-Covid19, il monitoraggio settimanale dei dati da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute: in calo, l’indice di contagio RT a 0,92, rispetto allo 0,97 della settimana scorsa, così come l’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti, che passa da 74 di una settimana fa a 64. In lieve aumento, invece, i ricoveri nelle terapie intensive e nelle aree mediche , rispettivamente al 6,2% (rispetto al 5,7% della scorsa settimana) e al 7,4%(dal 7,3% di una settimana fa). Tre, le Regioni a rischio moderato: Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Bolzano. L’Italia resta in zona bianca, eccetto la Sicilia che resta in zona gialla. La variante Delta è dominante come nel resto d’Europa. Tuttavia, il ministro della Speranza non esclude l’introduzione dell’obbligo vaccinale, che, insieme all’estensione dell’obbligatorietà del Green Pass ai dipendenti pubblici e privati, è motivo di scontro nella Maggioranza. Intanto, mentre in Slovenia, all’Eurogruppo e all’Ecofin, si discute del nuovo assetto dell’economia dopo la pandemia e di revisione del Patto di Stabilità, il Commissario agli Affari Economici, Gentiloni ha spiegato: “Servono regole per uno sviluppo duraturo e sostenibile”. Sul fronte dossier Alitalia, invece, la Commissione UE ha stabilito che l’ex compagnia di bandiera restituisca i 900 milioni (più interessi) degli aiuti di Stato ricevuti dal Governo italiano in quanto illegali, ad un mese dal lancio della nuova compagnia ITA, cui i sindacati chiedono di estendere ai nuovi dipendenti il contratto collettivo nazionale piuttosto che il regolamento aziendale, come vorrebbero i vertici di quest’ultima.
-Afghanistan, rinviata la cerimonia di insediamento del nuovo Governo talebano ad interim prevista per domani, mentre alle donne viene impedito l’impegno in politica e al governo, perché il loro unico compito è “fare figli”.
di Federica Marengo venerdì 10 settembre 2021
Ancora indicatori in calo: anche questa settimana, infatti, indice di contagio Rt e incidenza di casi per ogni 100 mila abitanti, risultano in flessione. Secondo la bozza del monitoraggio dei dati elaborata dalla cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, nei giorni dall’1 al 7 settembre, l’indice di contagio ha registrato il valore di 0,92, rispetto allo 0,97 della settimana scorsa, l’incidenza, invece, il valore di 64 casi , a fronte dei 74 registrati una settimana fa.
In lieve aumento, sia il tasso di occupazione delle terapie intensive ,passato dal 5,7% della scorsa settimana al 6,2% , sia il tasso di occupazione dei reparti ordinari, passato dal 7,3% al 7,4%.
Tre, le Regioni e le Province autonome a rischio moderato: Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Bolzano; a rischio basso, tutte le altre.
L’Italia, dunque, resta in zona bianca, eccetto la Sicilia, che resta in zona gialla. A rischio cambio di colore, nella prossima settimana, Basilicata e Calabria.
La variante Delta si conferma la dominante sia in Italia che in Europa e le autorità sanitarie ribadiscono che per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus è necessario attuare una più elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazioni, insieme al tracciamento e al contenimento dei casi, grazie all’applicazione delle misure di sicurezza.
Infine, in merito ai numeri delle vaccinazioni, sono ancora 3,6 milioni gli over 50 a non aver ricevuto neppure una dose di vaccino. Una percentuale che, se dovesse restare tale, potrebbe compromettere il raggiungimento dell’80% della popolazione immunizzata, obiettivo ribadito dal ministro della Salute, Speranza, che, intervenuto alla tavola rotonda in occasione della presentazione annuale del Libro Blu 2020 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha dichiarato: “Valuteremo l’estensione dell’obbligo vaccinale e se sarà necessario il governo non avrà paura di introdurre l’obbligo che è previsto dalla Costituzione. Quello che è certo è che il governo non ha paura e procederà con grande determinazione per mettere al sicuro tutto il Paese. Il vaccino è l’arma fondamentale. Puntiamo tutte le energie possibili per far aumentare la percentuale delle persone vaccinate nel nostro Paese, siamo al 73,5% di chi ha concluso le due dosi, lavoriamo per arrivare a fine settembre all’80%, che è un obiettivo realistico alla portata. Faremo tutto ciò che è necessario”.
Infine, sulla somministrazione della terza dose, autorizzata dall’Agenzia italiana del Farmaco per immunodepressi e fragili, ha spiegato: “Sulla terza dose, dall’Aifa ci sono state indicazioni, non sarà un inizio generalizzato e si partirà dalle categorie a rischio sulle quali a breve ci sarà una circolare e che sono quelle dei malati oncologici o i trapiantati, ci sarà un elenco dettagliato. Chiusa questa primissima fase, che viene considerata tecnicamente un completamento del ciclo e non un booster e che ci auguriamo di chiudere da settembre, ripartiremo dalle categorie iniziate a gennaio, dalle Rsa che sono un luogo simbolico, poi dagli 80enni e dal personale sanitario”.
Un tema, quello dell’obbligo vaccinale, che, insieme con l’estensione dell’obbligatorietà del Green Pass ai dipendenti pubblici e privati, sembra spaccare ancora la Maggioranza (vista la contrarietà a entrambe le misure della Lega, in tandem con l’Opposizione di Fratelli d’Italia), all’indomani della già difficile mediazione trovata con quest’ultimo partito, sul via libera in Consiglio dei Ministri al nuovo Decreto Green Pass, che prevede l’estensione dell’obbligatorietà del Certificato Verde Digitale, (che attesti l’avvenuta vaccinazione ,1°dose o ciclo completo, la guarigione dalla malattia negli ultimi sei mesi e la negatività al tampone molecolare o antigenico effettuato 48 ore prima), ai lavoratori esterni di scuola e Università (compresi i genitori degli studenti che si rechino presso gli istituti) e l’obbligo vaccinale per i lavoratori esterni alle Residenze Sanitarie Assistite, cui nella prossima settimana dovrebbe seguire l’ok all’estensione dell’obbligatorietà per tutti i lavoratori dipendenti e per i lavoratori di attività per le quali il Green Pass è già previsto per gli utenti che vi accedano. A seguire, poi, sarà la volta dei dipendenti privati.
A tal proposito, il ministro della Pubblica Amministrazione, in quota Forza Italia, Brunetta, ha dichiarato: “In futuro, il Green Pass deve valere sia per il lavoro pubblico che quello privato. E’ una misura “geniale”, perché aumenta il costo sia psichico che monetario per gli opportunisti contrari al vaccino, costringendoli a fare il tampone e diminuisce la circolazione del virus e quindi la nascita di nuove varianti. Il Green pass dovrebbe essere introdotto per tutto il lavoro pubblico e privato, ma anche per chi utilizza i servizi pubblici e privati. Le decisioni che prenderemo nel prossimo futuro; Green Pass per tutti, lavoro pubblico, lavoro privato, servizi pubblici e servizi privati. Vi spiego il modellino comportamentale. Più crescono i vaccini più crescono i dubbi sui vaccini. Il costo del vaccinarsi, il rischio, con il beneficio atteso. Se la stragrande maggioranza si vaccina il rischio diminuisce e il costo diventa alto e quindi non mi vaccino. Si rende irriducibile uno zoccolo di opportunisti. Bisogna aumentare agli opportunisti il costo della non vaccinazione. I tamponi sono un costo psichico e monetario, aumentando il costo si riduce lo zoccolo dei non vaccinati e si riduce la circolazione del virus. Il Green Pass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli di non influenza sulla velocità di circolazione del virus. Ci stiamo arrivando, mancano dieci punti. Se passa il lavoro pubblico, il lavoro privato e fruitori dei servizi pubblici e privati ci arriviamo. Non abbiamo tempo, arriva l’autunno e l’inverno, dobbiamo arrivare ai livelli di saturazione entro la metà di ottobre”.
D’accordo sia con l’obbligatorietà del Green Pass che con l’obbligo vaccinale, anche il Presidente di Confindustria Bonomi, riecheggiato da Cisl e Uil, mentre il segretario della Cgil Landini insiste sull’obbligo vaccinale.
Misure, quella dell’obbligatorietà del Green Pass e dell’obbligo vaccinale necessarie ,a detta del Governo, per rafforzare la ripresa ed evitare nuove chiusure, ripresa confermata anche dal bollettino mensile dell’Istituto Nazionale di Statistica, che , riguardo alla produzione industriale, ha rilevato un aumento di +0,8% su giugno e di +7% su luglio 2020, consolidando quindi la crescita rispetto al mese precedente e rispetto agli ultimi tre mesi.
L’indice poi è crescito anche su base tendenziale, con aumenti diffusi a tutti i raggruppamenti di industria ,eccetto l’energia. Infine, rispetto a febbraio 2020, a luglio, il livello dell’indice è stato superiore dell’1,5%, superando così i livelli pre-Covid19.
Proprio di ripresa economica, del nuovo scenario post pandemico e di revisione del Patto di Stabilità, si è parlato oggi in Slovenia all’Eurogruppo, la riunione dei ministri delle Finanze dei 19 paesi della zona Euro, e all’Ecofin, la riunione dei ministri delle Finanze dei 27 Paesi UE, a margine delle quali, la Presidente della Banca Centrale Europea, Lagarde, ha dichiarato: “Confermo la nostra determinazione a fornire il sostegno necessario per mantenere condizioni di finanziamento favorevoli basato sui dati. In modo che la ripresa non sia solo rimbalzo ma sia persistente e sostenibile e inclusiva al più possibile. Guardando alla situazione macroeconomica, possiamo dire che è meglio di ciò che temevamo fino a qualche trimestre fa. Emerge dai numeri, dalle vaccinazioni, dai numeri dei fallimenti”. “Ma non siamo ancora fuori dal tunnel e dobbiamo continuare a mostrare resilienza, persistenza e cooperazione continua. In pieno rispetto dell’indipendenza delle nostre rispettive istituzioni”.
Il Commissario UE agli Affari Economici, Gentiloni, invece, commentando la lettera inviata alla Commissione UE, dagli otto Paesi frugali (Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svezia, Finlandia e Lettonia), per chiedere di rispettare l’obiettivo comune di ridurre il debito, ha sottolineato: “Iniziamo con un certo grado di ottimismo ed è importante discutere tra i ministri come coordinare meglio la fase che abbiamo davanti. Questo è il momento giusto, il recovery sta arrivando agli Stati membri. Non cerchiamo solo un recupero ma una crescita sostenibile, questo significa che dobbiamo continuare a supportare le politiche fiscali e aprire il dibattito sul futuro della governance con lo scopo di avere questa crescita sostenibile. Il lavoro della Commissione è costruire consenso e cercheremo di farlo nel rispetto dell’opinione di tutti ma con l’obiettivo di rendere le nostre regole adatte a uno sviluppo duraturo e sostenibile. E’ un fatto positivo che alcuni Paesi abbiamo già avviato il confronto”.
Sempre da Bruxelles, poi, è arrivata la notizia della decisione della Commissione UE riguardo ai prestiti di Stato per 900 milioni di euro erogati nel 2017 ad Alitalia, di ritenere questi ultimi illegali, in quanto versati in violazione del regolamento europeo che prevede di non favorire degli Stati a scapito degli altri. A recuperare i 900 milioni di euro (più interessi) però, sarà l’ex compagnia di bandiera e non la nuova compagnia, Ita, poiché è stata dimostrata la discontinuità economica tra le due aziende.
Proprio, mentre è arrivato il responso della UE, i lavoratori di Alitalia sono tornati in piazza , a Montecitorio, con i sindacati, dopo due giorni di assemblea e proteste presso l’aeroporto di Fiumicino e la frattura con i vertici di Ita, per chiedere l’intervento del Governo e dei Ministeri competenti, in merito alle richieste di assorbire nella nuova compagnia un numero maggiore di dipendenti (tra quelli di Alitalia e i nuovi candidati) rispetto ai 2800 previsti, di applicare il contratto collettivo nazionale per le assunzioni e non il regolamento aziendale, come vorrebbero i vertici di Ita e di prorogare la Cassa integrazione fino al 2025 per i 7.500 lavoratori non assorbiti nella nuova compagnia.
Nel pomeriggio, i sindacati hanno tenuto un tavolo al Ministero dell’Economia e delle Finanze con la Sottosegretaria Castelli, al termine del quale hanno fatto sapere che esistono le condizioni per riaprire le trattative con Ita, mentre il ministro dei Trasporti e della Mobilità sostenibile, Giovannini, ha dichiarato: “Sul futuro delle persone che resteranno nella vecchia Alitalia, il ministro Orlando ha già individuato possibili soluzioni non solo per ammortizzatori sociali di breve termine, ma anche per una formazione continua. Il piano di Ita, che è stato validato dalla Commissione UE, è un piano a crescere, infatti ,si parte con una flotta relativamente limitata, ma che già nel 2022 dovrebbe espandere significativamente la sua dimensione, coerentemente con la ripresa del mercato del trasporto aereo internazionale e via via a crescere negli anni successivi. Quindi, abbiamo bisogno di avere lavoratori formati, pronti ad essere eventualmente reimpiegati nel momento in cui Ita realizzerà un piano industriale in crescita” .
Sul fronte della politica estera, invece, e in particolare riguardo alla crisi afghana, il portavoce della Commissione Cultura Samahgani, ha reso noto che la cerimonia di insediamento del nuovo governo talebano ad interim non si svolgerà domani, 11 settembre, 20 esimo anniversario degli attentati terroristici delle Torri Gemelle, come erroneamente annunciato, mentre il portavoce Hashim ha ribadito ai microfoni di ToloNews, che tale governo non avrà tra i suoi componenti ministri donne, in quanto : “Una donna non può fare il ministro. E’ come se le mettessi sul collo un peso che non può sostenere. Non è necessario che le donne siano nel governo, loro devono fare figli. Le quattro donne che protestano nelle strade non rappresentano le donne dell’Afghanistan. Le donne dell’Afghanistan sono quelle che danno figli al popolo dell’Afghanistan, che li educano secondo i valori islamici”.
In ambito diplomatico, invece, appello del Segretario Generale dell’Onu Guterres, diffuso nel corso di un’intervista a France Presse: “Il nostro dovere è quello di estendere la nostra solidarietà a un popolo che soffre enormemente, dove milioni e milioni di persone rischiano di morire di fame. Bisogna mantenere un dialogo con i Talebani, in cui noi riaffermiamo i nostri principi in maniera diretta”.
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