-Il Premier Conte oggi alla Camera e domani in Senato per chiedere la fiducia. Nel suo discorso ai deputati: un’illustrazione sintetica del lavoro svolto finora dall’Esecutivo, la spiegazione della crisi in corso, definita “incomprensibile”, un richiamo al programma futuro dell’Esecutivo con il rilancio dell’azione di Governo e con il rafforzamento della squadra dei Ministri e l’appello ai “volenterosi” che hanno a cuore il destino dell’Italia: europeisti, liberali e socialisti, chiudendo sia a Italia Viva che ai sovranisti e ai nazionalisti. Infine, l’annuncio della prossima riforma della legge elettorale in senso proporzionale e della cessione dell’interim al Ministero delle Politiche agricole e della delega ai Servizi Segreti. Al termine dell’intervento, la discussione in Aula, con Pd, M5S e LeU che hanno fatto quadrato intorno al Premier rinnovando la fiducia, insieme con il Movimento degli italiani all’estero, mentre Italia Viva ha optato per l’astensione, seppur con dei distinguo all’interno e aprendo a un possibile sostegno al Governo. No alla fiducia da parte delle Opposizioni di Centrodestra, che hanno presentato una mozione per chiedere le dimissioni del Governo e da Azione e +Europa. Alle 17:00, la replica del Premier e in serata le dichiarazioni di voto e le votazioni uninominali finali. In serata, via libera della Camera alla fiducia con Maggioranza assoluta (321 sì).
di Federica Marengo lunedì 18 gennaio 2021

Visibilmente teso, il Premier Conte ha fatto il suo ingresso questa mattina a Montecitorio, poco prima di 12:00, dove era atteso per le Comunicazioni al Governo sulla crisi e per la richiesta di fiducia sulla risoluzione di Maggioranza, che verrà replicata domani alle 9:30, a Palazzo Madama, pronunciando alla presenza dei cronisti in attesa, una battuta secca: “Sono fiducioso nei parlamentari e nel Paese. E’ una situazione complicata” .
Il Presidente del Consiglio, quindi, ha esordito in Aula, riepilogando brevemente l’operato del Governo realizzato finora: “All’inizio di questa esperienza di Governo, nel 2019, prefigurai un chiaro progetto politico per il Paese. Precisai che il programma non poteva risolversi in una mera elencazione di proposte eterogenee o una sterile sommatoria delle posizioni delle forze di Maggioranza. Un’alleanza tra formazioni provenienti da storie, esperienze, culture di diversa estrazione e che in passato si erano confrontate con asprezza, poteva nascere solo su due discriminanti. Il convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida vocazione europeista del Paese. Fin dall’inizio, mi sono adoperato perché si delineasse la prospettiva di un disegno riformatore, ampio e coraggioso, per configurare una nuova stagione riformatrice basata sulla sostenibilità, sulla coesione sociale e territoriale, sul pieno sviluppo della persona umana. E ancora oggi c’è una visione. In questi mesi drammatici” della pandemia da Covid “questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo convergenza di vedute, risolutezza di azione anche nei momenti più difficili. Agli inizi 2020, il progetto del Governo si è dovuto misurare con la pandemia che ha sconvolto in profondità la società e la dinamica stessa delle nostre relazioni. Affrontiamo una sfida di portata epocale , si vivono paure primordiali, più spesso conosciute da generazioni del passato. Torniamo a sentirci profondamente fragili, alcune certezze radicate sono state poste in discussione. Ci siamo misurati quotidianamente come mai in passato con scienza e tecniche, con la difficoltà a fornire risposte efficaci e rapide. Primi in occidente siamo stati costretti a introdurre misure restrittive dei diritti della persona, operando delicatissimi bilanciamenti dei principi costituzionali. Abbiamo operato sempre scelte migliori? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Per parte mia , posso dire che il Governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale”.
Poi, il ringraziamento alle Opposizioni per la collaborazione su alcune misure come la legge di Bilancio e il Decreto Semplificazioni: “Non avremmo potuto realizzare tutto questo se non ci fossero state condivisione, collaborazione, responsabilità, in ciascuna forza politica. E’ stato fondamentale anche il senso di responsabilità delle forze di Opposizione che, pur nella dialettica della politica, hanno contribuito ad affrontare dei passaggi critici. Bisogna darne atto. Avete avanzato anche proposte concrete, qualificanti, alcune delle quali sono state accolte dalle forze di maggioranza. Proprio nei momenti più critici del Paese dobbiamo trovare le ragioni più nobili e alte della politica, come servizio per i bisogni della comunità nazionale e non come logica di potere. Alla società che sta uscendo con difficoltà dalla pandemia non possiamo offrire risposte mediocri. Il Governo deve essere all’altezza di questo compito”.
Quindi, il riferimento alla crisi aperta dal leader di Italia Viva, Renzi, e alle sue conseguenze: “Il 13 gennaio, in una conferenza stampa sono state confermate le dimissioni delle Ministre di Iv. Si è aperta una crisi che deve trovare qui in questa sede il proprio chiarimento in trasparenza del confronto e linearità di azione che hanno caratterizzato il mio mandato. Le nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre concentrate sulla crisi del Paese. Così, agli occhi dei cittadini, appaiono dissipate in contributi polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili. Rischiamo così tutti di perdere contatto con la realtà. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No. Nel pieno della pandemia Covid e mentre da casa ci ascolta chi ha perso i propri cari, confesso di avvertire un certo disagio. Sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ,ma per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini, ma io stesso alcun plausibile fondamento. Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese, rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread, ma ancor più perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere. Diciamolo con franchezza, non si può cancellare quello che è accaduto. La fiducia tra le forze alleate è una condizione imprescindibile per guidare il Paese. Nonostante ci sia stato un chiaro contributo al miglioramento della bozza originaria del Recovery plan c’è stata un’astensione motivata principalmente per il fatto che la bozza non contempla le risorse del Mes, che però nulla ha a che vedere con il Recovery fund. Il Recovery Plan italiano sarà un piano largamente condiviso, uno sforzo collettivo di cui andare fieri”.
Dunque, una chiusura definitiva al sostegno al Governo offerto nelle ultime ore da Renzi e da Italia Viva, sulla base di un nuovo programma, le rassicurazioni alla Maggioranza sul rilancio del patto di legislatura e l’allargamento della squadra dei Ministri, l’illustrazione delle principali misure da realizzare (tra le riforme istituzionali, la legge elettorale proporzionale, il Recovery Plan, su cui ha garantito il coinvolgimento del Parlamento e delle parti sociali e la riforma del Fisco) e l’annuncio della cessione dell’interim del Ministero delle Politiche Agricole,assunto dopo le dimissioni della ministra renziana Bellanova, e delle deleghe ai Servizi Segreti: “Il Paese merita un Governo coeso, ora si volta pagina. Quanto alla politica industriale dobbiamo proseguire nel proteggere gli investimenti più strategici del Paese. Dobbiamo rafforzare politiche di intervento sulla base delle nostre filiere più produttive. L’assegno unico mensile si colloca in una cornice di interventi volti ad alleggerire il peso fiscale sulle famiglie. Da luglio sarà introdotto l’assegno unico mensile per famiglie con figli sotto i 21 anni. Poi ancora: “il governo, chiaramente nel rispetto delle determinazioni delle forze parlamentari, si impegnerà a promuovere una riforma elettorale proporzionale, quanto più possibile condivisa, che possa coniugare le ragioni del pluralismo con l’esigenza di assicurare stabilità al sistema politica. Per le sfide che attendono l’Italia servono la massima coesione possibile, il più ampio consenso in Parlamento. Servono un governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli della delicatezza dei compiti. Capaci di sfuggire gli egoismi e l’utile personale. Questa alleanza può già contare su una solida base di dialogo alimentata da M5s, Pd, Leu, che sta mostrando la saldezza del suo ancoraggio e l’ampiezza del suo respiro. Sarebbe un arricchimento di questa alleanza poter acquisire contributo politico di formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista. Ma chiesto un appoggio limpido e trasparente. Viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata per l’intelligence di mia fiducia”.
Infine, l’appello ai “volenterosi” : europeisti, liberali e socialisti, a sostenere il Governo e a integrarsi con le forze di Maggioranza, Pd, 5S e LeU, per il bene dell’Italia: “Viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto necessario e mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata per l’intelligence di mia fiducia”, ha annunciato Conte. Aiutateci a rimarginare la crisi in atto. Cari cittadini, la fiducia deve essere reciproca, deve essere un qualcosa che si alimenta in maniera biunivoca. Avete offerto una risposta di grande responsabilità, state dimostrando di riporre grande fiducia nelle istituzioni. Confido che con il voto di oggi anche le istituzioni sappiano ripagare questa fiducia” riparando il grave gesto di irresponsabilità” che ha prodotto questa crisi. Costruiamo un Governo aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia”.
A seguire, poi, la discussione in Aula, con l’assenso dei deputati e dei capigruppo di Maggioranza Pd, M5S e LeU (ormai in odore di alleanza politica e strutturale, come notato anche dal leader di Italia Viva Renzi) alle dichiarazioni del Premier, sostenuto, nonostante “ la complessità della situazione politica”.
Astensione, invece, e critica all’operato dell’Esecutivo, da parte dei deputati e capigruppo di Italia Viva, che però, hanno aperto al dialogo e all’ingresso nella nuova Maggioranza, qualora il programma di Governo risponda a una “visione strategica”, finora assente per i renziani e garantito il sostegno a misure come lo scostamento di Bilancio da 32 miliardi per finanziare il quinto Decreto Ristori.
No alle Comunicazioni di Conte e alla fiducia, da parte delle Opposizioni, con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, Udc, Cambiamo e Noi con l’Italia, che hanno presentato una mozione per chiedere le dimissioni del Governo, sottolineando “il fallimento della gestione sanitaria ed economica della pandemia” e per chiedere il ritorno alle urne.
Stesso no, anche da parte di Azione e +Europa.
Terminata la discussione alla Camera e dopo una pausa per effettuare le operazioni di sanificazione, il ritorno in Aula alle 17:00 per la replica del Premier, nella quale Conte , ritornato sull’appello al sostegno da parte di europeisti, liberali e socialisti, ha ribadito la vocazione europeista del Governo ed evidenziato la sintonia su multilateralismo e clima con la nuova amministrazione Usa targata Biden, il progetto dell’Esecutivo per un Paese più moderno e la forte accelerazione sulla ricostruzione post sisma nei Comuni del Centro Italia ,chiarendo come per i ristori occorrono più risorse ed evidenziando come il Sud sia in cima all’agenda ( nel Recovery fino al 50% di fondi destinati al Mezzogiorno).
Quindi, dopo il breve intervento, le dichiarazioni di voto e la votazione sulla fiducia.
Votazione che alla Camera non ha riservato sorprese, essendo stata raggiunta la Maggioranza assoluta dei voti richiesti 321, ,(295 i no e 27 le astensioni) sebbene sembrassero mancare 20 voti (295 , infatti ,erano i sì dati per sicuri da parte di 190 parlamentari pentastellati, , 93, quelli dei dem e 12, quelli di LeU, a cui sommare gli 11 deputati della componente del Centro democratico ,che fa capo a Bruno Tabacci, i 4 delle Minoranze e i 3 del Maie, il Movimento degli italiani all’estero, il voto di Michela Rostan, deputata renziana che ha preannunciato l’ok alla fiducia, in dissenso con l’astensione scelta dal resto di Italia Viva, mentre più stretta e irta sembra la strada verso il sì alla fiducia in Senato, dove i numeri , già in partenza, causa i vari cambi di casacca e abbandoni registratisi negli ultimi due anni, sono risicati.
Per raggiungere la Maggioranza assoluta ( metà più uno dei votanti ovvero 161 voti su 320 membri), al Governo , orfano dei 18 senatori renziani (decisi per l’astensione anche a Palazzo Madama) e fermo a una quota tra 151- 152 e 154, occorrono almeno 12 senatori, pena, il raggiungimento di una Maggioranza relativa ,158voti, comunque sufficienti per incassare la fiducia, visto il regolamento di Palazzo Madama che prevede un solo voto rispetto all’Opposizione per ottenere il via libera dell’Aula, prospettiva che però non piace al Colle, che ha chiesto tempi rapidi per la risoluzione della crisi e una Maggioranza non raccogliticcia, basata su singoli senatori, ma solida e organica, costituita in un gruppo parlamentare.
Allo stato attuale, l’Esecutivo , al Senato, può contare , oltre che sui voti di Pd (35), M5S (92) e LeU (6), sui voti del Maie-Italia 23 (4), ovvero il Movimento degli Italiani all’Estero, sulle Autonomie (8), sui senatori a vita Liliana Segre e Mario Monti, sugli ex 5S De Falco, Buccarella, del senatore del Gruppo Misto, Sandro Ruotolo, sui costruttori Sandra Lonardo, ex Forza Italia confluita nel Gruppo Misto, del socialista Nencini (che, all’atto costitutivo del Conte Ter ha dato il simbolo a Renzi per la formazione del gruppo Italia viva al Senato). Tuttavia, si potrebbe arrivare a 156, se fossero presenti in Aula anche gli altri senatori a vita Renzo Piano e Carlo Rubbia e se i costruttori riuscissero a prendere anche gli ex 5s Lello Ciampolillo e Luigi di Marzio.
Intanto, occhi puntati sulle sorti del Governo Conte bis, anche da Bruxelles, dove il Parlamento pur riunito in sessione Plenaria per discutere di temi come il Recovry Fund , il piano vaccinale e l’immigrazione, non si esime dal commentare la crisi italiana, la quale dovrebbe essere spiegata ai ministri dell’Economia e della Finanza dei 27 Paesi della zona Euro dal titolare di via XXsettembre, Gualtieri, proprio nel prossimo Eurogruppo, alla luce degli atavici problemi dell’Italia : il forte debito pubblico e la difficoltà a spendere i fondi europei, come messo nero su bianco dalla Corte dei Conti nel 2020.
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