-Bonus Covid da 600 euro, pressing sui nomi dei 5 parlamentari coinvolti. Inps, no alla pubblicazione per motivi di privacy, ma interviene il Garante, che dà il via libera alla diffusione dei dati. Possibile convocazione del Presidente Inps in Parlamento per riferire sulla vicenda e introduzione di una modifica ai decreti per la restituzione dei soldi, mentre giungono nuove autodenunce da parte di consiglieri comunali e regionali e si diffondono i nomi di 2 deputati leghisti, Andrea Dara ed Elena Murelli, sospettati di aver fatto richiesta del bonus, per i quali, qualora i fatti fossero accertati, il segretario del Carroccio Salvini ha disposto la sospensione dal partito e non le dimissioni, come inizialmente annunciato. L’appello del Presidente della Camera Fico: “I deputati che hanno preso il bonus chiedano scusa, ma no a campagne d’odio”. Opposizione di Centrodestra: “notizia strumentalizzata alla vigilia del referendum sul taglio del numero dei parlamentari”.
-Covid19, Governo al lavoro con Regioni e Comuni al piano per i Trasporti, in vista della ripresa di settembre e della riapertura dei plessi scolastici. Obiettivo: permettere gli spostamenti di grandi masse, in sicurezza. Scuola, dopo musei, parrocchie e B&B , al vaglio la soluzione tendopoli per fronteggiare l’emergenza aule. Intanto si studiano soluzioni per limitare i contagi di ritorno dall’estero, come i Test rapidi e tamponi obbligatori per chi provenga da Paesi ad alto rischio virus, come : Grecia, Spagna e Malta.
-Esecutivo si prepara alla stesura del Recovery Plan per accedere ai fondi UE da 209 miliardi: dalla fiscalità di vantaggio per il Sud alla riforma del Fisco alla tedesca , passando per il tunnel sottomarino dello Stretto e la digitalizzazione, mentre riesplode la questione Settentrionale in contrapposizione con quella Meridionale e la Maggioranza di divide sulla seconda candidatura al Campidoglio della Raggi.
di Federica Marengo martedì 11 agosto 2020
Sembra destinata a diventare la domanda tormentone del Ferragosto: “Chi sono i 5 parlamentari, secondo La Repubblica: tre della Lega, 1 del M5S e 1 di Italia Viva, che hanno fatto richiesta del bonus Covid destinato alle Partite Iva e agli Autonomi e introdotto nel mese di marzo con il Decreto Cura Italia e prorogato in modo automatico per i mesi successivi dal Decreto Rilancio e chi sono i 3 che lo hanno ottenuto?”. Ad oggi, trascorsi già due giorni dalla notizia-denuncia rilanciata dal quotidiano , fatte salve le autodenunce di consiglieri comunali e regionali, sono solo due i nomi di parlamentari trapelati e comunque non confermati, si tratta di due deputati leghisti: Andrea Dara ed Elena Murelli, per i quali, qualora fosse accertata la circostanza, anche se tale somma fosse stata data in beneficenza , si provvederebbe immediatamente , secondo quanto dichiarato dal segretario della Lega Salvini, e dal capogruppo del Carroccio alla Camera, Molinari, alla sospensione, anziché alle dimissioni ,come invece era stato paventato inizialmente dagli stessi vertici del partito di Via Bellerio.
Tuttavia, sempre più incalzante è il pressing da parte dei capi e degli esponenti dei partiti, affinché il Presidente dell’INPS, Tridico, riveli le identità dei percettori, in deroga alla legge sulla privacy invocata da quest’ultimo e a cui l’ex capo politico del M5S, nonché ministro degli Esteri Di Maio e il capo reggente Crimi, hanno rinunciato con un documento fatto circolare tra i parlamentari pentastellati perché lo firmassero.
A sciogliere definitivamente il nodo “diritto alla riservatezza”, è stato però il Garante della Privacy che, pronunciandosi in giornata, dopo la confutazione della delibera dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) del 2013 sulla trasparenza degli enti pubblici riguardo gli atti di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e attribuzione di vantaggi economici,ma solo per importi superiori ai mille euro, ha puntualizzato mediante comunicato: “Sulla base delle norme vigenti, la privacy non è d’ostacolo alla pubblicazione dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato. Ciò vale, a maggior ragione, rispetto a coloro per i quali, a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative di riservatezza si affievoliscono, anche per effetto dei più incisivi obblighi di pubblicità della condizione patrimoniale cui sono soggetti. Inoltre, sarà aperta una istruttoria in ordine alla metodologia seguita dall’Inps rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse”.
Così, mentre si susseguono le autodenunce degli amministratori locali, ( dopo la consigliera comunale milanese di Milano Progressista, Pirovano, i due consiglieri , uno di Trento e l’altro di Ancona, ad uscire allo scoperto in mattinata sono stati due consiglieri regionali leghisti del Piemonte , due del Veneto e il Vicepresidente della Giunta del Veneto, tutti con motivazioni legate al reddito medio basso rispetto a quello dei parlamentari -“Noi non viviamo di politica”-o ad errori del commercialista o alla volontà di destinare quel denaro in beneficenza), la Maggioranza studia per modificare con un emendamento la norma dei due decreti che consente di inoltrare richiesta all’Inps per il bonus senza avere un tetto di reddito di riferimento, essendo tramontata la proposta, in un primo tempo caldeggiata, di introdurre una norma retroattiva finalizzata alla restituzione del bonus, in quanto incostituzionale sia perché i suddetti parlamentari non hanno comunque compiuto alcun illecito o abuso formale sia perché si può sottrarre un diritto acquisito.
Non resta dunque che affidarsi alla buona volontà dei parlamentari, come evidenziato anche dal Presidente della Camera Fico in un’intervista a La Stampa, nella quale ha dichiarato: “Credo sia opportuno che questi parlamentari chiedano scusa. È quello che ho chiesto. Non c’è stata una violazione della legge, sia chiaro, e la responsabilità è individuale, ma qui si tratta di una questione di dignità e di opportunità, di come si intende il proprio incarico di rappresentante dei cittadini. Non servono campagne d’odio in quanto le istituzioni si pongono sempre al di sopra delle persone che le rappresentano. Un errore commesso da alcuni deputati non deve intaccare la credibilità della Camera, ed è proprio per questo che auspico delle scuse e la restituzione dei bonus. Quando si sbaglia poi bisogna ammetterlo e chiedere scusa. C’era l’esigenza di far presto, ma anche di non appesantire le procedure in un momento già estremamente complicato. Da anni si parla di necessità di alleggerimento della burocrazia, specie per le imprese. Tuttavia è chiaro che a questa richiesta deve corrispondere un alto senso di responsabilità e di etica da parte dei destinatari delle norme ed è pertanto “inaccettabile da un punto di vista morale che una norma prevista per aiutare chi era in difficoltà sia stata utilizzata in questo modo, sorvolando sullo spirito di comunità che dovrebbe essere prevalente”.
Una vicenda , dunque, quella dei “furbetti” del bonus Covid in merito alla quale i parlamentari di Maggioranza e Opposizione ( da Italia Viva a Fratelli d’Italia , passando per +Europa) chiedono chiarimenti, annunciando la volontà di convocare in Commissione Lavoro il Presiedente dell’Inps Tridico, accusato dal Centrodestra di aver utilizzato tale situazione, a lui già nota da alcuni mesi per fini propagandistici, a poche settimane dal referendum sul taglio del numero dei parlamentari del 20 e del 21 settembre.
Ancor più netto il giudizio del leader e fondatore di Italia Viva Renzi, che ha dichiarato: “Questi parlamentari hanno compiuto un gesto meschino; una vergogna totale. Detto questo mi colpisce il clima populista di caccia alle streghe che l’Inps ha instaurato. Dire e non dire, annunciare e non smentire, far circolare notizie false: ad esempio nessuno di Italia viva ha preso quei soldi, ma perché siamo stati coinvolti anche noi?. Chi dovrebbe riflettere sulle proprie dimissioni non sono solo i tre parlamentari interessati, ma anche e soprattutto il Presidente Inps che da mesi dimostra di essere totalmente impreparato e incompetente -spiega il leader di Iv-. Tridico ha sbagliato tutto su cassa integrazione e misure per le partite Iva: per questo deve andare a casa, non per il pasticciaccio sui parlamentari. Aver difeso i colori grillini in campagna elettorale non può essere l’unica ragione per cui viene protetto da Palazzo Chigi nonostante i macroscopici errori. Nei posti di responsabilità vanno messi quelli bravi, non i Signorsì. Spesso mi hanno attaccato sulle nomine, ma vorrei ricordare che io all’Inps avevo indicato una personalità libera e indipendente come Tito Boeri, non propriamente un mio ultrà”.
Intanto, l’Esecutivo è al lavoro con Regioni e Comuni su due fronti: quello del contenimento del virus e dei focolai, con l’ipotesi avanzata dal Comitato Tecnico Scientifco di effettuare test rapidi agli aeroporti e presso porti e stazioni sui passeggeri di ritorno dai Paesi UE più a rischio come Spagna, Grecia,Malata (già divenuta prassi obbligatoria in Emilia Romagna per ordinanza del Presidente Bonaccini) sia sul piano Trasporti e Scuola, in vista della ripresa a settembre e della riapertura degli istituti scolastici.
Sul fronte trasporti pubblici infatti si valutano soluzioni per recuperare l’intera capienza a bordo di autobus extraurbani e treni regionali (in base alle norme di sicurezza contenute nel Dpcm del 7 agosto sarebbe ridotta rispettivamente del 70-60%), ricorrendo a divisori in plexiglass ai lati delle sedute tra i passeggeri, all’uso obbligatorio della mascherina a bordo e turnazioni per gruppi scaglionati di alunni in orari diversi, mentre per fronteggiare l’emergenza aule si valuta il ricorso non solo a cinema, musei e parrocchie , ma anche a B&B e a tensostrutture (tendopoli).
Gestione, quella dell’emergenza Covid19, che si intreccia con la stesura del Recovery plan,il nucleo di riforme che il Governo dovrà inviare entro la metà di ottobre alla Commissione UE per accedere ai fondi del Recovery Fund (209 miliardi) riguardo il quale si susseguono una serie di ipotesi in direzione delle linee guida fornite da Bruxelles, tra le quali: la coesione sociale e territoriale, le infrastrutture e gli investimenti ecosostenibili e la riforma del Fisco.
Questa dunque l’ottica in cui inscrivere la fiscalità di vantaggio per le aree del Sud, già introdotta dal Dl agosto , con decontribuzioni e incentivi per le imprese sulle nuove assunzioni e sul reintegro dei lavoratori in Cassa integrazione , che però ha suscitato le perplessità di Confindustria ,la quale ha esortato il Governo a non trascurare il Nord, ponendo una nuova questione Settentrionale in contrapposizione a quella Meridionale, il progetto del tunnel sottomarino dello stretto per congiungere Messina a Reggio Calabria, e la riforma dell’Irpef alla tedesca, ovvero: con una crescita progressiva delle aliquote in base al reddito (quattro scaglioni di tassazione delle entrate annuali: il primo, per chi è esente dai versamenti, fino a 9.000 euro, poi quello dal 14% al 42% ,da 9.001 a 54.949 euro, a seguire l’aliquota del 42% ,da 24.950 a 260.532 euro, infine, l’imposizione che va al 45% per chi dichiara più di 260.532 euro, e tassazione complessiva dei redditi delle coppie che presentano la dichiarazione congiunta, con scaglioni raddoppiati; queste aliquote si applicano in genere ai redditi di lavoro e di impresa, mentre i redditi di capitale, quali interessi, dividendi e plusvalenze delle persone fisiche sono soggetti ad una imposta sostitutiva del 25%.) e l’importo calcolato e aggiornato ogni anno sulla base di un algoritmo, che però non piace a Italia Viva ,perché ritenuta “troppo complessa”.
Da ciò, la proposta alternativa, avanzata tramite il neo Presidente della Commissione Finanza della Camera e responsabile economico del partito renziano, Marattin di un taglio radicale di tutte le tax expenditures (detrazioni e deduzioni), tranne pochissime, come spese sanitarie, prima casa e contributi, un minimo esente di 8.000 a coniuge, una somma che lo Stato non tassa (sia che se ne guadagnino 9 mila che 100 mila) e che serve a dare progressività al sistema , tre aliquote da fissare a seconda delle risorse che la riforma avrà a disposizione e la parte di sostegno alla famiglia che confluirebbe nell’assegno unico, già approvato dalla Camera.
Tuttavia, un altro modello di riforma è stato approntato anche dal Pd, consistente nella riduzione da 5 a 4 delle aliquote con le due centrali del 38% (tra i 28 e i 55 mila euro) e del 41% (tra i 55 mila e i 75 mila euro lordi) che potrebbero unirsi in area 36%. Un sistema che coinvolgerebbe 8,2 mln di contribuenti con un costo di massimi 5 miliardi.
Ad agitare la Maggioranza, però, la decisione della sindaca di Roma Raggi di ricandidarsi alle Comunali del 2021 per un secondo mandato, comunicata ieri durante una videoconferenza con i consiglieri pentastellati.
Ora, la decisione spetterà ai sostenitori del Movimento che dovranno esprimersi riguardo alla ricandidatura sulla piattaforma Rousseau, aprendo , in caso di via libera, alla deroga al terzo mandato. Secondo lo statuto dei pentastellati infatti sarebbero consentiti solo due mandati,che la Raggi avrebbe utilizzato ,avendo già ricoperto per due anni l’incarico di consigliera comunale all’Opposizione dell’amministrazione del sindaco dem Marino.
Via libera a un Raggi bis, è arrivato dal fondatore e garante del M5S Grillo che in un post su Twitter ha accompagnato una foto con l’attuale sindaca corredata dall ‘espressione: “Daje!”.
Meno entusiasti della ricandidatura ,il segretario del Pd Zingaretti e il Vicesegretario dem Orlando, che hanno fatto sapere di “lavorare a un progetto alternativo”.
Sulla stessa linea, anche Italia Viva.
Quanto all’Opposizione di Centrodestra, quest’ultima si dice pronta a schierare un candidato sindaco “che sia all’altezza della Capitale” chiedendosi “se la deroga ai due mandati varrà anche per i parlamentari”.
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