-Agenda di Governo modificata dalla missione del Premier Conte e del ministro degli Esteri Di Maio a Bengasi per la liberazione dei pescatori sequestrati in Libia. Soddisfazione di tutte le forze di Maggioranza e Opposizione,ma il Centrodestra sottolinea i ritardi nell’operazione e chiede chiarimenti sulle trattative con Haftar. Slittato in serata, il vertice con i capidelegazione e con le Regioni per decidere sulle nuove misure restrittive per le festività. Possibile zona rossa nazionale, ma da stabilire se solo nei giorni di Natale e Capodanno o dal 24 dicembre al 3 o al 6 gennaio. La decisione, domani ,alle 18:00,nell’ambito del Consiglio dei Ministri. Intanto, vertice con le Regioni. Il Presidente del Veneto Zaia però anticipa il provvedimento del Governo ed emana un’ordinanza con cui dispone la chiusura dei confini dei Comuni dalle 14:00, nel periodo compreso dal 19 dicembre al 6 gennaio. Sempre in serata, per la verifica di Maggioranza, incontro del Presidente del Consiglio con Renzi e la delegazione di Italia Viva e l’ex Premier pubblica su Facebook la lettera inviata a Conte in cui ribadisce il No alla task force per il Recovery Fund e chiede l’accesso al Mes sanitario, trovando una sponda nel Pd.
-I lavori parlamentari: bagarre in Senato e occupazione dell’Aula da parte dei leghisti sulla richiesta di fiducia avanzata del ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà, in merito al Dl con le modifiche ai Decreti Sicurezza Salvini. Le accuse della Lega: “Impedita la discussione. Assenza di democrazia”. Manovra alla Camera, Superbonus al 110% : mediazione tra Pd e M5S, possibile proroga fino al 2022, ma per Confedilizia è preferibile un taglio dell’IMU per i proprietari, anche alla luce del calo delle costruzioni rilevato dall’Istat.
di Federica Marengo giovedì 17 dicembre 2020

I diciotto pescatori , tra cui gli otto italiani di Mazara del Vallo, detenuti per 108 giorni in Libia, a fronte del sequestro da parte delle milizie di Haftar dei due motopesca “Antartide” e “Medinea”,avvenuto lo scorso 1°settembre, per aver violato le acque libiche, sono stati liberati.
La notizia è stata diffusa questa mattina , tramite Social, dal Premier Conte e dal Ministro degli Esteri Di Maio, che, volati a Bengasi per espletare gli ultimi passaggi decisivi prima della liberazione, hanno confermato il sostegno al processo di stabilizzazione della Libia. Quindi, i pescatori, rientreranno nelle prossime ore a bordo dei loro pescherecci dissequestrati.
Grande soddisfazione, è stata espressa dal Capo dello Stato Mattarella, così come dai Presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico, e da tutte le forze di Maggioranza e di Opposizione, con il Centrodestra che, però ha anche sottolineato i ritardi del Governo nell’operazione e ha chiesto chiarimenti in merito a una possibile contropartita con la Libia e con Haftar che, secondo quanto pubblicato dalla pagina Facebook del Comando generale delle Forze armate arabe libiche, ha elogiato il ruolo dell’Italia.
Tuttavia, l’avvenimento, ha determinato dei cambiamenti nell’agenda di Governo, con lo slittamento in serata o al più domani della riunione con i capidelegazione di Maggioranza per decidere delle nuove misure restrittive da introdurre per le festività natalizie. Due, le ipotesi al vaglio dell’Esecutivo, la prima (meno probabile) ,sostenuta dall’ala “rigorista”, rappresentata da Pd, M5S e da LeU, vorrebbe un mini lockdown, ovvero una zona rossa nazionale, dal 24 dicembre al 3 o al 6 gennaio, e la seconda, sostenuta dalll’ala “aperturista”, rappresentata da Italia Viva, ma anche dallo stesso Premier, che vorrebbe una zona rossa nazionale sono nei giorni festivi e prefestivi del 24, 25 e del 26 dicembre, del 31 dicembre e del 1 gennaio. Se dovesse prevalere, la linea “rigorista”, quindi, sarebbero vietati nei giorni di festa e nei prefestivi gli spostamenti tra Regioni e da Comune a Comune , se non per necessità e motivi di lavoro, salute, studio, assistenza a persone non autosufficienti e rientro presso la propria residenza o domicilio, (salvo la deroga nei giorni di Natale e Capodanno,ancora in discussione, introdotta con il via libera a Palazzo Madama alla mozione di Maggioranza sulla mobilità tra i Comuni più piccoli, sotto i 5 mila abitanti e distanti dalla propria abitazione non più di 20-30 chilometri, per favorire i ricongiungimenti familiari e la possibilità di incontrare due congiunti stretti), sarebbero chiusi negozi (eccetto gli alimentari e il comparto farmaceutico, edicole), bar e ristoranti, che potrebbero però effettuare l’asporto.
Se dovesse passare la linea “aperturista”, invece, nei giorni prefestivi 28, 29 e 30 dicembre sarebbero in vigore le misure previste dall’ultimo Dpcm con lo stop agli spostamenti tra Regioni e Comuni (salvo deroghe), il coprifuoco dalle 22:00 alle 5:00, la chiusura dei negozi alle 21.00 e di bar e ristoranti alle 18:00.
La formula utilizzata per introdurre le suddette misure poi, potrebbe essere quella di un nuovo Dpcm, ma possibile anche un decreto, che dovrebbe essere approvato domani, nel corso del Consiglio dei Ministri convocato per le 18:00.
Nel pomeriggio, però, dopo la riunione mattutina tra le Regioni, si è tenuta la Conferenza unita e a seguire la Conferenza Stato-Regioni, nella quale il ministro per gli Affari Regionali, Boccia ha illustrato le misure allo studio, incassando il via libera, (previa erogazione di ristori immediati per le attività più colpite dalle restrizioni), alla zona rossa nazionale da parte dei Presidenti di Regione, con le sole eccezioni, pur con dei distinguo, del Presidente della Liguria Toti, che ha manifestato alcune perplessità,e del Presidente del Veneto Zaia, il quale , anticipando l’Esecutivo, ha disposto con un’ordinanza, la chiusura dei confini comunali dalle 14.00, nel periodo dal 19 dicembre al 6 gennaio.
Sul tavolo, anche la questione del ritorno a scuola in presenza, il 7 gennaio, per gli studenti delle classi superiori, messo a rischio dal mancato raffreddamento della curva epidemiologica e dai ritardi sull’organizzazione dei Trasporti e del sistema dei tamponi, rilevata da Regioni e Comuni e dai sindacati di categoria.
In merito, la ministra dell’Istruzione Azzolina, intervenendo al Natale digitale del Ministero, ha dichiarato: “Sarà un Natale diverso, ma dobbiamo essere ancora di più responsabili: abbiamo un dovere come paese, riaprire le scuole superiori. Più saremo responsabili e cauti durante le vacanze, più quell’obiettivo sarà realizzabile. Invito tutti ad abbracciare il mondo della scuola e a proteggere la nostra scuola essendo responsabili. Negli anni passati il Natale si festeggiava nei corridoi del ministero dell’Istruzione, si guardavano le presentazioni degli alunni, era una grande festa in presenza. Oggi la facciamo online, forse non sarà giocoso, ma anche questo Natale, grazie alle iniziative dei nostri studenti e studentesse, ha un alto valore educativo per il lavoro fatto dai nostri insegnanti con la didattica digitale integrata, un modo nuovo di fare didattica dovuto all’emergenza. la parola digitale è la parola dell’anno. Oggi tutti sanno cosa è la didattica digitale integrata. E’ nata in un momento di emergenza, ma ha rinnovato tanto il modo di fare didattica e il ministero dell’Istruzione ci ha investito molti soldi: circa 400 milioni di euro per accelerare la transizione al digitale che oramai si era resa necessaria visto il tempo che stavamo vivendo”.
Monito alla riapertura delle scuole Superiori ,è poi arrivato dal coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Miozzo, che ha affermato: “Il 7 gennaio dobbiamo tornare a scuola. Sempre se saremo abbastanza prudenti durante le vacanze di Natale. La scuola deve tornare a essere un imperativo culturale sociale ed economico di questo Paese. È vero che il rischio zero non esiste, ma a scuola c’e’ un rischio controllato. Un rischio accettabile. Stiamo chiedendo qualcosa che in altre parti del mondo è una priorità e che evidentemente questo Paese, culturalmente, non ha”. “Questo tsunami ha investito due istituzioni deboli del nostro Paese: scuola e sanità. Stiamo facendo una guerra con un esercito debole. Per decenni abbiamo dimenticato di investire. Ora come Comitato scientifico stiamo lottando per dire che il rischio è esterno e non interno alla scuola”.
Slittato in serata, poi, anche l’incontro del Premier Conte a Palazzo Chigi con Matteo Renzi e la delegazione di Italia Viva, nell’ambito della verifica di Governo, determinata proprio dall’ex Premier ,che ha posto un veto sulla task force di tecnici e manager e sulla cabina di regia politica costituita dallo stesso Conte e dai Ministri Gualtieri (Economia) e Patuanelli (Sviluppo Economico), individuata per realizzare i progetti del Piano di ripresa e resilienza e per gestire le finanze (209 miliardi, tra contributi a fondo perduto e prestiti) del Recovery Fund in arrivo dalla UE.
L’ex sindaco di Firenze infatti, ha accusato il Premier di voler estromettere con una simile struttura i Ministri dalla gestione del piano di riforme e il Parlamento e ha minacciato di rimettere il mandato delle proprie Ministre Bellanova (Politiche Agricole) e Bonetti (Pari Opportunità e Famiglia) e del sottosegretario agli Esteri Scalfarotto, se Conte non ritirerà la task force e darà risposte immediate alle istanze sollevate, avvertimento quest’ultimo ribadito nel documento inviato al Presidente del Consiglio e pubblicato questa mattina dal leader e fondatore di Italia Viva, sulla sua pagina Facebook, nel quale Renzi avanza anche la richiesta di accesso al Mes sanitario del valore di 37 miliardi, argomento divisivo nelle forze di Maggioranza, inviso al M5S, ma che trova una sponda nel Pd, insieme con le rimostranze sulle deleghe ai Servizi Segreti ancora nelle mani di Conte.
“Caro Presidente” , si legge nella lettera, “in questi giorni il racconto fatto dal Palazzo dice che “quelli di Italia Viva” vogliono le poltrone. E’ il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia. Noi, Presidente, vogliamo dare una mano sui contenuti. Perché in discussione sono le idee, non gli incarichi di Governo. Teresa, Elena, Ivan , che hanno lavorato bene su agricoltura, famiglie e politiche di genere, export, sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica. Noi ti abbiamo detto in Parlamento che quando un Paese può spendere 209 miliardi di euro non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo. Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook . Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di euro sono l’ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: ‘Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente. La situazione è seria, Presidente. Abbiamo il più alto numero di morti da Covid in Europa. E’ inutile continuare con la retorica del ‘va tutto bene’. Nonostante la dedizione e la qualità dei nostri medici, infermieri, farmacisti, volontari siamo purtroppo sul gradino più alto di questo tragico podio. Non dobbiamo colpevolizzare i cittadini che hanno seguito con disciplina le indicazioni del Governo ma dobbiamo riflettere su che cosa non ha funzionato, a cominciare dal difficile rapporto Stato Regioni. Abbiamo sostenuto le tue misure, anche quando non le condividevamo, perché in una fase terribile di emergenza non ci si può dividere. Possiamo soltanto auspicare che sul vaccino non si ripetano i ritardi dei tamponi o dei banchi a rotelle: l’Italia deve essere in prima fila per efficienza nella distribuzione. Adesso cerchiamo di non essere i peggiori anche sulla ripresa economica. Come è possibile mettere solo nove miliardi sulla sanità ? Dopo una pandemia e con risorse eccezionali mettiamo solo nove miliardi in cinque anni? E come possiamo dire ‘no’ al Mes che ha meno condizionalità del Recovery Fund?. Qual è la ragione del nostro rifiuto? I nostri parlamentari hanno proposto una precisa allocazione dei 36 miliardi del Mes. Come si può dire no agli investimenti sulla sanità, caro presidente? Se siamo in emergenza e abbiamo il maggior numero di morti in Europa forse dobbiamo investire di più in sanità, non credi? Questo rifiuto ideologico del Mes mi appare ogni giorno più incomprensibile”.
Quindi, in merito alle deleghe sui Servizi Segreti detenute dal Premier, ha sottolineato: “Ti abbiamo detto, caro Presidente, che abbiamo fatto un Governo per evitare i pieni poteri a Salvini. Non li affideremo a altri. L’insistenza con cui non ti apri a un confronto di Maggioranza sul ruolo dell’Autorità Delegata è inspiegabile . L’intelligence appartiene a tutti, non è la struttura privata di qualcuno: per questo ti chiediamo di indicare un nome autorevole per gestire questo settore. Io mi sono avvalso della collaborazione istituzionale di Minniti, Monti ha lavorato con De Gennaro, Berlusconi con Letta: tu non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore”.
In conclusione,anche un riferimento alla riforma della legge elettorale, altro argomento che pure divide la Maggioranza , essendo Italia Viva a favore del sistema maggioritario e non di quello proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, (a firma del Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, in quota pentastellata, Brescia) oggetto di un accordo tra le forze di coalizione e attualmente in discussione: “Abbiamo il tavolo delle riforme da affrontare. Noi siamo per il maggioritario. Vogliamo sapere la sera delle elezioni chi governa. Vogliamo che governi per cinque anni. Vogliamo che abbia stabilità. Se le altre forze politiche preferiscono un sistema diverso, siamo pronti a sederci e a discuterne. Ma vogliamo farlo in modo serio. Mettendo in campo tutti i correttivi che servono, a cominciare dal superamento del Titolo V della Costituzione sul rapporto Stato Regioni che ha mostrato i limiti più evidenti proprio in questa pandemia”.
Dalle Opposizioni di Centrodestra, invece, il segretario della Lega Salvini, ha ribadito la proposta di un Governo ponte a guida Cd con il sostegno di parlamentari responsabili, mentre la leader di Fratelli d’Italia Meloni, contraria, ha chiesto le elezioni anticipate. Per Forza Italia, si tratta di un “Governo non strutturato , impegnato solo in rimpasti e passerelle, invece di occuparsi dei problemi e della crisi delle imprese e delle attività, a cui a pochi giorni del Natale non dice ancora cosa sarà possibile fare e non fare”.
Intanto , sul fronte dei lavori parlamentari, prosegue l’iter della Manovra alla Camera, con il possibile compromesso raggiunto tra Pd e M5S sulla proroga fino al 2022, dall’attuale 2021, del Superbonus al 110% per l’edilizia. Dai pentastellati, infatti, era stata avanzata la proposta di prorogare il bonus per l’efficientamento energetico e per il rischio antisismico fino al 2023, respinta dal Ministro dell’Economia Gualtieri per mancanza di coperture,tuttavia Confedilizia, l’associazione dei costruttori, si è detta scettica sulla proroga del Superbonus al 110%, in quanto ritenuto difficile da applicare e usato da pochi, evidenziando invece il vantaggio di un taglio dell’Imu per i proprietari, anche alla luce del calo delle costruzioni (-10 punti e mezzo percentuali rispetto al 2019) rilevato dall’Istituto Nazionale di Statistica.
A Palazzo Madama, inoltre, bagarre in Aula, questo pomeriggio, prima che il ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà ponesse la questione di fiducia sul Dl con le modifiche ai decreti Sicurezza dell’ex ministro degli Interni Salvini, con i senatori leghisti che hanno occupato i banchi del Governo lamentando da parte dell’Esecutivo l’impedimento alla discussione del decreto.
La Presidente del Senato, Casellati, quindi, riprendendo la conduzione d’Aula ha convocato la conferenza dei capigruppo. La seduta, quindi è stata nuovamente sospesa. La conferenza dei capigruppo del Senato riunita per decidere quando votare la fiducia al decreto sicurezza posta dal Governo è stata poi aggiornata alle 17,30. A quanto si apprende, però, non sarebbe stato trovato un accordo tra i gruppi parlamentari.
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