-Governo ancora a lavoro su Dpcm con le misure per le festività natalizie . Nuovo vertice del Premier Conte con i capidelegazione di Maggioranza. Tra le misure allo studio: la conferma del sistema con ripartizione in fasce di rischio, il coprifuoco in vigore anche alla Vigilia e a Capodanno e Messa di Natale anticipata di due ore, no allo spostamento tra Regioni,mentre il rientro a scuola in presenza delle Secondarie, caldeggiato dalla Ministra dell’Istruzione Azzolina e da una parte del Governo, è contestato dai sindaci e dai Presidenti di Regione, che chiedono la proroga della didattica a distanza fino al 7 gennaio. Saltata, invece, la nomina a Commissario della Sanità in Calabria del coordinatore del CTS Miozzo: secondo le fonti del Governo, chiesti troppi poteri in deroga. In serata, altra riunione per ratificare la nomina di Guido Nicolò Longo. Scontro tra la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti De Micheli , che ha proposto l’ulteriore scaglionamento degli orari di ingresso e uscita e l’apertura delle scuole anche nel fine settimana, i sindacati e i Presidi, che hanno definito “irrealistica” la frequenza di domenica. Chiuse poi, fino a gennaio, le piste da sci. Previste poi altre riunioni del Governo con la cabina di regia, il CTS e dell’Istituto Sanitario Nazionale, per il monitoraggio settimanale dei dati sul contagio, in base ai quali verrà disposto dal Ministero della Salute, mediante ordinanza, l’aggiornamento delle fasce di rischio,e le Regioni Lombardia, Piemonte, Calabria e Toscana annunciano il passaggio in zona arancione. Intanto, il Presidente della Regione Campania, De Luca attacca: “Divisione dell’Italia in zone, buffonata. Non da tutte le Regioni dati veri sui tamponi”.
– Previsto tra domenica e lunedì, il Cdm che dovrebbe licenziare il Dl Ristori Quater, il provvedimento finanziato con lo scostamento di bilancio da 8 miliardi votato dal Parlamento, contenente indennizzi per le categorie più colpite dalle misure restrittive e il rinvio delle scadenze fiscali al 30 aprile 2021, mentre si complica a Bruxelles la partita del Recovery Fund con Ungheria e Polonia che ribadiscono il veto al bilancio pluriennale dell’Unione e al pacchetto di finanziamenti europei per fronteggiare la crisi. Sul fronte dei lavori parlamentari, approdato alla Camera, il Dl che modifica i Dl Sicurezza a firma dell’ex Ministro dell’Interno Salvini.: Governo punta alla fiducia. Dibattito aperto, poi, anche su Manovra e Mes, mentre dal Ministro degli Esteri Di Maio arrivano 10 proposte per una convergenza trasversale. Istat, a novembre cala la fiducia di consumatori e imprese. Sondaggio Coldiretti : quest’anno niente acquisti pre-natalizi per 1 italiano su 4.
di Federica Marengo venerdì 27 novembre 2020
Sono ore impegnative: eravamo a consulto con i nostri esperti per valutare la curva epidemiologica per valutare gli scenari prossimi futuri. Oggi è venerdì e come sapete c’è il monitoraggio settimanale. Nel pomeriggio avremo delle novità”. Così, il Premier Conte, stamane, nel corso del suo intervento a un Webinar organizzato dal M5S , tenuto in una pausa della nuova riunione con i capidelegazione di Maggioranza, tenutasi per discutere del Dpcm per le festività natalizie che entrerà in vigore dal 4 dicembre e del Dl Ristori Quater, il nuovo provvedimento economico con ulteriori ristori per le categorie più colpite dalle limitazioni anti Covid19 e il rinvio delle scadenze fiscali di fine anno ad aprile 2021.
Tra le misure allo studio: la conferma del sistema di ripartizione delle Regioni in fasce di rischio e del coprifuoco alle 22:00 anche per la sera della Vigilia e di Capodanno, con l’anticipazione della Messa di Natale di due ore (prospettiva su cui la Conferenza Episcopale Italiana si è già detta pronta a collaborare) , lo stop agli spostamenti tra le Regioni, se non per il rientro nella propria residenza e per il ricongiungimento con parenti di primo grado,la proroga della didattica a distanza per le scuole Superiori fino a dopo le vacanze di Natale e la chiusura delle piste da sci e degli impianti fino a gennaio, sebbene si cerchi un coordinamento a livello europeo in modo da evitare la concorrenza degli altri Stati UE ed extra UE.
Tramonterebbe, dunque, l’ipotesi di un rientro in aula, in presenza, caldeggiato dalla ministra dell’Istruzione Azzolina, sostenuta dal M5S e da Italia Viva, dopo la contrarietà espressa dai sindaci e dai Presidenti di Regione per via del nodo rimasto insoluto dei Trasporti, ad oggi , come da Dpcm, con una capienza ridotta del 50% e con pochi mezzi a disposizione ed è scontro tra la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti De Micheli , che ha proposto per ovviare al problema non solo il ricorso a mezzi privati e l’ulteriore scaglionamento degli ingressi in entrata e in uscita degli studenti (dalle 8:00 alle 20:00),ma anche l’apertura delle scuole nel fine settimana , i sindacati e i Presidi. Questi ultimi, tramite il loro rappresentate, Giannelli, hanno definito: “irrealistica” l’ipotesi di allungare la settimana scolastica alla domenica, precisando: “Deve essere chiaro il presupposto, ovvero che lo scopo del trasporto pubblico è far spostare le persone che ne hanno bisogno. Di conseguenza, non è pensabile asservire le persone alle necessità dei trasporti: questa sarebbe una eterogenesi dei fini. Sulla possibilità di scaglionare, con gli ovvi limiti di ragionevolezza, gli orari di ingresso a scuola , ci siamo già espressi più volte favorevolmente. Il discorso, in linea di massima, va circoscritto agli istituti superiori delle quattordici città metropolitane per i quali possiamo pensare di posticipare l’ingresso alle ore 9.15. La condizione è che i mezzi di trasporto vengano conseguentemente riorganizzati per permettere agli studenti di arrivare a scuola e poi di rientrare a casa. Non dobbiamo dimenticare che moltissimi studenti affrontano spostamenti che durano oltre un’ora. Anche per questo ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione. Credo che incrementare le facoltà autonomistiche delle singole scuole permetterebbe a ogni istituto, proprio perché ben conosce le necessità del proprio bacino di utenza, di modulare adeguatamente il servizio. Lo ripetiamo da tempo: scuole diverse, anche all’interno di una stessa area geografica, hanno diverse necessità e le scelte organizzative non devono essere calate dall’alto”.
Sulla stessa linea, la Cisl Scuola, con la segretaria nazionale Gissi, che ha evidenziato: “Non ci scandalizziamo: di proposte strane ne abbiamo sentite tante Se qualcuno vuole fare delle proposte ci convochi, ne discutiamo al tavolo contrattuale, si individuino le risorse economiche e umane che mancano a tutt’oggi anche per le supplenze e i modelli organizzativi; poi discutiamo. Diversamente risulta l’ennesima provocazione che ha come unico effetto quello di demotivare chi l’attività didattica la sta svolgendo comunque e a qualunque costo per il bene dei ragazzi. E’ una provocazione per continuare a rimandare sulla scuola responsabilità che purtroppo non sono della scuola che lavora. E’ arrivato il momento di rivedere il protocollo sottoscritto il 6 di agosto adeguandolo alle nuove indicazioni per avere misure di sicurezza in linea con le circolari del mistero della Salute”,ma anche il capodelegazione 5S,nonché ministro della Giustizia, Bonafede, che si è detto contrario alla proposta della Ministra De Micheli: “In un momento come questo è del tutto inopportuno pensare di tenere aperte le scuole anche la domenica. Le famiglie stanno già sopportando sacrifici enormi, sarebbe davvero fuori luogo mandare gli studenti tra i banchi perfino in un giorno festivo”, mentre la sottosegretaria alla Salute Zampa, sull’argomento, ha dichiarato: “La scuola è la priorità delle priorità, proprio per questo non si possono fare aperture simboliche ma bisogna essere preparati. Non sono tanto i contagi in classe, ma tutto quello che si muove intorno alla scuola. Serve un piano di sicurezza. Si deve studiare poi un piano per far recuperare ai ragazzi quello che hanno perso fino ad ora, quindi prolungamento della scuola con vacanze più brevi”.
In tarda mattinata e nel pomeriggio, poi, vertice del Premier con la cabina di regia del Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità per il monitoraggio settimanale dei dati sul contagio, nel quale è emerso che nel periodo dal 4 al 17 novembre 2020, l’indice di trasmissibilità Rt, calcolato sui casi sintomatici, è pari a 1,08. Si riscontrano valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni italiane. In 10 Regioni, l’RT puntuale è inferiore a 1, indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità. In calo, l’incidenza dei casi con 706 per 100 mila abitanti, mentre 10 Regioni restano a rischio alto con il pericolo di un’epidemia non gestibile e 17 hanno superato almeno una soglia critica in area medica o della Terapia intensiva.
Pertanto, malgrado il rallentamento dell’epidemia, i tecnici raccomandano di evitare contatti non necessari, al di fuori del proprio nucleo abitativo, di rimanere a casa, e di non allentare in maniera prematura le misure restrittive.
Quindi, sulla base dei dati, le Regioni Lombardia, Piemonte e Calabria , su ordinanza del ministro della Salute Speranza , passano dal 29 novembre dall’area rossa a quella arancione, con apertura dei negozi, rientro in aula in presenza per le scuole secondarie di primo e secondo grado e la mobilità all’interno del proprio Comune, possibile senza autocertificazione, la Toscana, invece, rinvia il passaggio al 4 dicembre, dovendo attendere la scadenza dei quattordici giorni previsti dall’ultimo Dpcm per uscire dall’area rossa. Liguria e Sicilia, invece, sempre dal 29 novembre, passano da area arancione a Gialla.
Non sono mancate però le polemiche tra Regioni e Stato centrale, con l’affondo del Presidente della Regione Campania De Luca, che , in diretta Facebook, ha dichiarato: “Abbiamo chiesto ripetutamente al Ministero della Salute di sapere il numero dei tamponi. La Regione Campania comunica il numero vero di tamponi, siamo sotto i 25mila al giorno, questo fa aumentare il numero dei positivi. Ci sono Regioni che comunicano un numero altissimo di tamponi non molecolari per far abbassare il numero di positivi. Non abbiamo avuto dal Ministero nessuna risposta certa, mi pare scandaloso, sia portato tutto alla luce del sole. Si sta ragionando sulle zone, contro zone, sotto zone. La mia opinione è che queste zone sono una grande buffonata. Ci sono ragioni obiettive che fanno decidere per il colore delle zone, ma ci sono anche “altre ragioni che rinviano a motivi di politica politicante dove la sanità non c’entra niente. E’ tutto aperto e il livello dei controlli è uguale a zero. Parlare di zona rossa mi fa innervosire, indignare. Cari cittadini ve lo dico, noi siamo nelle mani del Padreterno e della Regione Campania . Tutto il resto è fumo, ipocrisia e finzioni, non è zona rossa e non so cosa sia, evitiamo di prenderci in giro. La Campania ha il tasso di mortalità più basso in Italia, stiamo facendo un miracolo,combattendo a mani nude e stiamo salvando la Regione Campania. Abbiamo assistito all’invio di ispettori, una cialtronata e provocazione che abbiamo subìto come regione. A oggi la Regione non ha ancora avuto una copia delle relazioni fatte dagli ispettori. L’unica cosa che hanno trovato erano cinque macchine in fila davanti all’ospedale Cotugno per farsi i tamponi nelle auto, una situazione che c’era anche in altre parti d’Italia. Poi hanno trovato una situazione di tranquillità e di eccellenza”.
Infine, sulla possibile riapertura delle scuole a dicembre, ha sottolineato: “Durante la riunione tra Regioni e Governo oltre alle solite chiacchiere è emersa una cosa concreta: l’orientamento è di aprire le scuole il 9 gennaio. Il Premier Conte ha spalleggiato la ministra Azzolina nelle sue posizioni sconvolgenti. Voglio mantenere toni misurati ,ma si poteva immaginare di aprire le scuole il 9 dicembre per poi chiuderle poco dopo per le feste e riaprirle a gennaio? Non ci sono parole, siamo in un Paese nel quale le cose di più normale buon senso sono una conquista”.
Restando in tema di rapporto Governo-Regioni, nominato in serata, in un Consiglio dei Ministri lampo, su proposta del ministro dell’Economia Gulatieri, di concerto con il ministro della Salute Speranza, il nuovo commissario ad acta alla sanità, si tratta di Guido Nicolò Longo, funzionario di Polizia ed ex Prefetto di Vibo Valentia, dopo le varie candidature bruciate e la fumata nera sulla designazione dell’attuale coordinatore del CTS Miozzo, per via,secondo fonti di Governo, della richiesta di poteri in deroga ritenuti eccessivi dal Presidente Conte,che ha salutato con un Tweet la nomina di Longo, definendolo:“Un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità “.
Non solo emergenza sanitaria, però. Esecutivo, alle prese anche con l’emergenza economica e con il nuovo Dl Ristori, il quarto, che dovrebbe essere licenziato nel corso di un Consiglio dei Ministri convocato per il fine settimana. Il provvedimento, finanziato dal quarto scostamento di bilancio dall’inizio della pandemia, autorizzato con votazione dal Parlamento e con il sostegno compatto delle Opposizioni di Centrodestra, prevede: ulteriori indennizzi per le categorie più colpite dalle limitazioni anti-Covid19, il rinvio delle scadenze fiscali di fine anno con proroga per il versamento del secondo acconto Irpef, Ires e Irap e per la presentazione della dichiarazione dei redditi e dell’IRAP, dal 30 novembre al 10 dicembre, e con una più ampia proroga per le imprese non interessate dagli ISA, ovunque localizzate, che abbiano conseguito nel periodo d’imposta precedente a quello in corso ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro e che, nel primo semestre 2020, abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% rispetto al primo semestre 2019, per le quali il termine per il versamento della seconda o unica rata d’acconto delle imposte sui redditi e dell’IRAP sarà prorogato al 30 aprile 2021.
Inoltre, analoga proroga al 30 aprile 2021 sarà prevista, a prescindere dai requisiti relativi ai ricavi o compensi e alla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi, per i soggetti non interessati dagli ISA che operano nei settori economici individuati nei due allegati al decreto-legge “Ristori bis” e che hanno domicilio fiscale o sede operativa nelle zone rosse, nonché per i soggetti che gestiscono ristoranti nelle zone arancioni.
Previsto poi anche un bonus Cassa integrazione da 500 euro, che però , alla luce degli ultimi vertici, potrebbe non essere inserito nel Dl Ristori Quater, visti i dubbi sulla misura delle forze di Maggioranza, a partire da Italia Viva. Già annunciato, poi, un Dl Ristori 5 per il gennaio 2021.
Tuttavia, forze di Governo a confronto non solo su provvedimenti economici per fronteggiare le perdite causare dalla pandemia, ma anche su altri temi, come la Manovra, dal 18 dicembre all’esame della Camera e da approvare entro la fine del 2020, la riforma del Trattato istitutivo del MES, sulla quale il Parlamento sarà chiamato a votare il 9 dicembre e su cui il titolare del Tesoro Gualtieri riferirà lunedì presso le Commissioni delle Camere , in vista dell’Ecofin previsto proprio per il 30 novembre , che vede il via libera di Pd, M5S e LeU, divisi invece sull’attivazione del Mes, linea di credito per le spese sanitarie dirette: da utilizzare per dem , renziani ed esponenti di LeU , ma non per i pentastellati, e la conversione in legge del Dl contenente le modifiche ai Dl Sicurezza, a firma dell’ex ministro dell’Interno Salvini, arrivato alla Camera, dopo l’esame in Commissione, e su cui il Governo ha posto la fiducia (che sarà votata lunedì), scatenando le ire delle Opposizioni di Centrodestra,divise al loro interno sulla proposta leghista di una Federazione,ma compatte e pronte a dare battaglia per evitare la conversione in legge.
Un dialogo , dunque, quello tra Maggioranza e Opposizioni, a meno di ventiquattro ore dall’intesa sullo scostamento di bilancio da 8 miliardi che sembra già incrinarsi, sebbene sia stato auspicato anche dal ministro degli Esteri pentastellato Di Maio, dalle colonne de Il Foglio, con un proposta di “ampia convergenza” in dieci punti (dalla sostenibilità del debito, alla transizione ecologica e digitale, passando per le riforme della Pubblica Amministrazione e della Giustizia), volta a rilanciare il Paese.
Tutto ciò, con sullo sfondo il ritardo con il quale dovrebbero essere erogate da Bruxelles le risorse del Recovery Fund, alla luce del veto, ribadito anche nelle ultime ore, di Ungheria e Polonia al bilancio pluriennale dell’Unione e allo stanziamento dei fondi ad esso legati, per via della questione dell’erogazione agli Stati vincolata al rispetto dello stato di diritto, e i dati macroeconomici negativi che continuano ad essere registrati dall’Istituto Nazionale di Statistica come quelli relativi alla fiducia delle imprese e dei consumatori nel mese di novembre, risultata in diminuzione, rispettivamente dal 92,2 all’82,8 e da 101,7 a 98,1, per effetto del forte peggioramento dei servizi di mercato. Quanto alle imprese, il peggioramento della fiducia è diffuso in tutti i settori, ma ,in particolare, nel settore manifatturiero l’indice scende da 94,7 a 90,2 e nelle costruzioni cala da 142,5 a 136,8. Nel commercio al dettaglio , l’indice diminuisce da 98,9 a 95,2, mentre nei servizi di mercato cade da 87,5 a 74,7.
Quanto alle spese pre-natalizie del Black Friday, Coldiretti, sulla base di un sondaggio effettuato, pubblicato sul suo sito, ha segnalato: “Più di un italiano su quattro (28%) rinuncerà quest’anno a fare acquisti nel Black Friday a causa del peggioramento della propria situazione finanziaria dovuto al Covid. Se l’emergenza sanitaria ha avuto effetti dirompenti sulle possibilità di spesa di molte famiglie che negli anni scorsi avevano approfittato del week end di sconti un altro 7% non farà regali a Natale, mentre un 32% non è semplicemente interessato alle offerte del “Venerdì nero. Resiste comunque un 33% di italiani che approfitterà, invece, delle offerte divisi quasi a metà con un 18% che farà acquisti prevalentemente nei negozi tradizionali e un 15% che, invece, si affiderà alla spesa on line, anche a causa delle limitazioni agli spostamenti e alle aperture degli esercizi commerciali imposte dalle misure anti pandemia, soprattutto nelle regioni rosse e arancioni”.
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