Impartita da Papa Francesco, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, al termine della Messa di Pasqua, la benedizione Urbi et Orbi, nel corso della quale, il Pontefice ha auspicato, nel giorno della Risurrezione di Cristo, una rinascita non solo delle coscienze degli uomini, ma anche una rigenerazione dei Paesi del mondo flagellati dalla guerra e dai conflitti, invitando, per realizzare tal fine, i leader delle Nazioni a fermare la corsa agli armamenti. Vicinanza e solidarietà, poi, sono state espresse dal Santo Padre nei riguardi delle vittime degli attentati jihadisti in Sri Lanka.
di Federica Marengo martedì 23 aprile 2019
“In questo mattino di Pasqua, giovinezza perenne della Chiesa e dell’intera umanità, vorrei far giungere ad ognuno di voi, le parole iniziali della recente Esortazione apostolica dedicata in particolare ai giovani : “Christus vivit” (“Cristo vive”) . Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane e a ciascun cristiano sono: “Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto , che ti chiama e ti aspetta per ricominciare”. Con queste parole Papa Francesco ha principiato la benedizione Urbi et Orbi, impartita dalla Loggia centrale della Basilica , al termine della Messa pasquale in piazza San Pietro, celebrata davanti a 70 mila fedeli.
Spiegando che la Risurrezione di Cristo è sì rinascita interiore, della coscienza e dell’anima, per donne e uomini, ma anche l’inizio di un mondo nuovo liberato dalla prigionia del peccato e della morte, ovvero: il Regno di Dio, dove vigono amore, pace e fraternità, il Pontefice ha quindi ricordato quanti “nel mondo di oggi si trovano nel dolore e nel lutto” in aree del mondo devastate da guerre e conflitti armati”.
“Cristo non abbandona mai e prega affinché vi sia speranza per l’amato popolo siriano, vittima di un perdurante conflitto che rischia di trovarci sempre più rassegnati e perfino indifferenti”, ha detto il Papa, esortando le autorità politiche a trovare una soluzione che risponda alle giuste aspirazioni di libertà, pace e giustizia, affronti la crisi umanitaria e favorisca il rientro sicuro degli sfollati e di quanti si sono rifugiati nei Paesi limitrofi, per lo più in Libano e in Giordania.
Poi, il Pontefice ha rivolto un pensiero alle realtà del Medio Oriente “lacerato da continue divisioni e tensioni”e alla popolazione dello Yemen, soprattutto ai bambini, vittime di fame e di guerra, appellandosi ai governanti affinché, illuminati dalla luce pasquale, allevino le sofferenze dei loro popoli e perseguano un futuro di pace e di stabilità.
E ancora, riguardo alla situazione in Libia, ha evidenziato: “Osservando come persone inermi abbiano ripreso a morire, in queste ultime settimane, e molte famiglie siano costrette a lasciare le proprie case, esorto le parti interessate a scegliere il dialogo piuttosto che la sopraffazione, evitando che si riaprano le ferite di un decennio di conflitti ed instabilità politica”, estendendo a tutto il continente africano, “ancora disseminato di tensioni sociali, conflitti e talvolta da violenti estremismi che lasciano insicurezza, distruzione e morte”, il Suo auspicio di pace.
Come pure ha augurato libertà, sviluppo e benessere, al Sudan, anche alla luce degli sforzi compiuti dalle autorità civili e religiose locali, “sostenute dai frutti del ritiro spirituale”, tenutosi nelle scorse settimane, in Vaticano, affinché “possa aprirsi una nuova pagina della storia del Paese, nella quale tutte le componenti politiche, sociali e religiose s’impegnino attivamente per il bene comune e la riconciliazione della Nazione”.
Presente nella benedizione pasquale del Pontefice, anche riferimenti alla popolazione delle regioni orientali dell’Ucraina, del Venezuela, “priva delle condizioni minime per condurre una vita degna e sicura, a causa di una crisi che perdura e si approfondisce” e, infine, del Nicaragua, per le quali ha invocato iniziative umanitarie, volte a perseguire la pace duratura.
“Il Signore della pace, di fronte al fragore delle armi, tanto nei contesti di guerra che nelle nostre città: ispiri i leader delle Nazioni, affinché si adoperino per porre fine alla corsa agli armamenti e alla preoccupante diffusione delle armi, specie nei Paesi economicamente più avanzati”, ha poi pregato, rivolgendosi direttamente a Cristo, affinché : “i nostri cuori si aprano alle necessità dei bisognosi , degli indifesi, dei poveri, dei disoccupati , degli emarginati , di chi bussa alla nostra porta, in cerca di pane , di un rifugio e del riconoscimento della sua dignità”.
“Illuminati dalla luce della Pasqua” , chiede in conclusione, Papa Francesco, “portiamo il profumo di Cristo Risorto nella solitudine, nella miseria, nel dolore di tanti nostri fratelli, ribaltando la pietra dell’indifferenza”.
Inoltre, rivolto un pensiero di affettuosa vicinanza e una preghiera per la comunità cristiana dello Sri Lanka, colpita dai terribili attentati jihadisti, ha rievocato il primo discorso in Televisione, tenuto il 21 aprile del 1949 da Papa Pio XII° e ha ringraziato i donatori dei Paesi Bassi e della Slovenia per i fiori e le composizioni floreali presenti sia in piazza San Pietro che all’interno della Basilica.
E sull’attacco kamikaze alle chiese cristiano-cattoliche e agli hotel internazionali dello Sri Lanka, Papa Bergoglio è tornato ieri, nel corso del Regina Coeli, pronunciato per celebrare il Lunedì dell’Angelo.
Dopo aver sottolineato come i racconti evangelici risaltino il ruolo delle donne, che per prime furono testimoni della Risurrezione di Cristo e aver invitato i fedeli ad annunciare che il Signore è vivo, ha detto infatti : “Auspico che tutti condannino questi atti terroristici disumani e mai giustificabili. Vorrei esprimere nuovamente la mia fraterna vicinanza al popolo dello Sri Lanka. Sono molto vicino al cardinale Malcolm Ranjith Patabendige e a tutta la Chiesa di Colombo. Prego per le numerosissime vittime e invito a non esitare a dare tutto l’aiuto necessario”.
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