a reti unificate, la spettacolarizzazione della liberazione dei nostri connazionali, rappresentano per noi un vulnus alle regole del gioco. Chiediamo di rispettare le regole democratiche. Non ho pregiudiziali né sul nome di Conte né sulle formule per un nuovo Governo, l’unica pregiudiziale è che noi non faremo mai i ribaltoni e non daremo mai vita a Governo con le forze della destra anti europeista, ma escludo che si vada al voto anticipato. Sugli sbocchi della crisi sta a Conte decidere, noi siamo pronti a discutere. A un Governo in questo perimetro di Maggioranza, a un Governo istituzionale. ma anche ad andare all’Opposizione. Non credo al voto perché ci sono le condizioni in Parlamento per non andare al voto. Il punto vero non è questo: in Italia si voterà nel 2023, ora ci dobbiamo preoccupare di come creare posti di lavoro e ai giovani. Se Conte ha i ‘responsabili’, ‘buon lavoro’. Ma non li hanno trovati e andare in Parlamento non è una minaccia, è la democrazia. Se Conte viene in Parlamento ci trova lì, a lui la scelta. Noi non vogliamo aprire la crisi, vogliamo aprire le scuole. Ma come non c’è alcun veto o pregiudizio da parte nostra, sia chiaro che sia per questa maggioranza che per una eventuale forma diversa non c’è un solo nome per palazzo Chigi. Chi dice ‘o tizio o voto è irresponsabile”.
Scenari, dunque, ancora incerti. Escluse le elezioni, varie sono le ipotesi plausibili: le dimissioni del Premier ,comunicate al Colle, puntando a un nuovo incarico, il congelamento delle dimissioni delle Ministre renziane, con le deleghe tenute per sé da Conte, l’avvio di un negoziato del Premier con Italia Viva per un nuovo patto di legislatura , la ricerca di una Maggioranza alternativa in Parlamento che sostituisca Italia Viva e la costituzione di un Conte Ter oppure la costituzione di un Governo di unità nazionale.
Critica, l’Opposizione di Centrodestra, riunitasi nel pomeriggio, con la Lega che si dice pronta alle urne, senza escludere la possibilità di dar vita a un Governo di Centrodestra, Fratelli d’Italia che esorta gli alleati a votare una mozione di sfiducia nei confronti del Premier per determinarne le dimissioni e il voto anticipato e Forza Italia, che nega la possibilità di un soccorso da parte dei responsabili e rilancia su una collaborazione nel merito di proposte su Recovery Plan, dl Ristori e piano vaccinale, e non di voti.
Dura, la reazione delle forze alleate Pd, M5S e LeU che hanno sottolineato “l’irresponsabilità” di Renzi nell’aprire la crisi.
Non solo la crisi di Governo però. A scandire la giornata, anche le Comunicazioni del ministro della Salute Speranza alle Camere sul Dpcm con le nuove misure in vigore dal 16 gennaio e che saranno ulteriormente limate nel corso del Consiglio dei Ministri previsto per questa sera e durante la riunione di domani con le Regioni, mentre le relative ordinanze del ministro della Salute entreranno in vigore dal 17 gennaio.
Nel corso del suo discorso, Speranza, confermando il sistema della ripartizione delle Regioni in tre fasce di rischio in base all’indice di contagio, lo stop agli spostamenti tra le Regioni anche se collocate in area Gialla, la stretta sui parametri per collocare le Regioni in area Arancione (indice Rt a 1) e Rossa (indice Rt,1,25) il divieto di asporto da parte dei bar dalle 18:00, la proroga dello stato di emergenza fino al 30 aprile e l’apertura dei Musei nelle Regioni collocate in area Gialla, ha detto: “La collaborazione tra Governo, Regioni e Comuni ci ha consentito di resistere anche quando siamo stati investiti dalle onde più alte, senza uno sforzo unitario delle istituzioni non si sarebbe arginato questo nemico. Non c’è altra strada diversa dall’unita per affrontare questa emergenza, la piu grande dal dopoguerra. Ecco perché mi rivolgo alla Maggioranza e all’Opposizione. Vivo con preoccupazione le tensioni di questi giorni, voglio rivolgere a tutti un accorato messaggio di responsabilità per l’unità ,mi rivolgo con lo stesso spirito a Maggioranza e Opposizione, siamo all’ultimo miglio, ad un passaggio delicato e decisivo per vincere questa battaglia contro questo nemico invisibile, adesso serve uno sforzo unitario, una leale collaborazione a Roma come in tutte le Regioni. Nei prossimi mesi sarà tutto terribilmente complicato, teniamo fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani. Ora sappiamo che il Covid ha i mesi contati e con i vaccini sconfiggeremo questo. La scienza sta illuminando la strada che ci porterà fuori da questa stagione terribile e dobbiamo investire sempre di più sulla scienza. Però non abbiamo ancora vinto e non dobbiamo sbagliare la lettura di questa fase decisiva e grazie alla campagna di vaccinazione vediamo la luce in fondo al tunnel. La nottata non è ancora passata, non abbassiamo la guardia. Si tratta di un risultato straordinario, mai nella storia un vaccino è stato cosi veloce, dobbiamo ricordarlo sempre. A ieri, abbiamo somministrato circa 800mila dosi di vaccino. Un buon risultato. Attualmente siamo la nazione d’Europa che ha somministrato il maggior numero di vaccinazioni. Non rincorriamo classifiche ma siamo soddisfatti di essere i primi in UE. A oggi abbiamo siglato opzioni per 216 milioni di dosi, quasi il doppio delle fiale necessarie per vaccinare tutti gli italiani. Adesso non possiamo fare altro che continuare a utilizzare presto e bene le dosi di vaccino che già abbiamo ed essere pronti ad accelerare quando avremo nuovi vaccini. La ricerca scientifica ha compiuto un lavoro straordinario, senza precedenti a livello mondiale, certi che Ema e Aifa non perderanno neanche un giorno. In un clima positivo di dialogo sono convinto che la stragrande Maggioranza degli italiani deciderà di vaccinarsi senza ricorrere all’obbligo. Per il Governo resta comunque fondamentale l’obiettivo dell’immunità di gregge che perseguiamo con ogni energia. Questa settimana c’è un peggioramento generale della situazione epidemiologica in Italia, aumentano le terapie intensive, l’indice Rt e focolai sconosciuti. Non facciamoci fuorviare. L’epidemia è nuovamente in fase espansiva. Quando tutti i parametri peggiorano contemporaneamente abbiamo l’obbligo di prendere nuove misure e il governo ritiene inevitabile prorogare al 30 aprile stato di emergenza. In Italia, non facciamoci portare fuori pista dal fatto che ora abbiamo un numero casi leggermente più basso rispetto ad alcuni grandi paesi europei: i dati del monitoraggio della cabina di regia sono molto chiari e non vanno sottovalutati . L’incidenza nazionale a 14 giorni torna a crescere, nonostante il numero più basso dei tamponi per le giornate festive. E, nel complesso, l’incidenza sul territorio nazionale è lontana dai criteri che permetterebbero la ripresa del tracciamento dei casi. Preoccupa anche l’aumento sensibile del numero di nuovi casi non riconducibile a catene di trasmissione note come anche il progressivo sovraccarico delle strutture ospedaliere: nelle ultime settimane sono passate da 10 a 13 le Regioni con un tasso di occupazione delle terapie intensive e dell’area medica sopra la soglia critica del 30%”. Ancora, si è assistito a un “drammatico mutamento dell’indice di rischio per le singole regioni: dai dati dell’ultimo monitoraggio 12 regioni sono ad alto rischio, 8 a rischio moderato, con alta possibilità di diventare ad alto rischio e solo una a rischio basso. Lunedì ,dopo un confronto con le Regioni abbiamo avviato il lavoro del nuovo Dpcm che sostituirà quello in scadenza il prossimo 15 gennaio. Nel nuovo decreto prevediamo una conferma delle misure fondamentale già vigenti e del modello per fasce differenziate che ci ha consentito di abbassare la curva tra novembre e dicembre. E’ inoltre intenzione del Governo confermare il divieto di spostamenti anche in zona gialla, ridurre gli assembramenti negli spazi antistanti i locali pubblici a rischio di aggregazione attraverso la limitazione dell’asporto per i bar a partire dalle 18 e confermare l’indicazione di poter ricevere a casa massimo due persone non conviventi come già avvenuto durante le vacanze di Natale e stabilire l’ingresso in area arancione tutte le Regioni a rischio alto secondo i 21 parametri definiti dal decreto del 21 aprile. E’ intenzione dell’esecutivo anche riaprire i musei nelle regioni in area gialla nel rispetto di tutte le misure di distanziamento Oltre alle aree rosse, arancioni e gialle ,il Governo ha intenzione di prevedere anche una quarta area, bianca, solo con incidenza sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti e Rt sotto a 1 fermo restando le misure delle mascherine e del distanziamento”.
Restando poi nell’ambito della gestione della pandemia, sul fronte Scuola, la ministra dell’Istruzione Azzolina, nel Question Time alla Camera, a fronte del rinvio dell’apertura delle scuole Superori per ripristinare la didattica in Presenza al 50% deciso da ben 15 Regioni, ha ribadito: “La scuola è ancora una sicurezza per i nostri studenti e le nostre studentesse e aggiungo io, per molti di loro, è un’ancora di salvezza. Per questo ritengo che la didattica digitale, strumento utile per la gestione dell’emergenza e risorsa per la scuola del futuro, non possa comunque sostituire la didattica in presenza. I ragazzi hanno bisogno di recuperare quella dimensione di socialità indispensabile per la loro crescita. Desta preoccupazione anche l’aumento del fenomeno dell’abbandono scolastico. che gran parte delle Regioni abbiano posticipato il rientro in classe. Tutto ciò con il rischio di causare disorientamento, precarietà, insicurezza e povertà educativa”. La ministra dell’Istruzione ha poi rinnovato la propria “disponibilità al dialogo, al confronto, con tutti gli attori istituzionali coinvolti, per il bene delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. La didattica digitale integrata rappresenta un’occasione e una sfida per ripensare la scuola del futuro, con la consapevolezza che non possa sostituire la didattica in presenza. Le risorse investite per questa modalità didattica , a valere sul Piano nazionale scuola digitale e sulle risorse PON , che ammontano a oltre 413 milioni con cui sono stati finanziati oltre 34 mila progetti autorizzati, sono un investimento anche per il futuro. A queste misure, si aggiungono altri importanti interventi. Desidero ricordare, in tal senso, il Protocollo d’intesa stipulato con il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, che ha consentito, grazie alle risorse stanziate, di garantire specifici servizi professionali per il supporto e l’assistenza psicologica, da rivolgere in particolar modo a studentesse e studenti, oltre che al personale scolastico, per la prevenzione e il trattamento dei disagi derivanti dall’emergenza epidemiologica. Potenzieremo una misura che si sta rivelando determinante per il benessere della comunità scolastica .Infine, con l’Intesa approvata all’unanimità il 23 dicembre 2020 le Regioni si sono impegnate a supportare, in via prioritaria, le istituzioni scolastiche, nella gestione dell’epidemia, nelle attività inerenti alla somministrazione di test diagnostici alla popolazione scolastica di riferimento, all’espletamento delle attività di contact tracing, anche per un più tempestivo raccordo con i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali. Comprendo le recenti manifestazioni studentesche: il diritto all’istruzione è essenziale. Io ho il dovere di dire agli studenti e a tutta la comunità scolastica che il governo ha fatto tutto quello che doveva e poteva fare , e continuerà a farlo , per il rientro a scuola. Lo ha fatto con senso della misura e di grande responsabilità e ha mantenuto fede agli impegni assunti anche grazie allo sforzo dei Prefetti e della comunità scolastica come dal DPCM del 3 dicembre scorso che ha previsto, presso ogni prefettura, l’istituzione di un tavolo di coordinamento per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale” – Per quanto riguarda i vaccini, è chiaro a tutti che la scuola sia un servizio pubblico essenziale. Sin dall’avvio del confronto sulla elaborazione del piano vaccinale ho chiesto e ottenuto di garantire priorità al personale scolastico. Auspico dunque che si proceda speditamente con la vaccinazione degli operatori sanitari e degli anziani, per arrivare subito alla scuola, partendo dal personale fragile e da chi ha una età più avanzata” Solo per la ripartenza di settembre abbiamo stanziato più di 3 miliardi. Si tratta di investimenti non una tantum, ma strutturali che, insieme a quanto stanziato nel corso dell’ultimo anno e nella legge di bilancio per il 2021, relegano definitivamente al passato la stagione dei tagli che, hanno confinato la scuola ai margini. I fondi previsti per la ripresa sono stati utilizzati, fra l’altro, per assumere organico aggiuntivo per l’emergenza, per l’affitto di spazi in più per la didattica e per il loro adeguamento da parte degli Enti locali, per i patti di comunità fra scuole ed Enti del territorio, per l’acquisto di arredi, mascherine, igienizzanti. Sono oltre 40.000 le aule in più ricavate. Dobbiamo continuare a lavorare, stimolando tutti al rispetto degli impegni assunti, affinché trovi applicazione, prima possibile, quanto già il 23 dicembre hanno unanimemente condiviso Governo, Regioni e Province autonome, Province, Città metropolitane e Comuni: la ripresa in sicurezza per tutti e l’eventuale ulteriore sospensione o limitazione delle attività didattiche in presenza solo come misura residuale. Questo è l’unico sforzo da intraprendere anche per superare il clima di incertezza che preoccupa scuole, ragazzi e famiglie. La scuola è pronta per far sì che le aule si riempiano delle voci e degli sguardi degli alunni, favorendo il recupero di quella dimensione di socialità relazionale e comunicativa della cui importanza tutti oggi si rendono conto, non solo chi opera nelle istituzioni scolastiche. Oltre alle risorse da ultimo stanziate nel decreto ristori e nella recente legge di bilancio per il miglioramento formativo e didattico, chiederò ulteriori ristori formativi per potenziare gli strumenti appena ricordati e per realizzare, anche con riferimento al primo ciclo di istruzione, iniziative di integrazione, recupero e sostegno degli apprendimenti, finalizzate alla riduzione del gap formativo derivante dal prolungato ricorso all’attività didattica a distanza”.
Tutto questo, mentre dalla Banca Centrale Europea, la Presidente Lagarde , a margine del Forum della Reuters Next, ha fatto sapere che: “La ripresa dell’economia europea, con una stima di un +3,9% di crescita nel 2021 dipenderà dalla velocità nelle vaccinazioni e dai lockdown, ma anche dalla velocità con cui verranno sborsati i fondi del pacchetto Next generation Eu. Dobbiamo essere veloci perché chiaramente abbiamo bisogno di una spinta costante, di bilancio e monetaria. Per questo il Recovery Fund deve procedere speditamente e con efficienza, sulla base dei piani nazionali, alcuni già presentati e pronti per essere valutati, ci saranno critiche e manchevolezze, ma il lavoro procede. Speriamo che i prestiti partano rapidamente. Se servirà un impegno finanziario maggiore attraverso gli acquisti per l’emergenza pandemica (Pepp), la Bce è pronta a “ricalibrare” il programma, ma se non ci sarà bisogno di spendere l’intero ammontare programmato finora, pari a 1.850 miliardi, questo non sarà speso. Penso che le nostre ultime proiezioni di dicembre siano ancora valide, a condizione che le restrizioni vengano revocate entro la fine di marzo. Le nostre previsioni si basano su misure di blocco fino alla fine del primo trimestre. E sarebbe “preoccupante” se questi freni all’attività economica continuassero nel secondo trimestre. La Bce a dicembre ha stimato una ripresa del Pil dell’Eurozona del 3,9% nel 2021 e del 4,2% nel 2022. “Penso che l’euro digitale si farà” anche se in tempi non immediati. “Direi in non più di cinque anni. Il Bitcoin è un asset speculativo da tutti i punti di vista e deve essere regolato”.
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