-Crisi di Governo, il Premier Conte e la Maggioranza a lavoro sulle Comunicazioni di lunedì alla Camera e martedì al Senato e per trovare una nuova Maggioranza, mentre nasce un nuovo gruppo parlamentare: il Maie Italia 23, costituto dagli italiani all’estero e che ha come punto di riferimento il Premier, nell’orbita dei “costruttori” o “responsabili” che consentirebbero al Presidente del Consiglio di incassare la fiducia e governare dopo l’abbandono della delegazione renziana. Intanto, dal leader di Italia Viva, Renzi, arriva un’apertura a sostenere in Aula il Governo, ma Pd e M5S chiudono e rilanciano il “patto di legislatura”. Opposizioni di Centrodestra in pressing per il ritorno alle urne, seppur con diverse sfumature, come la disponibilità di Forza Italia a collaborare su Recovery Plan e quinto Dl Ristori.
-Recovery Plan inviato alle Camere : le critiche al piano da parte delle parti sociali. Ristori, Cgia: solo 29 miliardi contro 423 miliardi di mancati incassi. Crolla la spesa delle famiglie per la cultura.
di Federica Marengo sabato 16 gennaio 2020

Fine settimana intenso per il Premier Conte e per la Maggioranza, alla vigilia delle Comunicazioni alla Camera e al Senato sulla situazione politica da parte del Presidente del Consiglio , che fra lunedì e martedì consegnerà all’Italia uno scenario politico più chiaro, ovvero: la prosecuzione dell’esperienza di Governo di Conte con un Esecutivo giallorosso bis bis, oppure la nascita di un Conte Ter o di un Governo istituzionale-di scopo, con le dimissioni del Presidente del Consiglio.
Per questo sia il Premier che le forze di Governo, Pd, M5S e LeU, in queste ore, sono alla ricerca di “costruttori” o “responsabili, che possano sostenere, specie al Senato, dove i numeri sono risicati (151), la Maggioranza, subentrando ai 18 senatori renziani e assicurando la Maggioranza assoluta (161 voti, sebbene basterebbe la Maggioranza relativa di 158, che però non garantirebbe la stabilità all’Esecutivo e , dunque, anche su indirizzo del Presidente della Repubblica, Mattarella, non sarebbe l’esito più favorevole).
Un primo sostegno è arrivato dal sottosegretario agli Esteri Merlo del Movimento degli italiani all’estero che ha costituito un nuovo gruppo parlamentare di centro, Maie Italia 23 ,che ha come punto di riferimento il Premier Conte, cui ha già aderito l’ex 5Stelle Buccarella, e a cui potrebbero aggiungersi transfughi dal Gruppo Misto, da Forza Italia e dalla stessa Italia Viva e il socialista Nencini., il quale uscito formalmente dal partito renziano ha però lasciato il simbolo, ceduto alla nascita del Conte bis per l’ingresso di Italia Viva in coalizione, alla formazione di Renzi, onde evitare l’approdo di quest’ultima al Misto. Da registrare, poi, l’uscita di De Filippo da Italia Viva (che voterà invece la fiducia) e il suo rientro nel Pd e l’approdo alla Lega dell’ex grillino Zennaro.
Nessun sostegno, invece, dall’UDC di Cesa, nonostante la disponibilità di qualche suo esponente. Lo stesso numero uno del partito centrista ha infatti reso noto: “Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos. Gli italiani sono stanchi e stremati. Non ci prestiamo a giochi di Palazzo e stiamo nel Centrodestra. Continueremo a lavorare in questo frangente drammatico per il bene del Paese. I nostri valori non sono in vendita”.
In ritirata, anche il centrista Mastella, che nei giorni scorsi per primo aveva lanciato l’idea di un gruppo parlamentare di centro organico a sostegno del Governo Conte bis. Il sindaco di Benevento pare infatti desistere dopo lo scambio di botta e risposta al vetriolo con il leader centrista di Azione Calenda, il quale sui suoi account Social ha scritto: “Comunque anche io ho avuto l’onore di una telefonata del simpatico Clemente. Una roba tipo tu appoggi Conte e il Pd appoggia te a Roma (alle Comunali). Scarsa capacità di valutare il carattere degli uomini. O quanto meno il mio. costruttori del nulla. Ho riflettuto un giorno sul rendere pubblica una telefonata privata. E tuttavia, considero questa offerta un insulto personale e un dato politico rilevante per capire il quadro di degrado in cui versiamo. Ps. non ho motivo di pensare che il Pd fosse a conoscenza di quanto detto”.
Parole, a cui è seguita immediata la replica al vetriolo di Mastella, che , in una nota, ha dichiarato: “Sei una persona di uno squallore umano incredibile. Ti ho telefonato per chiederti cosa facevi e mi hai detto che eri contro Renzi. Allora sei per il Pd? No, mi hai risposto: ‘il Pd mi dovrà scegliere per forza come candidato sindaco’. Poi hai aggiunto: ‘Ne parlo’. Quanto a me, non ho alcuna titolarità per parlare a nome del Pd. Sei rimasto quello che conoscevo all’epoca del Cis di Nola, che era il referente per le segnalazioni. Ruolo modesto, perché sei moralmente modesto”, per poi spiegare ai microfoni di Tgcom 24: “No non sono né pilastro, né costruttore, su questa crisi sono molto diffidente. Al momento mi chiamo fuori perché, dopo aver cercato di dare consigli su come risolvere la crisi, sono stato attaccato sul personale. Allʼorizzonte vedo più un Conte ter con un rimpasto e un rientro di Italia viva che un Governo Conte sostenuto da unʼaltra maggioranza con lʼingresso di Responsabili”.
Una prospettiva , quest’ultima,che potrebbe realizzarsi, vista l’apertura del leader di Italia Viva , Renzi a un sostegno al Governo nelle ultime ore. L’ex Premier, che martedì, in Senato, si asterrà, come lui stesso ha annunciato, e che ha aperto al dialogo con gli ex alleati , in un’intervista a Il Messaggero, ha evidenziato: Giuseppe Conte non riuscirà a raggiungere i numeri che gli servono al Senato entro martedì, “la partita è ancora tutta da giocare ed è apertissima: Nonostante tutti gli sforzi, oggi si sono accorti di aver sbagliato i conti. Quelli che se ne occupano avevano fatto credere anche al Pd che i numeri c’erano e che il premier era blindato, ma non è così e ora anche i dem se ne sono accorti. Io al momento i miei diciotto li ho tutti con me. A 161 non ci arrivano. E a chi fa lezioni spiegando che la Costituzione non prevede questa maggioranza io rispondo che si tratta di un problema politico e non mi stancherò di ripeterlo. Come fa un Governo a ripartire senza avere la Maggioranza assoluta dei voti?. Sono molto fiero di come stiamo lavorando. Noi siamo sui contenuti e ogni giorno che passa diventa più chiaro che la verità vince sulle veline del Palazzo. Al Senato i 18 senatori di IV saranno decisivi visto che la Maggioranza al momento e tra 150 e 152. Non rispondiamo alle provocazioni e lavoriamo sui contenuti” .
Un’apertura, quella di Renzi, che però ha trovato il muro del Pd, con il segretario Zingaretti che, sostenendo un allargamento della Maggioranza e rilanciando il patto di legislatura, ha escluso una nuova intesa con Italia Viva, in quanto “inaffidabile”, seguito dal Vicesegretario Orlando ,che, in un colloquio con La Repubblica, ha sottolineato: “Si avverte una disponibilità di forze intermedie a garantire la stabilità in questa fase, ma non abbiamo alcuna sicurezza. Però riteniamo giusto che sia il Parlamento a verificare se c’è o non c’è una Maggioranza. Chi ha aperto una crisi al buio, senza nessuno sbocco politico, si assuma davanti al Paese la responsabilità di aver prodotto un vulnus gravissimo per l’Italia, nel pieno di una emergenza sociale . Le parole non bastano e mi pare che i margini siano pressoché esauriti. Iv deve prima spiegare i motivi della rottura, riconoscere l’errore politico e offrire garanzie che evitino recrudescenze”.
Chiusura a Italia Viva, anche da parte del M5S, ( i cui direttivi parlamentari si riuniranno in serata per fare il punto, insieme con il capo reggente Crimi e il capodelegazione Bonafede), con il ministro degli Esteri pentastellato Di Maio, che ha affermato: “Io credo che ci siano dei costruttori anche tra i parlamentari di Italia Viva. Credo che se Conte si presenta in parlamento per spiegare il nostro progetto per i prossimi due anni, ci saranno tante persone che vorranno condividerlo. E penso che, al di là delle persone, questa sia l’occasione per rilanciare l’azione di Governo”,per poi evidenziare in un post sul Facebook: “La priorità non può essere un dibattito sulla crisi di Governo, la priorità sono gli italiani. Dal Consiglio dei ministri di questa settimana sono arrivate due buone notizie: abbiamo approvato la richiesta di scostamento di bilancio da presentare al Parlamento, aumentando le somme che saranno 32 miliardi di euro. Soldi che verranno utilizzati per dare ristori e aiuti a chi ha avuto importanti cali di fatturato, per sostenere i lavoratori con altre misure di cassa integrazione e per supportare le imprese anche con nuovi fondi per l’internazionalizzazione; abbiamo spostato l’invio delle cartelle esattoriali a fine mese, così potremo anche intervenire con nuove misure sul fisco in modo da aiutare commercianti, autonomi e imprenditori in difficoltà”.
Sul fronte delle Opposizioni di Centrodestra, i cui partiti di coalizione si sono riuniti anche oggi , parte in presenza (dalla sede della Lega, Salvini, il Vicepresidente di Forza Italia Tajani e l’esponente di Noi con l’Italia-Udc Lupi) e parte in videoconferenza (la Presidente di Fratelli d’Italia,Meloni, il Presidente di Forza Italia, Berlusconi e l’esponente dell’Udc Cesa), per discutere della crisi di Governo,ma anche di Recovery Plan , Dl Ristori e piano vaccinale, il leader del Carroccio, Salvini, ribadendo come l’unica soluzione possibile siano le elezioni anticipate o un Governo di Centrodestra e come vi sia più di un senatore grillino scontento e pronto ad abbandonare il Movimento, ha spiegato: “Il Centrodestra è unito e compatto in tutte le sue componenti. Mentre l’ex Maggioranza mette in scena uno spettacolo offensivo per migliaia di italiani che soffrono per le conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia, il Centrodestra lavora concretamente ai contenuti, a costruire una alternativa alla sinistra forte e capace di affrontare le difficili sfide che l’Italia si trova davanti”.
Non solo crisi di Governo, però. Nella serata di ieri, infatti, il Premier Conte,approvato nei giorni scorsi in Consiglio dei Ministri il Recovery Plan, ha inviato il testo in Parlamento. Secondo quanto riportato dall’Ansa, nella premessa al documento, Conte avrebbe scritto: “Per uscire da questa crisi e per portare l’Italia sulla frontiera dello sviluppo europeo e mondiale occorrono un progetto chiaro, condiviso e coraggioso per il futuro del Paese per ripartire rimuovendo gli ostacoli che l’hanno frenata durante l’ultimo ventennio. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è il cardine di questo progetto, ha una strategia chiara e un orizzonte di lungo periodo. Sul piano ci sarà il massimo impegno del Governo. Abbiamo potenziato le capacità di risposta del sistema sanitario, imparato come modulare le restrizioni per fronteggiare il virus senza imporre costi eccessivi. Abbiamo avviato una campagna di vaccinazione di massa senza precedenti nella storia, che ci consentirà nel giro di un anno di riprendere una vita normale, e questo grazie a uno straordinario sforzo internazionale di ricerca e produzione dei vaccini e a un piano coordinato europeo che garantisce la somministrazione a tutte le persone, iniziando da quelle più fragili e più esposte . Oggi, l’Europa e l’Italia devono fronteggiare una nuova ondata epidemica”, che sta comportando ulteriori costi economici e sociali, cui il governo ha fatto e sta facendo fronte. Tuttavia ora abbiamo gli strumenti per affrontare e superare queste difficoltà. Abbiamo potenziato le capacità di risposta del sistema sanitario, imparato come modulare le restrizioni per fronteggiare il virus senza imporre costi eccessivi. Abbiamo avviato una campagna di vaccinazione di massa senza precedenti nella storia, che ci consentirà nel giro di un anno di riprendere una vita normale, e questo grazie a uno straordinario sforzo internazionale di ricerca e produzione dei vaccini e a un piano coordinato europeo che garantisce la somministrazione a tutte le persone, iniziando da quelle più fragili e più esposte. La nuova leadership statunitense mostra una notevole apertura verso il multilateralismo. L’Italia, come Presidente di turno del G20,avrà un ruolo fondamentale nel guidare questo cambiamento e abbiamo già avviato un proficuo dialogo con i Paesi membri del G20 e – in particolare – con la nuova amministrazione statunitense. Sul piano della politica internazionale lo spirito di cooperazione stimolato dall’emergenza sanitaria va sostenuto e potenziato, superando le tensioni geopolitiche che hanno acuito incertezza e difficoltà economiche negli ultimi anni”.
Un piano di ripresa e di resilienza che, però non sembra convincere le parti sociali, Confindustria e Sindacati, che ,dalle colonne de Il Sole24 Ore, sono tornati a chiedere un confronto, mentre i report economici delle varie associazioni di categoria continuano a rilevare perdite e tracolli numerici.
Ultimo in ordine di tempo, il rapporto dell’ all’Osservatorio di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, in collaborazione con Swg, sui consumi culturali degli italiani nel 2020, che ha rilevato come con il Covid19 i consumi di beni e servizi culturali si siano dimezzati (-47%), passando da 113 euro di spesa media mensile per famiglia di dicembre 2019 a circa 60 euro a dicembre 2020. Crollata, poi, la spesa per spettacoli, tengono invece i libri cartacei e cresce l’utilizzo del digitale e della pay tv in streaming.
In una nota di commento, da parte del Presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, Carlo Fontana, si legge infatti: “La situazione è drammatica, in particolare, per gli spettacoli dal vivo bloccati dal lockdown e dalle successive misure di contenimento della pandemia: crollo degli spettatori di circa il 90% per cinema, concerti, teatro e forti riduzioni di spesa, con punte di oltre il 70%, da parte dei consumatori tra dicembre 2019 e settembre 2020. Tiene, invece, la lettura sia dei libri, con una preferenza per il cartaceo, sebbene oltre un italiano su tre utilizzi anche il formato digitale, che dei quotidiani, consultati principalmente in versione gratuita online e con un rapporto di circa 1 a 2 tra lettori in digitale a pagamento e lettori in cartaceo. In calo tutte le forme di abbonamento a servizi culturali a pagamento ad eccezione della Tv in streaming (+17 punti su dicembre 2019) e con un terzo di italiani che pensa di utilizzare prevalentemente piattaforme streaming a pagamento a testimonianza di un crescente interesse per questo tipo di offerta televisiva rispetto a quella generalista. La forma di fruizione tradizionale della cultura ha lasciato spazio al digitale con la visione di spettacoli dal vivo, opere, balletti e musica classica soprattutto sul web o in TV. Una tendenza che, alla luce delle attuali restrizioni, sembra confermarsi anche per la prima parte del 2021; le restrizioni imposte dalla pandemia e la conseguente spinta sul digitale sembrano aver mutato anche la declinazione del concetto di cultura da parte degli italiani con il rischio di renderne più effimeri significati e sfumature. I dati della nostra indagine sono senza dubbio allarmanti con una riduzione dei consumi culturali del 47% e una spesa mensile per famiglia che e’ crollata a 60 euro nel 2020 e sono dati che ci rappresentano tutta la drammaticità della situazione delle attività culturali nel nostro Paese. E’ stata fatta una politica di ristori, ma non è sufficiente. Oggi è necessaria una strategia con una serie di interventi che consentano una ripartenza delle nostre attività perché la popolazione non può essere ancora per lungo tempo privata di quello che e’ anche un nutrimento dello spirito”.
Tuttavia, la crisi si estende anche ad altri settori, duramente colpiti dalle misure restrittive antiCovid19, per i quali i ristori messi in campo dal Governo non sono stati sufficienti. Secondo quanto sostenuto da uno studio della Cgia, associazione di commercianti e artigiani e delle piccole imprese, infatti, dai Dl Ristori sono arrivati solo 29 miliardi a fronte di perdite di fatturato 2020 che sfiorano i 423 miliardi di euro. Il tasso di copertura dunque, non supera il 7% circa: “un’incidenza risibile”.
Dunque, fa notare l’associazione di categoria : “E’ necessario un cambio di rotta. I ristori vanno sostituiti con i rimborsi. In altre parole è necessario uno stanziamento pubblico che compensi quasi totalmente sia i mancati incassi sia le spese correnti che continuano a sostenere. La stessa cosa va definita anche per i settori che seppur in attività è come se non lo fossero. Segnaliamo, in particolar modo, le imprese commerciali ed artigianali ubicate nelle cosiddette città d’arte che hanno subito il tracollo delle presenze turistiche straniere e, in particolar modo, il trasporto pubblico locale non di linea (taxi, bus operator e autonoleggio con conducente) che sebbene in servizio hanno i mezzi fermi nelle rimesse o nei posteggi.
E’ vero che questa ulteriore spesa corrente contribuirebbe ad aumentare il debito pubblico, ma è altrettanto vero che se non salviamo le imprese e i posti di lavoro, non poniamo le basi per far ripartire la crescita economica che rimane l’unica possibilità in grado di ridurre nei prossimi anni la mole di debito pubblico che abbiamo spaventosamente accumulato con questa crisi”.
Un cambio di rotta che dovrebbe essere repentino, visto l’allarme lanciato nell’ultima indagine dall’Istituto Nazionale di Statistica , per cui su un campione di quasi 1 milione di imprese con oltre 12 milioni di addetti, sarebbero a rischio 292 mila micro imprese con 1,9 milioni di addetti.
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