Se n’è andata, ieri, all’età di 97 anni, nel suo ranch a Carmel, in California, Doris Day, la cantante e attrice che , la sua aria da ragazza della porta accanto, è passata alla storia dello spettacolo e del cinema internazionale come la “fidanzata d’America”. Numerosi i suoi successi cinematografici al fianco di attori come Rock Hudson e Cary Grant, ma resterà per tutti, nella memoria collettiva, la dolce voce che intonava nel film “L’uomo che sapeva troppo” di Alfred Hitchcock, “Que sera sera”.
di Federica Marengo martedì 14 maggio 2019
C’era una volta: se parli o scrivi di lei, di Doris Day, cantante e attrice americana del trentennio Quaranta-Cinquanta-Sessanta, non puoi non iniziare con l’incipit delle favole. Sarà per quel suo volto luminoso e per il sorriso schietto e semplice che l’hanno resa nota come: “la ragazza della porta accanto” o come : “la fidanzata d’America”, che tutti i ragazzi sognavano, mentre sul grande schermo hollywoodiano venivano proiettati i languidi patimenti e le vanità delle famme fatale e delle grandi dive alla Rita Hayworth.
Nata il 3 aprile del 1922 a Evastoon, sobborgo di Cincinnati, in Ohio, Doris Mary Anne Kappelhoff, questo il vero nome dell’artista, era figlia di William, musicista e maestro di cori e di Alma, casalinga appassionata di Arte, entrambi scappati dalla Germania negli Stati Uniti ,durante la Prima guerra mondiale. Attratta dalla danza classica, che studiò sin da bambina, dovette rinunciare alle sue aspirazioni da etoile, quando un incidente d’auto compromise la piena mobilità della gamba destra a causa di una brutta ferita. Questa, però, fu solo l’ultima di una serie di drammi che turbarono la sua adolescenza, segnata, prima, dalla perdita del fratello maggiore e poi, dalla separazione dei genitori , per via dei reiterati tradimenti del padre.
Tuttavia, fu proprio l’irrequieto genitore ad ispirarla; infatti, ancora convalescente, intraprese lo studio del canto, per poi interpretare brani alla radio che le diedero l’occasione di farsi notare dal musicista Barney Rapp.
Entrata, quindi, nell’orchestra di quest’ultimo, alla cui intuizione si deve il nome d’arte di Doris Day, ispiratogli dalla canzone “Day by Day”, in piena Seconda Guerra Mondiale collaborò anche con le orchestre di Bob Crosby e di Les Brown. E proprio diretta da Brown, nel 1945 raggiunse un vasto successo con il brano “Sentimental Journey”, divenuto un vero e proprio inno per i soldati americani che sognavano il ritorno a casa.
Sebbene affermatasi come cantante, le insicurezze, i turbamenti personali e le infelicità coniugali (si sposò e separò due volte prima del 1949), la convinsero ad abbandonare la musica e Los Angeles, dove nel frattempo si era trasferita, per far ritorno in Ohio, ma grazie al suo agente si persuase a restare e a presenziare a una festa in casa del compositore Jule Styne. Qui, fece un incontro destinato ad imprimere una svolta nella sua vita e nella sua carriera artistica.
A quella festa, infatti, conobbe il regista Michael Curtiz (già interprete di “Casablanca”), che, dopo averla sentita cantare Embraceable you, convinto dalle sue qualità interpretative, le propose di firmare un contratto della durata di sette anni con la Warner Bros.
Nel 1948, a soli 24 anni , dunque, interpretò la sua prima commedia musicale “Amore sotto coperta”, con la quale sbancò il botteghino, senza per questo tralasciare la musica: infatti, interpretò la canzone , primo posto in Hit parade, “It’s Magic” e condusse e duettò in radio con Bop Hope.
Quindi, negli anni Cinquanta, l’incontro Martin Mechle, agente, consigliere e marito e l’interpretazione di una serie di pellicole di valore tra le quali: “Tè per due” (tratto dal musical” “No no Nanette” e diretto da Michael Curtiz e “Non sparare , baciami”, in cui sotto la regia di David Butler, vestì i panni di Calamity Jane.
Poi, nel 1955, lasciata la Warner Bros, girò tre dei suoi film più riusciti: “Amami o lasciami” di Charles Vidor, “L’uomo che sapeva troppo” di Alfred Hitchcock, nel quale, tra le atmosfere enigmatiche di un giallo , interpretò con soavità il brano , rimasto nella memoria collettiva,“Que sera sera”e, infine, “Il gioco del pigiama” di George Abbott e Stanley Donen.
Nel 1958, invece, strinse un sodalizio con l’attore Rock Hudson, al fianco del quale, fino al 1964 interpretò le commedie romantiche: “Il letto racconta”, di Michael Gordon, “Amore, ritorna!” di Delbert Mann e “Non mandarmi fiori” di Norman Jewison.
Ancora protagonista di pellicole incentrate sulle dinamiche del triangolo amoroso, come: “Il visone sulla pelle” di Delbert Mann, recitata in coppia con Cary Grant, “Attenti alle vedove” di Richard Quine e “La ragazza più bella del mondo” di Charles Walters, nel 1968, duramente colpita dalla morte del marito-manger, abbandonò il cinema per dedicarsi alla televisione (“The Doris Day Show”, serie Tv, andata in onda sulla CBS fino al 1973).
Allontanatasi dalle scene verso la metà degli anni Settanta, si ritirò in un ranch a Carmel-by-the-Sea in California, dedicandosi alla cura dei suoi adorati cani e alla protezione degli animali, causa per la quale , nel 1980 diede vita alla fondazione Doris Day Animal League.
Già premiata con un Golden Globe, nel 2008 fu omaggiata del Grammy Award alla carriera.
Di lei, spentasi ieri , all’età di novantasette anni, nella sua fattoria sul Pacifico, in seguito alle complicazioni di una malattia polmonare, un critico statunitense ha scritto : “Ha avuto la lungimiranza di capire per tempo quando la sua stella stava tramontando e quando si smorzavano le luci sul sogno americano che aveva saputo incarnare per le platee di tutto il mondo”.
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