-Il nuovo Dpcm, con le misure restrittive anti Covid19 , in vigore da oggi e fino al 24 novembre. Prevista la chiusura di bar e ristoranti alle 18:00, tranne che per l’asporto e le consegne a domicilio, lo stop di cinema, teatri, palestre e piscine e didattica a distanza almeno per il 75% nelle scuole Superiori. Tensione nella Maggioranza sul provvedimento, tra “rigoristi” e “aperturisti”. Fissato per domani, il Consiglio dei Ministri per varare il Dl con i fondi per ristorare le attività più colpite dalle restrizioni, mentre divampano da Nord a Sud le proteste e le manifestazioni delle categorie coinvolte: dai commercianti ai tassisti, passando per i lavoratori dello Spettacolo. Opposizioni di Centrodestra: ricorso al Tar contro Dpcm, tavolo permanente di confronto con la Maggioranza e 20 miliardi di indennizzo nell’immediato ad imprenditori ed esercenti. Contrari al provvedimento, anche Confindustria e Sindacati.
di Federica Marengo lunedì 26 ottobre 2020
Il nuovo Dpcm, con le misure restrittive anti Covid19, varato nella notte fra sabato e domenica , è in vigore da oggi e fino al 24 novembre. Tuttavia, il testo, che prevede la chiusura dalle 18:00 di bar, ristoranti e pasticcerie, con possibilità di asporto e consegna a domicilio sino alle 24:00, lo stop a cinema, teatri, sale concerto, palestre e piscine e la didattica a distanza con una soglia di erogazione di almeno il 75% nelle scuole Superiori, ha generato all’interno della Maggioranza non poche polemiche, spaccando le forze di Governo tra “rigoriste”e “aperturiste”.
Tra gli “aperturisti”, il Viceministro alla Salute, in quota pentastellata, Sileri, che, stamane, intervenuto nella trasmissione di Rai Tre “Agorà”, ha dichiarato: “Ho sempre pensato che, laddove c’è un protocollo e laddove il protocollo viene rispettato con rigore e severità, il rischio di contagio è estremamente basso. Quindi sulla chiusura di bar e ristoranti alle 18 ,prevista dal nuovo Dpcm anti Covid-19, non sono pienamente d’accordo, anche se poi la decisione viene presa sui dati, guidata da un Comitato tecnico scientifico”, evidenziando poi di essere d’accordo con la Professoressa Viola, immunologa dell’Università di Padova, che si è detta contraria alle chiusure “a caso”, in quanto queste ultime dovrebbero essere definite in base ai dati relativi all’andamento dei contagi nei vari luoghi di aggregazione e laddove serve intervenire con le chiusure.
Quindi, in seguito, ha spiegato con un post su Twitter: “La prima urgenza ora è abbassare la curva del contagio. Il Dpcm va in questo senso e ha varato misure proporzionate all’aumento dei casi. Ma non dobbiamo avere paura: è un provvedimento transitorio. Una volta addolcita la curva queste necessarie misure saranno superate“, chiarendo ulteriormente nei programmi L’Aria che tira ,su La7, e “24Mattino” su Radio24: “Non ho mai detto che non sono d’accordo con il Dcm. Dove c’è un protocollo rispettato c’è sicurezza, laddove non c’è rispetto del protocollo non c’è sicurezza. È pur vero che una sospensione di queste attività già svolte in sicurezza in questo momento di contagio elevato, è opportuno. Spero che questo Dpcm sia una norma transitoria perché vorrà dire che i numeri si abbassano. Sui dati a supporto della decisione politica di chiudere palestre e piscine, immagino che siano in possesso del Comitato Tecnico Scientifico, ma io non li ho visti. I dati vengono presentati tra il giovedì e il venerdì ,ma l’analisi accurata delle varie attività divisa per settore immagino sia in seno al Cts, io ricevo delle analisi generali . Al Cts e all’Istituto Superiore di Sanità arrivano i dati prodotti dalle Regioni, immagino abbiano tutte le attività di contatc tracing che consentano di capire dov’è l’origine del contagio e stabilire i rischi stimati.
Al momento, non è in previsione un altro Dpcm, ma continua l’azione di monitoraggio: sono state fatte critiche per due Dpcm ravvicinati, ma i numeri sono quasi raddoppiati da una settimana all’altra, con alcune aree del Paese nelle quali è oggettivo il sovraccarico dei servizi, quindi era necessario procedere a un atto per proteggere il Servizio sanitario e le nostre strutture. Io, non sono molto preoccupato dei numeri: i contagi ci è chiaro che più circola il virus e più è probabile che i soggetti più o meno giovani vanno a impegnare il Servizio sanitario con un rischio di sovraccarico. Ma questo ancora non sta avvenendo: mitigare la curva significa ridurre quanto più possibile la circolazione del virus a una forma contenuta. Se il virus dovesse circolare di più, andranno declinate azioni a livello locale, anche chiusure di una città o di una Regione, per prendere fiato e poi ripartire. Non ci troviamo nella situazione di marzo, quando ci fu un boom di contagi in pochissimi giorni, di impegno delle terapie intensive, ospedali sovraccarichi, persone che non riuscivano a fare il tampone. Ma è possibile che in alcune aree del Paese possa accadere.
Poi, sulla possibilità di abbandonare il M5S: “Non li lascio, io ero 5 Stelle ancora prima di essere 5 Stelle: ho sempre preso a testate un po’ il mondo e continuerò a prenderlo anche dopo. Poi magari tra vent’anni non si chiameranno più 5 Stelle, ma l’area resta quella. È inevitabile, invece, che lascerò il Governo al termine della legislatura, perché o mi ricandido o torno al mio lavoro. Non ho mai nascosto che questa è un’esperienza a tempo definito e questo mi dà la libertà di dire quello che penso. Ma l’ho sempre detto: tornerò al mio lavoro, faccio quello che penso che sia giusto, che possa migliorare il mio essere cittadino”.
Una posizione, quella di Sileri, divergente da quella del ministro della Salute, in quota LeU, Speranza, convinto che “senza salute non c’è economia”.
Certo della necessità di coniugare la tutela della salute con la ripresa e la crescita del Paese, il leader e fondatore di Italia Viva, Renzi, che nella sua Enews settimanale, annunciando la richiesta al Premier Conte in sede parlamentare di modificare il Dpcm e una petizione online in tal senso, ha illustrato le richieste e le contrarietà del partito, in parte già emerse in Consiglio dei Ministri tramite le Ministre renziane Bellanova (Politiche agricole) e Bonetti (Pari Opportunità e Famiglie): “A. Servono le 4T: tamponi rapidi, terapie intensive, trasporti e tracciamento. E queste cose dipendono dalle istituzioni, non dai cittadini. B. Va bene rinunciare a molte libertà per il virus. Ma chiudere i luoghi di cultura e di sport è, invece, un errore: è più facile contagiarsi sulla metropolitana che a teatro. E la chiusura dei ristoranti alle 18 è tecnicamente inspiegabile, sembra un provvedimento preso senza alcuna base scientifica. A cena il Covid fa più male che a pranzo? E per chi si era attrezzato valgono le stesse regole? Ci rendiamo conto del danno economico devastante?.
C. Rischiamo di far schizzare la curva del debito solo per le emergenze e senza una visione strategica. In questo senso, appare sempre più assurdo il No ideologico al Mes. La verità, cari amici, è che col virus dobbiamo convivere non solo tre settimane. Dobbiamo arrivare al vaccino, dobbiamo distribuire bene il vaccino, dobbiamo organizzare una logistica per il vaccino che sia esattamente l’opposto della gestione logistica del tampone. Ci aspettano ancora settimane difficili, bisogna convivere con il Coronavirus.
E, per questo, serve un piano, una visione, una strategia. Non rincorrere gli eventi, ma prevederli come stiamo dicendo , spesso inascoltati , da mesi”.
Pieno sostegno al Governo, invece, è stato espresso dal Pd, con il segretario Zingaretti, che, però, in merito alle divergenze emerse tra le forze dell’Esecutivo e in risposta all’ex Premier Renzi, ha rilevato: “Vedo molti distinguo da esponenti di Governo, da forze di Maggioranza con iniziative politiche che ritengo incomprensibili, penso che non siano mai stati seri quei partiti che la sera siedono ai tavoli del Governo e la mattina organizzano l’Opposizione rispetto alle decisioni prese la sera precedente. E’ sempre stato sbagliato, ma ora stare con i piedi in due staffe è eticamente intollerabile. In gioco, c’è la vita delle persone. L’Italia si aspetta da chi ha responsabilità di governo serietà e autorevolezza. Il nemico è il virus, non le regole”, riecheggiato dal Vicesegretario Orlando, che, in una nota, ha scritto: “Ricordo nitidamente i giorni nei quali i Ministri, finito il CdM, andavano in piazza a manifestare contro il Governo. Tempi assai più semplici di questi, eppure non andò bene allora, per il Governo, ma ancor più per il Paese”.
Sulla stessa linea, il capodelegazione dem e ministro dei Beni Culturali, Franceschini, che, in replica alle proteste del mondo dello Spettacolo,per le chiusure di cinema e teatri, in un videomessaggio su Facebook, ha affermato: Ho l’impressione che non si siano percepiti quali sono i rischi del contagio in questo momento. E del resto verrebbe da chiedersi perché quando sono stati chiusi ugualmente i cinema e i teatri in marzo non c’è stata questa ondata di protesta. Forse non si è capito a che punto siamo. Dopo il dpcm di ieri, che ha comportato la chiusura di tante attività, tra cui cinema e teatri, ho ricevuto molti appelli del mondo della cultura, ho letto proteste, ho letto articoli, ho ricevuto attacchi. Tutto comprensibile, perché c’è una grande preoccupazione, quella del valore simbolico molto negativo della chiusura dei luoghi della cultura come i cinema e i teatri. In particolare in un Paese come l’Italia che ha la cultura al centro della propria essenza e della propria natura. Ma anche la preoccupazione per i danni materiali che potranno ricevere i lavoratori e imprese del settore, quelli più conosciuti e quelli meno conosciuti soprattutto. Io vorrei rispondere alle osservazioni che ho ricevuto con la stessa franchezza con cui le critiche o le osservazioni sono state rivolte a me: io ho l’impressione che non si sia percepita la gravità della crisi. Stiamo lavorando da qualche mese sulla piattaforma della cultura italiana che potrà offrire in streaming la possibilità di vedere uno spettacolo in modo da avere entrate e far girare la cultura italiana nel mondo senza pensare in nessun modo di sostituire il rapporto diretto con il pubblico, ma integrandolo. Se in una emergenza come questa il Paese si divide, i problemi e i rischi diventano molto più grandi. Io penso che la risposta sia fare ognuno di noi il proprio dovere nel modo migliore possibile. Anche io sto cercando di fare semplicemente questo. E se ognuno fa il proprio dovere ricostruiamo quel clima di coesione sociale di cui c’è un grande bisogno. Poi verrà il tempo delle divisioni e delle analisi su quello che è stato fatto giusto o sbagliato, ma oggi di fronte ai contagi, di fronte ai malati, di fronte ai rischi per la vita e la salute non è questo il tempo. Per questo chiedo a voi personalità della cultura che avete una grande influenza sull’opinione pubblica, perché siete testimonial di una forza così grande com’è in Italia la cultura, di dare un contributo per la coesione sociale. Ne abbiamo un grande bisogno”.
Un appello all’unità, (nonostante il mea culpa su alcune scelte del Governo e le divergenze espresse dal ministro dello Sport e delle Politiche giovanili Spadafora, contrario alla chiusura di palestre e piscine), è poi giunto anche dal M5S, con l’ex Capo politico e ministro degli Esteri Di Maio , che sui Social ha esortato a mettere da parte la propaganda politica, “perché adesso rischia solo di alimentare rivolte sociali. Rimaniamo uniti, facciamolo per gli italiani e non perdiamo di vista l’obiettivo: superare questa crisi pandemica e tutelare chi non è garantito”, lanciando poi una proposta: “Se chiediamo sacrifici ai cittadini, allora dobbiamo essere pronti anche noi a farne. Riprendiamo la discussione iniziata a marzo, quando scoppiò la pandemia: tagliamo gli stipendi dei parlamentari, eliminando qualsiasi tipo di privilegio della politica. Come M5S a anni ormai ci tagliamo lo stipendio e io personalmente ho rinunciato a oltre 300mila euro. Adesso ci aspettiamo un segnale rapido e concreto da parte di tutte le forze parlamentari, sia di Maggioranza che di Opposizione. Il Movimento già c’è. Gli altri?”.
Critica l’Opposizione di Centrodestra, con il segretario della Lega Salvini che, proponendo al Parlamento la designazione di un Comitato Tecnico Scientifico alternativo a quello insediato per avere più termini di confronto, ha annunciato l’intenzione , di concerto con alcuni sindaci, i quali hanno denunciato le pesanti ripercussioni economiche delle chiusure sulle realtà locali che registrano numeri esigui di contagio, di presentare ricorso al Tar contro il Dpcm, sostenendo anche le istanze dei lavoratori del Cinema e del Teatro e dello Sport, incalzato dalla Presidente di Fratelli d’Italia, Meloni, che, aprendo alla collaborazione con l’Esecutivo( non nella forma di un Governo di unità nazionale), ha chiesto la cancellazione dei decreti precedenti e il voto immediato al termine dell’emergenza, mentre tre parlamentari hanno intrapreso lo sciopero della fame a sostegno delle categorie colpite dalle misure restrittive del provvedimento.
Per Forza Italia, invece, insufficienti i 5 miliardi, di cui 2 nell’immediato,di ristori messi in campo dal Governo, poiché necessari subito finanziamenti di almeno 20 miliardi per tutti i comparti coinvolti nelle misure.
Proprio a proposito di ristori alle attività e alle imprese più colpite dalle restrizioni,fissato per domani il Consiglio dei Ministri nel quale dovrebbe essere approvato il Dl con le risorse per sostenere i comparti toccati dal decreto.
A illustrare questa mattina, il provvedimento con i relativi indennizzi, dopo le anticipazioni fornite ieri, a Dpcm firmato, dal Premier Conte e dal ministro dell’Economia, Gualtieri, il Viceministro del Tesoro, Misiani, che ha spiegato: “Non è mai semplice assumere le decisioni come quelle che abbiamo dovuto assumere e rispetto all’impatto economico sulle diverse categorie abbiamo lavorato sabato, domenica e lavoreremo ancora oggi con l’obiettivo di andare in Gazzetta Ufficiale domani con il decreto con una serie di misure a sostegno delle categorie interessate. Si valuta un ristoro pari tra 800-1.000, ma le cifre sono ancora in definizione. Stimiamo un aiuto per 350mila imprese nel settore della ristorazione, dei bar, spettacolo e sport. Il Governo sta valutando di ampliare la platea di imprese interessate ai contributi che il Governo sta per erogare a sostegno delle aziende, superando il limite dei 5 milioni di fatturato e dando i contributi anche alle grandi imprese ed inoltre ci saranno contributi più generosi per le imprese che avranno l’attività completamente bloccata, in base alle misure previste dall’ultimo Dpcm, quindi ci sarà una differenziazione fra chi può tenere aperta l’attività fino alle 18 e chi invece dovrà bloccare la propria attività. Inoltre, ci sarà un ulteriore mensilità di reddito di emergenza per quelle famiglie che non hanno accesso a nessuna delle misure di sostegno che sta prevedendo il Governo , ma che noi vogliamo cercare di garantire a tutti i cittadini interessati dalle misure anti Covid. Il Governo sta poi valutando di inserire nel prossimo Decreto, che dovrebbe arrivare in Gazzetta Ufficiale domani, un credito di imposta per gli affitti per 2 mensilità cedibile al proprietario a favore delle imprese maggiormente colpite dalle misure anti Covid dell’ultimo Dpcm. La Cassa Integrazione sarà garantita a tutti i settori , stiamo discutendo nell’ambito del prolungamento di 18 settimane ulteriori e verrà deciso quale tranche riconoscere immediatamente, ma sarà significativa per tutti i lavoratori delle imprese in riferimento ai settori ristorazione, bar, spettacolo, sport. Solo se la situazione peggiora ci saranno misure più restrittive e le misure assunte sono state prese perché c’è stato un peggioramento netto nelle ultimissime settimane sulla diffusione della pandemia. Non è mai semplice assumere decisioni come quelle che siamo stati costretti a prendere e lo abbiamo fatto sulla basi dei nuovi dati sanitari: due mesi fa avevamo 66 persone in terapia intensiva, 1 mese fa 244 ieri 1.208. C’è stato un peggioramento netto nelle ultimissime settimane, la percentuale di positivi è diventata il 13,1% nella giornata di ieri. Nelle settimane passate c’è stato forse un eccesso di compiacimento nel nostro Paese rispetto a quanto accadeva negli altri paesi, ora però è necessario assumere delle misure più severe per contenere i contagi e lo abbiamo fatto cercando di ridurre al minimo l’impatto, ma era necessario per evitare che il Paese vada in difficoltà, per evitare di mettere in crisi ospedali e terapie intensive”.
Altrettanti chiarimenti, sono stati poi forniti dalla Viceministra all’Economia Castelli che , in un’intervista a Il Corriere della Sera, ha evidenziato: “Ristori e indennizzi servono subito, e sarà così. La macchina è rodata, bonificheremo i ristori direttamente sui conti correnti. Nel Decreto ci sarà un contributo a fondo perduto per le aziende che devono chiudere, comprese quelle dello sport, e poi un nuovo credito d’imposta per gli affitti, che potrà essere ceduto al proprietario o usato in compensazione. Sempre alle aziende colpite cancelliamo anche la rata Imu di dicembre. Prevediamo un’indennità per i lavoratori sportivi, del turismo, dello spettacolo, per i lavoratori intermittenti e occasionali, e per venditori a domicilio. Proroghiamo il reddito di emergenza anche a novembre e stanziamo le risorse per la cassa integrazione fino a dicembre. E poi ci saranno risorse per gli straordinari delle Forze dell’ordine. Il Governo aiuterà tutte le imprese che vedono limitata la loro attività dal Dpcm, senza limiti di fatturato. Le imprese sono il cuore pulsante del Paese, e vanno supportate anche nei momenti di difficoltà. Le aziende lo riceveranno direttamente, sul conto correnti, dall’Agenzia delle Entrate, in base al calo di fatturato. Stiamo ragionando su importi più alti rispetto alla volta precedente. E sarà pagato il prima possibile. Non c’è un problema di risorse. Intanto facciamo arrivare sostegno economico a quelle filiere e attività che registrano perdite e ne hanno effettivamente bisogno“, e dalla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Catalfo, che, questo pomeriggio, ai microfoni di In Blu Radio, ha sottolineato: “Ci sono delle restrizioni su alcune attività che, però, nel prossimo decreto, che uscirà nelle prossime ore, verranno tutelate con uno stanziamento a fondo perduto e altre misure che cercheranno di ristorare tutti i commercianti che in questo momento stanno subendo delle difficoltà. Nel dl ci saranno gli indenizzi anche per i lavoratori stagionali che hanno avuto dalla crisi un impatto negativo, quelli del turismo e dello spettacolo e, per una mensilità, verrà rifinanziato il Rem, mentre per il settore pubblico innalzeremo lo smart working. Infine, si sta riflettendo sulla proroga del blocco dei licenziamenti”.
Una questione, quella del blocco dei licenziamenti connessa alla proroga della Cassa integrazione, che sarà affrontata nel corso del tavolo con i Sindacati, Cigl, Cisl e Uil, convocato dal Premier Conte a Palazzo Chigi per mercoledì, mentre nella giornata di giovedì il Presidente del Consiglio riferirà alle Camere sul Dpcm.
Intanto, si moltiplicano in queste ore, da Nord a Sud, le manifestazioni di protesta dei settori coinvolti nel mini-lockdown, i cui rappresentanti ,il Presidente Conte, sta incontrando nelle sedi istituzionali .
A scendere in 17 piazze distinte dal fine settimana a oggi, tuttavia, commercianti, ristoratori, lavoratori dello spettacolo e dello Sport e tassisti, che chiedono la riapertura degli esercizi, rivendicando il rispetto finora osservato dei protocolli sanitari anti Covid o l’erogazione immediata di ristori, pena il fallimento e la chiusura con conseguenti licenziamenti.
Un pericolo, quest’ultimo, paventato dalle associazioni di commercianti e ristoratori, dai rappresentanti delle Piccole e Medie imprese e da Confindustria.
“L’ultimo Decreto produrrà altri danni gravissimi alle imprese, danni insopportabili: parliamo di circa 17,5 miliardi tra consumi e Pil. E’ necessario affrontare l’emergenza sanitaria, ma la risposta non può essere solo ‘più chiusure’ perché così si finisce per chiudere il Paese”. Ha dichiarato infatti, in una nota, il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli , evidenziando: “Domani, come abbiamo chiesto, incontreremo il Presidente Conte. Gli chiederemo in primo luogo un impegno preciso, in tempi certi, per gli indennizzi alle imprese penalizzate dalle chiusure. E poi un piano generale più ampio per affrontare l’emergenza Covid e uscire dall’incertezza della navigazione a vista”, incalzato dalla Fipe, la Federazione dei Pubblici Esercizi, che ha rilevato: “Le misure annunciate dal Governo costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della ristorazione. Se non accompagnate da contemporanee e proporzionate compensazioni di natura economica, sarebbero il colpo di grazia per i pubblici esercizi italiani, che già sono in una situazione di profonda crisi, con conseguenze economiche e sociali gravissime. I ripetuti annunci di chiusure anticipate hanno già prodotto la desertificazione dei locali e, indipendentemente dalle novità sugli orari effettivi di apertura, le restrizioni devono essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico in termini di indennizzi a fondo perduto, crediti d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimento di sostegno a valere sulla tassazione locale. Gli imprenditori di questo settore si stanno dimostrando persone responsabili, che rispettano rigorosamente i protocolli sanitari loro imposti, che non possono reggere ulteriormente una situazione che decreterebbe la condanna a morte per migliaia di imprese. È evidente che non si possono far ricadere le responsabilità del ritorno dell’epidemia sul nostro comparto: sono altri i fattori che hanno purtroppo causato una nuova emergenza. Sarebbe una scelta disastrosa, con la disperazione e la rabbia che sta crescendo oltre il livello di guardia. La pandemia va gestita con attenzione sicuramente alla salute, ma anche riscontrando le aspettative e le esigenze del settore che il governo conosce perfettamente perché la Fipe le ha trasferite nelle occasioni di confronto istituzionale. Chiediamo di poter continuare a lavorare per non morire e per questo servono, senza ritardo o inutili annunci, le misure promesse”.
Scettico sugli effetti del Dpcm, anche il Presidente di Confindustria, Bonomi, che, durante l’Assemblea generale di Assoimprenditori Alto Adige, ha detto: “Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo intervento ha detto che dobbiamo salvare il Natale. Io non credo che dobbiamo salvare il Natale, credo che dobbiamo salvare la scuola, il futuro dei giovani, il lavoro, il sistema sanitario, la salute, l’economia, lo sviluppo. Questo ,si può fare solo se stiamo uniti e per farlo abbiamo bisogno di credere nel progetto, avere fiducia nel progetto e avere un metodo che ci aiuta. Possiamo avere idee diverse, confrontiamoci, una soluzione la troveremo, come l’abbiamo trovata all’inizio della pandemia. E la soluzione non può che passare dall’industria, perché il manifatturiero crea sviluppo, crescita e welfare, ma soprattutto crea quella unità di intenti nei territori, fondamentali per creare una dimensione sociale importante. Nella prima fase dell’emergenza sanitaria, in primavera, in Italia, è stato seguito un metodo corretto per affrontare la crisi, mentre ora si segue un metodo sbagliato . Sono stati fatti tre Dpcm in 12 giorni, il Governo non ha ascoltato nessuno, non ha ascoltato noi, non ha ascoltato i sindacati, non si è confrontato con nessuno e poi nascono i problemi, perché si prendono decisioni non condivise, in momenti difficili, in un momento in cui il Paese dovrebbe stringersi insieme. Invece, qualcuno decide di prendere strade sbagliate, perché non condivise e poi nascono problemi, dal punto di vista dell’operatività. L’Italia ha bisogno di scelte coraggiose, che sono fatte da merito e metodo. Chiediamo un modello semplice ed efficace. Va’ poi ricreato nei cittadini il senso di fiducia, se non la ricostruiamo dal basso, possiamo fare tutti i provvedimenti che vogliamo, mettere in campo tutti gli interventi di sostegno economico che vogliamo, ma non avranno effetto”.
Buone notizie, però, sono giunte dalla UE, con l’annuncio al Tg1 ,da parte della Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, dell’erogazione a partire da domani, della prima tranche da 10 miliardi su 27 a disposizione dell’Italia, del Piano Sure per la Cassa integrazione e l’occupazione.
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